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Brebbia, arrestato per droga

Brebbia, arrestato per droga Un operaio di 34 anni con precedenti di polizia, è stato arrestato per detenzione e spaccio di stupefacenti.. Lo stesso perquisito durante mirato servizio di controllo del territorio veniva sorpreso in possesso di grammi 2 di marijuana. La conseguente perquisizione domiciliare permetteva il rinvenimento di 738 grammi di marijuana e materiale di vario genere idoneo alla pesatura e al confezionamento della sostanza. L’arrestato veniva su disposizione della AG associato presso la casa circondariale di Varese, in attesa dell’udienza di convalida.

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Cronaca

Poliziotti di Varese effettuano arresto per droga.

Una pattuglia della Polizia della Questura di Varese ha effettuato un’importante operazione antidroga nel pomeriggio di sabato 30 maggio.

Dopo aver perlustrato il Parco Perelli di Biumo Inferiore i poliziotti hanno visto una Volkswagen Lupo effettuare una improvvisa, strana e pericolosa manovra. Insospettiti hanno fermato il veicolo e si sono subito accorti che, dallo stesso, fuorusciva un forte odore di marijuana. I tre occupanti della vettura, tutti italiani, rispettivamente di 22, 20 e 16 anni avevano con loro vari tipi di stupefacenti e 1000 euro in banconote di piccolo taglio. Di conseguenza sono state effettuate le perquisizioni domiciliari che hanno permesso di sequestrare altri 150 grammi di droga, un bilancino di precisione, denaro contante e materiali vari atti al confezionamento di stupefacenti.

I due maggiorenni, entrambi incensurati, sono stati arrestati per il reato di detenzione e spaccio di droga mentre il minorenne è stato segnalato in Prefettura.

Grazie all’attività dei nostri poliziotti si è potuto stroncare questo illecito commercio di droga che continua ad essere una piaga della nostra società alla quale è difficile porre rimedio.

Franco Simonetti

 

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Cronaca

Droga sintetica tra il 2009 e il 2014 sono state create negli Stati Uniti

Che cosa sono le droghe sintetiche?

Le droghe sintetiche sono prodotte artificialmente in laboratorio e non contengono sostanze naturali. In alcuni casi vengono modificate chimicamente affinché non vengano considerate illegali. In realtà si tratta di un business clandestino fondato su esperimenti chimici per inondare il mercato di nuove droghe. 

Alcune di queste droghe vengono vendute su internet oppure vengono camuffate con etichettature fasulle (“non destinate al consumo umano”). Quando la sostanza viene scoperta e bandita, i fabbricanti escogitano nuovi metodi per fabbricare droghe con formulazioni chimiche differenti.

Chi utilizza tali droghe, a causa del numero elevato di sostanze chimiche in circolazione che le compongono, non può sapere cosa sta assumendo e perciò non può predire gli effetti sulla propria salute.

Seconda la Drug Enforcement Agency (agenzia federale antidroga statunitense) tra il 2009 e il 2014 sono state create negli Stati Uniti tra 200 e 300 nuove droghe sintetiche, che principalmente provengono dalla Cina.

Secondo uno studio del Recreational Drug European Network del 2013 negli ultimi 10 anni più di 650 nuove droghe sintetiche hanno inondato il mercato europeo. Alcune contengono sostanze chimiche non identificate i cui effetti sul fisico e sulla mente sono sconosciuti.

Come evitare l’assunzione di droghe sintetiche?

Il metodo usato per veicolare le droghe sintetiche è soprattutto basato sulla diffusione di informazioni fasulle ai soggetti potenzialmente a rischio. Bisogna stare attenti al marketing furbo con il quale vengono vendute: “naturali, legali e quindi sicuri”, “ti sentirai da dio”, “ti daranno l’energia di cui hai bisogno”, eccetera. 

Per prevenire il consumo di droghe sintetiche è necessario rendere consapevoli le persone circa gli effetti negativi e micidiali che creano all’organismo, sia breve termine sia a lungo termine. Dal sito internet della Fondazione per un Mondo Libero dalla Droga è possibile scaricare 13 diversi opuscoli che trattano in modo dettagliato, e soprattutto comprensibile alla gente comune, gli effetti collaterali delle principali sostanze stupefacenti.  

La Fondazione per un Mondo Libero dalla Droga, patrocinata dalla Chiesa di Scientology, ha lo scopo di prevenire il consumo di droghe attraverso la diffusione capillare di opuscoli e corsi gratuiti online. L. Ron Hubbard ha affermato che “La scena della droga è mondiale. Sguazza nel sangue e nella sofferenza umana.” Infatti la popolazione mondiale spende più denaro in droghe che non in cibo, vestiario, istruzione o in qualunque attività assistenziale. Tra oppiacei, anfetamine e psicotropi, oltre 200.000 uomini, donne e bambini consumano regolarmente sostanze illegali e non c’è luogo al mondo dove non si trovano queste persone. Per sconfiggere l’abuso di droghe (uno dei principali mali del mondo), è necessario, se si esamina davvero la proporzione pandemica del problema, concentrarsi ampiamente e capillarmente sulla prevenzione.

La Fondazione per un Mondo Libero dalla Droga in Italia

Nell’anno 2019 la Fondazione in Italia ha distribuito 544979 opuscoli, ha organizzato 1103 gazebi e distribuzioni di materiale informativo contro l’abuso di droga, 340 conferenze di prevenzione nelle scuole raggiungendo 38898 ragazzi in 39 scuole.

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Cronaca

La coltivazione domestica di cannabis non è più reato. O forse sì

Firenze, 29 Aprile 2020. Sono state finalmente depositate le motivazioni della sentenza n. 12348/2020 delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione (udienza del 19.12.2019) con la quale si è avuto il coraggio, dopo decenni di incertezze, tentennamenti, contrasti giurisprudenziali, vuoti normativi, inettitudine del legislatore, di alzare – anche se con il contagocce – l’asticella delle libertà in questa delicata materia.

Libertà si fa per dire, perché restano in vigore e sono sempre dietro l’angolo tutte le sanzioni amministrative previste dell’art. 75 DPR 309/90 per chi, avendo coltivato per uso personale, viene poi colto in possesso della sostanza. Della pronuncia ne avevamo già dato notizia (https://droghe.aduc.it/notizia/cannabis+coltivazione+domestica+non+reato_136546.php), adesso ci sono le motivazioni complete, che chiariscono alcuni punti, ma mettendo paletti rigorosissimi alla nuova area di irrilevanza penale del fatto. In sostanza, i giudici si sono ancora una volta fatti carico, a causa dell’incapacità del Parlamento di operare scelte chiare su diritti e libertà degli individui, di un ruolo di vera e propria supplenza legislativa, andando a delineare, con quella che in materia costituzionale si chiamerebbe sentenza additiva, i confini del penalmente irrilevante. Ma facciamo un passo indietro e vediamo, molto sinteticamente, come si è arrivati a questo risultato. Fino ad oggi, la giurisprudenza maggioritaria, anche con due pronunce gemelle a Sezioni Unite (Di Salvia e Valletta del 2006) e in linea con quanto già precedentemente affermato dalla Corte Costituzionale, aveva stabilito che costituisce condotta penalmente rilevante qualsiasi attività non autorizzata di coltivazione di piante dalle quali sono estraibili sostanze stupefacenti, anche quando sia realizzata per la destinazione del prodotto ad uso esclusivamente personale, con l’unico limite del reato impossibile per inidoneità della condotta di cui all’art. 49 c.p., ravvisabile nelle ipotesi in cui le piante coltivate non consentano di ricavare sostanza stupefacente in grado di produrre alcun effetto drogante, da accertare caso per caso e comunque non esclusa dal mancato compimento del processo di maturazione delle piante. La Corte Costituzionale dal canto suo se ne era elegantemente lavata le mani ritenendo non irragionevole una previsione legislativa che assuma una presunzione di pericolo della condotta di coltivazione, circoscrivendo il trattamento più favorevole riservato all’uso personale di cui all’art. 75 DPR 309/90 (sanzioni amministrative) alla sole condotte di detenzione, cessione, importazione, esportazione etc., ma non a quella di coltivazione. Tra gli argomenti più utilizzati per sostenere la maggior pericolosità della condotta della coltivazione rispetto a tutte le altre condotte, ma con effetti a volte paradossali e contraddittori, vi era quello della “potenziale idoneità della coltivazione ad incrementare il mercato degli stupefacenti”. Le ultime Sezioni Unite intervengono in questo quadro frammentato ribadendo a chiare lettere, da un lato: • la correttezza della distinzione tra coltivazione/produzione e tutte le altre condotte e legittima l’anticipazione della soglia di tutela rappresentata dalla punibilità di ogni forma di coltivazione per la più spiccata pericolosità della coltivazione rispetto alla maggior parte delle altre condotte indicate dall’art. 73 DPR 309/90 perché destinata ad accrescere indiscriminatamente i quantitativi di stupefacente sul mercato; • l’indicazione della salute come unico bene giuridico tutelato dalle norme in questione (e non più la sicurezza, l’ordine pubblico, la salvaguardia delle giovani generazioni!) • che il reato di coltivazione è configurabile indipendentemente dalla quantità di principio attivo ricavabile nell’immediatezza, essendo sufficiente la conformità della pianta al tipo botanico previsto e la sua attitudine a giungere a maturazione e a produrre sostanza stupefacente. Nulla, dunque, sembrerebbe cambiato rispetto al passato, senonché, ad un certo punto della motivazione, si apre del tutto inaspettatamente uno spiraglio e viene introdotta una nuova distinzione tra coltivazione tecnico-agraria e coltivazione domestica di minime dimensioni, arrivando a ritenere quest’ultima intrinsecamente non idonea a ledere o a mettere in pericolo il bene giuridico salute – e quindi penalmente irrilevante – quando per: • la minima dimensione della coltivazione; • il suo svolgimento in forma domestica e non industriale; • le rudimentali tecniche utilizzate; • lo scarso numero di piante; • il modestissimo quantitativo di prodotto ricavabile; • la mancanza di ulteriori indici di un loro inserimento nell’ambito del mercato degli stupefacenti, essa appare destinata in via esclusiva all’uso personale del coltivatore. Nulla di più ci dicono le Sezioni Unite e, a ben vedere, non poteva essere diversamente, nell’inerzia di un legislatore immobile. Se pure si tratta di una pronuncia tanto attesa per molti piccoli aspiranti coltivatori domestici, essa, a ben vedere, non riuscirà, per la mancata indicazione di criteri univoci ed oggettivi, a mettere fine a quell’incertezza applicativa che si riscontra quotidianamente nella prassi giudiziaria e di polizia, quando si tratta di distinguere tra uso personale e destinazione a terzi. L’ennesima sconfitta per il principio di certezza del diritto, caposaldo di ogni convivenza civile ed ordinata.

Adriano Saldarelli, legale, consulente Aduc

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Cronaca

Solbiate Olona, arrestato 50enne per possesso di cocaina e hashish

Nella serata di ieri i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile hanno arrestato a Fagnano Olona un cinquantenne fermato pochi minuti prima, durante un normale controllo a Solbiate Olona. L’accusa nei suoi confronti è di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.

I militari durante un primo controllo della vettura hanno trovato 31 dosi di cocaina per un totale di 16,4 grammi e altri 35 grammi di hashish suddivisa in quattro dosi. I carabinieri a quel punto hanno deciso di estendere la perquisizione nella casa dell’uomo. Anche qui sono stati rinvenuti altri quantitativi di sostanza stupefacente, tra cui 95 confezioni di sostanza stupefacente in spinelli, 8 grammi di hashish suddivisa in tre stecche, tre ricetrasmittenti sintonizzate sulle frequenze delle forze di polizia, tre telefoni cellulari, (con tutta probabilità utilizzati per l’attività di spaccio), oltre a materiale per il confezionamento della sostanza stupefacente, nascosto nel cassetto del lettino della figlia.

I carabinieri hanno rinvenuto anche tre serre ed una camera di essicazione, oltre a duemila euro circa in banconote di vario taglio. Tutto materiale sottoposto a sequestro.

L’uomo è stato anche multato per la violazione delle disposizioni sul contenimento del Coronavirus, che vietano di uscire di casa senza motivi di necessità. L’autorità giudiziaria ha disposto per il cinquantenne gli arresti domiciliari in casa in attesa del processo per direttissima.

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Cronaca

Una delle piaghe della nostra società è senza dubbio la droga.

Purtroppo, le droghe sono responsabili in parte del degrado che ci circonda. La società in cui viviamo sta degenerando anche perché sempre più persone, vittime di sostanze stupefacenti e psicotrope non sono in grado di prendersi cura di se stesse, figuriamoci poi degli altri.

Spesso vengono fatte differenze tra droghe leggere e non, o tra droghe legali e illegali, il fatto è che una droga è sempre una droga e impedisce alla persona che ne fa uso di utilizzare la ragione, di prendere decisioni per il suo bene.

Le droghe modificano la personalità e gli atteggiamenti di una persona profondamente, tanto da renderla irriconoscibile. Un individuo che assume droghe subisce un crollo sia fisico che mentale ed emotivo, ma la cosa ancor più spaventosa è che spesso non se ne rende nemmeno conto.

Un padre, una madre, dei genitori, chissà quante volte nella vita si chiedono se i loro figli ne facciano uso o meno. A volte, sono così spaventati all’idea o così inermi davanti alla realtà, da nasconderla persino a se stessi. E invece di fare qualcosa a riguardo, tacciono, voltano la testa, fino a quando si rendono conto che è troppo tardi.

In questo modo violenza e criminalità dilagano gettando l’intera società in uno stato di prostrazione e aumentando la sofferenza umana.

C’è però un particolare a cui nessuno fa mai molto caso e cioè che il tossicodipendente non vuole essere tale, ma lo diventa nel tentativo di risolvere un problema. L. Ron Hubbard ha affermato che “Si è constatato che il tossicodipendente non vuole essere tale, ma vi è spinto dal dolore e dalla mancanza di speranza presente nel proprio ambiente”. Alcune persone, piene di problemi fin sopra i capelli, hanno comunque una speranza nel futuro, riescono a tenere a bada in qualche modo le difficoltà del loro presente e vanno avanti, altre non ce la fanno.

Sono queste che, schiacciate dai problemi, dalla sofferenza, dalle difficoltà e prive di una speranza nel presente e per il proprio futuro che si rifugiano nella droga credendo di trovarci una soluzione. La droga però non è in grado di risolvere i problemi, fa solo in modo che una persona non ne sia consapevole. In più gli fornisce un problema più grosso, quello di procurarsi le dosi.

Che cosa si può fare per risanare una civiltà intossicata? La prevenzione è la prima arma che abbiamo a disposizione. Un passo importante è far comprendere alle persone come la droga non sia affatto una soluzione ai problemi.

La fondazione per un Mondo Libero dalla Droga si adopera, insieme ai suoi volontari, nella distribuzione di opuscoli informativi che spiegano la verità sulla droga. Sul sito della fondazione è anche possibile fare corsi online completamente gratuiti nei quali viene spiegato di più sulle droghe più comuni e quelle più utilizzate ai giorni nostri.

Ci sono diversi corsi online, uno per ogni tipo di droga perché sono differenti i sintomi, le problematiche, la storia della droga stessa. Ogni corso è composto di cinque lezioni e nell’insieme dura meno di un’ora, ma ciò che si impara è davvero di grande utilità.

Droghe generiche, farmaci prescritti, ma anche eroina, marijuana, ecstasy, droghe sintetiche, per citarne alcune, rovinano la vita non solo di chi le assume, ma anche delle loro famiglie. 

Le informazioni contenute nei corsi danno la possibilità a chiunque di riconoscere gli effetti delle droghe in modo da poter aiutare chi ne fa uso ad uscirne. Fare finta di nulla non aiuta nessuno. E ciò che ci teniamo a sottolineare è che chi è caduto nella trappola della droga cercava di risolvere un problema per lui irrisolvibile. Anche se afferma il contrario, non voleva certo trasformarsi in un tossicodipendente, ma lo ha dimenticato.

Non è molto facile aiutare il prossimo, ma è di certo il modo migliore per rendere più sicuro l’ambiente in cui viviamo. La Chiesa di Scientology di Novara vi esorta a fare questi corsi online, vi porteranno via pochissimo tempo. Sono perfetti anche per i ragazzi che non sanno ancora cosa siano le droghe e che potrebbero aver voglia di provarle per noia, o per qualche altro motivo. 

I corsi fungono da prevenzione e mettono di fronte alle evidenze, mostrando gli effetti delle droghe. Fanno in modo che giovani e meno giovani non cadano vittima di questa piaga.

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Cronaca

Trento, sequestrati 25 kg. di droga

Operazione Besa – 37 arresti e sequestrati oltre 25 chilogrammi di droga
Trento, 5 marzo 2020

Dalle prime luci dell’alba di ieri 04 marzo, un centinaio di militari ed unità cinofile antidroga delle Fiamme Gialle trentine stanno effettuando arresti e perquisizioni nei confronti di una agguerrita associazione per delinquere, composta prevalentemente da soggetti di origine albanese, che controllava il mercato dello spaccio nella provincia di Bolzano, con importanti ramificazioni anche in Veneto.

Si tratta dell’operazione internazionale antidroga denominata “BESA 2018”, che si è appena conclusa con l’esecuzione di venticinque misure di custodia cautelare in carcere emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Trento, ventidue delle quali eseguite sul territorio nazionale (Trentino Alto Adige, Veneto e Puglia) e le restanti tre all’estero con l’attivazione del M.A.E. (Mandato di Arresto Europeo) e del mandato di cattura internazionale in Albania, Ungheria e Turchia. Le catture eseguite in queste ore si vanno ad aggiungere ai dodici arresti in flagranza di reato già effettuati nel corso delle indagini.

Le investigazioni, avviate a marzo 2018 grazie al monitoraggio dei movimenti di alcuni pregiudicati albanesi presso le principali piazze di spaccio della provincia di Bolzano, sono state dirette dal Sostituto Procuratore dott. Davide OGNIBENE della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Trento e condotte dalle unità speciali antidroga del G.I.C.O. (Gruppo di Investigazione sulla Criminalità Organizzata) in forza al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Trento, con la collaborazione del Reparto Operativo-Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Bolzano, co-delegato ad eseguire i riscontri operativi nel comprensorio del Burgraviato (Merano e comuni limitrofi).

Per sgominare la vasta rete di narcotraffico, che si estendeva dall’Albania, passando per la Germania e la Svizzera fino ad arrivare in Italia, fondamentale si è rivelata l’attività infoinvestigativa operata dai finanzieri trentini con la preziosa collaborazione dello S.C.I.C.O. (Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata) della Guardia di Finanza di Roma, attraverso il ricorso a procedure di cooperazione internazionale attuate tramite il II Reparto “Coordinamento informativo e relazioni internazionali” del Comando Generale del Corpo e la D.C.S.A. (Direzione Centrale per i Servizi Antidroga) del Ministero dell’Interno.

Le complesse indagini di polizia giudiziaria, svolte anche con l’ausilio di attività tecniche, di prolungati servizi di osservazione e pedinamento, nonché di numerose azioni di riscontro sul territorio, hanno così permesso di scoprire e disarticolare un’agguerrita associazione per delinquere, aggravata per essere composta da più di dieci sodali e per avere a disposizione armi da fuoco, composta prevalentemente da soggetti di origine albanese (da qui il nome dell’operazione “BESA”, termine albanese che indica il “patto d’onore” che lega i vari membri dei tre gruppi in cui si snoda l’associazione) dedita all’importazione ed alla successiva distribuzione, in particolare nel territorio altoatesino, di ingenti partite di stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana.

Nel corso dei due anni di indagine, 12 persone (08 albanesi, 02 tunisini, 01 egiziano e 01 svizzero) sono state arrestate in flagranza di reato ed altre 06 (04 italiani residenti tra Bolzano e Merano e 02 albanesi) denunciate a piede libero a seguito di mirati riscontri operativi nei comuni di Bolzano, Merano, Bressanone, Lana, Appiano e Parcines, con il contestuale sequestro di circa 20 mila euro in contanti, di oltre 25 kg tra cocaina, marijuana e hashish del valore di oltre 550.000,00 euro e l’accertamento dell’avvenuta immissione in consumo nel solo “mercato” altoatesino di ulteriori 10 kg circa di cocaina e hashish, per un controvalore di circa 500.000,00 euro.

In esecuzione delle misure di custodia cautelare in carcere, sono stati catturati, in Italia, 02 italiani dimoranti nei comuni di Massafra e Palagiano in provincia di Taranto, ma che all’epoca dei fatti contestati erano entrambi residenti a Bressanone, ove rifornivano il locale mercato di spaccio per conto dell’associazione; 16 cittadini di nazionalità albanese, 01 kossovaro, 01 tunisino e 01 macedone residenti nei comuni di Bolzano, Merano, Lana, Marlengo e 01 cittadino albanese residente nel comune di Montecchio Maggiore in provincia di Vicenza.

Inoltre, sulla base della procedura del Mandato d’Arresto Europeo (M.A.E.) e grazie agli accordi internazionali in materia di estradizione, sono stati contemporaneamente arrestati 03 appartenenti al sodalizio che si trovavano in territorio albanese, attraverso la cooperazione internazionale fornita agli investigatori trentini dalla SHTETIT SHQIPTAR, la polizia nazionale albanese.

Il bilancio complessivo dell’operazione “BESA” ha portato all’individuazione e alla denuncia di 43 narcotrafficanti, 37 dei quali tratti in arresto, nonché al sequestro di oltre 25 kg di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, marijuana e hashish, nonché di circa 20.000,00 euro in contanti. Lo stupefacente sequestrato, una volta venduto al dettaglio, avrebbe garantito ai narcotrafficanti introiti per oltre mezzo milione di euro.

L’operazione, che ha inflitto un duro colpo ai canali di rifornimento dello stupefacente del Trentino Alto Adige, conferma, ancora una volta, il ruolo primario della Guardia di Finanza quale Polizia Economico-Finanziaria proiettata al contrasto internazionale dei più gravi fenomeni criminosi al fine di garantire la tutela della salute pubblica e la sicurezza del Paese.

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Cronaca

Commissariato di Busto, sequestro clamoroso: droga per 1 milione

 

Importantissima operazione del COMMISSARIATO DI BUSTO ARSIZIO, coadiuvato dalla Guardia di Finanza di Malpensa.

E’ di Castano Primo, assolutamente insospettabile, figurava come disoccupato ma aveva un  tenore di vita molto al di sopra delle sue possilità economiche.

Cambiava di frequente autovetture e di grossa cilindrata, e questo ha indotto gli investigatori a tenerlo d’occhio. Di recente aveva una Range Rover con targa belga.

Fermato e con l’ausilio dell GdF di Malpensa, particolarmente professionali in questo campo, hanno scoperti droga per un milione di euro, 14 panetti di oltre un kg. ciascuno con un marchio su cui stanno indagando gli investigatori: top.

 

Il quantitivo di droga e il suo valore sicuramente indurranno gli investigatori ad approfondimenti importanti, e la targa estera potrà indirizzare alla sua provenienza e speriamo sia un colpo mortale allo spaccio nella zona.