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Idrossiclorochina.Rango polemizza con giornalista Mediaset

Cari tutti. È stato sconcertante leggere una notizia sui giornali e web abilmente manipolata riguardante la mortalità derivante dall’uso dell’idrossiclorochina. Ho dovuto necessariamente rispondere e l’ho fatto scegliendo di rivolgermi ad un giornalista di Mediaset. Vi prego, qualora condividiate il contenuto, di inoltrarlo a quanti più contatti possibile . È MOLTO importante perché è in atto un attacco che non è casuale, rispetto alla nostra battaglia per la verità. Se qualcuno di voi conoscesse un canale per farlo avere direttamente al giornalista in questione, o altro giornalista, per favore lo faccia. Un cordiale saluto. Mauro

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Mauro Rango, utilizzare la terapia del plasma ma solo nei casi gravi

Mauro Rango, parla di migliaia di messaggi di infermieri  e medici “quasi tutti mi hanno confermato che c’erano due velocità, alcuni ospedali davano ossigeno e altri in cui venivano dati farmaci, per es.eparina e cortisone”.

Mauro Rango è balzato agli onori della cronaca per la sua semplicità e razionalità:” Parlo di nozioni basilari che a tutti i medici mauriziani sono conosciute ma che, sembra, che ai medici e scienziati che occupano l’informazione siano diventate oscure.
Sono talmente semplici da comprendere che le posso riassumere in pochi punti comprensibili a tutti”, forse per questo ha avuto un’eco enorme.

Le varie cure a seconda dei punti di vista dei medici che hanno cercato di fare l’impossibile in una situazione obiettivamente non semplice e con notizie scarse e contraddittorie, ha portato morte a tanti e ad una crisi economica senza precedenti.

 

Rango nel video fa esempi, e comparazioni: “La comparazione nel tasso di mortalità è importante tra le regioni del nord, il 3% in Germania, idem in Umbria, come nelle Mauritius”.

In Italia la terapia col plasma iperimmune comincia ad essere applicato in certi ospedali, “chiedo di fare attenzione, va utilizzata nei casi gravi”.

Mi rivolgo al presidente Conte, afferma ancora, tutti gli italiani si aspettano che i medici e ed esperti vengano mandati via, occorrono pneumologi

I decessi dipendono dalla cascata infiammatoria abnorme, si parla degli effetti della risposta immunitaria anomala “trovare persone che sappiano come trattare i pazienti e che si conosciuto da tutti” è il suo input

Il lockdown ( cofinamento) “è costato migliaia di morti, probabilmente il virus si sta indebolendo ma i contatti tra persone possono generare una seconda ondata” ma il problema sempre secondo Rango è anche la comunicazione da  non lasciare a certi personaggi,  virologi ed altri, che hanno fatto i danni.

Bisogna prendere le cartelle cliniche, ed esaminare, mentre in tv si è perso tempo

Il coronavirus è  una malattia che se curata bene scende  a un 0,… il confinamento è stato adottato su disquisizioni per il virus, ma la cura  la conoscono il pneumologi.

“Aprire con persone nuove”

Una considerazione e un appello al Premier Conte:.

“Con la sperimentazione sul plasma a Pavia e Pisa, si scenderebbe dal 16 al 5%, caro Conte sono dati doppati, vada a vedere come sono stati reclutati i pazienti,  alcuni erano già compromessi, il plasma non funziona in quei casi.”

Maggiore attenzione per il futuro, è possibile per dare maggiore tranquillità.

“Non abbandono la battaglia, quello che succede in Italia e negli USA è un paradosso.”

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Cronaca

Coronavirus, Roberto Burioni contro Mauro Rango

Noi comuni cittadini restiamo esterrefatti a sentire tutti gli esperti che si contraddicono, ma d’altra parte tanti tecnici arrivano da sponde politiche precise e sul settore gravitano interessi mondiali.

E’ il caso della interpretazione completamente diversa sulla terapia per il coronoavirus usando il plasma, uno dei tanti tentativi, oggi non ci sono certezze, sia chiaro:

Tesi di Rango ( non si capisce bene chi sia)

Non mi trovo in Italia ma vengo a sapere da un amico che ieri sera nella trasmissione di Fazio il Prof. Burioni (che da quel che mi dicono gli viene dato molto ascolto in questa vicenda epidemica) asserisce alcune cose che devo necessariamente correggere.

1. Burioni: Parla di SPERIMENTAZIONE COL PLASMA x evidenze scientifiche che attestino l’efficacia su contrasto a coronavirus

1. Rango: Il CONCETTO DI SPERIMENTAZIONE E’ FUORVIANTE. La tecnica della Plasmaferesi è in uso da molte decine di anni. I due responsabili della plasmaferesi a Mantova e a Pavia l’hanno appresa quasi 30 anni fa a Padova, in quella che allora si chiamava Clinica Pneumologica. (Privatamente, a chi sarà interessato, via email posso fornire tutta la storia e i dettagli.)

Qui in Africa, dove vivo attualmente, hanno iniziato a fare LA PLASMAFERESI DOPO I PRIMI DECESSI. Da quando hanno iniziato a trattare i pazienti con la plasmaferesi, in un mese si è registrato UN SOLO DECESSO – parlo della Repubblica di Mauritius (controllate i dati nel sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità).

2. Burioni afferma che tra i fattori di criticità c’è il fatto che non tutti i guariti producono plasma efficace.

2. Rango. È vero. Circa la metà dei guariti ha nel proprio plasma la quantità di anticorpi necessaria a curare un altro soggetto ammalato.
È per questo che esiste un protocollo di selezione del plasma che va seguito. Lo sappiamo fare qui in Africa. *Lo abbiamo appreso da voi in Italia. Se lo avete scordato inviateci un medico che gli ricordiamo come si fa.

3. Mi riferisce l’amico italiano che nella trasmissione di Fazio si è detto che la plasmaferesi è efficace SOLTANTO nei soggetti che non siano in stadio avanzato.

3. Rango : NON È VERO. Nei soggetti in stadio avanzato la plasmaferesi è NECESSARIA ma va ACCOMPAGNATA con antinfiammatori e anticoagulanti (qui mi esprimo per gli addetti ai lavori: necessari per bloccare l’attivazione dei mediatori flogogeni e l’alterazione della scala coagulatoria, bloccando il quadro di CID locale responsabile del decesso).

4. Mi riferisce sempre il mio amico che si è poi parlato della produzione di plasma sintetico perchè il sangue dei guariti non sarebbe sufficiente.

4. NON È VERO. Fate il calcolo voi stessi. Controllate il numero di persone guarite (che stanno continuando ad aumentare, con il numero di persone infette SINTOMATICHE che continua a diminuire e verificherete che non c’è bisogno di plasma sintetico. È sufficiente mobilitare tutte le associazioni di donazione del sangue.
Plasma sintetico significa: FARMACO. Che è uguale a PROFITTO. Ma soprattutto, ed è questo che ci interessa, significa ATTENDERE ANCORA LA MORTE DI QUALCHE MIGLIAIO DI PERSONE.

Sono mesi che il sottoscritto e parecchi medici in Italia cercano inutilmente di fare arrivare ai vertici dell’informazione queste informazioni. La terribile realtà, difficilissima da accettare, è che migliaia di vite si sarebbero potute salvare con farmaci e strumenti già in possesso e in uso in Italia.
Farmaci e strumenti che hanno il GRAVE DIFETTO di COSTARE POCHISSIMO.

FINALMENTE, dopo migliaia e migliaia di morti si inizia a parlare di uno di questi strumenti: Plasmaferesi.
Ma da solo non basta. Non è sufficiente per salvare tutti (o quasi).

ATTENZIONE: Nei casi gravi a questo va accompagnato un potente antinfiammatorio, un anticoagulante e l’azitromicina.

Il comportamento del virus nel corpo umano presenta due aspetti:

a) Il primo è SIMILE alla polmonite interstiziale da Micoplasma

b) Il secondo (ancora da definire completamente) SIMILE ad una vasculite.
(Dico ‘ancora da definire’ perchè alcuni medici, in Italia, dopo alcune autopsie eseguite affermano che è l’affezione ai vasi sanguigni a determinare i trombi e dunque l’esito fatale. Mentre altri specialisti in pneumologia affermano che sia l’infiammazione polmonare a determinare, nella fase finale, la formazione di trombi e il decesso.)
MA POCO IMPORTA AI FINI DEL SALVATAGGIO DELLA VITA DELLE PERSONE!
L’atteggiamento da tenere, in attesa di chiarire l’aspetto di cui sopra, è quello di usare i farmaci GIÀ ESISTENTI come se si dovesse affrontare, nel contempo, una polmonite interstiziale da micoplasma e una vasculite con esiti trombotici.
I FARMACI E STRUMENTI ESISTONO GIÀ. E sono quelli che ho già indicato:
Plasmaferesi
Antinfiammatori
Anticoagulante
Azitromicina x 6 giorni

A Mauritius li stiamo utilizzando dall’inizio dell’epidemia.

Dall’inizio epidemia abbiamo avuto 10 decessi. I primi 9 perchè non era ancora consolidata la plasmaferesi. Il decimo, ritengo, (ma non ho ancora la certezza a riguardo e mi sto informando) che sia stato dovuto al fatto che non gli sia stato somministrato l’anticoagulante.

L’Italia possiede tutti gli strumenti e farmaci, fin dall’inizio dell’epidemia, che avrebbero potuto evitare più del 90% dei decessi (di certo non si sarebbe potuto evitare il decesso di un malato terminale di cancro aggredito dal virus a cui restava soltanto, a causa del cancro, qualche giorno o qualche settimana di vita).

Purtroppo gli scienziati che hanno occupato e che ancora continuano ad occupare l’informazione in Europa e negli Stati Uniti hanno impedito che le informazioni scritte qui sopra arrivassero all’opinione pubblica. MA HANNO IMPEDITO CHE ARRIVASSERO ANCHE AI MEDICI IN PRIMA LINEA CHE STANNO DURAMENTE LOTTANDO E MORENDO A CAUSA DI QUESTE CARENZE INFORMATIVE.
*
Anche le molte nostre lettere scritte ai giornali italiani sono state censurate.

Io non credo ci sia un complotto come spesso si legge in rete (qualche scienziato che occupa l’informazione probabilmente tace perchè le case farmaceutiche spingono per il business degli antivirali ma non è un complotto, non c’è un disegno) credo piuttosto all’ignoranza, alla supponenza e dell’incapacità nel nostro sistema politico, medico e informativo a far fronte ad una epidemia che, ripeto, se affidata a qualche vecchio pneumologo, della vecchia scuola italiana oppure ad un medico generalista mauriziano (che a quella scuola ha attinto il suo sapere) sarebbe già stata completamente debellata.
PER FAVORE, VE LO CHIEDO A NOME DI CHI STA SOFFRENDO IN QUESTO MOMENTO,
se condividete, fate girare questo messaggio. Il più rapidamente possibile. Con tutti i mezzi che avete. A quante più persone possibile. Ora che si comincia a parlare di Plasmaferesi in Italia è il momento per dare la spallata finale, per spingere l’opinione pubblica e il sistema informativo e, alla fine, quello medico a misurarsi sull’evidenza dei fatti e non sulle parole di illustri scienziati più interessati a dibattiti accademici e più preoccupati del loro prestigio, che di interrogarsi su come salvare qualche vita umana.

Risposta di Burioni

Prima di tutto non pensate al plasma di un donatore come qualcosa di facile da preparare o di economico: è vero l’esatto contrario. Bisogna selezionare accuratamente i pazienti (ci vuole tempo e denaro), bisogna preparare il plasma, bisogna sincerarsi che il plasma non trasmetta altre malattie infettive (tutto quello che viene dal sangue è rischioso), bisogna valutare la quantità di anticorpi neutralizzanti il virus e anche escludere la presenza di anticorpi che possano danneggiare le cellule del paziente che riceverà la donazione. Inoltre, i diversi preparati sono difficili da standardizzare: in altre parole il contenuto di anticorpi sarà diverso da una preparazione all’altra e questo diminuirà in alcuni casi l’efficacia (somministriamo la stessa quantità di plasma, ma una diversa quantità di “principio attivo”).

Però, soprattutto l’elemento limitante è il numero dei donatori: solo chi è guarito può donare il sangue e quindi le quantità disponibili sono per ovvi motivi (non possiamo dissanguare le persone) estremamente limitate. In generale, due guariti riescono a curare un malato, ma anche con una proporzione uno a uno voi capite che non si va molto lontano. Inoltre, non è una pratica priva di controindicazioni: oltre alla presenza di anticorpi “dannosi” di cui abbiamo parlato prima, le somministrazioni di plasma possono alterare i processi della coagulazione. In un paziente COVID-19 dove questa funzione appare disturbata, bisogna avere particolare cautela.

C’è altro? Sì che c’è . Anche il virologo del’Università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco spiega all’AdnKronos Salute che sul tema le sciocchezze ormai si sprecano “E’ incredibile il clima da stadio che si è scatenato sul plasma iperimmune donato dai pazienti guariti da Covid-19 per aiutare altri malati. Si tratta di un approccio con 100 anni di storia, sperimentato in uno studio italiano pionieristico ma anche nel resto del mondo, e che va validato come tutte le terapie. Il complottismo dice che è una terapia quasi fatta in casa, ma invece si tratta di un prodotto che va lavorato e standardizzato, dunque già coinvolge e coinvolgerà ancor di più in futuro le aziende farmaceutiche”, conclude il virologo.