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ITALIA

Atena Startup Battle, spostato al 1° ottobre l’evento finale della competizione tra le più innovative start up italiane

La situazione italiana di forte emergenza ha portato allo spostamento al 1° ottobre 2020 dell’evento finale Atena Startup Battle, la competizione tra le più innovative startup italiane, ideata da TMP Group. Spostata anche la chiusura della call al 1° settembre per raccogliere le candidature delle start up. Diventa infine gratuita l’iscrizione delle start up alla competizione.

Atena Startup Battle, in partnership con tre importanti realtà del mondo FinTech e innovazione – lo Studio Gattai, Minoli, Agostinelli & Partners, Two Hundred e Talent Garden – punta a far emergere le giovani startup del territorio per dar loro la possibilità di presentare e concretizzare progetti innovativi.

L’evento finale, che si terrà sempre al Talent Garden Calabiana di Milano, offrirà infatti l’occasione, a 20 startup selezionate, di sfidarsi a suon di “pitch” per presentare il proprio progetto e aggiudicarsi il premio finale del valore di 50mila euro in servizi di consulenza in ambito legale, di comunicazione, networking digitale, e di investimenti in equity crowdfunding.
L’emergenza corona virus ha anche anticipato la fine del roadshow di presentazione che ha toccato alcune tra le più importanti città italiane, dando a tutte le startup intervenute l’opportunità di conoscere la battle, condividere la propria idea imprenditoriale e formarsi.

Sarà però possibile seguire in streaming la tappa dell’8 aprile, aperta a tutti, dove chi si registrerà qui https://www.eventbrite.it/e/biglietti-roadshow-atena-startup-battle-webinar-edition-101182792456 potrà farsi conoscere e scoprire di più su come candidarsi.

Davide Maestri, Chief Marketing Officer TMP Group: “In un momento così difficile per il nostro Paese abbiamo deciso di non fermarci, mantenendo tutte le risorse necessarie per premiare le start up, e anzi, promuovendone il coinvolgimento dando loro la possibilità di partecipare alla competizione gratuitamente. Siamo sicuri che questa fase della storia possa rappresentare anche un’occasione di grande fervore per chi ha idee e le vuole condividere: noi crediamo fermamente che si debba incentivare ancora di più lo sviluppo dell’ecosistema startup e innovazione in Italia per permettere al nostro Paese di ripartire con ancora più slancio.”.

Per partecipare alla Battle: sarà possibile candidare la propria Startup sul portale Atena Startup Battle www.atenastartupbattle.it entro il 1° settembre 2020. Sul sito sono disponibili il regolamento della competizione e il programma completo dell’evento. 

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POLITICA

Alto milanese. Squeri (FI) tempi lunghi per l’accesso al credito, Aziende rischiano il fallimento.

Questa notte è entrato in vigore il “Decreto Imprese”, contenente le misure sulle garanzie che lo stato darà per l’erogazione del credito alle imprese.

Su questo tema, fondamentale per l’intero sistema economico Nazionale, il Deputato di FI Luca Squeri fa notare che, in periodi normali, per le Pmi il tempo tra la domanda di finanziamento bancario (con garanzia all’80%) e l’effettiva erogazione della cifra, passano mediamente 70 giorni.

È Il tempo necessario affinché la banca effettui tutti i controlli previsti dal protocollo che si possono così riassumere: controllo del rating aziendale da parte della filiale, analisi di capacità del credito da parte del gestore e infine la decisione dell’organo deliberate della banca.

A questi passaggi si devono aggiungere i tempi per l’invio della documentazione al comitato deliberante del mediocredito che ,se darà parere favorevole, seguirà il finanziamento.

Il Deputato fa notare che questi passaggi, frutto di procedure consolidate, non sono adeguati alla situazione emergenziale odierna e a tal proposito ha dichiarato: “Oggi non siamo in tempi normali. Le domande di finanziamento cresceranno esponenzialmente mentre le banche stanno lavorando a regime ridotto.

Molte nostre imprese, purtroppo, sono con l’acqua alla gola per mancanza di liquidità e queste tempistiche sono, evidentemente, insostenibili. Non è così che si può immaginare di sostenere il Paese”.

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ECONOMIA

Bcc, 10 milioni di euro di pronta liquidità a imprese, artigiani, commercianti e partite Iva

Fronteggiare tempestivamente il fabbisogno di liquidità delle imprese e collaborare a garantirne la continuità produttiva. Con questi due obiettivi primari, la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate mette a disposizione un primo plafond di 10 milioni di euro per prestiti a tassi e condizioni agevolate per le aziende socie e clienti.
«E se ce ne sarà bisogno siamo pronti ad aumentare lo stanziamento, perché l’impatto del danno del Coronavirus sull’economia dipende strettamente dalla quantità  di soldi che verranno destinati per il sostegno dell’economia reale -dice Roberto Scazzosi, presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate-. La crisi che stiamo vivendo ha colpito contemporaneamente sia la domanda sia l’offerta di beni e servizi: le nostre imprese soffrono e ormai tutti, anche le famiglie, hanno chiaro che stiamo vivendo una fase di emergenza economica. Il nostro ruolo di banca locale ci impone di attuare iniziative di concreto sostegno al territorio, oltre naturalmente a favorire tutte le procedure e le misure stabilite dai decreti del governo, come la moratoria sui mutui».

I finanziamenti a breve termine verranno erogati come mutui chirografarisenza spese di istruttoria, a tassi e condizioni agevolate, per un importo singolo massimo di 250mila euro, con una durata fino a 18 mesi (inclusi i primi 6, se richiesti, di pre ammortamento). 
«Per richiedere il prestito vanno presentate l’autocertificazione di aver subito danni derivanti dall’emergenza sanitaria e il prospetto delle spese da sostenere -spiega Carlo Crugnola, direttore generale della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate-. Per i finanziamenti fino a 50mila euro abbiamo istituito un iter di delibera istantanea, mentre gli importi più alti dovranno prevedere spese giustificate per il 70% del totale richiesto. Inoltre, oltre alle spese di istruttoria sono state azzerate quelle di incasso della rata».
«Come sempre, e non solo nei momenti di difficoltà, abbiamo facilmente creato la rete nel nostro territorio per supportare la nostra azione di iniezione di liquidità -chiosa il presidente della Bcc, Roberto Scazzosi-. In particolare, per agevolare l’accesso al credito abbiamo raggiunto intese con i vari Confidi del territorio».

«Da questa crisi se ne esce solo facendo rete e cooperando, ognuno per il suo ruolo, per sostenere e far ripartire l’economia -commenta Andrea Bianchi, direttore di Confidi Systema!-. Per questo abbiamo deciso di supportare le misure adottate dalla Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate. Per noi questo territorio è importante, nel 2019 abbiamo avuto una crescita del 20% dei finanziamenti garantiti, aiutando oltre 130 imprese, soprattutto Pmi, nel 94% dei casi con fatturato inferiore a 5 milioni di euro. Insieme vogliamo rivolgere il nostro supporto oggi proprio a queste realtà per garantire loro un nuovo futuro domani».

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Cronaca

Conftrasporto: “Evitare sciopero Benzinai o a rischio approvvigionamenti”

Preoccupazione di COnftrasporto sulla possibile serrata dei benzinai.

24-MAR-20 15:06 NNNN ******* *Coronavirus, Confcommercio: Governo intervenga su stop benzinai Coronavirus, Confcommercio: Governo intervenga su stop benzinai Milano, 24 mar. (LaPresse) – “Il minacciato blocco da parte dei benzinai deve essere assolutamente evitato: a rischio il trasporto delle merci essenziali”. A lanciare l’allarme è il vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto Paolo Uggè, che invita il Governo a fornire risposte alle richieste dei gestori degli impianti autostradali e stradali di carburante per evitare che l’autotrasporto sia costretto, suo malgrado, a fermarsi per l’impossibilità di far rifornimento interrompendo l’approvvigionamento delle merci.”Auspichiamo un immediato intervento del Governo perché, se le sigle dei gestori di carburante dovessero confermare il fermo, annunciato a partire da domani, si avrebbe come effetto il rischio della conseguente sospensione dei servizi essenziali già precari che oggi le imprese dell’autotrasporto stanno garantendo agli ospedali, alle farmacie, alle attività produttive e ai negozi di generi di prima necessità”, conclude il vicepresidente di Conftrasporto-Confcommercio.

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Busto-Valle Olona

Corona Virus e Aziende, Intervista all’avvocato Riccardo Stucchi di Busto Arsizio

L’Italia, e più in generale il Mondo, si trovano davanti alla difficile battaglia di contenimento della diffusione del Coronavirus.

Inevitabilmente, tale situazione si riflette su ogni aspetto della vita quotidiana e si ripercuote sia in capo alle persone fisiche sia in capo ai soggetti dotati di personalità giuridica e quindi le aziende.

Per valutare gli effetti dei nuovi decreti sulle routine nei luoghi di lavoro, abbiamo chiesto un parere all’avvocato Riccardo Stucchi di Busto Arsizio, esperto di responsabilità penale e amministrativa degli enti.

Buongiorno Avvocato, le nuove direttive cambieranno le routine all’interno delle aziende?

È inevitabile, proprio con riferimento a queste ultime, sempre nell’ottica del contenimento della diffusione del virus, il Governo si è adoperato emanando delle direttive di carattere operativo molto precise e stringenti.

Tali direttive, che hanno come fine primario quello di impedire che il virus si diffonda a macchia d’olio nella popolazione, sono in particolare rivolte alle aziende, le quali avranno l’onere di attuare da subito delle procedure al fine di garantire la sicurezza e la tutela della salute dei dipendenti e dei collaboratori interni ed esterni.

Il testo normativo al quale si fa riferimento è il DPCM 11 marzo 2020, a norma del quale le aziende dovranno valutare il rischio di contagio in base all’attività dalle stesse svolta e, parallelamente, riorganizzare i propri cicli produttivi, gestionali e operativi, così da eliminare qualsiasi fattore di rischio.

Il predetto testo di legge all’articolo 7 riporta delle direttive di base volte ad incentivare il lavoro agile, ovvero il così detto smart working, in modo da evitare qualsiasi tipo di spostamento che non sia necessario e tanto altro.

Le aziende che non possono utilizzare lo smart working sono obbligate a chiudere o possono attuare delle contromisure, per mantenere in funzione gli impianti?

Diciamo che è interesse di tutti che la produzione continui, tuttavia vengono riportate una serie di direttive quali l’incentivo alle ferie e ai congedi retribuiti, la sospensione delle attività non essenziali, l’assunzione di protocolli anti contagio, la sanificazione dei luoghi di lavoro etc. che sono proprio volte a far si che la produzione continui ma in condizioni di sicurezza.

Alla luce di ciò appare chiaro che il compito delle aziende non risulta assolutamente di facile attuazione e, di contro, in virtù dei precetti impartiti dalla predetta norma balza subito all’occhio il collegamento all’art. 25 septies del D.lgs 231/2001 e, ovviamente, alla normativa in tema di salute e sicurezza sul lavoro ai sensi del T.U. 81/2008.

Quindi serviranno delle nuove procedure che regolamentino il lavoro interno alle singole realtà?

Certamente, è bene pertanto che tutte le aziende, di concerto con i propri consulenti e gli RSPP adottino quante più misure di cautela sia possibile attuare, con lo scopo anzitutto di prevenire la diffusione del virus e, in secondo luogo, nel caso vengano effettuati accertamenti da parte delle autorità (in questo momento saranno stringenti) possano dimostrare di aver attuato tutte le cautele necessarie. In caso contrario, le aziende incapperanno nella responsabilità 231 che, inutile dirlo, prevede delle ingenti sanzioni in capo alle stesse, sanzioni che hanno carattere pecuniario e interdittivo, applicabili anche in via cautelare.

Tanto per fare alcuni esempi che possano permettere a voi lettori di comprendere l’eventuale portata delle sanzioni, si sottolinea come le stesse vengano calcolate per quote rapportate alla gravità del fatto, e le stesse oscillino dal un minimo di € 25.822,84 ad un massimo di € 1.549.370,69, oltre ovviamente alle sanzioni di carattere interdittivo.

E’chiaro quindi che in un momento come quello che stiamo vivendo, l’irrogazione di simili sanzioni in capo ad un’azienda, provocherebbero certamente un dissesto economico difficile da sanare.

La ringraziamo per le informazioni ci ha lasciato nell’interesse dei cittadini e dei datori di lavoro. Vuole rivolgersi direttamente a loro con un ultimo suggerimento?

Consiglio pertanto a tutti gli imprenditori di ottemperare alle predette norme nella maniera più puntuale ed esaustiva possibile implementando, per le aziende che già sono dotate, il modello di gestione e controllo 231 in virtù delle modifiche di cui sopra e, per coloro che non fossero dotati, di correre subito ai ripari predisponendone uno.

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Varese-Laghi

Monti e Astuti, studenti Insubria aiutino su indagini epidemiologiche

 

Emergenza coronavirus, Monti e Astuti: “Studenti di Medicina dell’Insubria in aiuto per effettuare indagini epidemiologiche”

Milano, 16 marzo – “Coinvolgere gli studenti degli ultimi due anni di Medicina dell’Università dell’Insubria per eseguire indagini epidemiologiche, così da fermare la diffusione del Covid-19″.

Così Emanuele Monti (Lega), Presidente della III Commissione Sanità e Politiche Sociali di Regione Lombardia, e Samuele Astuti (PD), Consigliere regionale e membro della Commissione Sanità, che hanno avanzato la proposta al Dg dell’Ats Insubria e al Rettore dell’Ateneo. L’Ats ha già dato riscontro positivo, “siamo fiduciosi che possa arrivare l’adesione anche dall’Università”, affermano Monti e Astuti.

“Il progetto prevede di potenziare l’efficacia delle indagini epidemiologiche, nel momento in cui vengono individuati pazienti positivi, ricostruendo più velocemente la mappa del possibile contagio e quindi la possibile diffusione del virus” spiegano i Consiglieri regionali.

“Gli studenti di Medicina che verrebbero coinvolti lavorerebbero assolutamente da casa, via telefonica, senza quindi aumentare i rischi per la propria salute” ci tengono a sottolineare.

“L’efficienza della sanità lombarda e nello specifico le eccellenze varesine – commenta Monti – dimostrano di saper affrontare le emergenze ricorrendo a tutte le risorse in campo, in modo da tutelare nella maniera più efficacia la salute dei cittadini”.

“La battaglia si combatte sia negli ospedali sia sul territorio – sottolinea Astuti – questo progetto permette di essere più rapidi nel raggiungere i possibili vettori del contagio e dargli le opportune indicazioni”.

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ECONOMIA

Fipe-Confcommercio: “Responsabilità da parte di tutti, ma le misure del Governo sono devastanti. Serve un piano straordinario o chiudiamo”

300mila imprese e un milione di lavoratori del settore, come purtroppo molti altri della nostra economia, sono messi in grave crisi da una situazione preoccupante affrontata con provvedimenti che non hanno precedenti nella storia repubblicana.

Le perdite stanno mettendo in ginocchio intere categorie e il mondo dei Pubblici Esercizi risulta particolarmente colpito da una gestione altalenante delle disposizioni che li riguardano direttamente e da una comunicazione che ha contribuito a generare confusione, incertezza e panico.

Gli imprenditori che FIPE – Confcommercio rappresenta – quelli delle zone chiuse come quelli di tutta Italia – rispetteranno i provvedimenti annunciati nella notte dal Governo e in tanti si stanno impegnando in queste ore per garantire vivibilità e servizio alle comunità in cui operano, ben consapevoli del ruolo sociale svolto e dei rischi sanitari in cui incorrono.

È un dovere per la tutela della salute pubblica, prima ancora che delle stesse attività economiche, far presente che alcune disposizioni appaiono incoerenti e altre risultano di difficile applicazione, come la regola che riversa sulle imprese l’onere di tenere i clienti alla distanza di un metro. FIPE riceve oggi centinaia di telefonate e appelli che chiedono la chiusura temporanea delle attività di Pubblico Esercizio, nella comprensibile preoccupazione – da imprenditori e da cittadini – per la salute di clienti, dei propri dipendenti e delle relative famiglie, come reazione alla difficoltà di gestione delle attuali disposizioni e nella speranza che questo sacrificio possa almeno servire ad accelerare il ripristino della normalità.

Comprensione e solidarietà vanno a tutti gli imprenditori che in questo momento sono messi di fronte a scelte dolorose e difficili, un ringraziamento non di forma va rivolto a coloro che stanno cercando con senso civico di fare la propria parte a servizio della salute e della capacità di ripresa del territorio.

È una situazione drammatica per migliaia e migliaia di imprenditori e lavoratori, che insieme alla Presidenza della Federazione, riunitasi oggi in seduta permanente, chiede con forza un “Piano economico straordinario”, da approvarsi con risorse ingenti subito, già con il Decreto Legge in approvazione la settimana prossima.

Vanno estese le misure previste per le zone chiuse a tutto il territorio nazionale, aprire la cassa in deroga per almeno 6 mesi a tutte le imprese di tutte le Regioni, far slittare tutte le scadenze fiscali a fine anno, fermare gli sfratti per morosità, individuare un meccanismo di credito di imposta che sostenga, almeno parzialmente, le perdite documentabili delle imprese. Ci sarà modo per riflettere e discutere su quanto è accaduto, soprattutto nelle ultime ore, ma questo è il momento della responsabilità e dello stare uniti come cittadini e come imprenditori.

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Sanità

Coronavirus la decisione del Governo: verso la chiusura della Lombardia fino al 3 Aprile

7 Marzo 2020

In arrivo misure forti per contenere i contagi: stop alle scuole fino al 3 Aprile e divieto di uscita e di entrata dalla nostra Regione tranne per casi di reale emergenza. Ufficialità attesa nelle prossime ore.

La Regione Lombardia chiedeva misure drastiche e tali misure sarebbero in arrivo. Il nuovo decreto del Governo andrà in questa direzione. L’ufficialità è attesa nelle prossime ore.

Secondo le anticipazioni rese note poco fa il provvedimento che dovrebbe essere varato questa sera comprenderebbe fino al 3 Aprile 2020 il divieto di uscita e di ingresso dalla Lombardia e da altre undici province italiane (Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia,  Rimini, Pesaro Urbino, Venezia,  Padova,  Treviso,  Asti ed Alessandria). Sarebbero permessi solo gli spostamenti dei cittadini in entrata e in uscita da queste zone, solo in casi di emergenza o motivati da indifferibili esigenze lavorative. 

Lo stesso decreto dovrebbero decretare la chiusura di tutte le scuole sempre fino al 3 Aprile 2020, il divieto di manifestazioni, la chiusura di palestre, piscine, centri termali, musei, stazioni sciistiche. Possibili limitazioni anche per centri commerciali nei fine settimana, escluse farmacie e negozi di alimentari. Potrebbero esserci conseguenze anche sulle stagioni sportive delle squadre lombarde, a meno di deroghe in merito. A.L.

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Cronaca

Coronavirus ed economia. Gran Bretagna: svuotati gli scaffali dai prodotti dell’agroalimentare “Made in Italy” – VIDEO

Coronavirus ed economia. Gran Bretagna: svuotati gli scaffali dai prodotti dell’agroalimentare “Made in Italy” – VIDEO. Pasta sparita dai supermercati per il timore che non ne arrivi più per i prossimi mesi

Gli effetti sull’economia dell’emergenza “coronavirus” sono ormai sotto gli occhi di tutti e travalicano anche i nuovi confini dell’Unione Europea. Perché se ormai la Brexit è un fatto conclamato con l’inevitabile creazione di nuove barriere al di là della Manica, nuove frontiere non esistono e non c’è ne saranno per il gradimento dei prodotti dell’agroalimentare del “Made in Italy” tra gli anglosassoni. La prova conclamata è la corsa agli scaffali dei supermercati, registratasi nelle ultime ore da parte degli inglesi che hanno letteralmente svuotato i reparti dedicati alla pasta italiana e ad altri prodotti nostrani tipici, in ragione del timore che tra barriere all’ingresso, ma soprattutto della crisi connessa alla diffusione del Covid-19 ed i rischi per l’economia italiana, ci sarà una consistente diminuzione dell’esportazioni ed il conseguente aumento dei prezzi. La conseguenza è una sorta di corsa all’accaparramento dei prodotti come la pasta che hanno un naturale lungo periodo di scadenza. A segnalarcelo, come risulta nel video che postiamo in esclusiva, anche una cittadina italiana da tempo residente nel Nord dell’Inghilterra che ha verificato questa “novità” che, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, se da una parte costituisce un nuovo elemento di preoccupazione per la nostra economia, dall’altra ci deve spronare a non fermarci ed andare avanti, perché il “Made in Italy” vince sempre nel mondo ed è un marchio che neanche questo terribile momento può spazzare via. Ecco il video : https://youtu.be/nS3MrcDtmGg