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NASTASI Emanuele è stato ucciso e si conoscono i nomi degli autori dell’omicidio: Rabbiele FORESTIERI e Paolo FORESTIERI.

PACHINO (SR):    I CARABINIERI RISOLVONO UN “COLD CASE”: A 5 ANNI DALLA SCOMPARSA DI EMANUELE NASTASI ARRESTATO UN UOMO PER OMICIDIO.

Dalla sera del 4.1.2015 di NASTASI Emanuele, 34enne di Pachino, non si ha più alcuna notizia: il cellulare smise di funzionare già prima di mezzanotte e, poco dopo, nell’isolata Contrada Campo Reale venne ritrovata la sua autovettura in fiamme.

Voci artatamente messe in giro per depistare le indagini dicevano che si fosse allontanato volontariamente.

Nessuna lettera di addio, né altri indizi che potessero fare pensare alla sua fuga o ad un gesto autolesionistico.

Il corpo, peraltro, non è mai stato ritrovato.

Un mistero che è stato risolto grazie all’acume investigativo dei Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Noto (SR), le cui indagini sono state dirette dal Sostituto Procuratore dott. Gaetano BONO e coordinate dal Procuratore Aggiunto della Repubblica dott. Fabio SCAVONE.

Oggi, infatti, si sa che NASTASI Emanuele è stato ucciso e si conoscono i nomi degli autori dell’omicidio: Rabbiele FORESTIERI e Paolo FORESTIERI.

Questa mattina, infatti, i Carabinieri della Compagnia di Noto, coadiuvati da quelli del Nucleo cinofili di Nicolosi (CT) e con l’ausilio di un elicottero del 12° Elinucleo di Catania, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP di Siracusa dott. Salvatore PALMERI, hanno tratto in arresto FORESTIERI Raffaele, detto Rabbiele, pachinese classe 1978, e lo hanno condotto presso la Casa di Reclusione di Noto; Paolo FORESTIERI, invece, è stato ucciso nel marzo del 2015. Durante le perquisizioni eseguite al momento dell’arresto, i Carabinieri hanno sequestrato una pistola calibro 7,65 con matricola abrasa, 77 proiettili del medesimo calibro, 16 grammi di cocaina e ben 900 grammi di marijuana, oltre a circa € 1200 in banconote di vario taglio, tutto materiale rinvenuto nelle pertinenze delle case popolari dove vive il FORESTIERI. Saranno ora svolti specifici accertamenti volti ad attribuire la riconducibilità del materiale sequestrato ed in particolare l’arma sarà inviata al RIS di Messina perché su di essa siano svolti specifici accertamenti dattiloscopici e balistici utili a stabilire chi ne fosse il detentore e se essa sia stata già utilizzata in qualche evento delittuoso in passato.

La storia della morte di NASTASI Emanuele si interseca con il suo stato di tossicodipendenza.

Nell’ultimo arco della sua vita NASTASI comprava l’eroina da FORESTIERI Paolo e FORESTIERI Rabbiele, quest’ultimo pluripregiudicato per reati in materia di stupefacenti già all’epoca dei fatti.

Ed è proprio da un debito di droga di appena 80 euro che trae origine l’odierna vicenda.

In particolare, circa una settimana prima della scomparsa, NASTASI aveva acquistato un quantitativo di eroina da Paolo FORESTIERI per un prezzo concordato di 80 euro, ma la droga era di scarsa qualità e di quantità inferiore rispetto al prezzo pattuito. Ed Emanuele NASTASI non esitò a contestarlo ai suoi spacciatori.

Il suo coraggio e la sua irriverenza gli furono fatali: aveva osato ribellarsi a Paolo e Rabbiele FORESTIERI e quest’ultimo è solito sottomettere i suoi debitori incutendo timore con la sola presenza, specie nel complesso delle case popolari di Via Mascagni, dove si atteggia a piccolo boss forte del suo curriculum criminale e della sua pericolosità sociale, ben nota ai locali residenti, traendone profitto dalla consapevolezza della sostanziale libertà d’azione ed impunità per l’omertà e il senso di paura ed oppressione in cui vivono i residenti del complesso. Il materiale rinvenuto e sequestrato questa mattina dai Carabinieri indica il genere di traffici che ruotano intorno alla zona.

Ma non c’è impunità che tenga, di fronte a organi inquirenti che sono riusciti pazientemente a ricostruire le tessere di un mosaico e, sia pur a cinque anni di distanza, sono riusciti a rinvenire tutti gli indizi in grado di inchiodare i FORESTIERI alle loro responsabilità.

Un omicidio al momento senza cadavere, o come si dice in gergo, un caso di lupara bianca: il corpo del giovane Emanuele è stato lungamente cercato, ma invano; sono stati ispezionati vari siti nell’area tra i Comuni di Pachino e Portopalo di Capo Passero, anche unitamente a personale specializzato del Nucleo Speleo-Alpino-Fluviale del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Siracusa.

L’operazione odierna, frutto di un’attenta opera di raccolta di indizi e di rielaborazione di numerosi elementi finora rimasti slegati, è quindi quanto mai importante per dimostrare come lo Stato, attraverso i Carabinieri, è determinato a non lasciare impuniti i reati, soprattutto quelli efferati come quello di cui è rimasto vittima il povero Emanuele e che i cittadini possono contare sulla forza della giustizia e della professionalità degli inquirenti.

 

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Pachino e Avola, 7 arresti per droga

“ OPERAZIONE TÀ-TÀ’ ”

 

 

PACHINO E AVOLA (SR). SGOMINATA PIAZZA DI SPACCIO: 7 PERSONE ARRESTATE DAI CARABINIERI.

 

Nelle prime ore del mattino, i Carabinieri del Reparto Operativo di Siracusa e della Compagnia di Noto (SR) hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari a carico di 7 soggetti (3 in carcere e 4 ai domiciliari) variamente riconosciuti responsabili dei reati di evasione, cessione continuata e concorso continuato in cessione di stupefacenti, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Siracusa, dott. Andrea MIGNECO, su conforme richiesta della locale Procura della Repubblica, che concordavano pienamente con le conclusioni investigative della Stazione di Pachino e del N.O.R.M. di Noto.

Gli arrestati sono:

  • NEVOLA GIUSEPPE, disoccupato di anni 44, residente a Pachino (SR), con precedenti di polizia, sottoposto alla misura cautelare della custodia in carcere;
  • NEVOLA GIANLUCA, disoccupato di anni 41, residente a Pachino (SR), con precedenti di polizia, sottoposto alla misura cautelare della custodia in carcere;
  • AMORE SEBASTIANO, disoccupato di anni 38, residente ad Avola (SR), in atto detenuto per reati inerenti alle sostanze stupefacenti, sottoposto alla misura cautelare della custodia in carcere;
  • TUZZA MAURIZIO, bracciante agricolo di anni 42, residente a Pachino (SR), sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari;
  • ATTARDI LUCIA, disoccupata di anni 27, residente a Pachino (SR) con precedenti di polizia, sottoposta alla misura cautelare degli arresti domiciliari;
  • PARISIO MARIA, disoccupata di anni 52 residente a Pachino (SR) con precedenti di polizia, sottoposta alla misura cautelare degli arresti domiciliari;
  • BIANCA GIUSEPPE, di anni 56, residente ad Avola (SR), sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari.

Un ottavo soggetto, anch’egli destinatario di misura cautelare in carcere, non è stato rintracciato ed è al momento attivamente ricercato.

L’indagine, diretta dal Procuratore Aggiunto dott. Fabio SCAVONE e dal Sostituto Procuratore dott. Gaetano BONO, ha permesso di interrompere una lucrosa attività di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo hashish, eroina e cocaina, condotta nei territori di Pachino ed Avola (SR).

Le investigazioni, condotte dai Carabinieri della Stazione di Pachino e della Compagnia di Noto, hanno avuto inizio nel mese di marzo del 2017, a seguito dell’arresto in flagranza di due fratelli di Pachino, attinti dall’odierna ordinanza cautelare: NEVOLA Gianluca e Giuseppe, rispettivamente di 41 e 44 anni da parte dei Carabinieri della Stazione di Pachino, per detenzione ai fini di spaccio di stupefacente. Le successive indagini condotte dai militari dell’Arma hanno permesso di appurare come i due gestissero buona parte dello spaccio di stupefacenti nei due indicati centri.

La conoscenza delle dinamiche delinquenziali locali, attività investigative di tipo tradizionale quali servizi di osservazione, controllo e pedinamento insieme all’utilizzo di strumentazione tecnica, hanno consentito ai Carabinieri di accreditare le dinamiche dell’approvvigionamento e distribuzione degli stupefacenti a Pachino ed Avola.

In particolare, è emerso che i fratelli NEVOLA, entrambi all’epoca dei fatti sottoposti agli arresti domiciliari, approfittavano delle autorizzazioni per recarsi al SER.T. di Noto, o di altri permessi loro accordati dall’Autorità Giudiziaria per esigenze di vario genere, per incontrare i loro fornitori e reperire lo stupefacente che poi veniva spacciato.

I metodi utilizzati dagli arrestati per reperire e trasportare la droga con l’aspettativa di eludere i controlli dei Carabinieri erano diversi: in un’occasione TUZZA Maurizio, rientrando a Pachino in autobus da Cassibile (SR), ignorando di essere pedinato dai Carabinieri, ha occultato circa 20 grammi di eroina all’interno di un panino che teneva stretto in mano durante la discesa dal mezzo pubblico.

Ancora, PARISIO Maria, per acquistare lo stupefacente da rivendere a sua volta ai suoi “clienti” contattava telefonicamente BIANCA Giuseppe a cui chiedeva un appuntamento concordando un orario e concludeva le telefonate dicendo di fare “tà-tà” – da cui deriva il nome dell’odierna operazione – intendendo di fare un incontro veloce. Di fatto, come compreso dai militari nonostante il linguaggio criptico e convenzionale dei sodali, l’orario coincideva col numero di grammi di sostanza da acquistare. Durante uno dei servizi di osservazione controllo e pedinamento, messo in campo dai Carabinieri, la donna è stata infatti trovata in possesso di 3 grammi di sostanza stupefacente dopo aver fissato proprio per le 3 l’appuntamento col BIANCA.

Dopo aver raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico di tutti gli indagati, i Carabinieri della Compagnia di Noto, coadiuvati nella fase esecutiva da militari del Comando Provinciale di Siracusa, da due unità cinofile del Nucleo Carabinieri Cinofili di Nicolosi (CT) e da un’unità di volo del 12° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Catania, hanno fatto scattare il blitz, eseguendo le sette ordinanze di custodia cautelare e dando contemporaneamente esecuzione ad ulteriori sei decreti di perquisizione a carico di altrettanti soggetti non attinti da misura cautelare ma indagati nel medesimo procedimento.

A conferma del quadro accusatorio, nel corso dell’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare, e delle perquisizioni domiciliari, i Carabinieri hanno rinvenuto varie altre dosi di marijuana, eroina ed hashish, procedendo a denunciare a piede libero 3 degli indagati anche per l’ulteriore reato di detenzione illecita di sostanza stupefacente. Agli stessi soggetti sono stati sequestrati anche circa € 600 in contanti poiché ritenuti provento di pregressa attività di spaccio. Un quarto soggetto, anch’egli sottoposto a perquisizione, è stato invece denunciato per detenzione abusiva di munizioni (art. 697 c.p.) poiché trovato in possesso di munizionamento non denunciato all’autorità di Pubblica Sicurezza.

All’attività condotta questa mattina hanno preso parte circa 50 Carabinieri, con 24 autoveicoli, 2 unità cinofile ed un elicottero: questo il dispositivo messo in campo dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Siracusa nella notte appena trascorsa per trarre in arresto le 7 persone e perquisire 14 abitazioni complessive alla ricerca di stupefacenti.

Al termine delle operazioni NEVOLA Giuseppe, NEVOLA Gianluca e AMORE Sebastiano sono stati tradotti presso la Casa Circondariale di Ragusa, mentre TUZZA Maurizio, ATTARDI Lucia, PARISIO Maria e BIANCA Giuseppe sono stati associati presso le abitazioni di residenza in regime di arresti domiciliari.

Link video : https://we.tl/t-bXrp7RXKJV