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ECONOMIA

Milano, il protocollo dell’ABA per contrastare il Covid nei luoghi di lavoro

In occasione del XIV Congresso Europeo di B-BS, tenutosi online dal 24 al 27 giugno 2020, ha avuto luogo un simposio dal titolo “Change of behavioral habits” relativo all’acquisizione e al consolidamento di nuovi comportamenti di igiene al fine di contrastare la diffusione del Covid-19.

La dott.ssa Primavera Abate, Assessore di Garbagnate Milanese, ha ricoperto il ruolo di Chairman durante questa sessione della Conferenza dove sono intervenuti due analisti del comportamento di calibro internazionale: Christoph Bördlein (Professore alla University of Applied Sciences) e Michael McCarthy (Consulente presso la Sustain Leangains).

La pandemia da Covid-19, ancora in essere, ci ha costretti a rivedere le nostre abitudini, i nostri modi di agire e di interagire con le persone.

In altre parole, ha richiesto un cambiamento dei nostri comportamenti, perfino i più comuni e automatici come il comportamento di “toccarsi il viso”.

La strada maestra da perseguire ci è stata indicata dall’Applied Behavior Analysis (ABA).

Il Professor Bördlein ha iniziato la sua trattazione, facendo appello all’ABA come Scienza che permette di migliorare i comportamenti e alla Behavior Based Safety (B-BS) come la miglior applicazione dell’ABA nell’ambito della sicurezza sul lavoro.

Sono stati condotti numerosi studi che hanno dimostrato come l’adozione dei principi comportamentali sia efficace nel rendere più efficaci i comportamenti in svariati ambiti e contesti: organizzativo, comunitario, educativo e sanitario.

L’attenzione durante il simposio è stata principalmente riposta sui comportamenti di igiene e sulle modalità con cui è possibile incrementare l’adozione di tali comportamenti al fine di contrastare il rischio di contagio da Covid-19.

È stato riportato come esempio uno studio condotto dal Professor Bördlein e dai suoi studenti all’interno di una mensa universitaria con la finalità di aumentare il comportamento di igienizzarsi le mani prima di toccare qualsiasi utensile.

Si è osservato che attraverso l’applicazione di un dispenser igienizzante per le mani all’ingresso della mensa ma soprattutto di un prompt, ossia di un suggerimento sotto forma di poster in cui veniva esortata la persona ad igienizzarsi le mani, un maggior numero di persone si sanificava le mani prima di entrare in mensa.

Mike McCarthy si è inserito nella trattazione del Professor Bördlein, enfatizzando l’importanza che riveste l’ABA in questo particolare frangente storico in cui la pandemia da Covid-19 incalza e si diffonde a macchia d’olio.

“La sfida, ha dichiarato Mike McCarthy, consiste nel cercare di accelerare il più possibile l’adozione di comportamenti di sicurezza traducendoli in abitudini e riducendo così il rischio di contagio e il numero di decessi”.

L’abitudine nel mondo ABA viene definita come un comportamento che avviene senza esserne consapevoli in modo tale da poter essere mantenuto a lungo termine.

Un esempio di abitudine è il comportamento di “allacciarsi la cintura di sicurezza” appena si sale in macchina.

Come possiamo quindi accelerare il processo di apprendimento dei comportamenti di sicurezza (sanificare le mani, mantenere il distanziamento sociale, indossare la mascherina, etc…) e trasformarli il più rapidamente possibile in abitudini consolidate nel tempo?

Mike McCarthy ha riportato tre strumenti, risultato dell’integrazione tra i principi comportamentali dell’ABA e la Lean manufacturing, indispensabili ad attuare rapidamente il processo di apprendimento dei comportamenti di sicurezza.

In primo luogo, fa riferimento a stimoli antecedenti ambientali (come cartelli, segnaletiche, oggetti) i quali risultano efficaci solo se collocati nel punto d’uso.

Ad esempio, posizionare e vedere il dispenser all’ingresso di un ufficio è un antecedente più efficace nell’evocare il comportamento di igienizzare le mani.

Il secondo strumento utile sono le osservazioni preventive B-BS o Lean walks, ossia i sopralluoghi all’interno degli ambienti di lavoro per osservare i comportamenti agiti.

Per non generare sospetto nelle persone è utile spiegare ciò che si osserva, l’importanza e lo scopo di tali osservazioni.

In ultimo, il rinforzo positivo fornito a seguito di un comportamento corretto, deve essere immediato, specifico, coerente e personalizzato.

Il rinforzo positivo può essere un elogio verbale oppure non verbale, come l’EPT (Eye contact – Point – Thumbs up). Ad esempio, un collega nota un nostro comportamento corretto ed esprime un commento o un gesto di approvazione.

Queste tipologie di rinforzi positivi e ripetuti nel tempo sono ciò che determinano l’adesione, il consolidamento e il mantenimento del comportamento corretto nel lungo termine e, dunque, lo sviluppo di nuove abitudini!

La Società Scientifica AARBA è impegnata da anni a stimolare il dibattito pubblico invitando le Istituzioni, le rappresentanze delle categorie Produttive e Sindacali, gli operatori Economici e Sanitari a valutare l’adozione degli strumenti indicati dall’ABA per garantire maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro e come conseguenza diretta in tutta la nostra Società con notevole beneficio per tutti i Cittadini, sopratutto in questo particolare frangente storico in cui il contrasto del Covid è di fondamentale importanza per il nostro Paese e per l’intera Unione Europea.

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Turismo

Viaggi e COVID-19. Almeno quattro barche a vela partite dalle coste salentine con i relativi equipaggi e viaggiatori fermati dall’Autorità Portuale greca al largo di Merlera

Viaggi e COVID-19. Almeno quattro barche a vela partite dalle coste salentine con i relativi equipaggi e viaggiatori fermati dall’Autorità Portuale greca al largo di Merlera. Non concesso lo sbarco. Intervenga il Ministero degli Affari Esteri

Una notizia che lo “Sportello dei Diritti” ritiene doveroso dare in anteprima e che non avremmo mai voluto sentire dopo che da oggi, 1 luglio, dovrebbero essere state aperte tutte le frontiere dell’Area Schengen a seguito del progressivo allentamento delle misure antiCOVID-19: almeno quattro barche a vela con i relativi equipaggi e viaggiatori partiti dai porti della costa salentina sarebbero state fermate dall’Autorità Portuale greca al largo di Merlera, una delle prime isole che s’incontrano nell’Alto Jonio, dopo aver attraversato il Canale d’Otranto e che offrono un sicuro approdo per le tante imbarcazioni che ogni anno, specie nel periodo estivo si spostano dal Tacco d’Italia per un soggiorno nell’amena costa greca jonica.

Per comprendere bene il punto della questione che potrebbe riguardare migliaia di viaggiatori che scelgono di recarsi in Grecia con natanti privati, di seguito riportiamo le note pubblicate sul portale “Viaggiare Sicuri” del Ministero degli Affari Esteri che riportano ad una pagina all’uopo dedicata del Governo ellenico e dalle quali non si evincerebbe che possano essere prese misure così restrittive come il divieto di sbarco anche perché, purtroppo, regna ancora una grande incertezza in quanto non è rinvenibile alcuna ipotesi per questi viaggi:

1.7.2020

COVID-19: L’OMS ha classificato COVID-19 come “pandemia”, dallo scorso 11 marzo. Per contenerne la diffusione, a partire da gennaio 2020 sono state progressivamente adottate misure restrittive su scala globale (sospensione del traffico aereo, divieto di ingresso, respingimento in frontiera, quarantena obbligatoria, accertamenti sanitari).

In base all’art. 6 del DPCM 11 giugno 2020, gli spostamenti da/per gli Stati membri dell’UE, gli Stati parte dell’accordo Schengen, Regno Unito, Andorra, Principato di Monaco, San Marino e Città del Vaticano non sono soggetti a limitazioni. Sono quindi consentiti spostamenti verso questi Paesi anche per turismo. È sempre necessario verificare, prima della partenza, eventuali restrizioni all’ingresso in vigore nel Paese in cui ci si vuole recare. Tali informazioni sono disponibili sulle Schede Paese di Viaggiare Sicuri e sui siti web delle Ambasciate e/o dei Consolati italiani dei Paesi di interesse. Il rientro in Italia dai Paesi elencati è consentito senza limitazioni, fatte salve eventuali misure restrittive disposte per specifiche aree del territorio nazionale.
Il Ministro della Salute, con apposita Ordinanza, ha disposto che dal 1 al 14 luglio 2020 è consentito l’ingresso nel territorio nazionale dai seguenti Stati e territori: Algeria, Australia, Canada, Georgia, Giappone, Montenegro, Marocco, Nuova Zelanda, Ruanda, Serbia, Repubblica di Corea, Thailandia, Tunisia, Uruguay, tuttavia a chi rientri in Italia da questi Stati si applica l’obbligo di sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario con le modalità di cui agli articoli 4 e 5 del DPCM 11 giugno 2020. Per maggiori informazioni, cliccare qui o visitare l’approfondimento di questo sito web.

 

1.7.2020

COVID-19. Aggiornamento: A partire dal 1 luglio sono ripristinati i collegamenti diretti (aerei e marittimi) tra Italia e Grecia, per i quali il Governo greco ha introdotto specifiche procedure di ingresso. Si raccomanda di prendere attenta visione DI QUESTO LINK. (al momento non consultabile con i browser Edge e Internet Explorer, si consiglia di utilizzare browser alternativi).
Si precisa che la pagina in questione è gestita dalle Autorità greche e non dall’Ambasciata d’Italia ad Atene.

Allo stesso link, è reperibile il Passenger Locator Form (PLF), un questionario che richiede informazioni dettagliate sul viaggio (quali ad esempio il punto di partenza, i dati sul viaggio, l’indirizzo di recapito in Grecia), che è NECESSARIO compilare almeno 48 ore prima dell’ingresso nel Paese.

Per maggiori informazioni consultare la pagina del sito dell’Ambasciata d’Italia ad Atene  “Grecia e Coronavirus – Domande frequenti”

Una situazione che per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, se si procrastinasse oltre la necessità di ragionevoli controlli sanitari minimi, meriterebbe un intervento immediato della Farnesina per protestare contro misure come quella del divieto di sbarco non solo non indicata nell’apposita pagina dedicata indicata dallo stesso governo greco, ma che comunque non dovrebbero essere più applicate poiché l’emergenza, seppur non completamente cessata, si è notevolmente affievolita.

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Cronaca

Covid-19, in Cina un vaccino viene già prodotto per i militari

Covid-19, in Cina un vaccino viene già prodotto per i militari. Il vaccino contro il Covid-19 sviluppato dalla società cinese di biotecnologie CanSino ha ricevuto l’autorizzazione per essere utilizzato esclusivamente dai militari cinesi, ha riferito l’azienda in un comunicato all’indirizzo degli investitori attraverso la Borsa di Hong Kong.

La società cinese di biotecnologie CanSino ha annunciato che il vaccino Ad5-nCoV sviluppato congiuntamente con l’Istituto di Bioingegneria dell’Accademia delle Scienze Mediche Militari ha ricevuto l’approvazione dal Dipartimento di supporto logistico dell’ufficio sanitario della Commissione militare centrale il 25 giugno per diventare un farmaco speciale per i militari, si afferma nella nota. Nel comunicato si aggiunge che la validità dell’autorizzazione è di un anno e si sottolinea che il vaccino deve essere utilizzato esclusivamente per l’esercito cinese e non poteva essere usato per un’ampia vaccinazione senza l’approvazione della Commissione militare centrale. Secondo il comunicato, l’11 giugno la società ha completato la seconda fase della sperimentazione clinica per il suo vaccino e i risultati sono risultati positivi per quanto riguarda la sicurezza e l’efficacia del vaccino. Con il bilancio delle vittime di Covid-19 che ha superato mezzo milione, diverse aziende biotecnologiche di vari Paesi si sono affrettate a perfezionare un vaccino efficace contro il nuovo virus mortale. Per la Cina essere i primi a offrire un vaccino contro Covid-19 sarebbe una vendetta, desiderosa di far dimenticare alla gente che la pandemia è iniziata a casa. Oltre a questo vaccino, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti“, Pechino ha approvato la sperimentazione clinica di altri tre vaccini sperimentali: uno lanciato dalla Scuola Militare di Scienze Mediche e dal gruppo biotecnologico CanSino; l’altro dall’Istituto di prodotti biologici e dall’Istituto di virologia di Wuhan, la città in cui è apparso il coronavirus; e uno finale del gruppo China Biotics, che ha iniziato 28 aprile le prove con 32 volontari.

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Cronaca

Coronavirus: oggi sono 22 i morti in italia

Il totale delle vittime del coronavirus in Italia sale a 34.738 mentre nel paese sono stati superati i 240 mila contagi totali. Oggi ci sono 8 regioni senza nuovi casi e altre otto sono sotto quota 10. 

Oggi i morti sono stati 22, in aumento rispetto agli 8 registrati ieri mentre sono 174 i nuovi contagi, di cui 97 sono stati riscontrati nella sola Lombardia, e il totale dall’inizio dell’emergenza sale a 240.310.

Ci sono ancora 98 persone ricoverate in terapia intensiva (una più di ieri) e 1,160 (cento in meno di ieri) sono ricoverati con sintomi.

Sono in calo di 155 unità gli attualmente positivi (16.681) mentre aumentano a 188.891 (+307) i guariti.

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 37.346 tamponi che portano il totale a 5.314.619.

 

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In evidenza

Zecchino d’oro: vieni a cantare con noi

Lo Zecchino d’Oro è il Festival Internazionale della canzone del bambino trasmesso in un apposito programma televisivo.

 

È considerato un evento che pian piano è divenuto parte del costume e patrimonio culturale italiano delle generazioni nate a partire dagli anni sessanta. Tale valore è testimoniato dall’attribuzione, nell’aprile 2008, della targa “Patrimoni per una cultura di pace”, consegnata nel corso di una cerimonia organizzata dai Club e Centri UNESCO.

Uno degli spettacoli più amati dagli italiani di tutte le età, retaggio della nostra cultura e costume nazionale, non si può perderlo e infatti viene riproposto.

Lo Zecchino d’Oro giunge alla 63ª edizione e torna anche Zecchino d’Oro Casting Tour, alla ricerca dei solisti che interpreteranno le canzoni della prossima edizione della trasmissione.
Lo scorso anno è stata Francesca Larocca (5 anni, di Lodi) a rappresentare la Lombardia con il brano “Skodinzolo”; in tutto sono 100 i bambini della regione che, dal 1959 a oggi, hanno preso parte alla storica trasmissione. All’edizione 2020 si partecipa con una modalità tutta nuova e divertente, per giocare in famiglia da casa, tramite il sito www.zecchinodoro.org. Date le disposizioni legate all’emergenza Covid-19 Antoniano ha messo in campo, infatti, una procedura online gratuita, rivolta a tutte le bambine e i bambini tra i 3 e i 10 anni, che si sviluppa in tre fasi distinte.

 

In un primo momento i bambini sono chiamati a inviare tramite una piattaforma online un video della durata di un minuto in cui eseguono una canzone del repertorio dello Zecchino d’Oro, da scegliere tra i brani inclusi nella playlist intitolata “Zecchino d’Oro Casting Tour 2020” sul canale YouTube ufficiale di Zecchino d’oro e accessibile anche dal sito alla sezione dedicata. Facoltativo l’invio di un ulteriore video di presentazione, sempre tramite il sistema sul web.

 

Le esibizioni raccolte verranno ulteriormente esaminate dallo staff dell’Antoniano in modo da riascoltare, in una seconda fase, le bambine e i bambini selezionati. La terza fase avverrà presso l’Antoniano di Bologna – da confermare in base alle disposizioni future legate all’emergenza – con lo scopo di individuare le voci più adatte a interpretare i 12 brani inediti in gara. Tutti dettagli relativi alla partecipazione e il regolamento saranno disponibili sul sito.

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Consumatori

L’ENAC avvia sanzioni a compagnie per cancellazioni di voli per cause non riconducibili all’emergenza Covid offrendo in cambio solo un voucher

L’ENAC avvia sanzioni a compagnie per cancellazioni di voli per cause non riconducibili all’emergenza Covid offrendo in cambio solo un voucher. Lo Sportello dei Diritti: “E’ previsto il rimborso del biglietto”

Dopo che l’ENAC, lo scorso 18 giugno, aveva richiamato le compagnie dei vettori operanti in Italia al rispetto del Regolamento comunitario n. 261 del 2004 che tutela i passeggeri nei casi di ritardi, cancellazioni, overbooking e mancata informativa, oggi l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile sta avviando alcune istruttorie per l’erogazione di sanzioni nei confronti delle compagnie che non hanno applicato il citato Regolamento. Nonostante il richiamo, infatti, dai primi riscontri sembrerebbe che alcune compagnie aeree continuino a cancellare voli adducendo come causale l’emergenza Covid-19 (fattispecie previste nell’art. 88 bis della L. 24 aprile 2020, n. 27), e riconoscendo ai passeggeri solo un voucher. Dato che a partire dal 3 giugno u.s. sono state rimosse le restrizioni alla circolazione delle persone fisiche all’interno del territorio nazionale e nell’area europea Schengen, Regno Unito e Irlanda del Nord, le cancellazioni dopo tale data sembrerebbero operate da scelte commerciali e imprenditoriali dei vettori, non da motivi riconducibili all’emergenza. Il Regolamento Comunitario n. 261 del 2004, prevede, nei casi di cancellazione di voli per cause non collegate all’emergenza Covid-19, che le compagnie forniscano ai passeggeri:

  • l’informativa,
  • la riprotezione,
  • il rimborso del prezzo del biglietto (non la corresponsione di un voucher),
  • la compensazione, ove dovuta.

L’ENAC, pertanto, sta avviando gli accertamenti che porteranno all’erogazione di sanzioni nei confronti dei vettori in caso di accertata violazione del Regolamento Comunitario di riferimento. Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, oltre a chiedere a Enac di erogare il massimo edittale previsto dalla sanzione, sollecita l’intervento dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato a punire questa pratica commerciale scorretta a tutela dei consumatori e della concorrenza sui mercati economici.

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Cronaca

Covid-19: secondo uno studio è un’influenza «stagionale» più rischiosa d’inverno.

Covid-19: secondo uno studio è un’influenza «stagionale» più rischiosa d’inverno. Un team di ricercatori australiani hanno scoperto un legame tra il clima umido e l’aumento del numero dei casi di coronavirus.

 

Un team di ricercatori in Australia, mentre tutti gli scienziati del mondo sono impegnati in laboratorio per trovare un vaccino anti-Covid, hanno scoperto che il letale virus potrebbe essere un’influenza determinata dalle stagioni e dal loro clima. L’epidemiologo Michael Ward, della School of Veterinary Science presso l’Università di Sydney, in collaborazione con due ricercatori dell’istituto Fudan University School of Public Health di Shanghai, in Cina, hanno rilevato un’associazione tra una condizione climatica di bassa umidità e un incremento di casi positivi di coronavirus. La ricerca ha avuto luogo a Sydney durante le fasi iniziali della pandemia globale, quando gli scienziati hanno scoperto che una diminuzione dell’1% di umidità ha causato un aumento di casi del 6%.«Il Covid-19 è probabilmente una malattia stagionale che ritorna nei periodi di umidità più bassa», ha dichiarato professor Ward. «Dobbiamo pensare che la stagione invernale può significare un ritorno del virus. La pandemia in Cina, in Europa e nel Nord America è avvenuta d’inverno, dunque abbiamo osservato un’associazione tra i casi di Covid-19 e il clima, che in Australia è diverso alla fine dell’estate e all’inizio dell’autunno».L’esperto evidenzia il fatto che, non le temperature più fredde, bensì l’umidità, si è rivelata il fattore principale nel legame con i casi di coronavirus. In Australia sono stati finora confermati oltre 7.200 casi e 103 decessi. Il governo del Paese, che ora si prepara ad entrare nella stagione invernale, sta attualmente allentando le misure di sicurezza e il lockdown dei suoi cittadini.La ricerca, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è stata pubblicata nella rivista scientifica Transboundary and Emerging Diseases.

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In evidenza

Matteo Bassetti: affrontare futuri nemici di natura infettiva

I problemi importanti dovrebbero servirci e farci riflettere per non ritrovarci nelle medesime condizioni è invece la politica manca di prospettiva, e nel futuro?

Sentiamo le parole dell’infettivologo a tal proposito:

“QIl COVID ci ha insegnato che, per il futuro, si deve investire maggiormente in cultura infettivologica, non solo nei nostri ospedali, ma anche sul territorio e nelle RSA. Solo con un grande sforzo economico, organizzativo e culturale si potranno affrontare futuri nemici di natura infettiva di qualunque tipo si presenteranno: virali, batterici, protozoari o fungini. Bisognerebbe pensare ad un piano Marshall per rinforzare le malattie infettive italiane a livello infrastrutturale, tecnico, logistico, di personale medico e infermieristico. Per il momento ho visto che si è parlato solamente di posti in terapia intensiva. Occorre pensare alle malattie infettive per non farsi trovare impreparati di fronte a future sorprese. Non si deve perdere tempo.

Per quel che riguarda gli asintomatici, come ho già detto più volte, la maggioranza di loro probabilmente non sono contagiosi perché hanno una carica virale bassissima. Dobbiamo spingere perché i laboratori di virologia ci dicano non solo se il tampone è positivo o negativo, ma anche quanto virus c’è. Diversamente rischiamo di isolare e bloccare a casa persone che probabilmente non sono contagiose e che, magari, non ne hanno bisogno.

Buon weekend a tutti da continuare a vivere responsabilmente con un DPCM… non presidenziale ma infettivologico…Distanza (adeguata dagli estranei), Prendersi Cura (delle mani) e Mascherine (se servono)”

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Lavoro

Come lavoreremo tra un anno e quali i modelli vincenti e le politiche di welfare per il dopo covid19?

La pandemia da covid19 e il lungo lockdown hanno messo a dura prova l’economia italiana e la sopravvivenza di moltissime aziende. Secondo i di uno studio realizzato da Cgil e Fondazione Di Vittorio, oltre 8 milioni di persone durante la quarantena hanno lavorato in smart working, una modalità che in precedenza era stata sperimentata da appena 500 mila di questi. 

Una necessità obbligata, per far fronte ad un evento che nessuno poteva prevedere, e, come sottolineato dallo stesso Ministero del Lavoro, ha spinto molti ad “un radicale e repentino ripensamento dell’organizzazione del lavoro”, anche se non tutti erano pronti e per alcuni è stato un vero shock. Forse è per questo motivo, che molti torneranno alla vecchia impostazione, mentre altri, seguendo anche gli esempi di chi già stava sperimentando nuovi modi di concepire il lavoro, proveranno a mantenere in parte o totalmente la possibilità di lavorare in smart working.

In quest’ottica, Zeta Service, fondata e guidata da Silvia Bolzoni, può essere indicata come un vero e proprio esempio da seguire, forte di una politica di welfare aziendale che le ha permesso di adattarsi e gestire il cambiamento, rendendolo qualcosa di positivo ai fini aziendali, anziché subirlo passivamente, limitandosi ad attuare quanto previsto dai vari DPCM. L’azienda, che conta oggi 300 collaboratori, oltre 600 clienti e 8 sedi in Italia, è stata tra le prime a mettere in smart working tutti i suoi dipendenti già dal 21 febbraio, una modalità di lavoro che era già attiva in azienda, anche se solo per pochi giorni al mese e su base volontaria. 

Quando dopo aver appreso la notizia del “paziente 1” ho deciso di far lavorare tutti da casa, in cuor mio avevo il timore che questo Smart Working di massa non funzionasse. – Spiega Silvia Bolzoni – È un timore che ho sempre avuto, infatti prima il lavoro da casa si limitava a due giorni al mese (a meno che non ci fossero bimbi o genitori da accudire in quel caso non era il tempo a dettare le regole ma le esigenze) e non più di tot persone per gruppo. Dopo questo esperimento dovrò sicuramente rivedere il regolamento dando maggiore flessibilità, perché i miei collaboratori hanno dimostrato responsabilità, coesione e lavoro di squadra. Sono stati tutti perfetti, anche a distanza. In futuro, sicuramente avremo un nuovo modo di intendere l’orario di lavoro, la presenza in ufficio non sarà sempre necessaria , ci sarà libertà nell’organizzare le proprie giornate, conterà sempre di più il risultato e la qualità del proprio lavoro non il tempo trascorso in ufficio.”

Da sempre, Zeta Service ha scelto di mettere la persona al centro di tutto, avviando una politica di welfare aziendale che garantisce flessibilità lavorativa e offerta di servizi all’interno dell’azienda (visite mediche, corsi di yoga e pilate, maggiordomo aziendale…), ed è l’unica in Italia ad avere la divisione interna permanente Felicità e Valori. Tutti elementi che hanno fatto sì che all’interno dell’azienda si creasse un forte senso di appartenenza.

Queste caratteristiche hanno reso possibile a Zeta Service di adattarsi rapidamente al lockdown prima, e alla Fase 2 dopo, mantenendo le persone motivate e coinvolte. L’azienda ha, inoltre, fatto in modo che tutti i suoi collaboratori potessero avere un supporto economico, mantenendo i ticket restaurant, benché non fossero legalmente dovuti per il lavoro da casa, e anticipando la quattordicesima ad aprile. Ma non solo, è stato fornito anche un costante supporto psicologico attraverso webinar dedicati al coraggio e alla paura e uno “Piscologo aziendale” a disposizione dei collaboratori. Provvedimenti che hanno consolidato ancora di più il legame con l’azienda.

Non tutte le aziende italiane, però, sono propense a proseguire con lo smart working. Tra le principali paure, quella di non riuscire a gestire i dipendenti e che questi non riescano a coordinarsi tra di loro e, dal lato del dipendente, le principali riserve sono collegate al fatto di dover utilizzare i propri dispositivi e di non riuscire a veder rispettato il proprio diritto alla disconnessione.

Questi sono timori fondati, ma credo che l’esperienza che abbiamo vissuto ci abbia già messo davanti un grande esperimento e ci abbia dato anche occasione, sia dal lato azienda sia dal lato dipendente, di prendere le misure con la nuova situazione lavorativa in modo molto efficace e veloce vista l’esigenza. Non solo, credo di aver compreso come non si debba mai dire “Non si può fare”, tutto si può fare con la collaborazione delle proprie persone, certo, la fiducia reciproca è imprescindibile, ma questa non deve mancare in generale in nessuna relazione lavorativa. La realtà sta mettendo davanti ai nostri occhi la possibilità di cambiare e di evolvere, credo che opporre resistenza sia dannoso e che sia molto meglio gestire il cambiamento e adattarlo ai propri desideri.

Il mio desiderio da sempre è che Zeta Service cresca in modo sano e che i miei collaboratori siano felici, personalmente farò in modo che questo continui ad accadere anche se con nuove modalità di lavoro. Stiamo tutti cambiando pelle e vedo in questo la possibilità di nuove scoperte e nuovi obiettivi da raggiungere.

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Consumatori

S7 riprende i voli passeggeri tra Russia ed Europa, compresi i collegamenti con Roma Fiumicino, Verona, Napoli, Pisa, Genova, Catania, Olbia e Cagliari

S7 riprende i voli passeggeri tra Russia ed Europa, compresi i collegamenti con Roma Fiumicino, Verona, Napoli, Pisa, Genova, Catania, Olbia e Cagliari. Torna la voglia di vacanza in Italia dei russi

La compagnia aerea russa S7 ha annunciato il suo piano di operare servizi di volo di linea internazionali non appena riceverà tutte le autorizzazioni necessarie”, ha dichiarato un portavoce della compagnia aerea. Nell’orario valido per la stagione estiva 2019 la compagnia S7 effettuava voli da Mosca e San Pietroburgo verso otto aeroporti italiani: Roma Fiumicino, Verona, Napoli, Pisa, Genova, Catania, Olbia e Cagliari. “La compagnia aerea non ha fermato i voli durante la pandemia e ha prestato particolare attenzione al mantenimento dell’aeronavigabilità degli aeromobili, mantenendo un certo livello di ore di volo degli equipaggi. I velivoli che non erano temporaneamente impiegati sono nello stato Inflight Ready Condition e sono pronti a decollare in qualsiasi momento”, si legge nel comunicato stampa.Il sindaco di Mosca Sergey Sobyanin ha annunciato l’abolizione della quarantena e dell’obbligo di autocertificazione per gli spostamenti a partire da domani, 9 giugno. Gradualmente saranno revocate altre restrizioni correlate all’epidemia COVID-19. Inoltre, il premier russo Mikhail Mishustin ha annunciato la riapertura dei confini per alcuni gruppi di persone. In particolare, saranno consentiti viaggi per motivi legati a visite a parenti, per studio, lavoro o per ricevere particolari cure. Dopo il viaggio e l’atterraggio a Mosca, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” ogni aereo passerà attraverso processi avanzati di pulizia e disinfezione per garantire sicurezza e servizi igienico-sanitari adeguati.