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Carabinieri/ Bari, arrestato latitante MAGNO GIUSEPPE DI ANDRIA

ARRESTATO IL LATITANTE MAGNO GIUSEPPE DI ANDRIA, IN PROVINCIA DI LECCE, RICERCATO DA DICEMBRE 2018.

Nella notte di sabato 18 aprile 2020, i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari, coadiuvati da quelli del Comando Provinciale di Lecce nella frazione Marittima del comune di Diso (LE), hanno tratto in arresto il MAGNO Giuseppe, di 54 anni, di Andria, latitante dal 4 dicembre 2018.

Il 6 ottobre 2018, MAGNO Giuseppe si è reso protagonista della tentata rapina, unitamente ad altri complici e con l’utilizzo di artifizi esplosivi del tipo c.d. “marmotta”, dello sportello ATM della filiale UNICREDIT di Ruvo di Puglia. Nella circostanza, l’attività dei malfattori è stata interrotta dall’arrivo sul posto di una guardia giurata che era stata prima minacciata con armi da fuoco dal MAGNO e dai suoi sodali, quindi fatto oggetto, fortunatamente senza conseguenze, di proditoria azione di fuoco.

Nonostante la fuga dei criminali, le indagini sviluppate dai Carabinieri della Compagnia di Trani, attraverso il puntuale riconoscimento della guardia giurata, avevano consentito di identificare nel MAGNO uno degli autori dell’azione di fuoco, nonché colui il quale aveva finanche minacciato la guardia.

Pertanto, sulla base della dettagliata ricostruzione degli eventi la Procura della Repubblica di Trani (Dott. Catalano) il 05.12.2018 ha emesso un fermo di indiziato di delitto nei confronti del MAGNO, per i reati di tentata rapina in concorso, tentato omicidio aggravato, nonché di detenzione illegale di armi.

Magno era destinatario anche di una O.C.C.C emessa dalla Procura della Repubblica di Larino, a seguito delle indagini svolte dalla Compagnia Carabinieri di Termoli in relazione ad un furto avvenuto, in concorso con altre 3 persone non identificate, il 04.07.2018 nel comune di Petacciato (CB) ai danni di uno sportello bancomat.

La latitanza del MAGNO, iniziata appunto al principio del dicembre 2018, si è conclusa nella notte del 18 aprile scorso all’interno di un appartamento di una struttura residenziale sita nella località Marittima del comune di Diso, dove il catturando da un paio di mesi aveva trovato rifugio.

A tale domicilio i Carabinieri sono giunti a seguito di un articolato servizio di osservazione, controllo e pedinamento realizzato sul conto della moglie del MAGNO che, nel tardo pomeriggio del venerdì precedente, non aveva rinunciato a lasciare la propria residenza di Andria, per raggiungere il marito.

Le indagini, condotte dai Carabinieri del Comando Provinciale di Bari secondo metodi tradizionali e attraverso l’esecuzione di un’intensa attività tecnica, sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Trani, di cui quello stesso ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) ha condiviso la linea ed autorizzato puntualmente le operazioni.

Ancora, nella fase esecutiva e prodromica all’arresto del ricercato, i Carabinieri si sono avvalsi anche di personale ed apparecchiature in dotazione all’Aeronautica Militare, messe a disposizione nell’ambito di un protocollo di collaborazione siglato tra l’Arma Azzurra e la Benemerita, a supporto del servizio d’Istituto assolto quotidianamente da quest’ultima.

MAGNO Giuseppe è persona già condannata, nel passato, per aver commesso reati predatori, nonché più volta indagata, negli anni, per aver partecipato ad assalti armati, anche a porta valori.

Le investigazioni finalizzate alla cattura di MAGNO Giuseppe hanno avuto un’accelerazione nell’ultima decade dello scorso mese, atteso che erano state acquisite risultanze secondo le quali, approfittando del contingente stato di emergenza sanitaria, il ricercato aveva in animo di organizzare un furto di cassaforte presso un ufficio postale n.m.i., in previsione del caricamento di contanti per il pagamento di pensioni.

Successivamente all’arresto del pregiudicato andriese, nel domicilio leccese dello stesso, sono stati rinvenuti e sequestrati apparati ricetrasmittenti, 2 telefoni cellulari, strumenti e materiale da effrazione.

Ad Altamura, invece, presso una base logistica del latitante, è stata rinvenuta e sequestrata un’Audi Q5 di provenienza furtiva, utilizzata dal MAGNO per gli spostamenti in provincia di Bari e nella BAT, completa di targhe clonate.

Al momento dell’arresto il MAGNO non ha opposto resistenza. Lo stesso è stato associato presso la Casa Circondariale di Lecce.

Proseguono le indagini finalizzate ad individuare la filiera dei fiancheggiatori del ricercato nonché ad identificare la rete dei sodali.

A MAGNO Giuseppe ed alla consorte è stata anche elevata contravvenzione amministrativa per aver violato le disposizioni del D.L. 22 marzo 2020, in materia di emergenza sanitaria finalizzata al contenimento del virus COVID-19.

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Cronaca

Coronavirus e soldi falsi. Lo “Sportello dei Diritti”: il caos e le consegne a domicilio riducono le possibilità di controllo

Coronavirus e soldi falsi. Lo “Sportello dei Diritti”: il caos e le consegne a domicilio riducono le possibilità di controllo. Il video emblematico di un macellaio lombardo del Varesotto, come pubblicato su Varese Press giornale on line.

Ma si segnalano altri casi anche altrove. In particolare, occhio alle banconote di piccolo taglio da 10 e 20 euro Quando ci sono emergenze, come quella che stiamo vivendo, spuntano come funghi anche gli approfittatori e coloro che pensano di poter commettere reati ritenendo che è più semplice rimanere impuniti. Perché tanto nel torbido e nel caos, è più difficile essere scoperti. Ne sa qualcosa perché ne ha subìto le conseguenze, un macellaio lombardo, in particolare del comune di Sesto Calende nel Varesotto, che dopo una giornata di consegne a domicilio, esausto, si è voluto sfogare sui social con un video alquanto eloquente perché accortosi di aver ricevuto, fra i tanti clienti cui aveva portato a casa i suoi prodotti, una banconota da 10 euro falsa. Ma l’amarezza e le espressioni di sdegno dell’esercente del Nord non sarebbero l’unico segnale di un fenomeno che non si sopisce mai, quale quello della contraffazione e spaccio di soldi falsi, ma che conosce recrudescenze in periodi come questo, quando a causa del cambiamento repentino e imprevedibile nelle nostre abitudini, alla moltiplicazione delle consegne a domicilio, le possibilità di controllo – per esempio, con le apposite macchinette anticontraffazione – si riducono inevitabilmente. Casi analoghi pare siano accaduti in questi giorni anche altrove, uno segnalato anche a Lecce, in un supermercato del centro cittadino, dove questa volta ad arrivare nelle mani di una cassiera sarebbe stata una banconota da 20 euro. Un’ulteriore prova, quindi, che il crimine non conosce confini geografici e che approfitta della contingenza per esprimere la sua maggior carica, scegliendo gli strumenti più immediati e subdoli per nutrirsi. In particolare, nel periodo che viviamo, la contraffazione e lo spaccio di soldi falsi riguarderebbe, nello specifico, le banconote di piccolo taglio da 10 e 20 euro, ovviamente non escludendo le altre. Alle forze dell’ordine, ma a cittadini ed esercenti prima di tutto, dunque, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” è richiesto un innalzamento della soglia d’attenzione in un momento in cui, è naturale, stress, ansie e paure c’inducono spontaneamente ad abbassarla. È però d’obbligo ricordare a chiunque si accorga di aver ricevuto in pagamento una banconota o moneta falsa, che la sola intenzione di spenderla o farla comunque circolare è un reato punito dall’articolo 457 del codice penale. Ecco il video: https://www.youtube.com/watch?v=m8HZfePQbyY