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Courmayeur in Danza, lo stage organizzato dalla scuola di danza Freebody di Vercelli

La quindicesima edizione di Courmayeur in Danza, lo stage organizzato dalla scuola di danza Freebody di Vercelli con la collaborazione del Comune di Courmayeur, in programma dal 4 all’ 11 luglio a Courmayeur, è confermata. Le iscrizioni, chiuse a inizio marzo a causa dell’emergenza legata al coronavirus, sono state riaperte. Lo stage completo è dedicato ai partecipanti dai 7 anni di età che abbiano già un’esperienza di base nella danza. A seguito delle numerose richieste è prevista anche una lezione di avvicinamento alla danza per i più piccoli, dai 6 agli 8 anni, ogni giorno da domenica 5 luglio fino a sabato 11.

Il termine per iscriversi agli otto giorni di formazione con docenti di fama internazionale è stato prolungato fino al 15 giugno. Si accetteranno adesioni fino all’esaurimento dei posti disponibili, quest’anno ridimensionati per garantire il distanziamento e tutte le disposizioni previste dai decreti governativi in materia di contenimento e prevenzione del covid-19. L’edizione 2019 dello stage aveva superato le cento adesioni.

15 ANNI DI COURMAYEUR IN DANZA Per Courmayeur in Danza l’edizione di quest’anno celebra un anniversario importante – quindici anni di collaborazione con l’amministrazione comunale, professionisti italiani e esteri, gli abitanti di Courmayeur – grazie alla quale a inizio luglio la cittadina alpina si trasforma in capitale della danza, al culmine di un progetto che dura tutto l’anno. “Per quanta fantasia avessimo potuto utilizzare per rendere l’edizione di quest’anno davvero speciale – dice Daniela Tricerri, direttrice artistica di Courmayeur in Danza – mai avremmo pensato di dover utilizzare tutte le nostre energie per trovare soluzioni così alternative come impone il periodo che stiamo vivendo. Ci saranno nuove regole da rispettare a tutela della salute dei partecipanti, ma docenti e collaboratori sono pronti ad accompagnarli nella nuova quotidianità.

Detto questo, non ci siamo scoraggiati e, grazie alla collaborazione con il Comune di Courmayeur, possiamo confermare il regolare svolgimento dello stage. La nostra priorità è far sentire i ragazzi e le famiglie tranquilli con la garanzia che ci atterremo a tutte le regole previste per lavorare in sicurezza. Siamo felici di poter confermare lo stage nei giorni programmati perché Courmayeur in Danza è nato quindici anni fa anche per dare un contributo al turismo di inizio stagione, ancora più quest’anno vale la pena di crederci”.

Nonostante le disposizioni che si è tenuti a seguire e la riduzione del numero dei partecipanti, anche questa edizione si presenta ricca di novità con tanti ospiti attesi. Le modalità di svolgimento del programma sono in via di definizione. Sono però confermate le lezioni con i professionisti di Courmayeur in Danza, Elisabetta Seratoni (Tecnica Classica), Brian Bullard (Jazz Broadway style – canto in inglese), Oliviero Bifulco (Tecnica Contemporanea), Loredana Avagliano (Modern Jazz), Little Phil (HipHop) nella palestra delle scuole medie di Courmayeur, le lezioni al Jardin de l’Ange aperte al pubblico, il Talk con insegnati e ospiti, il Trofeo Danza sul Bianco oltre al Galà conclusivo e premio Helen Nathan Loro Piana sempre al Jardin de l’Ange. LE MISURE PRECAUZIONALI MESSE IN CAMPO Il numero massimo di partecipanti alle lezioni in programma -come ogni anno a porte chiuse nei locali delle scuole medie di Courmayeur – sarà stabilito in base alla metratura delle aule per garantire il rispetto delle norme di distanziamento.

Per il Galà finale in programma l’ultimo giorno dello stage, al Jardin de l’Ange, saranno privilegiate coreografie singole o con un numero ridotto di partecipanti così come per le lezioni aperte al pubblico sempre al Jardin de l’Ange. Una novità che permetterà ai ragazzi di essere ancora di più protagonisti. Per la presenza degli ospiti internazionali attesi per celebrare in maniera speciale i quindici anni dello stage, si stanno valutando modalità alternative (lezioni in video conferenza) se non potessero essere presenti fisicamente. Le lezioni si svolgeranno in locali sanificati così come tutte le iniziative collegate allo stage avverranno nel rispetto delle norme di igiene e prevenzione che i Dpcm vigenti prevedono. Tutti i partecipanti saranno tenuti a rispettare le basilari regole di distanziamento sociale, avere con sé i propri dispostivi di sanificazione (gel igienizzante) e utilizzare gli strumenti di protezione (mascherine) quando richiesti. I ragazzi che alloggeranno in hotel avranno la possibilità di usufruire in maniera esclusiva di una zona dedicata ai pasti e le camere saranno sanificate ogni giorno. Docenti e collaboratori coadiuveranno i ragazzi al rispetto di tutte le norme vigenti per l’incolumità della salute propria ed altrui.

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Cronaca

Valle d’Aosta “contrabbandieri” di corona virus tra Italia, Francia e Svizzera, scattano posti di blocco.

di Gianni Armiraglio

Si parla tanto della Lombardia per numero di morti e di contagiati da coronavirus, ma anche la Valle d’ Aosta non scherza . La più piccola regione d’Italia 3.263 Km2 con quasi 128.000 abitanti, Lombardia 23.863Km2 e 10 milioni di abitanti, 74 comuni contro i 1.506 lombardi, ha una densità di soli 39 abitanti per chilometro quadrato, rispetto ai 422 della Lombardia. In proporzione, la piccola regione autonoma ha però più contagi della sorella maggiore, a marzo 2 su mille abitanti rispetto agli 1,5 lombardi, praticamente oggi 105 deceduti e circa 868 contagiati, in Lombardia, il 9 aprile, 54.822 contagiati e 10.022 morti. Per circa 2.300 persone sono state predisposte ordinanze per “isolamento domiciliare precauzionale”. Oggi è stato isolato il comune di Pontey perché è stata rilevata un’incidenza maggiore di casi di contagio.

Purtroppo la Vallé, come la chiamano in “patois” il dialetto locale, ha duramente pagato la presenza dei turisti e la mancata chiusura dei valichi alpini Monte Bianco e San Bernardo durante i primi giorni di emergenza. Le persone erano tranquillamente sui campi da sci e, nei comuni di Courmayeur, Cogne, La Thuile, per citarne alcuni ma anche in altri, si vedeva gente in giro con scarponi e sci in spalle e nei parchi gioco mamme con i bambini che giocavano. Non solo. E’ successo che quando si sono chiusi gli impianti italiani qualcuno, anche particolarmente benestante, visto i costi per attraversare il traforo del Bianco, andava addirittura a sciare dall’altra parte in Francia, a Chamonix, che ancora, ricordiamo, non credeva alla gravità della situazione.

Così il coronavirus è andato di là e di qua del confine “contrabbandato” da turisti e sciatori. Questa potrebbe essere una spiegazione abbastanza logica di quello che è successo in Valle d’Aosta, con un andirivieni di possessori di seconde case durante i week end., oltre ai cronici ritardi nel prendere le necessarie misure di sicurezza. Non è un mistero che i medici del Parini di Aosta, rimasti privi dei camici, utilizzassero i sacchi dell’immondizia per proteggersi. Poi anche svizzeri (Gran San Bernardo ) e francesi ( Monte Bianco) hanno chiuso le frontiere e l’Italia ha schierato l’esercito. L’Assessore Regionale alla Sanità, Mauro Baccega, aveva già invitato i turisti a tornarsene a casa a causa della limitatezza delle strutture sanitarie, nonostante la conversione della Clinica Isav di Saint Pierre, specializzata in assistenza riabilitativa, neurologica e ortopedica, in ospedale Covid-19.

In previsione di una nuova corsa alle seconde case per Pasqua, sono stati messi in funzione, dall’8 di aprile, dei posti di blocco all’inizio della Valle, a Pont Saint Martin, sia sulla statale sia in autostrada da carabinieri, polizia e forestale per controllare il rispetto delle limitazioni per gli spostamenti per emergenza Covid-19, ciclisti compresi. Sembra incredibile ma c’è ancora gente disposta a rischiare di far trovare, per sé e per gli altri, come sorpresa nell’uovo di Pasqua, un bel contagio da coronavirus.