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Polizia di Stato, Gabrielli , prezzo altissimo, perdita di Apicella

“In giornate che vedono impegnate le Forze dell’ordine nei controlli per il contenimento del coronavirus la Polizia di Stato continua l’attività di controllo a presidio di legalità contro la criminalità, pagando un prezzo altissimo con la perdita di un suo uomo”, ha sottolineato Gabrielli.

apicella

Il riferimento è all’agente Pasquale Apicella, deceduto a Napoli dopo un’inseguimento.

“Pasquale 37 anni da poco papà morto a Napoli per sventare una rapina 
L’auto di servizio investita dall’auto dei rapinatori, due nomadi del campo nomadi di Giugliano.
L’altro collega è rimasto ferito ed un rapinatore è fuggito.
Un abbraccio alla famiglia di Pasquale e a quella del collega ferito” ( Tonelli)
 

Sentite condoglianze da noi tutti

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Coronavirus, apprezzamento del SAPPE a Capo Polizia Gabrielli

CARCERI, SAPPE: “APPREZZAMENTO A CAPO DELLA POLIZIA FRANCO GABRIELLI. NON E’ TEMPO DI POLEMICHE STRUMENTALI: PRIORITARIO E’ SUPERARE EMERGENZA PENITENZIARI”

 

“In questo momento particolare per le carceri italiane, prezioso è stato il contributo delle altre Forze di Polizia – e della Polizia di Stato in particolare – nella gestione e risoluzione delle proteste violente degli scorsi giorni, con devastazioni e violenze assurde ed indiscriminate. Al Capo della Polizia Franco Gabrielli deve andare l’apprezzamento di tutta la Polizia Penitenziaria e la nostra solidarietà rispetto agli attacchi senza senso che ha ricevuto per avere avuto invece il merito di richiamare l’attenzione di tutti gli apparati di sicurezza dello Stato sul rischio di nuove rivolte nelle carceri italiane. Noi siamo molto consapevoli della considerazione che Gabrielli ha per noi e lo ringraziamo: non a caso abbiamo chiesto il passaggio del Corpo di Polizia Penitenziaria alle dipendenze del Ministero dell’Interno”

Lo dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE,

“Sono dunque incomprensibili e irresponsabili gli attacchi che, anche nel nostro interno, sono stati rivolti al Prefetto Gabrielli, di cui si è reso responsabile chi sembra più attento a ricercarsi una visibilità mediatica personale in un contesto assai critico e difficile con polemiche gravi e sgarbate piuttosto che avere il rispetto istituzionale di mantenere un basso profilo su queste vicende”, prosegue. “Parliamo di soggetti che rappresentano solo loro stessi o al massimo circa 100 tra direttivi e dirigenti della Polizia Penitenziaria, che sicuramente neppure hanno condiviso questi attacchi mediatici utili solo ad avere qualche minuto di celebrità (!) personale a discapito del senso delle Istituzioni. L’attenzione mediatica di questi giorni sulle carceri italiane ha inevitabilmente determinato che vi siano stati e vi sono soggetti che tendono “a spararla sempre più grossa”, come ad esempio nel caso del poliziotto penitenziario in servizio in Calabria ma morto a Bergamo dopo mesi fuori servizio, senza capire e comprendere la ricaduta che può avere ed ha avuto la gravità di certe incontrollate affermazioni sul personale di Polizia Penitenziaria sulle loro famiglie. Anche dichiarare uno sciopero bianco in carcere in questo momento è senza senso: ora bisogna stare tutti uniti e vicini ai poliziotti penitenziari in servizio per superare l’emergenza in atto. Come pure ha sottolineato il sottosegretario al ministero della Giustizia, Andrea Giorgis, bisogna mettere da parte ogni polemica, più o meno strumentale e raccogliere le parole del Presidente della Repubblica Mattarella su temi penitenziari”, conclude Capece.

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L’appello di Gabrielli: più che colpire dobbiamo far comprendere

di GIUSEPPE CRISEO

Il Paese e’ stressato, preoccupato per le conseguenze di tipo sanitario innanzitutto ma anche per le gli esiti che potrebbero essere molto pesanti sulla nostra già fragile economia.

 

 

L’emergenza che sta mettendo in seria difficoltà la nostra sanità che in parecchie regioni e’ di alto livello con alcuni ospedali importanti anche a Roma e al sud, ricordiamo la scoperta di Napoli, sta sconvolgendo la vita e le abitudini consolidate che ora sembrano un miraggio: un caffe’ con gli amici al bar, un aperitivo, o una passeggiata col cane, per non parlare di casse integrazioni, chiusure, e drammi personali per le malattie presenti oppure temute.

In questo quadro tetro e fosco, emergono alcune voci positive che cercano di alzare il morale del Paese e soprattutto di chi soffre di più, sanitari, forze dell’Ordine e degenti, e a questi si rivolge il capo della Polizia Franco Gabrielli.

Un discorso che ricorda un po’ il padre di famiglia che parla ai figli con la passione, l’esperienza e il realismo che serve per attraversare un momento difficile partendo dai poliziotti: “Un particolare appello ai nostri colleghi che sono stati colpiti dal virus.”, ma senza dimenticare gli ammalati che soffrono “Dobbiamo stare vicino a chi e’ costretto ad una stanza di un reparto”.

La sua esperienza di vita e fermezza tipica di chi dirige un corpo così importante per il Paese, gli suggerisce un modo pragmatico di comunicare: “E’ un momento difficile, non  ha precedenti in questo caso, un nemico che non vediamo ma di cui percepiamo la pericolosità”.

Le avversità e i momenti difficili si supereranno, e’ questo il messaggio finale e patriottico che ci deve accomunare:” Ce la faremo perche’ siamo un grande paese”.