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Cronaca

Italia, niente Festa della Donna 2020

Questo 8 marzo sarà gravemente ridimensionato in Italia per l’emergenza coronavirus e il decreto del 4 marzo.

La celebrazione più importante di ogni anno è la festa al Quirinale, ma anche questa cerimonia è stata bloccato su indicazione della commissione di garanzia dei sindacati così come lo  sciopero femminista del 9 marzo lanciato dal movimento Non Una di Meno al quale avevano anche aderito anche sigle sindacali. Lo Slai Cobas ha invece confermato la manifestazione.

Lo strumento dello sciopero ci viene sottratto ma, nonostante l’impossibilità di astensione dal lavoro salariato, non rinunceremo affatto a occupare le strade e le piazze in tutte le forme che saranno possibili, con tutta la fantasia e la moltiplicazione di pratiche e linguaggi di cui siamo capaci”, hanno risposto dal movimento. Saltano i cortei ma si scelgono “altre forme di visibilità, azioni diffuse, comunicazioni social, flash mob, campagne di protesta in streaming” dice all’ANSA per il movimento Giulia Siviero. In queste ore si stanno prendendo decisioni definitive, vista la situazione in fieri e il Dpcm di sole 24 ore fa, ma si va verso annullamenti ovunque dei cortei, “prima di tutto per senso di responsabilità”, per evitare di stare insieme in situazioni di sovraffollamento pur se all’aria aperta, anche se si ricorda, la stessa responsabilità non si è assunta davanti alla violenza “strutturale” che si esercita quotidianamente contro le donne.

E’ invece confermato il flashmob “Lo Sfruttatore sei Tu” a mezzogiorno in Piazza di Spagna perchè, dicono “non rinunciamo a occupare le piazze e a portare nelle strade la nostra rabbia, anche se in modo molto creativo”.

Una riflessione invece su questo momenti di crisi in cui le difficoltà del lavoro, la sospensione di asili e scuole ricade sempre sulle donne lavoratrici. restano sempre quindi di estrema attualità, i temi che portano in piazza le donne : femminicidi dalla conta infinita  – 14 morti dall’inizio dell’anno, 75 nel 2019, più le centinaia di casi di violenza – al gender gap economico senza dimenticare gli attacchi alle conquiste delle donne a cominciare dalla legge per l’interruzione di gravidanza