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Coronavirus, negozio chiuso per lockdown “Non deve pagare l’affitto”.La sentenza del Tribunale di Venezia

Coronavirus, negozio chiuso per lockdown “Non deve pagare l’affitto”.La sentenza del Tribunale di Venezia: “L’azienda che è trovata nell’impossibilità di operare a causa del lockdown, non riuscendo ad utilizzare i locali presi in affitto per svolgere la propria attività commerciale, non è tenuta a versare i canoni di locazione per i mesi di chiusura, in quanto il blocco è dovuto a causa di forza maggiore per la quale non ha alcuna responsabilità”.

Non dovrà pagare l’affitto perché il suo negozio è stato chiuso a causa del lockdown imposto dal Coronavirus. A deciderlo è stato il tribunale civile di Venezia che ha accolto il ricorso presentato per una attività del settore abbigliamento. L’esercizio commerciale avrebbe dovuto pagare circa 50mila euro per tre mesi (febbraio, marzo e aprile) alla società che gestisce il centro commerciale del quale fa parte il negozio. Il giudice monocratico ha però disposto alla società di non riscuotere il pagamento dalla banca. L’istituto di credito aveva emesso fideiussioni per il versamento dell’affitto e ha visto sospendere l’attività di pagamento.Un primo provvedimento, quello del tribunale veneziano,evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che potrebbe diventare un importante precedente.

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Cronaca

Termini aperti e protocolli chiusi. Migliaia di cittadini “impallati” perché gli uffici adibiti alla ricezione degli atti sono chiusi

Termini aperti e protocolli chiusi. Migliaia di cittadini “impallati” perché gli uffici adibiti alla ricezione degli atti sono chiusi

Dopo la sospensione forzata dall’Emergenza Covid-19 e la necessaria decisione di sospendere i termini per molti incombenti di natura amministrativa e processuale, con una serie di norme inserite nei vari decreti susseguitisi durante la cosiddetta “Fase 1” che li hanno progressivamente prorogati differenziandoli a seconda dei tipi, i cittadini oggi s’iniziano a scontrare con l’amara realtà che molti degli uffici pubblici demandati alla ricezione degli atti, noti anche come “uffici protocollo” o le cancellerie per l’iscrizione a ruolo degli atti, specialmente quelli dei Giudici di Pace, risultano essere chiusi al pubblico. Si tratta, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, di un vero e proprio black out normativo che sta gettando nell’incertezza coloro che vorrebbero depositare gli atti “a mano” e senza l’ausilio di patrocinatori, ma che si troverebbero costretti a inoltrare le proprie istanze a mezzo raccomandata postale con i conseguenti aggravi di costi oppure a mezzo pec, ma sappiamo che questa forma di trasmissione della corrispondenza non è ancora obbligatoria né diffusa tra tutta la cittadinanza. Ci è stato segnalato, per esempio, che alcuni ricorsi avverso sanzioni amministrative innanzi al Giudice di Pace di Lecce che non erano stati ancora depositati a causa del “lockdown” tenuto conto della precedente sospensione dei termini processuali e che, quindi, sarebbero in imminente scadenza in ragione della ripresa del computo a far data dal 12 maggio scorso, non si è potuto depositarli per la chiusura al pubblico dell’apposita cancelleria resasi necessaria dalla permanenza dell’emergenza in strutture che, per croniche carenze, non sono ancora adeguate alla ripresa delle normali attività. Ma questi sono solo alcuni dei casi rappresentatici. Si pensi, ad esempio, che gli uffici protocollo di alcune amministrazioni sono ancora chiusi, mentre i termini amministrativi riprenderanno a far data da domani 16 maggio, gettando, così nell’ulteriore incertezza migliaia di cittadini che non potranno recarvisi per effettuare la consegna di documenti e atti, molti dei quali potrebbero essere in scadenza e che si vedranno costretti ad attivarsi per vie alternative al fine di farli pervenire a destinazione in assenza di ulteriori determinazioni governative in merito. È necessario, quindi, per lo “Sportello dei Diritti”, un nuovo ed immediato intervento del Governo, per sanare questa grave carenza, rinnovando ulteriormente la sospensione dei termini sostanziali, processuali e amministrativi finchè non sarà consentita la riapertura al pubblico dei suddetti uffici.

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Ambiente

Ambiente e lockdown da coronavirus. Un orso si arrampica su un balcone ieri notte nel centro di Calliano in Trentino

Ambiente e lockdown da coronavirus. Un orso si arrampica su un balcone ieri notte nel centro di Calliano in Trentino. Lo Sportello dei Diritti: “La natura riguadagna i suoi spazi”

                 

Non capita spesso di vedere un orso avvicinarsi a un centro abitato. E meno frequente ancora è che questo possa intrattenersi su un balcone, sfoggiando doti acrobatiche, come invece è avvenuto la scorsa notte nel centro di Calliano, un piccolo paesino situato in Trentino. Il plantigrado si è arrampicato al primo piano di un’abitazione, dondolandosi sul terrazzo per un po’ come se fosse su di un’altalena, prima di balzare nuovamente a terra e fare ritorno nei boschi. La scena è stata immortalata da un abitante con il suo smartphone e pubblicata sul pagina Facebook del sindaco del paesino, Lorenzo Conci. Sul posto sono intervenuti anche Vigili del Fuoco, i Carabinieri e la Guardia Forestale. Secondo i media locali l’orso potrebbe essere arrivato dal Trentino orientale, attraversando l’autostrada del Brennero che in questo periodo di pandemia è deserta. E’ chiaro evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che è l’ennesima dimostrazione di come l’isolamento sociale di questi giorni, il fermo delle attività umane derivante dall’emergenza sanitaria in corso, abbia liberato spazi per la natura, concedendo agli animali quello di cui gli uomini si sono dovuti privare causa forza maggiore: la libertà di muoversi a loro piacimento in una natura sempre più pulita, un pianeta sempre più pulito. Ecco il video: https://youtu.be/-io5C6TCnDg

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Cronaca

Francia e lockdown da coronavirus: bagnante era una bambola gonfiabile. I gendarmi vittime di uno scherzo

Francia e lockdown da coronavirus: bagnante era una bambola gonfiabile. I gendarmi vittime di uno scherzo. Sotto l’ombrellone la sorpresa per i poliziotti che diventa virale

Un residente di Carnon (Hérault) nel sud della Francia voleva fare uno scherzo ai gendarmi e c’è riuscito. Sarà stato il desiderio di un po’ di leggerezza in quest’atmosfera da confinamento che varca le frontiere italiane e che dappertutto è causa di stress ed ansie, ma la bufala è diventata subito virale. Domenica mattina 3 maggio, credendo la possibile violazione da parte di un bagnante del divieto di accesso alle spiagge voluto dal governo transalpino almeno fino al 1 giugno, alcuni poliziotti hanno pensato di averlo visto sdraiato sulla sabbia di Carnon, placidamente disteso sotto il suo ombrello. La scena immortalata da un residente è stata postata su Facebook: in realtà era una bambola gonfiabile! La beffa ha funzionato, tanto che un poliziotto, impegnato nel difficile compito di contenere tutti gli impazienti che hanno tentato di accedere sulle spiagge a causa della giornata bella e del sole splendente, si è avvicinato per controllare. Non si sa però se il gendarme l’abbia capito subito. Ma una cosa è certa, sui social la scena si è subita diffusa vorticosamente. La gendarmeria di Hérault ha deciso, quindi, di prenderla alla leggera pubblicando le informazioni sul suo account Twitter. Aberrazioni da quarantena o scherzi, un po’ ovunque e quindi non solo in Italia si respira stress da lockdown ma, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti“, anche tanta voglia di cercare un sorriso.

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Ambiente

Coronavirus, alligatore vaga indisturbato per le strade in Florida. Con il lockdown gli animali si riprendono le città.

Coronavirus, alligatore vaga indisturbato per le strade in Florida. Con il lockdown gli animali si riprendono le città.

Un alligatore è stato visto e ripreso mentre attraversa un incrocio in Florida. L’animale non ha trovato nessun umano sulla sua strada, quella di Francia in Florida, e quindi nessun ostacolo per la passeggiata “umana” nei giorni del lockdown da Coronavirus. Il video, girato da E. Scott-Marr, è stato condiviso migliaia di volte sui social. La polizia locale, dopo le numerose segnalazioni, ha scritto sulla sua pagina Facebook: «Questa mattina è stato avvistato un alligatore sulla strada. Abbiamo riferito alle persone che non c’è nulla che si possa fare, lasciamo che la natura faccia il suo percorso. Il motivo della presenza dell’animale è dettato dall’assenza delle persone in strada». I rettili, presenti da tempo anche nei centri abitati della Florida, sono sempre più affamati a causa della minore presenza di rifiuti per le vie. Secondo i media locali, gli alligatori stanno lottando per sopravvivere in città mentre le persone rimangono a casa durante la pandemia. Gli effetti del lockdown sugli animali selvatici però si stanno verificando in ogni parte del globo, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” : «La natura si sta riprendendo una parte della nostra città». Da più parti giungono immagini di diverse specie che si sono avventurati sempre più nelle strade che sono state abbandonate a causa del virus. Nel Regno Unito, i cervi hanno conquistato le vie deserte di East London. Negli Stati Uniti, più utenti di Twitter hanno notato coyote che vagano per le strade di San Francisco durante il blocco di tre settimane. A Benidorm, una colonia di gabbiani si è lanciata su un anziano che portava in mano la busta della spesa. La gente del posto ha affermato che gli uccelli sono divenuti aggressivi ed hanno iniziato ad attaccare le persone nei brevi tragitti che gli separano dal supermercato alle loro dimore. E sostengono che la loro normale fonte di cibo sia svanita dopo la chiusura di bar e ristoranti. Ecco il video: https://youtu.be/vZGuMgm6IxE