Categorie
POLITICA

Politica: “Dopo lo stallo degli Stati Generali, serve una nuova costituente”

La nuova costituente è un movimento nato per realizzare una radicale riforma federale. Il manifesto lanciato lo scorso 25 aprile dal alcuni imprenditori, studiosi e liberi professionisti intende proporre una nuova costituente per azzerare tutto e ripartire, dopo il manifesto fallimento delle istituzioni repubblicane costruite dopo la seconda guerra mondiale travolte dalla corruzione, dall’espansione della tassazione e della regolamentazione, da una centralizzazione del potere che ha umiliato ogni identità e cultura.

In un comunicato stampa la Nuova Costituente precisa che “non vede nulla di nuovo nel dibattito dei cosiddetti “Stati Generali”: una messinscena che fotografa, nei fatti, l’invecchiamento sociale, culturale e istituzionale dell’Italia. In effetti, quello che sta emergendo a Villa Pamphilj non è che il tentativo di élites vecchie e nuove di restare in sella, pur essendo sconnesse dai bisogni e dalle priorità che vengono dalle diverse aree del paese”.

Secondo Nuova Costituente, dopo questo vuoto esercizio, è necessario pensare a questioni di effettiva sostanza istituzionale che possano rimettere in piedi il paese su basi inedite, così da rispondere alle sfide del tempo in cui viviamo.

“Serve, allora, una nuova assemblea costituente. C’è insomma la necessità che i territori e le comunità che costituiscono la Repubblica abbiano la possibilità di portare a un tavolo di trattativa le proprie specifiche esigenze, così da poter negoziare un patto federale che stabilisca le basi di una rinnovata convivenza. Solo in questo modo si potranno correggere le dinamiche disfunzionali interne che da decenni appesantiscono il nostro paese frustrandone le potenzialità di crescita e che oggi, nella crisi economica generata dal lockdown, si sono fatte ancora evidenti” conclude il comunicato.

https://varesepress.info/politica-menu/politica-italiana-la-nuova-costituente.html

 

Categorie
POLITICA

Nuova Costituente: “Non sarà il centralismo a sconfiggere la crisi”

Dinanzi alle più recenti dichiarazioni del premier Giuseppe Conte e a seguito delle ultime decisioni del governo, il movimento Nuova Costituente esprime dure critiche nei riguardi di una politica romana costantemente autoreferenziale e quindi incapace di superare logiche centraliste.

Secondo Nuova Costituente, non è lo Stato centrale che può portare le diverse economie della Penisola fuori dal pantano. Le differenti realtà che compongono la nostra società esigono infatti risposte differenziate: per questo lo Stato deve ridimensionarsi e permettere un nuovo protagonismo delle realtà regionali.

Purtroppo, gli attuali presidenti delle Regioni – in quanto parte integrante del sistema politico italiano – non sono in grado di raccogliere la sfida. Al di là di qualche dichiarazione a uso dei media, i responsabili dei governi regionali appaiono quanto mai timidi e remissivi di fronte a Roma. Eppure la crisi sta spazzando via una parte significativa del tessuto produttivo e soltanto se le risorse rimangono a livello locale sarà possibile cercare di contenere le conseguenze più negative. Le Regioni devono pretendere che lo Stato centrale riduca i propri costi e le proprie competenze, perché diversamente non potremo avere un futuro.

In questi giorni il premier Conte ha parlato di riforme del fisco, di aiuti provenienti dall’Europa e di interventi pubblici per il rilancio dell’economia, ignorando la questione dei territori e delle libertà locali. Non soltanto sono ormai quasi 1000 giorni che in Lombardia e in Veneto si è votato per ottenere un’autonomia differenziata che è là da venire (e su questo il premier non dice nulla), ma oltre a ciò sono tutte e venti le regioni che compongono la Repubblica ad avere bisogno di essere affrancate dai lacci imposti da Roma.

Il Palazzo continua a ragionare sulla base di uno schema che vede l’Unione elargire risorse all’Italia e il governo romano gestire l’intera penisola. Nuova Costituente ritiene che dalle varie realtà regionali che compongono l’Italia deve emergere un nuovo protagonismo delle comunità locali, che devono al più presto far sentire la propria voce prima che le politiche del Palazzo ci tolgano ogni speranza di poter ancora avere un futuro.

 

Nuova Costituente, il movimento che sostiene l’autogoverno dei territori che oggi compongono la Repubblica italiana, vede un serio pericolo nell’attuale processo di centralizzazione a livello europeo del finanziamento della spesa.

Ormai il principale terreno su cui, a Roma, sembra giocarsi la partita politica è quello della capacità dei partiti, di destra o sinistra, di ottenere più elargizioni da Bruxelles e Francoforte. Nei fatti si assiste a un crescente assalto alla diligenza che sta conducendo l’intero paese entro quelle logiche assistenzialiste e vittimiste nelle quale da tempo è imprigionato il nostro Mezzogiorno.

Per Nuova Costituente, invece, la scommessa non deve essere quella di “unificare l’Italia” come periferia assistita dell’Europa centro-settentrionale, ma piuttosto quella di ripristinare “dal basso” principi di responsabilità fiscale e di bilancio, innescando dinamiche locali di crescita economica sana.

Questo sarà possibile solo se sarà ripristinato un collegamento diretto tra la spesa pubblica e il suo finanziamento. Per fare questo, però, è indispensabile attribuire effettivi poteri e veri responsabilità ai singoli territori e alle singole comunità che costituiscono la Repubblica. 

Categorie
POLITICA

Politica italiana: la Nuova Costituente

Lo scorso 25 aprile un gruppo di imprenditori, studiosi e liberi professionisti ha lanciato un manifesto che intende proporre una nuova costituente, una occasione per cancellare anni di confusione e di nebbia e ripartire con regole nuove, adeguate alla nostra società odierna.

Il manifesto per la Nuova costituente aggrega personalità come Marco Bassani, Roberto Brazzale, Dario Caroniti, Flavio Felice, Giorgio Fidenato, Alessio Morosin, Giancarlo Pagliarini, Corrado Sforza Fogliani, Adriano Teso e Stefano Zecchi e Fabio Bertazzoli.

La premessa è che le istituzioni repubblicane nate sulle ceneri della seconda guerra mondiale, e pensate per quell’epoca e quegli equilibri con il mutare della società e degli scenari sono di fatto fallite e snaturate dalla sempre crescente corruzione, dall’esplosione della tassazione e da un eccesso di regolamentazione stratificata su se stessa per alimentare una burocrazia insensata.

L’idea che sta alla base del manifesto è quella di rivitalizzare i territori con l’adozione di soluzioni differenziate adeguate ai diversi problemi che nascono dai territori, una sorta di ricetta svizzera.

Lo scenario italiano che resterà, una volta che la pandemia sarà finita, non sarà molto diverso da quello del dopoguerra e ci sarà l’occasione per rifondare il paese, abbandonando i vecchi schemi verticistici ed autoritari che dominavano la cultura politica del dopoguerra.

In questa ottica si inquadra la presa di posizione della nuova Costituente che nel contingente si oppone con forza alla paventata ipotesi di arruolamento di un “esercito di spie e controllori”.

“Nuova Costituente è molto scettica sull’iniziativa annunciata dal ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Francesco Boccia, e dal presidente dell’Anci, Antonio Decaro, che intendono arruolare 60 mila cosiddetti “assistenti civici” chiamati a vigilare sul rispetto delle disposizioni di distanziamento sociale previste nella fase 2” sostengono gli autori del manifesto.

L’operazione annunciata fragorosamente, come al solito, è ancora confusa e indefinita, ma probabilmente si tradurrà in nuova spesa pubblica proprio nel momento in cui il denaro dei cittadini dovrebbe essere speso con oculatezza.

“Per giunta, l’ingaggio di un esercito di spioni e controllori rappresenterebbe un segnale della scarsa fiducia che lo Stato ha negli individui, oltre che un ulteriore elemento di disgregazione sociale – continua una nota dell’ufficio stampa delLa Nuova Costituente – Nei fatti, i cittadini sarebbero divisi in due categorie: chi in condizioni spesso difficili si prodiga e si industria per andare avanti, ripristinare condizioni di praticabilità economica e produrre ricchezza, e chi invece ha quale obiettivo quello di controllare la vita altrui, regolando e ammonendo. Per Nuova Costituente, però, non si devono mettere i cittadini gli uni contro gli altri, ma va invece valorizzata la responsabilità individuale al fino di costruire un nuovo rapporto di fiducia tra cittadini, comunità e istituzioni”.