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Codogno e Val Seriana, l’amianto può avere avuto un ruolo letale assieme al coronavirus?

Le tristi vicende con le morti da coronavirus a Codogno, in Val Seriana ed altre zone in cui nel territorio si sono riservate dosi non indifferenti potrebbe essere un concausa dell’avvellenamento del territorio indebolendo le difese immunitarie.

evL’amianto è sicuramente una delle cause più gravi con migliaia di morti ogni anno, anche se se ne parla poco ultimamente, se non dopo qualche condanna di imprenditori importanti.

Questo veleno presente nelle scuole, negli edifici vecchi e ancora negli ospedali potrebbe avere avuto un ruolo con un impatto pesante sui territori colpiti in maniera impressionante e con tanti morti?

Gli allarmi ci sono stati: 

“In Valseriana, secondo statistiche recenti l’amianto presente sulle coperture immobiliari per lo più industriali risulta ancora in grandi quantità. Sono ancora molti i casi di decesso di mesotelioma, la patologia che colpisce e uccide chi è entrato in contatto con le fibre di amianto, nonostante l’utilizzo di questo materiale pericoloso in Italia sia vietato dal 1992.(Valseriana News del 2013).”

 

 A Codogno c’era stato fatto pure un  censimento sull’amianto:

Censimento manufatti contenenti amianto L.R. 17/2003

 

Il Comune in collaborazione con l’ASL  ha attivato il censimento e la mappatura dei siti e manufatti contenenti amianto presenti sul territorio ai sensi della delibera di Giunta Regionale  del 22.12.2005, n. VII/1526 .
La Regione Lombardia con la L.R. n.14/2012 ha introdotto delle modifiche alla precedente L.R. n.17/2003 , tra le quali l’inserimento dell’art.8bische stabilisce la sanzione amministrativa da €.100,00 a €.1.500,00 per lamancata comunicazioneai sensi dell’art.6 comma 1 ossia i soggetti pubblici e privati proprietari che non effettuano il censimento e chei soggetti pubblici e privati hanno l’obbligo di notificare all’ASLcompetente  per territorio, entro15 aprile 2013, la presenza di amianto o di materiali contenenti amianto in matrice friabile e compatta (es. Eternit, canne fumarie, mattonelle in vinil-amianto, controsoffittature, etc….), fonte https://www.comune.codogno.lo.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1542

 

L’incidenza di amianto nella bergamasca,https://www.ecodibergamo.it/videos/video/allarme-amiantocasi-di-tumore-e-la-mappa-delle-zone-rosse_1039027_44/ è superiore alla media lombarda. il 15 delle aziende non hanno ancora bonificato ditte e tetti privati. Nel video si parla di un picco del 2020..

 

La nostra è soltanto un’ipotesi ma sicuramente qualcosa di più si sarebbe dovuto fare, paghiamo scienziati oggi ma anche ieri, abbiamo investito montagne di soldi nella sanità lombarda, sicuramente migliore di quella delle altre regioni, eppure ci sono lacune importanti che sono emerse a causa del coronavirus che potrebbe essere l’anello finale di una serie di lavorazioni inquinanti da parte delle aziende, e si sa che spesso l’economia viene prima della salute.

I cittadini magari per evitare spese, seppure ci fossero incentivi regionali, non sono stati solleciti nel tutelare la salute loro e di altri, con conseguenze che si vedono solo dopo anni.

Questo aspetto fa divenire difficile andare a risalire alle cause delle morti se non c’è prevenzione e controllo del territorio con interventi pubblici rapidi.

Certi territori più di altri hanno avuto forme di inqinamento notevoli, per esempio discariche illegali, lavorazioni con sversamenti nei fiumi, smaltimenti di materiali in maniera illegale, a cui si deve sommare l’inauinamento dell’aria e cibi non sempre genuini. Un mix di inquinanti che col tempo portano all’abuso di medicinali: la miscela indebolisce le difese immunitarie e aumenta le malattie, per cui ogni nuovo virus su persone non sane, può avere esiti letali come avvenuto col coronavirus.

Un’indagine sulla presenza dell’amianto nelle zone più colpite da coronovirus potrebbe servire o no?

 

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Varese: 285 mila mascherine sequestrate e redistribuite dalla Prefettura

Le mascherine erano state sequestrate dalla Guardia di Finanza di Busto Arsizio lo scorso mese di maggio, perché recavano una impropria marcatura “CE„ ed erano prive di ogni documentazione idonea a certificare correttamente il prodotto come dispositivo medico.

 

Prima del sequestro le 285.000 mascherine chirurgiche erano pronte per essere vendute da un’azienda di Samarate il cui rappresentante legale era stato denunciato per frode in commercio e, dopo il sequestro erano state messe a disposizione dell’autorità giudiziaria in attesa degli esiti delle indagini.

Considerata la continua pressante domanda le mascherine chirurgiche rientravano ancora tra i beni più difficili da reperire sul mercato, le Fiamme Gialle bustocche, grazie alla Procura della Repubblica di Busto Arsizio che ha concesso il nulla-osta al dissequestro dei beni ai fini della requisizione, hanno avviato la procedura introdotta dal decreto “Cura Italia” (D.L. n. 18/2020, artt. 6 e 122) per far fronte all’emergenza sanitaria in atto.

Grazie alla collaborazione del Politecnico di Milano – Dipartimento di Scienze e Tecnologie Aerospaziali che ha analizzato un campione delle mascherine e di Federfarma Lombardia che ha ricostruito il prezzo al 31 dicembre 2019, il Commissario Straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto all’emergenza epidemiologica Covid-19, ha chiesto al Prefetto di Varese – dott. Dario Caputo – l’adozione del formale provvedimento di requisizione, con mandato al Comandante Generale della Guardia di Finanza, quale Soggetto Attuatore, ad eseguirla.

Il Prefetto di Varese ha così firmato il provvedimento di requisizione in proprietà delle 285.000 mascherine chirurgiche, demandando l’esecuzione alle Fiamme Gialle. I beni sono stati consegnati dai finanzieri bustocchi alla Prefettura e saranno destinati a numerosi enti operanti sul territorio tra cui la Protezione Civile e i Comuni della provincia, l’ATS Insubria, gli Ospedali delle ASST dei Sette Laghi e della Valle Olona, le Autorità Giudiziarie, le Forze di Polizia, l’Ufficio Scolastico Territoriale di Varese e la Croce Rossa varesina.

L’iniziativa rappresenta l’ulteriore conferma di come un’azione corale tra enti, pubblici o privati che siano, consenta sempre di agire al meglio e con tempestività nell’interesse dell’intera collettività.

 

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Varese

Varese, il crak dell’economia secondo la Camera di Commercio

Tante le incertezze: quanto è intensa la profondità della caduta? Le preoccupazioni per l’immediato futuro

VARESE ECONOMIA: EFFETTO COVID-19, LA PRODUZIONE VA GIÙ

Il peso del lockdown. Nel primo trimestre ’20 l’indice segna un -11,4% per l’artigianato e un -9,2% per l’industria  

 

I dati sono eclatanti, con il primo trimestre che evidenzia un primo scivolo dell’indice di produzione industriale pari al -11,4% per l’artigianato e del -9,2% per l’industria. Il tutto mentre l’export segna un calo, peraltro limitato, del 3,9%, attestandosi a 2 miliardi e 354 milioni di euro nel periodo compreso tra gennaio e marzo.

In un sistema economico varesino che subisce pesantemente le conseguenze dell’allerta sanitaria con il lockdown, ci sono degli elementi che inducono tuttora all’incertezza rispetto alla reale profondità della caduta. «Il nostro è un apparato produttivo con una forte spinta innovativa e uno spirito imprenditoriale capace di reagire. Siamo pronti alla ripartenza e come Camera di Commercio ci siamo attivati fin da subito per essere vicini alle nostre piccole imprese, ai nostri artigiani, ai nostri industriali, agli operatori economici tutti. Abbiamo messo risorse con uno sforzo straordinario» dice Fabio Lunghi, presidente dell’ente di piazza Monte Grappa, commentando l’analisi congiunturale relativa al primo trimestre di quest’anno, condotta da UnionCamere Lombardia su un campione di circa 330 imprese varesine appartenenti al manifatturiero artigiano e industriale. «È chiaro che questi numeri – sono sempre parole di Lunghi – scontano solo un mese di blocco della produzione, per alcuni settori, e di forte rallentamento dell’economia nel suo complesso. Occorrerà osservare attentamente quali saranno i riscontri del secondo trimestre 2020 per comprendere l’entità effettiva del calo produttivo».

Come hanno vissuto e come hanno reagito all’emergenza da Covid-19 le imprese varesine? L’indagine dice che per il 76% delle imprese industriali e il 73% di quelle artigiane il fatturato è diminuito di almeno il 20%. A penalizzare maggiormente le aziende del nostro territorio sono stati gli ordini cancellati (42,2% per l’industria e 40,4% per l’artigianato) e, immediatamente a seguire, i problemi finanziari e di liquidità (25% per entrambi i comparti). Così, per il 58,3% delle imprese industriali le agevolazioni del credito sono gli interventi più efficaci per rispondere alla crisi. Sul versante artigiano, invece, la richiesta principale (44,9%) è quella di una moratoria/sospensione delle imposte.

Quanto alla gestione dei dipendenti nella situazione di emergenza, lo smartworking è stato adottato dal 33,2% del manifatturiero industriale; percentuale che scende a 12,5% nell’artigianato. Di grande rilievo, il ricorso agli ammortizzatori sociali, che stanno consentendo di tamponare la situazione di blocco produttivo: l’80,2% delle imprese dell’industria ha utilizzato la cassa integrazione; dato che scende leggermente al 77,9% nell’artigianato. 

Intanto, qualche segnale di rimessa in moto dell’economia è già comparso con la ripartenza delle attività produttive: così, se iscrizioni e cessazioni d’impresa hanno rallentato visibilmente a marzo per fermarsi quasi del tutto ad aprile, una ripresa della dinamica è visibile a maggio. Nello scorso mese, il Registro Imprese tenuto da Camera di Commercio ha evidenziato 207 iscrizioni, a fronte di 113 cessazioni.

Rispetto all’immediato futuro, se le previsioni degli imprenditori industriali sono in buona parte rivolte a un recupero delle perdite seppur in un periodo superiore all’anno (39,6% degli interpellati), più fosche sono le aspettative degli artigiani. Ben il 52,2% pensa di non poter più recuperare le perdite. Per entrambi i comparti è poi di cruciale importanza reagire, cercando nuovi clienti e mercati.  

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L’erosione delle spiagge, intervenire sulla costa adriatica

La crisi del turismo da coronavirus, sta facendo emergere oltre ai costi maggiori per sanificare, distanziare e organizzare la stagione come evidenziato dal gestore del lido di Coamcchio nel video, anche altri aspetti trascurati da tempo.

Il turismo italiano e’ fondamentale per italiani e stranieri che hanno sempre aapprezzato il nostro Paese per le sue bellezze, il clima, l’arte millenaria, mare e montagne. Parliamo del mare per l’allarme non da poco, lanciato nel video. L’economia della Romagna dipende dal mare in gran parte. Il litorale emiliano-romagnolo è formato da 110 km di spiaggia bassa e sabbiosa, che si sviluppa da Cattolica (RN) alla foce del Po di Volano (FE) e dal sistema barriera-laguna della Sacca di Goro (FE), nella zona più a nord.

Cosa succede e cosa fare?

“L’estrazione di fluidi (acqua e idrocarburi) dal sottosuolo, in prossimità della costa, ha portato all’aumento del tasso di subsidenza, producendo quella che in geologia viene definita “accomodation” (spazio disponibile per l’accumulo del sedimento) e che in termini di erosione costiera si traduce in perdita di volume a carico della spiaggia. Il riscaldamento globale sta producendo lo scioglimento dei ghiacciai e un aumento del livello del mare. La costruzione di strutture rigide per proteggere la costa, la realizzazione di opere portuali e l’urbanizzazione a ridosso delle spiagge hanno prodotto un irrigidimento della costa e la riduzione degli spazi di azione dei processi costieri. L’erosione costiera è contrastata con: difese rigide, prevalentemente scogliere in massi di vario tipo e pennelli (opere rigide perpendicolari alla costa); difese morbide, costituite da ripascimenti artificiali. Non lo diciamo noi, ma e’ uno studio dell’Arpa.

Una parte della costa e’ protetta da scogliere artificiali ma non bastano, basta guardare il dislivello nella spiaggia: ogni ondata c’e’ il rischio che si porti via sempre pia spiaggia.

Se dovesse continuare a diminuire la spiaggia ci sarebbero sempre meno posti disponibili per i turisti e per rimanere competitivi i bagni dovrebbero aumentare i costi, che contribuirebbero ad acuire crisi di tutta l’economia collegata: ristoranti, case in affitto e/o vendita e quindi agenzie turistiche e di mediazione.

Il minor afflusso turistico farebbe scendere il prezzo degli immobili e quindi l’appetibilità della zona per i vacanzieri, oltre al danno di chi ha attività e case comprate tanti anni fa.

E’ quindi più che opportuno avere una visione di lungo termine e prospettiva, a meno che si intenda procedere come sta avvenenendo coi bonus reali o fittizi come comunica di fare il Governo, per tamponare e tirare a campare.

Non e’ solo l’attuale Governo che tira a campare, sia chiaro: ci vogliono scelte lungimiranti con misure di reale sostegno al reddito senza regalare soldi, ma investendoli in infrastrutture come le barriere al largo, acquisti di attrezzature con gruppi d’acquisto, per la tutela del territorio prima che sia troppo tardi.

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Turismo nelle regioni, come muoversi

Elenco delle REGIONI che limitano la circolazione a veicoli e alle persone, a cura del Coordinamento Camperisti

In questa situazione di pandemia e blocco economico,

tutti parlano di far ripartire l’economia, in particolare il turismo, ma nei fatti ecco arrivare delle ordinanze regionali che inibiscono la voglia di recarsi a soggiornare in un territorio.

Si tratta di ordinanze che:

  • pongono nuovamente a carico del cittadino l’obbligo dell’autodichiarazione ormai abrogato a livello nazionale;
  • ammettono esclusivamente la trasmissione telematica dell’autodichiarazione discriminando coloro che non dispongono di strumenti informatici ovvero delle competenze necessarie per il loro utilizzo;
  • consentono l’archiviazione di numerosi dati personali senza garanzia anche futura circa il rispetto delle norme in materia e con il rischio di possibili data breach considerato l’enorme valore dei dati raccolti;
  • non tengono conto del fatto che coloro che fruiscono delle strutture ricettive sono già oggetto di controllo tenuto conto degli obblighi ex art. 109 TULPS;
  • impongono al cittadino la redazione di un elenco degli spostamenti e delle persone incontrate e, quindi, un adempimento impossibile o comunque estremamente gravoso tenuto conto, a esempio, che un’attività ordinaria come fare la spesa espone chiunque all’incontro con un numero imprecisabile di persone peraltro non identificabili a partire dalla possibile fila per entrare negli esercizi commerciali sino al rapporto con coloro che vi lavorano.

 

L’Associazione Nazionale Coordinamento Camperisti ha chiesto a ogni singola Regione di modificare la loro ordinanza. Istanze inserite su http://www.coordinamentocamperisti.it/sapere_per_contenere.php .

Una possibilità di incontrare problemi per chi viaggia in autocaravan

In dette ordinanze NON hanno ricordato che è legittima la fruizione dell’autocaravan come previsto dal Codice della Strada all’articolo 54 (autocaravan: veicoli aventi una speciale carrozzeria ed attrezzati permanentemente per essere adibiti al trasporto e all’alloggio di sette persone al massimo, compreso il conducente) pertanto, alcuni sindaci anticamperisti potrebbero attivare illegittime limitazioni con conseguenti ricorsi a danno dei camperisti e della Pubblica Amministrazione.

Un accorgimento, per chi viaggia in autocaravan: quando sul modulo della Regione si chiede dove si è alloggiati, prima individuare il parcheggio dove si sosterà per poi trascriverne l’indirizzo nel modulo.

Occorre ricordare che le violazioni di un’ordinanza, salvo che il fatto non costituisca reato, sono punite con sanzione amministrativa. Inoltre, se nel completare il modulo si commette un errore possiamo trovarci coinvolti in conseguenze civili e penali, tanto da dover dedicare anni e soldi per la difesa legale al fine di dimostrare che non si trattava di una falsa dichiarazione.

La REGIONE BASILICATA

con l’Ordinanza del Presidente della Regione n 26 del 4 giugno 2020 (https://www.regione.basilicata.it/giuntacma//files/docs/DOCUMENT_FILE_3066134.pdf ) dopo aver riempito ben 7 pagine di VISTO, CONSIDERATO, RICHIAMATO nelle ultime due pagine l’ORDINA. Nell’articolo 1 si legge: … tutte le persone fisiche, anche se asintomatiche, che fanno ingresso o si trasferiscono anche temporaneamente nel territorio regionale della Regione Basilicata, tramite qualsiasi mezzo di trasporto pubblico o privato, sono tenute a comunicarlo al proprio medico di medicina generale (MMG) ovvero pediatra di libera scelta (PLS) ovvero al numero verde appositamente istituito dalla Regione 800996688, indicando luogo di provenienza, luogo di destinazione principale, periodo di soggiorno e recapiti telefonici.

Azioni e chiarimenti dell’Associazione Nazionale Coordinamento Camperisti

Detto provvedimento prevede una deroga all’obbligo di compilazione per chi arriva per motivi di lavoro e di salute come se tali persone non potessero essere portatori di contagio.

Altro problema è nell’articolo 1 allorquando recita: … comunicarlo al proprio medico di medicina generale (MMG) ovvero pediatra di libera scelta (PLS) ….  Perché dal colloquio avuto con l’operatrice e il responsabile del numero verde 800996688, tale previsione NON riguardi il proprio medico ma il medico che uno potrebbe avere in Basilicata. Situazione incomprensibile perché un turista fruisce della Guardia Medica Turistica. Provvederemo a chiedere che tale articolo sia reso comprensibile.

Abbiamo chiamato il numero verde 800996688 e una registrazione avvisa che la telefonata è oggetto di registrazione. L’operatrice che ha risposto informandoci che solo quando si entra in Basilicata ci si deve registrare aprendo rientricovid19.fascicolo.basilicata.it oppure dichiarando all’operatore del numero verde 800996688 tutti i dati che gli saranno chiesti.

Purtroppo, a conclusione dell’interrogatorio che riguarda anche informazioni sanitarie, NON si riceve alcuna ricevuta, quindi, se si è fermati per un controllo, e agli agenti non risulta l’avvenuta registrazione (l’operatore ha sbagliato a trascrivere il cognome e, con gli italiani è possibile, per gli stranieri è molto probabile) e non essendo previsto che gli agenti abbiano a disposizione una copia di detto modulo da far compilare, scatta la sanzione da 400,00 a 1.000,00 euro che si è costretti a pagare perché esperire un ricorso costerebbe molto di più.

Proviamo anche ad aprire rientricovid19.fascicolo.basilicata.it per procedere alla registrazione online del modulo.

Non è semplice arrivare in fondo perché il modulo, se non vede i dati completati come hanno previsto non procede. Il primo problema riguarda uno straniero che arriverebbe con il trasporto pubblico perché, per andare AVANTI, il programma chiede di scrivere i dati patente o tessera sanitaria o carta d’identità, non considerando l’opzione del passaporto.

Procediamo inserendo i dati della patente e, premendo ACCEDI, si apre il modulo che ha richiesto vari tentativi per essere accettato e far apparire la scritta AUTOCENSIMENTO GIÀ REGISTRATO – IMPOSSIBILE MODIFICARE I DATI che consigliamo di salvare nel proprio computer e/o sul telefono nonché di stamparla e portarla con sé durante il viaggio.

La REGIONE CALABRIA

con Ordinanza del Presidente della Regione n. 49 del 3 giugno 2020 (https://www.regione.calabria.it/website/portalmedia/decreti/2020-06/Ordinanza%20P.G.R.%20n.%2049_2020.pdf) ORDINA all’ articolo 3: Dal 3 giugno 2020 le persone fisiche che arrivano nel territorio regionale, anche per soggiornarvi temporaneamente, dovranno registrarsi prima del proprio arrivo, attraverso il portale www.rcovid19.it , raggiungibile anche dalla pagina www.emergenzacovid.regione.calabria.it , indicando luogo di provenienza, luogo di destinazione principale, periodo di soggiorno, se temporaneo, impegnandosi a comunicare al Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Sanitaria Provinciale territorialmente competente eventuale comparsa di sintomi COVID-19 correlati. Aprendo https://www.rcovid19.it/prenotazione-rientri/ chiede di registrarsi per acquisire il PIN per poi compilare l’autocertificazione.

Azioni e chiarimenti dell’Associazione Nazionale Coordinamento Camperisti

L’Associazione Nazionale Coordinamento Camperisti con istanza del 6 giugno 2020 chiede alla Regione Calabria di modificare l’istanza n. 49/2020 in quanto le misure adottate risultano di dubbia efficacia ai fini del contenimento epidemiologico. Inoltre, pone a carico dei cittadini una serie di adempimenti gravosi oltreché rischiosi tenuto conto del valore dei dati personali disincentivando al contempo il turismo. Documento su http://www.coordinamentocamperisti.it/sapere_per_contenere.php .

La REGIONE PUGLIA

con Ordinanza del Presidente della Giunta n. 245 del 2 giugno 2020 (https://www.regione.puglia.it/documents/65725/0/Ordinanza+245_signed.pdf/ab29bead-a5de-e84f-7959-43ec314d2b04?t=1591126056511), ORDINA all’articolo 1: Con decorrenza dal 3 giugno 2020, tutte le persone fisiche che si spostino, si trasferiscano o facciano ingresso, in Puglia, da altre regioni o dall’estero, con mezzi di trasporto pubblici o privati:

  • segnalano lo spostamento, il trasferimento o l’ingresso mediante compilazione del modello di auto-segnalazione disponibile sul sito istituzionale della Regione Puglia;
  • dichiarano il luogo di provenienza ed il comune in cui soggiornano;
  • conservano per un periodo di trenta giorni l’elenco dei luoghi visitati e delle persone incontrate durante il soggiorno.

Il modulo di autosegnalazione (estraibile aprendo https://www.sanita.puglia.it/autosegnalazione-coronavirus prevede: Le persone che fanno ingresso in Puglia da altre regioni italiane o da Stati esteri sono tenute, ai fini dell’esercizio delle attività di sorveglianza epidemiologica ai sensi dell’ordinanza n.245 del 2 giugno 2020 del Presidente della Regione Puglia, a compilare il modulo di auto segnalazione secondo le istruzioni di seguito indicate e a conservare per un periodo di trenta giorni l’elenco dei luoghi visitati e delle persone incontrate durante il soggiorno. Per proseguire e trovare detto modulo si trova la frase Per compilare il modulo clicca qui e, cliccando si apre https://limesurvey.istsvc.regione.puglia.it/index.php/119341?lang=it, contenente un modulo informatizzato. Aprendo https://www.rcovid19.it/prenotazione-rientri/ chiede di registrarsi per acquisire il PIN per poi compilare l’autocertificazione.

Azioni e chiarimenti dell’Associazione Nazionale Coordinamento Camperisti

L’Associazione Nazionale Coordinamento Camperisti con istanza del 6 giugno 2020 chiede alla Regione Calabria di modificare l’istanza n. 49/2020 in quanto le misure adottate risultano di dubbia efficacia ai fini del contenimento epidemiologico. Inoltre, pone a carico dei cittadini una serie di adempimenti gravosi oltreché rischiosi tenuto conto del valore dei dati personali disincentivando al contempo il turismo. Documento su http://www.coordinamentocamperisti.it/sapere_per_contenere.php .

La REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA

con l’ordinanza N. 27 del 2 giugno 2020 (https://www.regione.sardegna.it/documenti/1_422_20200603153420.pdf) ORDINA:

all’articolo 2: Tutti i soggetti che intendono imbarcarsi su linee aeree o marittime dirette in Sardegna, a prescindere dai luoghi di provenienza e al solo fine di monitorare gli ingressi e le permanenze su tutto il territorio regionale, sono tenuti a registrarsi prima dell’imbarco utilizzando l’apposito modello – che si allega alla presente sotto la lettera “A” per farne parte integrante e sostanziale – da compilare ed inviare esclusivamente per via telematica nell’ambito dei procedimenti digitali dello sportello unico dei servizi della Regione Autonoma della Sardegna, in conformità a quanto indicato nella sezione “Nuovo Coronavirus” della home page del sito istituzionale della regione Sardegna (www.regione.sardegna.it) o mediante l’applicazione “Sardegna Sicura”, scaricabile dagli app-store per sistemi operativi iOS e Android progettata con funzionalità di contact tracing su base volontaria. Ciascun passeggero dovrà presentare copia della ricevuta di avvenuta registrazione unitamente alla carta d’imbarco e ad un documento d’identità in corso di validità.

Il modulo di registrazione è estraibile aprendo https://www.regione.sardegna.it/documenti/1_231_20200603163716.pdf.

Azioni e chiarimenti dell’Associazione Nazionale Coordinamento Camperisti

L’Associazione Nazionale Coordinamento Camperisti con istanza del 6 giugno 2020 chiede alla Regione Calabria di modificare l’istanza n. 49/2020 in quanto le misure adottate risultano di dubbia efficacia ai fini del contenimento epidemiologico. Inoltre, pone a carico dei cittadini una serie di adempimenti gravosi oltreché rischiosi tenuto conto del valore dei dati personali disincentivando al contempo il turismo. Documento su http://www.coordinamentocamperisti.it/sapere_per_contenere.php .

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Sindaci e Presidenti di Regione ostacolano lo sviluppo del turismo

Uno dei fattori che impedisce lo sviluppo del Turismo Integrato, cioè di tutte le sfaccettature che compongono l’accoglienza nel territorio, è che ognuno dei 7.914 Comuni ha un sito Internet diverso dagli altri. Ciò comporta, per chi lo consulta, una perdita di tempo o, addirittura a causa della confusione creata, di abbandonarlo, rinunciando a visitare quel territorio. Le soluzioni aprendo http://www.coordinamentocamperisti.it/PDF/pandemia_tab_bt/4%20per%20sviluppare%20economia%20e%20turismo.pdf.

Occorre ricordare che nell’Italia dei 7.914 Comuni esistono circa 2.500 campeggi ma, nelle quasi totalità dei casi, si tratta di strutture nelle quali è difficile trovare una piazzola per caravan, autocaravan o più semplicemente per una tenda. La maggior parte degli spazi è stata occupata da case mobili.

Se poi parliamo delle tariffe in Italia sono nella maggior parte dei casi equiparabili a quelle delle strutture alberghiere. Inoltre, moltissimi sono campeggi con apertura stagionale e, quindi, non garantiscono una costante occupazione del personale addetto.

È dal 1985 che l’Associazione Nazionale Coordinamento Camperisti promuove il Turismo Integrato perché è il nostro oro nero, la prima risorsa economica del nostro Paese. Si tratta di una risorsa tipica NON facilmente delocalizzabile, quindi, generatrice di benessere per lunghi periodi. Si tratta di una risorsa che consente ai cittadini di Vivere il giorno invece di Vivere alla giornata, sviluppando una crescita in base alla rigenerazione delle risorse, in sinergia tra i rifornimenti e i consumi.

E per sviluppare detto turismo, in particolare il turismo itinerante con autocaravan, caravan, tende è necessario allestire in ogni Comune almeno un Campeggio Municipale simile a quelli che ci sono in Francia, aperto tutto l’anno.

Un campeggio municipale utile ad accogliere il turismo itinerante, la Protezione Civile in caso di emergenza, a programmare incontri, sviluppando il rapporto tra anziani e bambini attraverso l’osservazione delle stagioni e la natura perché l’accelerazione dei tempi (velocità dei trasporti e comunicazione globale in tempo reale) ci ha allontanati dal percepire il ritmo della natura.

Incontri che si potranno espletare in uno spazio o in spazi utili ad attivare un dialogo indispensabile per far percepire la natura presente nel quotidiano.

Vedersi per insegnare a leggere il paesaggio che ci circonda e come si è trasformato nei secoli, ripercorrendo dalle immagini ritratte nei quadri alle foto e ai filmati.

Parlarsi per far comprendere come anche una piccola area progettata a giardino sia un’opera d’arte, una scultura, una pittura con i colori della natura, espressione di un architetto paesaggista che, potendolo sfruttare anche in piccole dimensioni, riesce a far assumere al giardino un aspetto grandioso.

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Cronaca

Coronavirus. Report monitoraggio: continua trend positivo

 
Nessuna Regione con RT maggiore di 1
Al momento in Italia non vengono riportate situazioni critiche relative all’epidemia di Covid-19. È questo in sintesi il risultato del monitoraggio degli indicatori per la cosiddetta Fase 2 per la settimana tra il 25 e il 31 maggio. Si sottolinea che, per i tempi tra esposizione al patogeno e lo sviluppo di sintomi e tra questi e la diagnosi e successiva notifica, verosimilmente molti dei casi notificati in questa settimana hanno contratto l’infezione 2-3 settimane prima, ovvero durante la prima fase di riapertura (tra il 4 e il 18 maggio 2020).
Questi i principali risultati del monitoraggio
 Complessivamente il quadro generale della trasmissione e dell’impatto dell’infezione da SARS-CoV-2 in Italia è favorevole con una generale diminuzione nel numero di casi ed una assenza di segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali. Si rileva inoltre un forte miglioramento della qualità e dettaglio dei dati inviati dalle Regioni/PPAA al Ministero della Salute ed all’Istituto Superiore di Sanità e discussi nella Cabina di Regia.
 Persiste, in alcune realtà regionali, un numero di nuovi casi segnalati ogni settimana elevato seppur in diminuzione. Questo deve invitare alla cautela in quanto denota che in alcune parti del Paese la circolazione di SARS-CoV-2 è ancora rilevante.
 In quasi tutta la Penisola, inoltre, sono documentati focolai di trasmissione attivi. Tale riscontro, che in gran parte è dovuto alla intensa attività di screening e indagine dei casi con identificazione e monitoraggio dei contatti stretti, evidenzia tuttavia come l’epidemia in Italia di COVID-19 non sia conclusa.
 La stima dell’indice di trasmissibilità (Rt) per data inizio sintomi nel periodo dal 12/5 al 25/5, calcolato al 3/6/2020, mostra valori medi al di sotto di 1 in tutte le Regioni/PPAA. Per quanto riguarda la stima dell’Rt, si sottolinea che quando il numero di casi è molto piccolo possono verificarsi temporanee oscillazioni con Rt>1 a causa di piccoli focolai locali, senza che questo rappresenti necessariamente un elemento preoccupante.
CONCLUSIONI
 Le misure di lockdown in Italia hanno effettivamente permesso un controllo dell’infezione da SARS-CoV-2 sul territorio nazionale pur in un contesto di persistente trasmissione diffusa del virus con incidenza molto diversa nelle 21 Regioni/PPAA. La situazione descritta in questo report, relativa prevalentemente alla prima fase di transizione, è complessivamente positiva.
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Consumatori

App “Immuni”: già nel mirino dei truffatori telematici. L’allerta della Polizia Postale

App “Immuni”: già nel mirino dei truffatori telematici. L’allerta della Polizia Postale sul nuovo ransomwere FuckUnicorn che sfrutta la buona fede degli utenti. Lo “Sportello dei Diritti”: seguite i consigli e non pagate mai alcun “riscatto”

Neanche il tempo della pubblicazione e della fruibilità sugli store Apple e Android che l’app “Immuni”, l’applicazione voluta dal Governo con l’intento di limitare la diffusione dal contagio e consentire agli utenti di telefoni cellulari di ricevere notifica di eventuali esposizioni al Coronavirus, che è già subito finita nel mirino dei truffatori telematici. A segnalarlo la Polizia Postale sulla pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia” che con un nuovo post comunica il pericolo di un nuovo virus che sfrutta un dominio del tutto identico a quello della Federazione Ordine dei Farmacisti Italiani per installarsi nei nostri dispositivi e dispensa alcuni consigli: “In questi giorni in cui si parla moltissimo della nuova applicazione #IMMUNI messa a punto dal Governo per il monitoraggio del #Covid-19, l’attività criminale non conosce sosta.

Sorprende ancora di più il cosiddetto “social engineering” ovvero la tecnica di hackeraggio che punta sul fattore umano sfruttando la buona fede delle persone.

Di recente è stata lanciata una massiva attività di cybercrime con email di phishing contenenti ransomware. Il #virus #trojan, chiamato FuckUnicom, sfruttando l’occasione del codice IMMUNI, rilascia un file .exe attraverso un dominio del tutto identico a quello della Federazione Ordine dei Farmacisti Italiani che, una volta eseguito, visualizza la mappa dei contagi ad imitazione di quella ormai celebre della Johns Hopkins University e avvia il processo di cifratura.

Successivamente sul pc delle vittime compare la richiesta di riscatto in Bitcoin e le istruzioni di pagamento.

CONSIGLI:

  • Non procedere mai ad alcun pagamento, anche perché non è certo che sia restituito il materiale criptato;
  • tenere sempre aggiornato il sistema operativo del proprio pc;
  • installa un buon antivirus o antimalware;
  • effettuare con scadenza ravvicinata il backup dei dati presenti nel proprio supporto informatico al fine di evitare la perdita degli stessi;
  • fare attenzione alle e-mail che arrivano “non attese”, evitando di aprire file allegati o seguire link indicati;
  • cestinare le e-mail sospette.

Se sei in difficoltà o hai bisogno di aiuto scrivici su:

www.commissariatodips.it/segnalazioni/segnala-online/index.html”.

Un’altra truffa che merita la più ampia notorietà in un momento in cui a migliaia scaricano o sono incuriositi dall’app IMMUNI, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Perché nonostante gli avvertimenti e gli inviti all’attenzione che continuamente rivolgiamo a tutti coloro che utilizzano la rete, sono ancora troppi i cittadini che in totale buona fede si fanno fregare. Il modo migliore per difendersi, è quello di seguire fedelmente le indicazioni della Polizia Postale. Nel caso siate comunque incappati nella frode potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

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Coronavirus: i pendolari scrivono a Trenord per le norme anti contagio

Lettera aperta concernente le condizioni di sicurezza (security) nelle fermate e a bordo dei mezzi del Servizio Ferroviario Regionale della Regione Lombardia, eserciti da Trenord S.r.l., comprese le destinazioni interregionali, considerati gli accorgimenti richiesti per combattere la diffusione del virus SARS-CoV-2

riceviamo e pubblichiamo

È risaputo che il servizio Ferroviario Regionale lombardo è da anni vittima di mancate condizioni di sicurezza per i viaggiatori, con scarsa efficacia di controlli e interventi da parte del personale a vario titolo preposto, nonostante i noti e diversi incontri di coordinamento che si sono già tenuti tra alcuni Uffici del Territorio,

Regione e Impresa di Trasporto. Ancora prima che esplodesse l’emergenza sanitaria, era ben noto come il personale dell’Impresa Ferroviaria, addetto all’ordinario presenziamento dei convogli, non fosse in grado di garantire le necessarie operazioni di assistenza alla clientela, antievasione e contestazione di altre eventuali irregolarità, trovandosi a sua volta facile preda di aggressioni verbali o fisiche (talvolta a mano armata e spesso confrontandosi con soggetti legati al mercato di sostanze stupefacenti) da parte di una riprovevole minoranza di viaggiatori, non trovando adeguata assistenza né da parte della Sala Operativa aziendale né da parte della Pubblica Autorità, e dovendosi anche giustificare di fronte all’utenza del ritardo accumulato nel tentativo, spesso vano, di contattare e attendere l’arrivo sul posto delle Forze dell’Ordine presenti sul Territorio.

A questa situazione, a seguito dei vari e ben noti Decreti e Ordinanze che come sappiamo regolano la fase di ripresa delle attività durante l’emergenza sanitaria si sono sovrapposti (ma non sostituiti): • L’obbligo di coprire naso e bocca all’esterno della propria abitazione e in particolare sui mezzi pubblici; • L’obbligo di distanziamento sociale con l’inibizione all’utilizzo del 50% dei posti seduti e la quasi completa eliminazione dei posti in piedi; Comitati TPL Lombardia – Condizioni security 3 giugno 2020 Pagina 2 di 3 • Il rischio residuo, sia per i viaggiatori che per il personale di bordo, di contrarre la malattia nel caso alcuni soggetti non rispettino scrupolosamente le prescrizioni. Gli obblighi che i viaggiatori devono rispettare divengono quindi maggiori sia per numero, sia per importanza. Tuttavia, a tale maggiorazione non ne è corrisposta una analoga nella certezza dei controlli, che anzi temiamo possano essere ulteriormente dissuasi dalla paura del contagio. A puro titolo di esempio, riportiamo quanto segnalato da un Cittadino, Cliente, Viaggiatore salito a San Zenone al Lambro sul treno S1 23280 (Lodi 14.23 – Milano Bovisa 15.24 – Saronno 15.52), in data 29 maggio 2020: C’era un mucchio di gente senza mascherina. Il Capotreno non si è mai visto. C’erano persone sedute anche sui sedili dove “non è consentito sedere”. Ho dovuto più volte cambiare carrozza proprio per evitare questo salire e scendere di gente senza mascherina. Davvero vergognoso. E ancora, da una viaggiatrice salita a Milano Repubblica sul treno S1 23284/10855 (Lodi 14.53 – Milano Bovisa 15.54 – Saronno 16.22) il giorno 30 maggio 2020: Le persone continuano a salire sui treni senza mascherina. Tanto non li controlla nessuno quindi anche se è obbligatorio in realtà possono fare tutto quello che vogliono. La speranza è che si tratti di casi circostanziati, ma la nostra esperienza (deludente in ambito di sicurezza e rispetto delle regole) ci porta fatalmente a considerarli come emblematici. Vogliamo dunque comunicare alle Istituzioni le nostre proposte e richieste per aggredire con successo il problema secondo logiche sistemiche. Uffici Territoriali del Governo: • Incrementare la capacità di reazione della Polizia Ferroviaria o, in subordine, delle altre Forze dell’Ordine disponibili, con l’obiettivo di garantire l’arrivo sul posto entro quindici (15) minuti in qualunque località di servizio e a qualunque orario; • Presidio permanente della Polizia Ferroviaria, oltre che nelle stazioni dei capoluoghi, anche in tutti i principali nodi dove si concentrano i viaggiatori e lungo le tratte più note per la circolazione di spacciatori e tossicodipendenti, e comunque per situazioni di degrado (es. Saronno-Como Lago, Saronno-Seregno, Monza-Carnate-Lecco, Varese-Treviglio, Milano Rogoredo-Lodi…); • Affiancare sempre almeno un Agente di Polizia armato alle squadre antievasione aziendali. Regione Lombardia: • Chiarire lo stato di avanzamento e i risultati finora ottenuti con riferimento alla LR 6/2015 e alla DGR XI/745, art. 4 che consentono di identificare come Polizia Amministrativa gli agenti accertatori dipendenti da soggetti privati, gestori di un servizio pubblico. Trenord: • Procedere al potenziamento delle squadre antievasione, che sono formate appositamente per gestire con rigore e professionalità la presenza di soggetti dal comportamento inidoneo e hanno dimostrato negli anni di essere lo strumento aziendale più adeguato, confortante ed efficiente; • Completare l’installazione delle telecamere di sicurezza sui materiali rotabili che ne sono ancora privi, almeno quelli che non incorreranno in dismissione entro l’anno 2025. Riportiamo infine alcune soluzioni che sono state tentate o ipotizzate, che a nostro avviso comportano inefficacia e costi inutili e di cui non raccomandiamo l’impiego: • L’assunzione di Guardie Particolari Giurate si è dimostrata totalmente priva di effetti concreti poiché queste erano pienamente legittimate ad agire solo in presenza del Capotreno; tuttavia, buona parte dei Capitreno non si sentiva sufficientemente tutelata da esse e ne trascurava quindi la presenza, lasciandole sedute in vettura per praticamente tutto il tragitto assegnato; Comitati TPL Lombardia – Condizioni security 3 giugno 2020 Pagina 3 di 3 • L’installazione sistematica di sistemi di tornelli o barriere, per diverse considerazioni: – Non è materialmente possibile chiudere l’accesso a tantissime località periferiche; si rischia addirittura di incentivare l’accesso di viaggiatori irregolari passando dalla linea ferroviaria; – In alcune località (es. Bergamo, Saronno, Gallarate) il sottopassaggio della stazione costituisce anche un importante percorso di mobilità pedonale urbana; – In assenza del sistema di bigliettazione elettronica integrata di cui alla DGR IX/2672 e s.m.i. non è possibile garantire la compatibilità della tecnologia di bigliettazione dei titoli di viaggio (vista la loro eccessiva varietà) con quella installata ai punti di accesso; nelle more di tale compatibilità, l’Impresa di Trasporto è costretta a lasciare almeno un varco ad accesso libero e, qualora non siano individuate le risorse necessarie a presenziarlo con controllo a vista, tale varco costituisce un vero e proprio foro per l’intero sistema; la capacità di filtro del personale con tale incarico si è comunque dimostrata quasi del tutto inconsistente; – Le stazioni del Passante Ferroviario di Milano, che per loro natura si prestano più agevolmente e utilmente al filtro degli ingressi e che sono state inaugurate con i tornelli, in sedici anni non ne hanno mai visto il funzionamento rigoroso per più di qualche settimana consecutiva, a più riprese, e costituiscono un elemento di scarsissima credibilità; il personale occasionalmente presente in passato era più attento a rimproverare i ragazzini che scattavano fotografie che a sorvegliare realmente gli accessi. Con questo, restiamo a disposizione per ogni confronto in merito. Firme: Associazione MI.MO.AL. Associazione Pendolari Novesi (APN) Comitato Mobilità Ecosostenibile del Vimercatese Comitato Pendolari Bergamaschi Comitato Pendolari Como – Lecco Comitato Pendolari Cremaschi Comitato Pendolari della Bassa Bergamasca Comitato Pendolari del Meratese Comitato Pendolari di San Zenone al Lambro e comuni limitrofi Comitato Pendolari Gallarate – Milano Comitato Pendolari Lecco-Milano Comitato Pendolari linea S6 Milano – Novara Comitato Pendolari Romano Comitato Pendolari Trenord Busto Arsizio Comitato Trasporti Lecchese Comitato Viaggiatori e Pendolari della Milano – Asso Comitato Viaggiatori S9/S11 Comitato Viaggiatori Trenord Nodo di Saronno Coordinamento Provinciale Pendolari Pavesi InOrario: Comitato Pendolari linea Mantova Cremona Milano PendolariComo Pendolino della Brianza – S7 Besanino Rappresentanti della linea Domodossola – Arona – Milano #sbiancalafreccia UTP – Utenti del Trasporto Pubblico Regione Lombardia Rappresentanti Regionali dei Viaggiatori: Franco Aggio Giorgio Dahò Stefano Lorenzi Francesco Ninno Sara Salmoiraghi

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ATS Insubria. Report settimana 24 – 30 maggio 2020

 

Report settimana 24 – 30 maggio 2020

I dati relativi alla settimana dal 24 al 30 maggio evidenziano la riduzione dei nuovi casi totali rispetto alla settimana precedente (da 223 a 198, ossia -11,2%), una riduzione dei casi attualmente positivi (-772, da 3.771 a 2.999) e un aumento di guariti (da 916 a 944, ossia +3,1%). Anche per i deceduti si è osservata una diminuzione di -64,9% (da 74 a 26 casi).

Al 30 maggio 2020, infatti, in totale i casi risultano essere 7.324 di cui il 41,0% corrisponde ai casi attualmente positivi, il 44,0% ai guariti ed il 15,1% ai deceduti.

Il tasso di incidenza in ATS Insubria risulta pari a 4,97 x 1.000 abitanti, significativamente inferiore a quello di Regione Lombardia nel suo insieme, pari a circa 8,84 x 1.000.

Il tasso grezzo di mortalità di ATS si attesta su 0,75 x 1.000 abitanti.

Si registra, dunque, una tendenza che è di particolare interesse, ai fini delle considerazioni sull’andamento epidemiologico, in relazione al riavvio progressivo delle attività economico-produttive e socio-relazionali previste dalle disposizioni vigenti. Anche le misure di prevenzione prescritte si confermano, pertanto, valide ai fini del contenimento della diffusione del nuovo coronavirus.

La Direzione di ATS Insubria

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Coronavirus, la querelle sulla idrossiclorochina continua, risposta al The Lancet

Oggi abbiamo inviato tramite email con ricevuta lettera al The Lancet e all’Organizzazione Mondiale della Sanità, firmata da 80 medici tra cui cattedratici e pubblicisti internazionali.

È stata “smontata” dal punto di vista medico scientifico relativo alle patologie e dal punto di vista statistico relativo alla tipologia dei dati raccolti lo studio di Mandeep Mehra e altri sulla base del quale l’OMS aveva introdotto la direttiva di sospensione di idrossiclorochina SOLO per pazienti Covid-19.
Alcuni giorni fa, 120 scienziati di tutto il mondo (ma non italiani) avevano mosso dubbi e perplessità riguardo la procedura e la metodologia nella raccolta dei dati. Noi siamo entrati nel merito del punto nodale : cioè decessi per cardiopatie a seguito assunzione di idrossiclorochina, chiarendo, oltre ogni ragionevole dubbio, che sulla base di quello studio NON è possibile attribuire all’assunzione di idrossiclorochina le cardiopatie e i decessi. È stato indicato, invece, come la relazione sussista piuttosto tra patologia virale in fase avanzata oppure pregresse patologie cardiache e cardiopatie e decessi rilevati dallo studio.
Oltre ad essere giunti ad una dimostrazione che NON PUÒ NON CAMBIARE il corso degli eventi, è stato importante che si sia levata la voce di medici italiani che per numero di casi trattati ha una autorevolezza internazionalmente riconosciuta.

Mauro Rango