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EUROPA & MONDO

Adolfo Urso (vicepres. Copasir): Coronavirus, chiederemo a ministro Di Maio chiarimenti dal Governo cinese

Il senatore Adolfo Urso, vicepresidente del Copasir, a 24Mattino ha dichiarato “Ieri persino la Merkel ha chiesto spiegazioni al governo cinese su come sia nato questo virus e perché sia stato dato un tardivo allarme al mondo. Lo avevano fatto già Trump, Macron, il premier australiano… l’Italia, che è la principale vittima, mi sembra strano che non abbia chiesto a sua volta chiarimenti ufficiali al governo cinese. Questo può significare che non si vuole disturbare il manovratore magari perché esso è già oggi fin troppo influente nel nostro Paese”.

Il vicepresidente del Copasir aggiunge: “Di Maio già doveva venire, poi la convocazione è stata rinviata di giorno in giorno. Io credo che sia necessario, e domani ne parlerò esplicitamente nella riunione del comitato presieduto da Volpi, chiedere di accertare come sia accaduto tutto ciò e perché il nostro governo, a differenza di altri, non agisca per avere chiarezza”.

Parlando degli asset strategici per il Paese, il senatore Urso ha affermato che “Già nella relazione annuale presentata in parlamento nel febbraio 2018 dall’allora governo Gentiloni era evidente come vi fosse una regia straniera nell’opera di ‘colonizzazione predatoria’ in atto nei confronti di imprese italiane che operano in alcuni settori strategici. Il Copasir aveva già attuato un’indagine conoscitiva sul settore delle telecomunicazioni nella presidenza Guerrini nel 2018, conclusa lo scorso anno e in cui nel settore delle telecomunicazioni, e quindi 5G e app Immuni, noi evidenziavamo come non fosse possibile consegnare l’infrastruttura delle telecomunicazioni alle aziende cinesi perché esse operano con un sistema di potere che, di fatto, le obbliga a diventare esse stesse strumento, ove richiesto, dei servizi segreti cinesi, e quindi proteggere i nostri dati, di imprese e cittadini, da possibili incursioni malevole”.

“Quel rapporto è pubblico – continua Urso – e in quel rapporto all’unanimità il Copasir dava istruzioni precise al governo per proteggere l’infrastruttura delle telecomunicazioni. Ora l’indagine riguarda il settore bancario e assicurativo, indagine ora ancora più necessaria perché il Paese si è ulteriormente indebolito, e quindi oggi è possibile che accada quello che già temevamo prima, cioè di azioni predatorie di shopping di quelli che sono gli asset strategici del Paese, a cominciare da banche e assicurazioni”.

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SOCIETA'

OMS: la pandemia avanza in tutto il mondo. Onu: ‘Fermate le guerre’

OMS: la pandemia avanza in tutto il mondo. Onu: ‘Fermate le guerre’. Il coronavirus mette a dura prova la sanità di paesi ricchi e pacifici figuriamoci quella di nazioni già devastate dalla guerra Il numero di casi di coronavirus nel mondo ha superato quota 350 mila: lo riporta l’ultimo bollettino diffuso dalla Johns Hopkins University, secondo cui le persone guarite sono ora 100.182. Per l’esattezza, i contagi hanno raggiunto le 350.536 unità. Finora i morti sono 15.328. Intanto il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) Tedros Adhanom Ghebreyesus, nel suo punto stampa da Ginevra ha dichiarato che «la pandemia sta accelerando, ci sono voluti 67 giorni per arrivare ai primi centomila contagi, 11 giorni per 200 mila e 4 giorni per trecentomila». Il numero dei contagi da coronavirus negli Stati Uniti ha superato i 40 mila casi. Almeno 472 le vittime. È quanto emerge dagli ultimissimi dati delle autorità sanitarie federali e locali. Secondo Tedros Adhanom Ghebreyesus, «risolvere questo problema richiede un coordinamento politico a livello mondiale»: «Mi rivolgo ai leader del G20 per chiedere di lavorare insieme a rafforzare la produzione, evitare il bando dell’export e assicurare la distribuzione dei materiali protettivi», ha dichiarato. A stretto giro di posta, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, i presidenti di Francia e Cina, Emmanuel Macron e Xi Jinping, hanno effettivamente chiesto la convocazione di un G20 straordinario. Lo si apprende dall’Eliseo. Il vertice straordinario dovrebbe essere dedicato, secondo quanto si apprende dalla presidenza francese, agli aspetti sanitari ed economici della crisi del Coronavirus. «I due presidenti – ha fatto sapere l’Eliseo – si sono accordati sul fatto che la tenuta di questo vertice sia utile soprattutto sul piano sanitario, associando l’Oms per lavorare insieme sui trattamenti e il vaccino, e sul piano economico (stabilizzazione dell’economia mondiale con misure coordinate sul piano finanziario e monetario e sostegno agli stati più vulnerabili)». Anche la voce del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres si leva in un appello senza precedenti: “La furia del coronavirus mostra la follia della guerra. Ecco perché oggi chiedo un cessate il fuoco globale e immediato in tutti gli angoli del mondo”. La progressione coinvolge praticamente tutti i Paesi del pianeta e continua ad accelerare anche se i guariti sono oltre 100.000. E Guterres ammonisce: “È tempo di bloccare i conflitti armati e concentrarsi sulla vera lotta delle nostre vite. Alle parti in guerra dico: ritiratevi dalle ostilità”. Senza preavviso, il mondo si è scoperto vulnerabile al nemico invisibile e geneticamente nuovo ma capace di colpire con gli echi sinistri delle antiche epidemie. Un disastro che sembra non interessare miliziani, fazioni e brandelli di Stati in guerra tra loro, dall’Africa al Medio Oriente, dove sistemi sanitari già deboli sono piombati da decenni nel caos e i tamponi per stanare il coronavirus sono un lusso per ricchi. L’Oms invierà nel nord-ovest della Siria oltre 2.000 test per il Covid-19 nell’ambito degli sforzi dell’Onu di monitorare la situazione in una delle regioni più vulnerabili del Medio Oriente: i civili in emergenza umanitaria sono 4 milioni. In Libia i miliziani di Haftar e le truppe di al-Sarraj si lanciano accuse reciproche di violazioni di una finta tregua incuranti di tutto. I 40 casi in Afghanistan riportati dalla Johns Hopkins University sono assai poco verosimili, mentre il bilancio dell’intera Africa parla di poco più di 1.600 contagi e una cinquantina di morti. L’unico caso censito in Uganda o i 2 del Sudan e gli altri 2 del Niger rischiano di essere la rappresentazione beffarda di una tragedia di cui è impossibile conoscere i numeri reali.