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Salute e benessere

Ex specializzandi, Rizzotti (FI):cicatrizzare le conseguenze degli errori

 «La sentenza del Tribunale di Genova deve portare ad un’accelerazione per una soluzione legislativa rapida ed efficace – aggiunge la senatrice Rizzotti -. Uno Stato che costringe i medici al contenzioso, negando lo stesso standard garantito ai colleghi europei, ha moltissimo da farsi perdonare. È arrivato il momento di cicatrizzare le conseguenze degli errori fatti e iniziare finalmente una fase nuova».

Si parla sempre più spesso dei medici come eroi, ma i soldi dove sono?

Consulcesi: «Rimborsi fino a 100mila euro e la prescrizione non è mai iniziata»

 «È fondamentale che i medici tengano vivo il proprio diritto aderendo alle nostre azioni o portando avanti con coraggio e fiducia quelle in corso – commenta il presidente di Consulcesi Massimo Tortorella –. Ma ora è opportuno che il Parlamento italiano si riappropri del suo ruolo e trovi quella soluzione legislativa che da anni auspichiamo».

Il ricorso conclusosi con la sentenza del Tribunale di Genova è stato curato dall’avvocato Marco Tortorella:

“La sentenza è poi importante perché affronta la questione dell’ammontare dell’indennizzo, confermando che questo deve essere parametrato alla legge 370 del ’99, e quindi parliamo di circa 7mila euro per ogni anno di specializzazione. Però, a differenza di quanto avveniva prima, viene affermato che oltre a questi 7mila euro devono essere riconosciuti anche la rivalutazione monetaria per il tempo trascorso e gli interessi compensativi. Ciò determina che, in pratica, in molti casi le somme vengano triplicate. Ci sono allora medici che, per un corso di 4 o 5 anni, possono reclamare e ottenere anche più di 100mila euro.”

fonte: Sanità Informazione

 

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Sanità

Basta fake news sugli animali. Cani non veicolano il Coronavirus

Sen. Mariella Rizzotti (FI)

“Troppe Fake news sugli animali da compagnia”

La Senatrice : “Sgombriamo una volta per tutte il campo da ogni equivoco. Non c’è alcuna evidenza scientifica che faccia temere un passaggio del Covid-19 attraverso gli animali domestici. Si ascoltino gli esperti, primo su tutti l’Istituto superiore di sanità, e si mettano al bando vergognose fake news.
I nostri cani e gatti non trasmettono alcun virus all’uomo. I quattro casi segnalati non si sono verificati in Italia e in ogni caso si tratta di animali contagiati dai loro padroni risultati positivi. Non lasciamoci quindi suggestionare da notizie false, ma ascoltiamo i medici.
Non abbandoniamo i nostri fedeli amici commettendo un atto ignobile che si commenta da se.”

Maria Rizzotti è un medico, Vice presidente al Senato, membro della 12 commissione permanente sanità. Sempre vicina alle fasce più deboli, si occupa inoltre d’inchieste sul femminicidio e su ogni forma di violenza ed abusi. 

Il suo appello

“Invito ad una esortazione a non abbandonare gli animali domestici a tutti coloro che ne posseggono uno, con l’invito a mantenere la calma e adottare sempre i provvedimenti suggeriti dal governo in termini di norme igieniche. Come riporta l’Istituto Superiore di Sanità, infatti, non esiste alcuna evidenza che gli animali domestici siano diffusori di sars-cov-2. È una notizia non corrispondente al vero che sta circolando da giorni sul web e sta facendo registrare pericolosamente un incremento ingiustificato degli abbandoni.

Al contrario sono i padroni che trasmettono il virus ai nostri amici a quattro zampe. No a paure irrazionali”

La pulizia dell’animale domestico

Il “problema” si risolve facilmente, seguendo le normali norme igieniche: dopo averli accarezzati, aver tocccato la lettiera o la ciotola del cibo, bisogna lavarsi bene le mani ed evitare di portarle alla bocca. Pulire loro le zampe e il pelo dopo averli portati a passeggio usando le salviette adatte (e non candeggina come qualche sconsiderato ha suggerito in tv), evitare di baciarli. Norme igieniche che dovrebbero valere in periodi normali, anche senza il coronavirus.

L’elevata circolazione del virus tra gli esseri umani «sembra non risparmiare, in alcune occasioni, gli animali che condividono con l’uomo ambiente domestico, quotidianità e affetto. Al 2 aprile, a fronte di 800 mila casi confermati nel mondo di Covid-19 nell’uomo, sono solamente 4 i casi documentati di positività da Sars-CoV-2 negli animali da compagnia: due cani e un gatto ad Hong Kong e un gatto in Belgio. In tutti i casi, all’origine dell’infezione negli animali vi sarebbe la malattia dei loro proprietari, tutti affetti da Covid-19.

Una raccomandazione per la tutela degli animali


L’Istituto superiore della Sanità sottolinea che questo è «un virus nuovo» e che «occorre intensificare gli sforzi per raccogliere ulteriori segnali dell’eventuale comparsa di malattia nei nostri animali da compagnia, evitando tuttavia di generare allarmi ingiustificati. Vivendo in ambienti a forte circolazione virale a causa della malattia dei loro proprietari, non è inatteso che anche gli animali possano, occasionalmente, contrarre l’infezione. Ma, nei casi osservati, gli animali sono stati incolpevoli “vittime”. Non esiste infatti alcuna evidenza che cani o gatti giochino un ruolo nella diffusione epidemica», aggiunge l’Iss.

E allora che cosa fare? La raccomandazione generale «è quella di adottare comportamenti utili a ridurre quanto più possibile l’esposizione degli animali al contagio, evitando, ad esempio, i contatti ravvicinati con il paziente».

Lav: «Bene l’Iss. Gli animali vanno tutelati, no allarmi infondati»

La Lav, Lega Antivivisezione, plaude le raccomandazioni dell’Iss perché fa bene «a ricordarci che gli animali domestici vanno trattati alla stregua degli esseri umani che vivono nella stessa abitazione. Quindi in presenza di persone con sintomi o di acclarata situazione di Covid-19, cani e gatti vanno tenuti lontani, in percorsi separati della casa – dice il presidente Gianluca Felicetti aggiugendo: «Nessuna novità. Fin con il primo decalogo, cofirmato da Iss e Ministero della Salute, si è evidenziato che gli animali domestici non trasmettono il coronavirus. Una nota tecnica è entrata nei particolari confermandolo e dando in più delle indicazioni. Che nella sostanza si traducono in precauzioni partendo dal principio che con gli animali domestici occorre comportarsi come con tutti gli altri familiari umani». 

Nessun diktat, casomai buon senso. Cani e gatti vanno dunque tenuti lontano da ogni persona che mostri sintomi del Covid-19, ribadisce Felicetti sulla scia dell’Iss. «Ciò che invece va evitato sono gli allarmi infondati o le manipolazioni di evidenze scientifiche», aggiunge Felicetti che in tal senso rinnova l’appello «perché non siano commessi errori di interpretazione».

Fabio Sanfilippo