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Malnate

Malnate: Giunta e Consiglieri di maggioranza donano visiere protettive stampate in 3d. 

 
Visiere protettive per volontari e operatori sanitari. Questo il dono che la Giunta  e i Consiglieri di maggioranza del Comune di Malnate stanno facendo alla Città, allineandosi ad altri Comuni della Provincia che già avevano intrapreso la produzione in proprio di questi dispositivi di sicurezza.
Durante lo scorso Consiglio Comunale, svoltosi il 6 Aprile, i consiglieri dei gruppi Insieme, Malnate Sostenibile e Partito Democratico, hanno deciso di devolvere il proprio gettone di presenza che, sommato alle donazioni di Sindaco e Giunta, è stato utilizzato per l’acquisto di una stampante 3D. La stessa stampante al termine dell’emergenza verrà, nelle intenzioni dell’Amministrazione, donata alla Scuola Media. 
L’idea è nata da Simone Cambianica, ingegnere meccanico e consigliere comunale: “In molti hanno deciso di aiutarci da quando, con un po’ di passaparola, si è iniziata a spargere la voce. Abbiamo ricevuto donazioni da privati  e da aziende”.
Una volta acquistata la stampante è stato necessario trovare un luogo dove posizionarla e reperire il materiale utile alla produzione. In questo senso fondamentale è stato l’apporto dell’Unità Pastorale Malnatese che ha messo a disposizione il salone dell’Oratorio di Gurone, e dell’Azienda malnatese Niada NBC che ha donato i materiali.
Il commento del Sindaco Irene Bellifemine: “In questo momento difficile molte persone si sono rese disponibili ad aiutare come possono. Con questa produzione interna di visiere riusciremo ad aiutare tanti volontari. L’idea è quella di regalarle a tutte le persone che hanno contatti esterni, a cominciare dalle nostre Protezione Civile e Polizia Locale. Ci tengo a ringraziare tutte le persone che stanno dando vita a questo progetto, come ad esempio Francesco, cittadino malnatese, che ha messo a disposizione la sua stampante”.
Il periodo pasquale è stato estremamente produttivo e le prime 35 maschere sono già state consegnate alla Fondazione Don Gnocchi per aiutarla a superare il difficile momento che si trova ad affrontare. Altre ne arriveranno per aiutare una comunità che, come ama ripetere il Sindaco nei suoi messaggi, è più forte e coesa che mai e che, con l’apporto di tutti, può superare questo momento estremamente difficile.
 
In foto Simone Cambianica, consigliere di maggioranza di Malnate Sostenibile, che ha lanciato l’idea del progetto, e Ambrogio Colombo al lavoro per produrre le visiere.  I primi campioni consegnati dal Sindaco agli operatori del Don Gnocchi.  
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Cronaca

Da Settimo Torinese, mascherine cinesi per l’Ospedale di Varese, ma si tratta di una frode.

Sulle scatole la dicitura “Ospedale di Varese”

di Gianni Armiraglio

Sono state importate illegalmente e messe in commercio centinaia di miglia di mascherine, con un sistema truffaldino organizzato da un imprenditore trentaseienne di origini cinesi, per essere messe in vendita in diversi esercizi commerciali del torinese. La Guardia di Finanza ha scoperto l’arrivo di diversi container pieni di mascherine,  fornendo false dichiarazioni per  avere un rapido svincolo della merce e evitare eventuali operazioni di requisizione.

I Finanzieri del Gruppo Pronto Impiego Torino, in collaborazione con il personale della Polizia Municipale e dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli, hanno perquisito l’azienda coinvolta, dove hanno sequestrato oltre 20.000 mascherine filtranti per le quali, in sede di importazione, era stata falsamente indicata quale destinazione, alcuni comuni della provincia di Cuneo che , successivamente, le avrebbero destinate alla popolazione tramite la Protezione Civile.

Anche le diciture, indicate nella documentazione di accompagnamento della merce, al fine di sviare i controlli, riportavano la voce “capi d’abbigliamento” invece di “articoli protettivi”.

Una modesta quantità è poi finita a questi enti locali facenti capo al Comune di Caraglio (CN), “capo fila” per altri comuni tra di loro consorziatisi per questa necessità; ma altre 400.000 mascherine sono state rivendute ad aziende e privati in totale spregio delle direttive in questo momento in vigore.

Le mascherine importate illegalmente dall’imprenditore cinese sono state rinvenute anche in un’impresa di Settimo Torinese, dove Finanzieri hanno sequestrato oltre 25.000 dispositivi. Sulle scatole era ben chiara l’indicazione di destinazione: “Ospedale di Varese”. Il titolare dell’azienda è stato denunciato per ricettazione. La frode è di circa 1 milione di euro.I reati commessi, di cui dovranno rispondere, sono di contrabbando aggravato, falso in atto pubblico, ricettazione, frode in commercio.

Le mascherine fin’ora sequestrate dai Finanzieri sono oltre 45.000.  Le attività d’indagine sono state coordinate dalle Procure della Repubblica di Torino e Ivrea che consentiranno inoltre di procedere con le operazioni di requisizione, destinando così il materiale a contesti emergenziali attualmente in crisi, le indagini sono ancora in corso.

Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Torino raccomanda di porre la massima attenzione nell’acquisto dei dispositivi di protezione individuale, tanto più che numerose aziende italiane hanno avviato delle produzioni lecite e a prezzi concorrenziali per l’emergenza COVID-19.Cuneo.

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Varese-Laghi

Il Ponte del Sorriso: da Cina, 20mila mascherine FFP2 da donare all’ASST Settelaghi

Il Ponte del Sorriso ha importato direttamente dalla Cina, non senza diverse difficoltà, ben 20mila mascherine FFP2 da donare all’ASST Settelaghi.

10mila sono state consegnate oggi e altre 10mila, già in fase di sdoganamento, verranno date subito dopo Pasqua. Si tratta di mascherine riservate al personale direttamente coinvolto nella cura dei malati COVID 19, in quanto altamente protettive. Altre 20mila mascherine chirurgiche sono in arrivo.

E’ solo una delle tante donazioni che la fondazione ha potuto realizzare grazie ai moltissimi generosi benefattori, privati, associazioni e aziende, che hanno sostenuto l’obiettivo di proteggere medici, infermieri ed operatori in prima linea e che hanno permesso di raccogliere oltre 150mila euro per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale.

“SALVIAMO CHI SALVA” ha poi fatto nascere un’importante collaborazione tra Il Ponte del Sorriso e la Paul & Shark che ha avviato una produzione di camici omologati, il cui fabbisogno è incessante. Paul & Shark ha già consegnato alla fondazione un bel quantitativo e molti altri camici arriveranno nei prossimi giorni da destinare direttamente all’ASST Settelaghi.

Il Ponte del Sorriso ha inoltre fornito 4378 tute a rischio biologico, 3000 mascherine chirurgiche lavabili e non, 1184 camici idrorepellenti, 19.000 guanti in vinile e in nitrile, ma anche 50 tablet per consentire al personale di gestire il paziente condividendo il meno possibile la vicinanza. I reparti sono stati inoltre dotati di 12 cordless per la comunicazione dei malati con i parenti.

Diverse anche le donazioni ricevute direttamente, come qualche centinaio di tute e termometri top di gamma per il controllo della temperatura a distanza. Tutti gli acquisti sono stati autorizzati dalla Unità Valutazione Acquisti e Donazioni (UVAD) e concordati con l’ing. Giovanni Poggialini che afferma “Ringrazio Il Ponte del Sorriso per l’impegno dimostrato nel sostenere i nostri ospedali in questa emergenza”.

Dalle prime 13 tute comperate per Cuasso Al Monte, dove è stato approntato un reparto speciale, le necessità soddisfatte sono state tante e sono già stati spesi 95mila euro.

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POLITICA

Di Maio ed il contratto di “favore” per le mascherine cinesi

Un prezzo che potremmo dire, d’amicizia ?!

Di Maio con il suo movimento 5 stelle hanno senpre vantato che una volta al governo,

avrebbero aperto il parlamento come una scatoletta di tonno.

I conti non tornano e tutta questa magnificenza a cinque stelle, sarebbe dubbia.

209,5 MILIONI DI EURO È QUANTO ABBIAMO PAGATO LE MASCHERINE CHE CI HA GENTILMENTE INVIATO LA CINA – LA PRIMA TRANCHE DA 100 MILIONI È GIÀ IN PRODUZIONE (LE FA L’AZIENDA BYD) – A LAVORARE PER IL CONTRATTO SAREBBERO STATI IN PARTICOLARE L’AMBASCIATORE ITALIANO IN CINA LUCA FERRARI E IL SUO PREDECESSORE ETTORE SEQUI, OGGI CAPO DI GABINETTO DI LUIGINO DI MAIO

La commessa del governo italiano da 180 milioni di mascherine dall’azienda cinese Byd è costata 209,5 milioni di euro. A rivelare l’importo sono fonti diplomatiche che spiegano la composizione della partita annunciata dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Una prima tranche, di 100 milioni, è già in produzione e ha iniziato le spedizioni: 7 milioni di mascherine sono arrivate in Italia lo scorso martedì, ha spiegato Di Maio mercoledì nel question time alla Camera.

Primo carico

50 milioni di mascherine Ffp2, al prezzo di 1,50 euro cad.

Altre 50 milioni di mascherine chirurgiche (le cosiddette medical masks) a un prezzo di 0,29 euro ciascuna. Il secondo carico, da 80 milioni, è composto unicamente di mascherine Ffp2, allo stesso prezzo delle prime. A firmare il contratto Gaetano Mignone, coordinatore del servizio della Protezione Civile diretta da Angelo Borrelli.

Come riportato da Dagospia, nei giorni scorsi il settimanale Panorama aveva segnalato una differenza notevole con i prezzi ante-crisi, rispettivamente di 80-90 centesimi per le mascherine Fpp2 e di soli 10 centesimi per quelle chirurgiche. Secondo fonti qualificate in realtà i prezzi di acquisto sono di mercato, tenendo conto che da quando la crisi è divenuta globale il mercato delle mascherine è letteralmente esploso, con una domanda di gran lunga superiore all’offerta.

La Byd, che è l’azienda cinese produttrice, infatti dovrà continuare a ritmi serrati la produzione per rispettare i termini dell’accordo con il governo italiano: dopo il primo carico da 7 milioni, consegnerà ogni settimana 20 milioni di mascherine. Palazzo Chigi vorrebbe chiedere di portarle a 30, per colmare il fabbisogno italiano mensile che, ha dichiarato Di Maio alla Camera, ammonta a 90 milioni di mascherine.

 PRODUZIONE DI MASCHERINE IN CINA

 

Ma quali aiuti? Acquistiamo le mascherine dalla Cina a un prezzo tre volte superiore a quello pre pandemia.

Il tutto mentre i media di Pechino raccontano che in Italia “si specula” sui dispositivi

La Farnesina

È stata la Farnesina a fornire le cifre finali della più importante commessa di mascherine ad oggi acquistata dal governo, facendo chiarezza su una delle tante aree grigie intorno alla gestione degli aiuti che da più parti del mondo sono arrivati in Italia. Una partita, va riconosciuto, che ha visto il ministero degli Esteri in prima linea per accaparrarsi contratti di fornitura da aziende estere già nel mirino di altri Paesi colpiti dall’emergenza sanitaria.

 

Il caso forniture fa clamore

È più volte mancata, semmai, la chiarezza sulla natura dei contratti, pur essendo il Movimento 5 Stelle il partito che si è sempre proclamato trasparente.

   Spesso quelli che in realtà sono acquisti del governo sono stati indicati come “donazioni”. Il caso delle forniture cinesi ha fatto particolare rumore non solo perché sono state le prime a mobilitarsi, con una imponente campagna dei media di Stato cinesi, ma anche perché provenienti da un Paese con una valuta diversa, che non ha facilitato la chiarezza dei conti, a differenza delle forniture donate dagli Stati Uniti. L’ambasciata americana a Roma ha fornito una lista esaustiva degli aiuti arrivati finora in Italia e il presidente Donald Trump si è impegnato a inviare a Roma materiale medico-sanitario per un valore di 100 milioni di dollari.

Il 27 marzo, partecipando alla conferenza stampa del commissario Arcuri, Formiche.net aveva chiesto di avere contezza di quali fossero aiuti internazionali e quali invece acquisti. Il commissario aveva risposto che presto la struttura sarebbe stata in grado di fornire “una visibilità puntuale e reiterata nel tempo delle acquisizioni”. E’ stata poi inviata una mail alla Protezione civile chiedendo un chiarimento sull’importo economico dei contratti e sulle modalità e le tempistiche della spedizione. Il dipartimento, per parte sua, ha invitato a rivolgersi alla Farnesina.

Peccato che sia un dirigente della Protezione Civile, Mignone, ad aver apposto la firma sui contratti.

Vale la pena di ricordare che il ruolo della Farnesina è quello di coordinare le sole spedizioni inerenti ai contratti firmati dalla Protezione civile e dal commissario Arcuri. Non è competenza del dicastero di Di Maio né la distribuzione del materiale sul territorio né la gestione delle donazioni di enti privati. Su quest’ultimo fronte si è verificato più di un problema.

Non è infatti chiaro chi sia preposto al controllo della qualità di queste spedizioni (l’ambasciata italiana in loco non può certo occuparsene da sola), controllo che invece è garantito per i contratti firmati dal governo sia alla partenza che all’arrivo del materiale, grazie anche alla supervisione del Comitato scientifico del governo per l’emergenza.

In questi giorni la Farnesina si è dunque ritrovata a dover rispondere a richieste su spedizioni che non rientrano nella sua competenza, rimandando al dipartimento di Borrelli. È il caso, fra le tante, di una donazione di due milioni di mascherine da Hong Kong e Shanghai da parte del movimento delle Sardine, per cui avrebbero fatto da mediatori alcuni imprenditori di Confindustria.

Questa situazione di confusione, certamente giustificata dalla drammaticità degli eventi che la Protezione civile e la struttura di Arcuri si trovano a gestire ha fatto emergere alcune falle non indifferenti. Si è creato un caso, ad esempio, intorno alla partita di 600mila mascherine chirurgiche provenienti dalla Cina e donate dalla Protezione civile all’Ordine dei Medici. Un comunicato del commissario Arcuri diffuso dal presidente dell’ordine Filippo Anelli, ha raccontato Il Fatto Quotidiano, ha dovuto chiedere di sospendere la diffusione delle mascherine. Le scatole infatti le indicavano come “maschere Ffp2 equivalenti”, mentre invece si trattava di mascherine chirurgiche, e dunque non idonee all’uso dell’operatore sanitario.

C’è da auspicare che nelle prossime settimane, nella speranza che diminuisca la pressione sulle strutture sanitarie, e in particolare sui reparti di terapia intensiva e sub-intensiva, si possa far chiarezza per catalogare tutto il materiale ricevuto e distinguere fra donazioni e acquisti. Intanto, qualche certezza. Come il governo americano quando ha acquistato un carico di tamponi dall’Italia, così anche quello italiano ha pagato il materiale generosamente fornito dalla Cina: 209,5 milioni di euro.

Fabio Sanfilippo

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LOMBARDIA

Monti:eliminare l’Iva su mascherine e altri dispositivi per la sicurezza

 

Emergenza coronavirus, Emanuele Monti (Lega): “Chiediamo al Governo di ridurre l’Iva al 4% su mascherine e altri dispositivi per la sicurezza. Così avremmo quasi un quinto di fondi in più per l’acquisto”

Milano, 30 marzo – “Chiediamo al Governo nazionale di introdurre uno sgravio fiscale sull’Iva pagata su tutti i prodotti fondamentali per la tutela della salute dei cittadini: ovvero, i Dpi e tutti i dispositivi per la sicurezza personale”.

Così Emanuele Monti (Lega), Presidente della III Commissione Sanità e Politiche Sociali di Regione Lombardia.

“La richiesta è quella, quindi, di consentire il totale utilizzo dei fondi raccolti e messi a disposizione dalle tantissime associazioni impegnate sul fronte della beneficenza, evitando che il 18% di questi fondi vada in tasse. Lo sgravio che proponiamo come Lega, attraverso un emendamento presentato dai nostri parlamentari alla Camera, prevede infatti di ridurre l’Iva al 4%. Con questo sgravio, avremmo a disposizione una parte consistente in più di questi fondi da impiegare per l’acquisto dei materiali” spiega Monti.

“Si tratta di una richiesta che arriva dalle stesse associazioni e di un gesto di civiltà e di aiuto concreto per affrontare questa emergenza” conclude il Presidente della Commissione.

 
 

 

 

 

 

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Consumatori

Covid-19: crescono i tentativi di raggirare i cittadini. La UE interviene su falsi prodotti venduti online.

Covid-19: crescono i tentativi di raggirare i cittadini. La UE interviene su falsi prodotti venduti online.

Quanto successo in Italia in merito alle speculazioni relative alla vendita online di comuni prodotti di igiene venduti come disinfettanti ma senza alcuna certificazione, mascherine, e financo farmaci spacciati per curativi o aventi natura preventiva rispetto al covid-19, si sta propagando anche nel resto d’Europa. Per tale ragione l’attività dell’Antitrust italiano è stata citata dalla Commissione UE che, in accordo con le Autorità degli Stati membri competenti in materia di protezione dei consumatori, ha deciso, sulla scorta delle iniziative italiane del 27 febbraio 2020 dell’avvio di un’indagine relativa alla vendita online di prodotti igienizzanti e mascherine, di coordinare le rispettive attività di enforcement in materia di repressione delle pratiche commerciali sleali. Per affrontare tali attività illecite, particolarmente odiose in un periodo di emergenza sanitaria come quello attuale, la Commissione UE e le Autorità nazionali competenti suddette hanno lanciato un’Azione comune. Secondo tale Azione, le varie Autorità cominceranno a scambiarsi rapidamente le informazioni sulle pratiche commerciali sleali registrate a livello nazionale, in modo da utilizzare un approccio comune che permetta di agire prontamente ed evitare così che i consumatori siano ingannati da siti illegali. Il coordinamento di tali azioni prevede anche di rendere edotti i consumatori dell’esistenza e della diffusione di tali pratiche illecite, attraverso specifiche campagne di sensibilizzazione. Secondo quanto affermato da Didier Reynders, Commissario Ue responsabile di giustizia e protezione dei consumatori: “Noi non accetteremo che commercianti senza scrupoli giochino sulla paura causata ai consumatori dall’emergenza covid-19. Alcune piattaforme, quali Amazon e Facebook, hanno già volontariamente preso iniziative contro queste forme di pubblicità illegale. Le Associazioni dei consumatori stanno intensificando il loro lavoro. Questa è la via da percorrere. Chiedo urgentemente a tutti gli stakeholders, inclusi i marketplace e le piattaforme che ospitano i media di aiutarci a combattere questi comportamenti di natura predatoria. Da parte mia assicuro che la Commissione europea e le Autorità nazionali competenti useranno tutto il potere a loro disposizione per reprimere tali illeciti.” La prima azione comune sarà quella di elaborare delle linee guida per la rapida identificazione delle pratiche commerciali “problematiche”. Tali linee guida aiuteranno anche il coordinamento tra Autorità nazionali, siti legali e piattaforme in modo da fornire le occorrenti indicazioni ai Governi per eliminare velocemente le pubblicità ingannevoli che appaiono in rete. Data l’urgenza della situazione, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, gli Stati membri sono incoraggiati a prendere ogni specifica misura esecutiva attraverso decisioni aventi carattere di priorità. Allo stesso tempo, conclude il comunicato della Commissione, tutte le piattaforme online devono intensificare i loro sforzi al fine di scoprire e cancellare rapidamente tutti i messaggi pubblicitari ingannevoli.

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Coronavirus, Giocondo Trotta produrrà mascherine a 1 euro accordo con Varese Press

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di Giuseppe Criseo

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Giocondo Trotta ci darà una mano.

La terribile situazione creata dal coronavirus sta stressando il Paese, operatori della sanità ma anche comuni cittadini che fanno del loro meglio per attenersi alle alle leggi e cercare di uscirene al più presto

Tutte le idee positive e le proposte sono buone, e noi nel nostro piccolo ci proviamo.

_ Ho dato disponibilità di accogliere e pubblicizzare gratuitamente le aziende in crisi di Codogno e dintorni.

– ho fatto un accordo col centro medico di Baroncini pubblicizzando gratuitamente la disponibilità della consulenza psicologica.

– ho chiesto e ricevuto risposta positiva da Giocondo Trotta,

Di Gioconda avevamo già parlato in precedenza,https://varesepress.info/2020/01/02/somma-quasi-pronta-la-sartoria-in-via-briante/ che vuole cimentarsi con la sartoria a cui lavora sua moglie, ed ora dopo la mia richiesta di aiuto, vista la carenza di mascherine, è disposto a farne almeno un centinaio al giorno, ma ha la tagliacuce e la persona che può confezionarle ma gli serve il tessuto adatto.

LANCIAMO UN APPELLO A CHI E’ IN POSSESSO DI TESSUTO ADATTO ED ELASTICI, A DONARLI.

Chi ne avrà bisogno li potrà richiedere a noi editore@varesepress.info oppure a lui direttamente, a un prezzo concordato di massimo un euro, mentre ai bisognosi anche gratuitamente.

Il suo e il nostro sforzo è di dare una mano a chi non le trova, in maniera che quelle professionali siano vendute a coloro che lavorano nell’ambito sanitario.

Per l’uso saltuario vanno bene anche queste artigianali , per es. per andare a fare la spesa e sono pure lavabili.

 

 

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Consumatori

Truffe online: l’allerta della Polizia per e-mail che sfruttano l’epidemia

Truffe online: l’allerta della Polizia per e-mail che sfruttano l’epidemia. In particolare i truffatori fingono di fare parte delle autorità sanitarie e offrono mascherine e prodotti igienici a prezzi bassi. I cittadini britannici sono già stati imbrogliati per 800’000 sterline

 

La Polizia britannica nella lotta senza quartiere contro il crimine online e le miriadi di frodi che possono accadere a chiunque possieda un dispositivo connesso ha emesso un’allerta: attenzione alle truffe via e-mail legate al coronavirus. Proprio nei giorni scorsi i truffatori sono già riusciti ad estorcere 800’000 sterline ai cittadini. I truffatori online sono stati agili ad abusare della situazione di emergenza dovuta all’epidemia di coronavirus. Ci sono infatti state diverse segnalazioni, nel Regno Unito, di e-mail false e truffe realizzate in modi diversi. In alcuni casi i truffatori si sono finti operatori dei “Centers for Disease Control”, le autorità sanitarie ufficiali, per far abboccare le persone. Per questo motivo, il National Fraud Intelligence Bureau (NFIB) ha emesso venerdì un avviso urgente per contrastare le truffe online, dopo aver identificato 21 casi diversi di frode legati al coronavirus nel mese di febbraio. Dieci di queste hanno coinvolto vendite false di mascherine, che in realtà non vengono mai consegnate. Altre frodi riguardano delle e-mail che sembrano provenire da organizzazioni affiliate all’Organizzazione Mondiale della Sanità. In queste e-mail, i truffatori affermano di essere in grado di fornire una lista di persone infette vicino alla zona dell’utente, che per accedervi, deve cliccare un link che porta ad un sito web pericoloso. Per Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, per evitare qualsiasi tipo di problema è necessario seguire i consigli delle autorità è di non cliccare su link o allegati sospetti e di non rispondere mai a messaggi e chiamate non richieste che richiedono dati personali. Nel caso siate comunque incappati nella frode potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare tempestivamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.