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Palamara ed il Virus ANM

PALAMARA ED IL VIRUS DEL SISTEMA ANM. 
 
Il caso di Luca Palamara, sospeso dal Consiglio Superiore della Magistratura di cui era Consigliere, espulso dall’Associazione Nazionale Magistrati di cui è stato Presidente, conferma che la Magistratura è inquinata da logiche eversive di chi si sente al di sopra della legge. 
 
Lo sapevamo già che la Magistratura è inquinata da logiche eversive di chi si sente al di sopra della legge e che ha messo a repentaglio lo stato di diritto.
 
Lo ha ammesso lo stesso Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un discorso al Quirinale giovedì scorso 18 giugno. 
 
Ma con le dichiarazioni pubblicate oggi dell’ex Pubblico ministero Luca Palamara, che è stato ieri espulso dall’Associazione Nazionale Magistrati, l’organo rappresentativo del 90% dei magistrati, di cui Palamara è stato Presidente dal 2008 al 2012, tocchiamo con mano il degrado profondo e diffuso in seno al potere dello Stato che dovrebbe ATTUARE, tradendo la massima che si legge in tutte le aule dei tribunali…….
 
«La legge è uguale per tutti».  
 
Palamara nel luglio 2019 fu sospeso dalle sue funzioni e dallo stipendio dal Collegio disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura, l’organo di auto-governo della Magistratura, di cui Palamara era consigliere, per aver tramato in una cena all’Hotel Champagne a Roma insieme a cinque consiglieri del CSM (che si sono dimessi), l’ex ministro del Partito Democratico Luca Lotti e il deputato sempre del Pd Cosimo Ferri per condizionare la nomina del Procuratore di Roma.
 
Ebbene oggi Palamara è passato al contrattacco: 
 
«Io mi assumo le mie responsabilità, ma non posso assumermi quelle di tutti». 
 
Denuncia innanzitutto i probiviri dell’ANM  che l’hanno espulso accusandoli:
 
«di essere loro per primi i beneficiari del sistema di cui solo io oggi sono ritenuto colpevole, ma non sono il solo….son consapevole che devo rispondere dei miei comportamenti e di quello che è accaduto all’Hotel Champagne, allo stesso tempo però non posso essere considerato solo io il responsabile di un sistema che ha fallito e che ha penalizzato coloro i quali non risultano iscritti alle correnti……..Palamara non si è svegliato una mattina e ha inventato il sistema delle correnti…….Palamara ha agito ed ha operato facendo accordi per trovare un equilibrio e gestire il potere interno alla magistratura».
 
MATTARELLA, dichiara :
 
«La magistratura deve necessariamente impegnarsi a recuperare la credibilità e la fiducia dei cittadini, così gravemente messe in dubbio da recenti fatti di cronaca»
 
«sembra presentare l’immagine di una magistratura china su stessa, preoccupata di costruire consensi a uso interno, finalizzati all’attribuzione di incarichi»
 
«fa intravedere un’ampia diffusione della grave distorsione sviluppatasi intorno ai criteri e alle decisioni di vari adempimenti nel governo autonomo della Magistratura»
 
«queste vicende hanno gravemente minato il prestigio e l’autorevolezza dell’intero Ordine giudiziario». 
 
-Mattarella quindi ha criticato il sistema delle correnti interne all’Associazione Nazionale Magistrati le cui scelte determinano la composizione del Consiglio Superiore della Magistratura presieduto dallo stesso MATTARELLA, qualcosa non torna.-
 
Continua, 
 
«Questo è il momento di dimostrare, con coraggio, di voler superare ogni degenerazione del sistema delle correnti per perseguire autenticamente l’interesse generale ad avere una giustizia efficiente e credibile. E’ indispensabile porre attenzione critica sul ruolo e sull’utilità stessa delle correnti interne alla vita associativa dei magistrati».
 
Mattarella ha apertamente denunciato la pratica dell’assegnazione dei ruoli in seno al Consiglio Superiore della Magistratura sulla base delle raccomandazione, del nepotismo, dello scambio di favori a danno della meritocrazia, in Italia termine quest’ultimo sconosciuto. 
 
Continua, 
 
«È necessario che il tracciato della riforma sia volto a rimuovere prassi inaccettabili, frutto di una trama di schieramenti cementati dal desiderio di occupare ruoli di particolare importanza giudiziaria e amministrativa, un intreccio di contrapposte manovre, di scambi, talvolta con palese indifferenza al merito delle questioni e alle capacità individuali».
 
-Quindi Mattarella è arrivato al punto di ricordare alla Magistratura che deve attenersi al rispetto della Costituzione-
 
Continua,
 
«Il compito primario assegnato dalla Costituzione al Consiglio Superiore della Magistratura impone, in modo categorico, che si prescinda dai legami personali, politici o delle rispettive aggregazioni, in vista del dovere di governare l’organizzazione della magistratura nell’interesse generale». 
 
Continua, 
 
-Mattarella ha insistito sul fatto che i magistrati.-
 
devono essere…….
 
«fedeli soltanto alla Costituzione. 
È questa l’unica fedeltà richiesta ai servitori dello Stato a tutela della democrazia su cui si fonda la nostra Repubblica».
 
Tuttavia Mattarella ha escluso un suo intervento per porre fine al degrado presente in seno alla Magistratura (?). 
 
Continua, 
 
«Si odono talvolta esortazioni, rivolte al Presidente della Repubblica, perché assuma questa o quell’altra iniziativa, senza riflettere sui limiti dei poteri assegnati dalla Costituzione ai diversi organi costituzionali………Ho ritenuto, e ritengo, di avere il dovere di non pretendere di ampliare quella sfera al di fuori di quanto previsto dalla Costituzione e dalla legge……….
 
………non esistono motivazioni contingenti che possano giustificare l’alterazione della attribuzione dei compiti operata dalla Costituzione, qualunque arbitrio compiuto in nome di presunte buone ragioni aprirebbe la strada ad altri arbitri, per cattive ragioni».
 
-Quindi, secondo Mattarella, è la stessa Magistratura, attraverso il suo stesso organo di rappresentanza interna, l’Associazione Nazionale Magistrati, che deve auto-riformarsi…..ma stiamo scherzando?-
 
-Proprio perché l’Ordine giudiziario è uno dei tre poteri dello Stato preposto a sanzionare chi non rispetta le leggi, e non è una istituzione privata di stampo familistico, non si può condividere affatto la logica di Mattarella- 
 
« I panni sporchi si lavano in famiglia». 
 
-È il Presidente della Repubblica in primis, nella sua veste di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, unitamente al Parlamento, il potere dello Stato preposto a promulgare le leggi, che devono promuovere la riforma della Magistratura, non deve e non devono sottrarsi alle loro responsabilità.-
 
-Stiamo parlando di un potere dello Stato che ha confermato di essere profondamente e diffusamente inquinato al suo interno per la collusione strutturale con i partiti politici a cui fanno riferimento le varie correnti dell’Associazione Nazionale Magistrati, in aggiunta agli scandali periodici sulla collusione con il mondo degli affari e talvolta persino della criminalità organizzata.-
 
-Altresi non ci dobbiamo dimenticare come la Magistratura abbia già pesantemente prevaricato i propri limiti definiti dalla Costituzione, considerando che ormai si sostituisce al Parlamento con le sentenze che acquisiscono valore di legge e, in parallelo, facendo direttamente politica condizionando pesantemente l’attività dei partiti, raggiungendo il culmine con un vero e proprio colpo di stato giudiziario nel 1994 con la cosiddetta operazione «Mani pulite», sfociata nell’eliminazione di tutti i partiti della Prima Repubblica ad eccezione del Partito Comunista, della Lega Nord che era appena nata, e del Movimento Sociale Italiano che era emarginato fuori dal cosiddetto «arco costituzionale».-
 
-Ecco perché non è ipotizzabile che sia la stessa Magistratura ad auto-riformarsi, dopo essersi macchiata di loschi scandali e aver fatto venir meno lo stato di diritto e leso la democrazia sostanziale, sovrapponendosi e sostituendosi sia al Parlamento sia al Governo.-
 
#Il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella e il Parlamento intervengano subito per risanare dalle fondamenta un vitale potere dello Stato, promulgando delle leggi e un nuovo ordinamento degli organi rappresentativi della Magistratura che recidano qualsiasi legame tra chi amministra la giustizia e il mondo della politica, degli affari e del malaffare, garantendo senza alcuna eccezione la responsabilità penale e civile dei magistrati che violano la legge, affinché cessi l’assurda situazione che pone i magistrati al di sopra della legge.# 
 
«La legge è uguale per Tutti»
 
#EP 
Redazione Roma
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Appello ai Poliziotti D’Italia per Leo!

Appello a tutti i Poliziotti D’Italia per Leo 

 
Ci rivolgiamo al cuore di ogni appartenente alla Polizia di Stato, per il figlio di un agente, gravemente malato,  chiedendo un semplice gesto “donate giorno ferie”. 
  
Donare “almeno un giorno di ferie solidali all’assistente capo della polizia Mauro Di Ceglie – Fiamme Oro, per consentirgli di stare accanto a Leo, il figlio 15enne gravemente malato”. 

Negli ultimi anni Leo è stato operato molteplici volte .
Mauro ha terminato i due anni di L.104 e ogni tipo di Ferie ed ogni congedo straordinario. 
 
Ora possiamo aiutarlo donando – quello che possiamo- ferie 2019 in base alla  nuova circolare x le ferie solidali.
 
 “Leo ha bisogno di noi o meglio di Voi” 
 
Compilate il modulo donando almeno un giorno di ferie solidali.
 
 Inviare dal tuo ufficio a questa pec: ffoo.centropolifunzionalescuolatecnicapolizia@pecps.poliziadista to.it”.

 
EP
Redazione VaresePress@ Roma
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Scoop Coronavirus : La Scienziata Mikovits contro Fauci e l’Italia.

Scoop Coronavirus : La scienziata Mikovits contro Fauci e l’Italia! 
 
La Dssa Judy Mikovits è una biologa molecolare, virologa e scienziata, 
nella quale veste ha centinaia di ricerche in importanti laboratori internazionali e le sue scoperte sono state pubblicate in importanti riviste scientifiche tra le quali la prestigiosa Science, proprio grazie a questo background che osteggia il dr Fauci e chiunque sia delle sue stesse idee, che usano il sistema contro i popoli. 
 
Chi è il virologo Anthony Fauci, probabilmente è noto a larga parte del pubblico internazionale ora per il suo ruolo a capo della task force americana contro il Covid-19.
 
La Dssa Mikovits, lo conosce da molti anni addietro e ha denunciato come lo scienziato americano abbia avuto sin dagli anni’80 enormi conflitti di interesse per aver ricevuto finanziamenti dalle case farmaceutiche.
 
La scienziata pronuncia un duro atto d’accusa contro Fauci colpevole di aver raccomandato la terapia IL-2 contro il virus dell’HIV che invece avrebbe avuto effetti devastanti.
 
La Mikovits sa molto riguardo al virus dell’HIV perchè ha fatto parte del gruppo che lo isolò dalla saliva e dal sangue dei pazienti francesi.
 
Le conclusioni di questo gruppo di ricerca furono nascoste alla comunità scientifica negli anni’80 e milioni di vite avrebbero potuto essere salvate, se invece queste importanti informazioni fossero state divulgate.
 
Ad impedirlo, secondo la virologa, fu proprio Anthony Fauci che assieme a Robert Redfield, l’attuale capo del CDC americano, il centro per il controllo e la prevenzione delle malattie, sembrava più interessato a depositare brevetti e ad incamerare cospicui finanziamenti.
 
Ma l’agenda di Fauci allora come oggi non sembra essere quella di salvare vite umane, piuttosto quella di accaparrarsi ricchi profitti per sè e il suo gruppo di sodali scientifici.
 
La scienza non ha più un nobile fine di ricerca e miglioramento della salute della comunità soprattutto da quando è stata approvata la legge Bayh-Dole, che non avrebbe fatto altro che esacerbare i conflitti d’interesse delle università, interessate ormai a far pagare i contribuenti americani i costi delle loro ricerche.
 
“E’ questo che ha contribuito a far nascere personaggi come Bill Gates, che non è un medico nè un esperto, che ora hanno un ruolo fondamentale”, denuncia la Mikovits.
 
Il prossimo passo di questa grande lobby del farmaco è quello di sviluppare un vaccino per il coronavirus, ma secondo la virologa americana questo porterà alla morte di milioni di persone, così come accaduto per gli altri vaccini delle case farmaceutiche che contenevano feti umani e animali.
 
La scienziata non si dichiara affatto contraria ai vaccini, ma piuttosto si dichiara contraria alle pericolose pratiche per la salute pubblica che vengono usate dalle multinazionali in questo campo e non solo in America. 
 
La scienziata poi torna sul virus di Wuhan, che anche secondo il suo parere, è stato fatto in laboratorio
 
Un’altra conclusione fondamentale della virologa riguarda l’origine del Covid-19. 
 
La Dssa Mikovits spiega come l’origine di questo virus non possa essere naturale, perchè il passaggio da animale a uomo richiede secoli prima di potersi avverare.
 
Ad avere un ruolo determinante nella sua manipolazione sarebbero stati il laboratorio militare dell’esercito americano a Fort Detrick US, e l’ormai famigerato laboratorio di Wuhan – ma questo la nostra rubrica per la sicurezza nazionale, grazie al contributo del nostro esperto di terrorismo (Ennio Pietrangeli)- lo aveva già scoperto e ne aveva già scritto anche pubblicando un intervista rilasciata dallo stesso esperto, sul tema. 
 
A mettere in relazione i due laboratori sarebbero stati i finanziamenti ricevuti, pari a 3,7 milioni di dollari, da Wuhan all’istituto delle malattie infettive americano diretto proprio da Anthony Fauci.
 
L’istituto in questione ha infatti partecipato nel 2019 a esperimenti congiunti con il laboratorio di Wuhan che avevano come scopo proprio la manipolazione del coronavirus dei pipistrelli.
 
C’è un filo rosso quindi che lega il laboratorio di Wuhan a Fauci e sul quale nessun media si è mai premurato di indagare.
 
Se Anthony Fauci ha nascosto importanti rilevazioni riguardo al virus dell’HIV negli anni’80, cosa assicura che non stia facendo lo stesso ora riguardo al Covid-19?
 
I morti da Covid-19 non sono attribuibili al virus. 
 
La dottoressa riporta le parole della virologa Birx, membro della task-force di Fauci, sull’approccio liberale riguardo al conteggio dei morti per Covid-19.
 
In altre parole, negli Stati Uniti, come in Italia e in altre parti del mondo, si stanno considerando come morte da coronavirus persone che avevano altre patologie e sulle quali non esiste nemmeno la certezza di una loro reale infezione da coronavirus.
 
Ciò lo dimostra anche il divieto di effettuare autopsie sui decessi post inizio emergenza, al fine di evitare dati epidemiologici certi ed attuali. 
 
Le terapie sono sbagliate, molti dottori americani, come anche italiani, hanno denunciato che i respiratori non stanno aiutando i pazienti, ma stanno in realtà provocando gravissimi danni alla loro salute, soprattutto non intervengono sul processo infiammatorio della complicanza, finale dell’infezione. 
 
“Li stanno ammazzando con i ventilatori”, denuncia la Mikovits. 
 
Ad oggi, se un ospedale americano riporta come causa di morte di un paziente il Covid-19 prende 10mila dollari dalle assicurazioni, mentre negli ospedali italiani più la statistica sale più la politica incapace, la utilizzerà per secondi fini. 
 
Se invece li attacca al ventilatore, sempre in America ne riceve ben 30 mila di dollari, in Italia? 
 
Il sistema praticamente non vuole favorire la cura dei pazienti, vuole favorire di fatto i loro decessi da coronavirus.
 
In Italia hanno somministrato vaccini con il coronavirus. 
 
La Mikovits spiega anche perchè la Penisola è stata così particolarmente colpita dal problema del coronavirus.
 
“L’Italia ha una popolazione molto anziana soggetta a malattie infiammatorie”, precisa la virologa.
 
Ma il problema principale sarebbe stato per la scienziata, la somministrazione decisa dal ministero della Salute italiano del vaccino antinfluenzale H1N1 per la stagione 2019-2020.
 
Questo vaccino, spiega la biologa, è ricavato dai cani e non sarebbe stato nemmeno testato.
 
Ma i cani sono portatori di molti coronavirus. 
 
In altre parole, le persone che si sono sottoposte a questo vaccino potrebbero aver ricevuto nel proprio organismo il coronavirus che poi si sarebbe manifestato nei mesi successivi.
 
“Se tutto questo fosse confermato, a creare l’anomalia di morti in alcune regioni italiane non sarebbe stato il Covid-19, ma i vaccini che incredibilmente contenevano questo virus, di qui le alte percentuali di decessi proprio nelle aree ad alto tasso di vaccinazioni, secondo i dati ISS.”
 
I vaccini anti-influenzali avrebbero causato anche altri problemi, dal momento che la Dssa Mikovits cita un altro importante studio scientifico del Pentagono, secondo il quale questa immunizzazione aumenterebbe i rischi di infezione da coronavirus del 36%.
 
La denuncia della Dssa Mikovits è devastante, non solo per l’America. 
 
“In altre parole, la virologa sta dicendo che l’intera crisi da coronavirus è stata creata dalle grandi lobby del farmaco e da poteri possibilmente ancora più grandi interessati non alla salute delle persone, quanto piuttosto a procurarle il maggiore danno possibile.
 
Il sistema non sta in alcun modo provvedendo a curare le persone. 
 
Il sistema le sta facendo ammalare e morire. 
 
Tutte le raccomandazioni seguite, come spiegato da molti dottori, di stare a casa hanno di fatto indebolito il sistema immunitario.
 
Le mascherine, così raccomandate dal governo, non solo non servono ma compromettono la salute delle persone sane che non ne hanno alcuna necessità.”
 
Questi pareri sono stati raccolti anche da altri scienziati di fama internazionale, in Italia ad esempio, sulla stessa lunghezza d’onda, abbiamo il Prof. Tarro, il Prof. Montanari, il dr Dedonno, in Europa primo tra tutti il Prof. Montanier, questi sono solo alcuni. 
 
La verità sta venendo alla luce.
 
Un’orribile verità che sta rivelando che il coronavirus non è il mostro che un certo corrotto mondo scientifico vuole far credere assieme alla complicità dei media terroristi.
 
“Il vero mostro in questa storia sono coloro che stanno attentando alla salute delle persone pur di vedere realizzato il loro sogno di un governo mondiale totalitario fondato sulla paura, la repressione del dissenso e sulla scienza corrotta al servizio delle grandi case farmaceutiche.”
 
Il vero virus non è il Covid-19. 
 
Il vero virus è la dittatura globalista che sta nascendo da tutto questo e l’Italia ne è complice. 
 
Le nostre indagini in favore della verità continuano, perché la verità è sempre figlia del tempo. 
 
EP 
 
Redazione VaresePress@ Roma 
Rubrica Sicurezza Nazionale@ 
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Plasmaferesi, ci sfugge qualcosa?

 
Questa redazione, nella persona del suo editore Giuseppe Criseo, riceve alcune precisazioni su un articolo a firma della Redazione di Roma per la nostra testata, nella persona di uno dei nostri collaboratori esterni, in qualità de esperto di sicurezza e terrorimo internazionale, nonché studioso di politica e di tematiche giuslavoriastiche sindacali, che per noi cura in particolar modo la Rubrica Sicurezza Nazionale@. 
 
Pietrangeli :
 
Nella giornata di ieri (05 us), ho ricevuto una mail da un contatto personale nel mondo sanitario, con la quale veniva posta alla mia attenzione un testo di un connazionale, dimorante all’estero, in merito alla tecnica che, in alcuni ospedali italiani in primis tra cui come primi quelli di Mantova e Pavia, poi in ultimo quello ove si trova, si sta applicando nel trattamento del Coronavirus meglio conosciuto come Covid19, chiedendo se era possibile una pubblicazione sulla testata giornalistica del VaresePress@, quindi, non essendo un medico, ho ritenuto fondato il ragionamento tecnico del relatore della mail anzidetta, anch’egli non medico ma pare supportato da chi lo è, decido di procedere, visto il contatto che me lo aveva girato. 
 
Essendo tra i primi quotidiani a pubblicare la notizia del dr Mauro Rango, dottore in altra disciplina, immediatamente riceviamo una nota di rettifica a firma del dr Burioni, il quale con la solita tecnica comunicativa, asserendo che il dr Rango non era un medico, riteneva il concetto dallo stesso espresso privo di un analisi tecnica attenta e non completamente in linea scientifica, concludendo che ognuno dovrebbe fare il suo lavoro. 
 
Or bene, nella serata il dr Rango, scriveva alla redazione del VaresePress@, spiegando i motivi per cui aveva prodotto il suo ragionamento, sulla scorta di alcuni approfondimenti medici, purtroppo per interesse personale. 
 
In aggiunta, a titolo di premessa per ciò che seguirà, seppur anni fa in occasione di un evento che colpi’ la mia famiglia, donando il sangue mi fu chiesto se volessi donare per questa tecnica, spiegandomi l’importanza per loro sotto il profilo scientifico, ovviamente accettai; ieri però non ricordavo bene di cosa si trattasse pur donando abitualmente sangue, visto che non mi fu più chiesto. 
 
Allorché, ho cercato di capire meglio di cosa si trattava e qui una breve sintesi:
 
La plasmaferesi è una procedura di separazione del plasma sanguigno dagli elementi corpuscolati del sangue, ottenuta mediante centrifugazione o filtrazione.
 
Il metodo è utilizzato sia a scopi emotrasfusionali, sia a scopi terapeutici, quindi si possono distinguere tre tipi di plasmaferesi:
 
Autologa: a scopo terapeutico, rimuovendo il plasma sanguigno, trattandolo in qualche modo e restituendolo alla stessa persona.
 
Plasma exchange (PE, PLEX o PEX) o terapia di plasma exchange (PET): rimuovere il plasma sanguigno e scambiarlo con prodotti emoderivati. Il plasma rimosso viene eliminato e il paziente riceve plasma sostitutivo, albumina o una combinazione di albumina e soluzioni saline (di solito il 70% di albumina e il 30% di soluzione fisiologica).
 
Donazione: il sangue viene rimosso dal corpo, le cellule del sangue e il plasma vengono separati e le cellule del sangue vengono restituite, mentre il plasma viene raccolto. Può essere congelato per conservarlo per un eventuale utilizzo come plasma fresco congelato o come prodotto per la produzione di una vasta gamma di farmaci.
 
A ciò poi va aggiunto il “protocollo” di trattamento del dr Donno (Mantova) nel trattamento del COVID-19, protocollo sicuramente condiviso già da illustri scienziati del calibro del Prof. Tarro oppure del Prof. Montanari, i quali già hanno sollevato dubbi sui protocolli attuali ed in particolare sul vaccino dedicato e troppo sponsorizzato da esperti governativi. 
 
Or bene, poi stamane intorno alle 06.30 mentre ero in auto, ascoltando Radio Globo, gli speakers disquisivano di questo argomento, relativamente a Mantova e Pavia, nella discussione interveniva un medico, una donna di cui non ricordo il nome, la quale spiegava l’importanza di questa procedura abbinata ad infiammatori, con un esempio di un primo paziente trattato a Roma presso il Gemelli, ove:
 
“Paziente affetto da Covid19, oltretutto un sanitario se non ricordo male, con una prognosi di terapia intensiva ventilatoria per circa 15 giorni minimo, con questo approccio (Plasmoferesi) la prognosi è stata di 5 giorni senza assistenza ventilatoria, ma nonostante l’efficacia di tale approccio terapeutico già nelle piene conoscenze scientifiche del nostro sistema sanitario, non si vuole fare in modo che diventi PROTOCOLLO per il trattamento del COVID-19, semplicemente perché funziona ed è già disponibile, questo è contro ogni logica di trattamento medico in tutela della salute. “
 
Ora sulla scorta di quanto anzidetto, sulla scorta dei RISULTATI, innegabili, è giusto chiedersi, perché si stanno investendo risorse in strutture Covid19 Center oppure verso altre direzioni, come un vaccino, che oltre tutto secondo alcuni scienziati non al servizio del governo Conte, sarebbe assurdo pensare ad un vaccino contro i coronavirus, in particolare contro il COVID-19, quando con la plasmaferesi supportata da antinfiammatori e riequilibrio vitaminico, C e D, risulta efficace nel trattamento dell’infezione da Covid19. 
 

In conclusione, soprattutto in ambito medico non dovrebbero essere più importanti gli interessi di business e politici, della finalità professionale di un medico, ciò quella di curare gli esseri umani. 

 
A voi lettori ardua sentenza. 

 
Giuseppe CRISEO 
Redazione VaresePress@ 
Editore 
 
 

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EUROPA & MONDO

Isis, Jihad e il Soldato Covid19

Jihad, Isis e il Soldato Covid19 
 

Già a febbraio, alcune fonti avevano definito il Covid-19 come un prodotto della volontà divina. 

 
Questa volta però l’attenzione dell’articolo di una copertina di un media online la quale si sofferma sulla geografia della pandemia, alla ricerca di conferme che «il flagello di Dio» sta colpendo «i paesi degli infedeli e degli apostati».

 
Per l’Isis il coronavirus è un flagello di Dio che colpisce soprattutto i paesi degli «infedeli e degli apostati»: i media dello ‘Stato islamicò tornano a dare molta attenzione al fenomeno del coronavirus; e, dal momento che neanche l’Isis è al sicuro dalla pandemia, forniscono analisi e istruzioni di comportamento.
 
Nell’ultimo numero della rivista online an Naba (l’Allarme), l’Isis ricorda ai lettori sparsi in giro per il mondo che il coronavirus è stato mandato da Dio. 

L’Isis ricordava che il coronavirus aveva colpito la Cina il cui governo è descritto come repressivo nei confronti della comunità musulmana della regione dello Xinjang. 
 
Ma in un contesto in cui il Covid-19 è diventato una minaccia globale, lo ‘Stato islamicò non si sente più al riparo.
 
Nell’ultimo numero, la rivista telematica invita i fedeli musulmani che non sono stati contagiati dal virus a «non entrare nelle zone infettate».
 
Invita poi coloro che sono stati contagiati a «non uscire dalle zone colpite» dalla pandemia. 
 
Stando ai dati ufficiali, numerosi paesi con significative presenze di fedeli musulmani sunniti (come l’Afghanistan, l’Egitto, l’Algeria, l’Iraq, l’India, le Filippine e l’Indonesia) sono stati colpiti in maniera relativamente minore rispetto all’Europa, alla Cina, all’Iran e al Nordamerica.
 
Quindi da una parte l’Isis teme il coronavirus, dall’altra lo descrive come un’inaspettata opportunità per colpire meglio i paesi del ‘Dar al Harb’, quei ‘Territori della guerrà dove il jihad è condotto contro gli infedeli. 
 
I governi colpiti dal Covid-19 sono ora in difficoltà, «in stato di paralisi», su tutti i fronti, afferma an Naba: dall’economia alla politica, dalla sicurezza alla difesa militare. 
 
«L’ultima cosa che adesso (questi governi) vogliono è che i combattenti per il jihad preparino azioni simili a quelle già compiute a Parigi, Londra, Bruxelles». 
 
Il 4 aprile, i servizi segreti afghani hanno annunciato di aver catturato 20 jihadisti tra i quali Abdullah Orakzai, alias Aslam Farooqi, il leader dello Stato islamico Khorasan (ISKP) – franchise afghano dell’omologo nato in Iraq e poi in Siria – responsabile degli attacchi che, lo scorso 25 marzo, hanno provocato oltre 50 vittime tra le comunità sikh e sciite di Kabul
 
Due fatti rilevanti che definiscono l’attuale situazione in Afghanistan, dove gli accordi tra Stati Uniti e talebani hanno aperto alla possibilità di un disimpegno significativo delle truppe statunitensi dalla guerra più lunga mai combattuta da Washington.
 
L’accordo, firmato a Doha lo scorso 29 febbraio, prevede la riduzione militare statunitense, da 12.500 a 8600 uomini (e di conseguenza della NATO) entro 135 giorni, e il ritiro completo entro 14 mesi; i talebani si sono invece impegnati a non ospitare in Afghanistan organizzazioni terroristiche e a ridurre la violenza.
 
Ora al di là dei risultati che potranno concretizzarsi, l’accordo è un evento storico per due ragioni: la prima è il riconoscimento formale dei talebani come legittimi interlocutori; la seconda è l’avvio del disimpegno militare statunitense, almeno quello delle truppe convenzionali.
 
Il negoziato prevede come primo passo la liberazione di circa 5.000 prigionieri talebani in mano al governo di Kabul; in cambio, i talebani rilascerebbero 1.000 prigionieri: di fatto un’imposizione al governo afghano, non preventivamente consultato, che ha aperto a una serie di resistenze che hanno già posticipato gli incontri intermedi che avrebbero dovuto portare al tavolo delle trattative i due attori.
 
Il governo afghano potrebbe sfruttare la necessità di alleggerire il peso di un sistema carcerario pesantemente colpito dalla diffusione del virus rispondendo in tempi brevi alla premessa dell’accordo con i talebani, che prevede appunto il rilascio dei 5.000 prigionieri, numero che potrebbe essere compreso nel totale dei 10.000 detenuti (principalmente donne, minori e malati) che Kabul ha annunciato di volere rimettere in libertà a causa della pandemia. 
 
Le resistenze politiche che si sono sollevate da più parti potrebbero qui trovare la soluzione che toglierebbe l’imbarazzo del rilascio dei talebani.
 
Un’opzione questa, che potrebbe influire favorevolmente su un accordo molto difficile in cui i seguaci del movimento che fu del mullah Muhammad Omar si stanno imponendo da una posizione di forza e con l’accusa, rivolta al governo guidato da Ashraf Ghani, di voler minare il percorso negoziale. 
 
Ciò che in realtà i talebani stanno cercando di imporre è una posizione sempre più subordinata dello stato afghano, equiparato, in termini di importanza e legittimità, a tutte le altre componenti afghane: dalla società civile ai gruppi di potere informali, all’opposizione parlamentare. 
 
Dunque al governo afghano i talebani intendono riservare un ruolo al pari di tutti gli altri soggetti, privandolo di quella legittimità che a livello internazionale e diplomatico gli è invece riconosciuta, quindi un arma a doppio taglio che dovrebbe far mantenere costante l’allerta. 

Il Governo afghano, per quanto militarmente equipaggiato, si troverà da solo a fronteggiare i talebani, in un possibile scenario da guerra civile dove si contrapporranno le componenti disposte alla condivisione del potere con i talebani (in prevalenza pashtun) e quelle che si opporranno a qualunque compromesso, in particolare le componenti tagike, uzbeche a hazara.

 
A tutto ciò è necessario ricordare come anzidetto, che la Jihad esultando al soldato di Dio, visto nel coronavirus, come alcune fonti ci confermano, stia invitando i fratelli musulmani a serrare i ranghi ed a tenersi pronti per colpire gli infedeli, sfruttando le difficoltà logistiche dell’Italia e la loro continua disponibilità nei porti sul mediterraneo, diventando una sorta di porta santa, partendo da qui avanzando poi verso il resto del vecchio continente. 
 
Su alcune testate giorni fa è stato pubblicato un documento in tal senso, visto i contenuti ed un passaggio particolare riferito all’antrace, come primo strumento, sarebbe auspicabile che il Governo Italiano si attivi immediatamente, chiudendo i porti, vietando l’attracco di navi ONG, aumentando i controlli antiterrorismo negli obiettivi sensibili tutti, mettendo in stato di massima allerta l’intero comparto sicurezza pubblica e privata secondo il protocollo internazionale Homeland Security, non per l’Europa ma per la sicurezza nazionale italiana, che allo stato attuale non può permettersi di essere colpita anche su questo fronte. 
 
Per 
Redazione VaresePress@ Roma 
Rubrica Sicurezza Nazionale@ 

EP
Security Specialist S.M.
Security Consultant H.S.
International Risk & S.E.
Terrorism Expert
Intelligence Analyst
CTU & CTP 
Member of the Security Committee M.I
Expert Labor Law Expert – Scholar and Legal Researcher

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Cronaca

Recovery Bond, veramente una Vittoria?

Recovery fund cos’è? Una Vittoria? 

 
Il Recovery fund che significa letteralmente fondo di recupero, è una proposta fatta dalla Francia che prevede l’istituzione di un fondo ad hoc con lo scopo di emettere obbligazioni, i cd. recovery bond con la garanzia del bilancio UE.

Si tratterebbe di un nuovo fondo da istituire a livello comunitario, gestito dalla Commissione europea o, in alternativa, dalla Banca europea per gli investimenti (Bei). 
 
Il fondo raccoglierebbe sul mercato 1.000 o 1.500 miliardi di euro attraverso l’emissione di obbligazioni, i cosiddetti Recovery bond (o Ursula bond, dal nome della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen). 
 
Questi bond sarebbero garantiti dal bilancio europeo del settenato 2021-2027 incrementato con nuove contribuzioni dirette da parte degli Stati membri. 
 
Le somme così raccolte sarebbero poi girate ai singoli Stati tenendo conto del livello di gravità di ciascuna situazione: in altre parole, i paesi più in difficoltà (come Italia e Spagna) riceverebbero più risorse di altri. 
 
Il Recovery fund è una sorta di compromesso tra la posizione di chi è favorevole a una mutualizzazione dei debiti a livello europeo (Italia e Spagna in primis, ma anche Francia) e chi è rigidamente contrario a una condivisione dei rischi (Germania, Olanda e i paesi baltici).
 
In questo modo però la condivisione del rischio sarebbe comune solo per il futuro, senza una vera mutualizzazione sui debiti del passato cosicché da accontentare i paesi del fronte del Nord come Olanda, Austria, Svezia, Finlandia e Germania, da sempre contrari ad una classica condivisione degli oneri legati ai debiti, soprattutto la Germania. 
 
Sii della Germania e vediamo perché, il via libera al pacchetto di misure, con le garanzie del Mes, Bei, Sure, rimettendo alla Commissione il mandato di “analizzare” il fabbisogno del Recovery europeo per sostenere la ripresa dopo la crisi pandemica, è stato dato proprio con questa condizionalita’. 
 
I tre strumenti approvati dall’Eurogruppo, sono il MES (con un abito nuovo?), la Bei e il Sure. 
 
Come già detto in passato vediamo che cos’è oppure che cosa è era il Mes:
 
Il Mes, meccanismo economico Salva-Stati è uno strumento istituito dall’Ue e nato con la precedente crisi finanziaria al fine di concedere prestiti agli Stati Membri che non riuscivano, o lo facevano ad altissimi costi, a finanziarsi sui mercati. 
 
Il MES o “vecchio Mes” in passato è stato attivato da 3 paesi:
 
– Cipro  per 6,3 miliardi di euro;
– Grecia per 61,9 miliardi di euro;
– Spagna 41,3 miliardi euro,
 
con diverse rigide condizioni che impongono a chi riceve i prestiti di approvare un memorandum d’intesa (MoU) che definisce con rigorosa precisione quali misure si impegna a prendere (soprattutto in termini di tagli al deficit/debito e di riforme strutturali).
 
Rispetto a questo Mes, il nuovo Mes è frutto di un compromesso che prevede che i Paesi Membri possono richiedere prestiti al MES a copertura dei:
 
Solo danni economici legati all’epidemia Coronavirus, per mezzo dei Recovery Bond. 
 
Il tutto sii a tassi molto più bassi di quelli di mercato e con scadenze assai più lunghe, per un importo non superiore al 2% del PIL, ma sempre di prestito debito ponte trattasi; però l’Italia potrà richiedere circa 36-27 miliardi.  
 
E’ veramente una vittoria oppure è lo stesso prodotto che grazie ad un artefizio letterale e poco strutturale ha cambiato abito? 
 
L’abito non fa mai “Monaco”.
 
EP 
Redazione VaresePress@ Roma 
Rubrica Sicurezza Nazionale@ 

 
 

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SOCIETA'

Roma: il 26 Marzo 2018 ci lasciava Fabrizio Frizzi

Roma 26 Marzo 2020

Il 26 Marzo 2018 ci lasciava un grande della TV, un uomo che con il suo sorriso e la sua semplicità,  ha sempre attirato davanti allo schermo milioni di telespettatori. Era Domenica 26 Marzo 2018 quando Fabrizio Frizzi al termine della sua ultima puntata de “L’Eredità ” ci lasciò con il suo consueto sorriso e con la sua voglia di ricominciare una nuova settimana con il suo programma.  Ma quella fu la sua ultima puntata, la sua malattia fu così crudele che lo ha portato via per sempre. Ciao Fabrizio sarai sempre nel cuore di tutti gli Italiani  

Fabrizio Adriano Frizzi (Roma5 febbraio 1958 – Roma26 marzo 2018[1]) è stato un conduttore televisivoconduttore radiofonico e attore teatrale italiano.

Ispirandosi a Corrado[2], nella sua quarantennale carriera ha condotto quizvarietà e talent show come Miss Italia (che lo vide alla guida per 17 edizioni, di cui 15 consecutive), Europa EuropaI fatti vostriScommettiamo che…?Luna ParkDomenica inPer tutta la vita…?Cominciamo beneSoliti ignoti e L’eredità; ha partecipato come concorrente in programmi di successo come Ballando con le stelle e Tale e quale show e ha recitato nelle due stagioni della fiction Non lasciamoci più. Legato anche a trasmissioni benefiche come la maratona televisiva Telethon, da lui condotta negli anni novanta e poi ripresa ininterrottamente dal 2005 fino al 2016 per 11 edizioni, e La partita del cuore, presentata per 22 edizioni dal 1992 al 2017. Considerato fin dagli anni ottanta uno dei principali volti maschili della Rai, è stato insieme a Pippo Baudo il conduttore con più trasmissioni all’attivo[3][4]. È stato anche doppiatore e sua è la voce dello Sceriffo Woody nei primi tre film della saga di Toy Story.

 

Alessio Luisetto 

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Busto-Valle Olona

Busto Arsizio: la CRI ha bisogno di aiuti, servono mascherine guanti e occhiali

Busto Arsizio 25 Marzo 2020

 

Croce Rossa di Busto, servono i dpi

Mascherine, tute, guanti e occhiali. Sono solo alcuni degli indispensabili dpi (Dispositivi di Protezione Individuale) che il comitato della Croce Rossa di Busto Arsizio sta cercando disperatamente. L’altissima richiesta di questi materiali, a causa dell’emergenza coronavirus, li ha praticamente fatti sparire dal mercato, anche per gli addetti ai lavori. Da qui l’appello:

“In questi giorni abbiamo ricevuto tantissime richieste di persone che vogliono aiutarci e per questo vi ringraziamo. C’è qualcosa che tutti insieme possiamo fare. Il nostro comitato è alla disperata ricerca di dpositivi di protezione individuale (DPI), come mascherine, tute, guanti, occhiali e altri materiali. Chiediamo la massima diffusione per riuscire a reperire  aziende e privati che siano disposti a darci in donazione o a pagamento, questi materiali, al fine di poter continuare a svolgere il nostro servizio alla popolazione. Vi ringraziamo per tutto il supporto che ci state dando e #andràtuttobene#”

Alessio Luisetto 

 

 

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Somma Lombardo

Somma Lombardo: i ringraziamenti del dottor Giorgio Sciarini

Somma Lombardo 23 Marzo 2020

Buone notizie arrivano dal coronavirus,  il dottor Giorgio Sciarini è tornato a casa, la Sig.ra Antonella Silviestri mi ha dato questa ottima notizia e pubblico sul giornale on-line varesepress i ringraziamenti ufficiali della sig ra Antonella Silviestri in Sciarini.

A tutti gli amici, i conoscenti e i tanti pazienti che in questi giorni difficili hanno manifestato la loro vicinanza e amicizia a me e ai miei figli, comunico che il mio caro marito dott. Giorgio Sciarini è stato dimesso dall’ospedale di Busto Arsizio. È ancora molto debole, deve continuare la terapia e l’isolamento assoluto a domicilio per circa due settimane… ma è a casa con nostra grande gioia! Un sentito grazie di cuore a tutti, un particolare ringraziamento ai medici e agli infermieri del reparto di malattie infettive-Covid-19 primo piano per le cure prestate e un sentito ringraziamento all’amico dott. Carlo Romano e alle dottoresse Cassani, Castiglioni e Mattaini per essersi fatti carico della sua sostituzione . Ancora grazie di cuore a tutti!!! ????

La redazione di Varesepress augura al dottor Giorgio Sciarini di poter riprendere presto il suo lavoro.

Alessio Luisetto 

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ITALIA

Jole Santelli: il Governo ha compreso le preoccupazioni del sud

Regione Calabria 23 Marzo 2020

Il Presidente di Regione Calabria Jole Santelli è contenta che il Governo ha appreso le preoccupazioni del sud.

Il comunicato ufficiale della Presidente di Regione Calabria Jole Santelli:

Sono felice che il governo abbia compreso le preoccupazioni del Sud ed abbia cercato di porvi rimedio varando un’ordinanza del ministero dell’Interno e della Salute che vieta a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi in un comune diverso da quello in cui si trovano, quindi di evitare “fughe verso Sud”. La Calabria aveva necessità di risposte concrete per evitare nuovi contagi. Ringrazio il Presidente Tajani ed i colleghi parlamentari e consiglieri regionali che ieri ed oggi hanno fatto ‘squadra Calabria’ per raggiungere il risultato. Ringrazio il Ministro Lamorgese ed il Ministro Speranza che hanno subito compreso la gravità delle nostre preoccupazioni. Si tratta di una vittoria per la Calabria, ma anche per tutto il Sud Italia che rischiava di dover fronteggiare una nuova ondata di arrivi che avrebbe reso più critica la situazione attuale. #regionecalabria #jolepresidente

 

Alessio Luisetto