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 Marcello Foa replica a Repubblica, sulla tentata truffa alla RAI

 Marcello Foa,”In relazione all’articolo pubblicato da Repubblica” dal titolo ‘Ecco la strana storia della tentata truffa alla Rai di Marcello Foa’ al centro di un caso mediatico, nel mirino di Cinquestelle e Pd, forse per una carica prestigiosa come quella della presidenza RAI?

E infatti Foa smentisce quanto scritto da Repubblica anche per una questione strettamente politica : è stata erroneamente attribuita al presidente Foa la frase: “La verità è che il Pd vuole la mia poltrona”, anche se poi Repubblica si è corretta per l’errore materiale facendolo risalire a una dichiarazione di Gasparri.

IL caso della tentata truffa orichestrata da una falsa mail con cui il falso ex Ministro Tria avrebbe chiesto il pagamento di un milione di euro per un lavoro commissionato, ha destato irritazione in Foa ( grande professionista ) tanto da precisare che in realtà lui è parte lesa:

 “Nei sommari, nel testo e nelle grafiche a corredo dell’articolo (di Repubblicandrsono riportati gravi errori e imprecisioni che falsano la ricostruzione del mio atteggiamento e dei miei comportamenti in tutta la vicenda della tentata truffa alla Rai, che io stesso ho denunciato alle autorità competenti e nella quale sono parte lesa. Ricordo che tutti gli elementi in mio possesso sono stati da me già portati a conoscenza in audizione anche alla Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai“, ha affermato Foa. “In particolare – ha continuato – è falso, come afferma la Repubblica, che io abbia mai ‘autorizzato una operazione da un milione di euro’. È anche falso che io sia il ‘Ceo’ della Rai, come invece vengo presentato nell’articolo. Senza entrare in dettagli coperti da segreto istruttorio, riguardo alla successione degli eventi e ai contenuti rilevo significativi discostamenti dalla verità. È poi falso quanto scritto da la Repubblica e cioè che ‘Foa chiede che il pagamento venga effettuato dall’amministratore delegato Salini’. E gravemente ambigua e fuorviante è la formulazione del titolo in prima pagina e di quello all’interno del quotidiano: ‘Ecco la strana storia della tentata truffa alla Rai di Marcello Foa’. Per tutto questo ho dato mandato ai miei avvocati di agire legalmente“.

Una storia che ha dell’incredibile per tentare di screditare un grande giornalista come Marcello Foa che occupa una poltrona su cui il Governo non è riuscito a mettere le mani ed ora la Maggioranza spinge: 

Pd , M5S e Iv: “Foa riferisca in Vigilanza su tentata truffa”

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Coronavirus, Pupi Avati: piango e rido davanti alla televisione

Bellissima lettera di *Pupi Avati*, registasceneggiatoreproduttore cinematografico e scrittore italiano, sta facendo scalpore con una sua lettera alla Rai. 
Uno dei film:

 
 
Riflessione e proposta
 
E piango e rido davanti alla televisione come piangono e ridono i vecchi ,che è poi come piangono e ridono i bambini, cercando di fare in modo che mia moglie non se ne accorga. Fra i tanti che se ne sono andati un mio amico, Bruno Longhi, grande clarinettista milanese, che il coronavirus ha portato via senza tener conto della sua bravura, di come suonava Memories of you, meglio di Benny Goodman . E’ il primo periodo della mia vita in cui anziché abbracciare vorrei essere abbracciato. Mi manca persino quella specie di bacio notturno con il quale auguro la buonanotte a mia moglie e che lei giustamente mi ha vietato. Dormo di più la mattina, nel silenzio profondo ,cimiteriale di una città morta , appartengo anagraficamente alla categoria di quelli più svelti a morire .
Ma in questo sterminato silenzio , che è sacro e misterioso e che ci fa comprendere la nostra pochezza, la nostra vigliaccheria , ci commuove la consapevolezza dei tanti che stanno mettendo a repentaglio le loro vite per salvarci.
 
 
E questo stesso silenzio sarebbe opportuno per i tanti che destituiti di ogni competenza specifica continuano a sproloquiare saltapicchiando da un programma all’altro privi di ogni pudore , di ogni senso del limite. Coloro che con tanta solerzia, con tanta supponenza, ci hanno accompagnato nel corso degli ultimi decenni appartengono al Prima del Coronavirus, quando era possibile il cazzeggio. Ora, se usciremo da questa esperienza, dovremo farne tesoro, dovremo trovare un senso a quello che è accaduto , soccorrendo le tante famiglie di chi ha pagato con la vita, aiutando a superare le difficoltà enormi, spesso insormontabili, nelle quali si troveranno i più, impegnandoci tutti a sostituire il dire con il fare, come accadde dopo la liberazione.
 
Quello che provo somiglia a quando al cinematografo negli anni cinquanta si rompeva la pellicola e accadeva che venivi scaraventato fuori da quella storia che era stata capace di sottrarti allo squallore del tuo quotidiano. Rottura accolta da un boato di delusione simultaneo all’accensione improvvisa di luci fastidiose. Me ne restavo seduto, stretto in me stesso, cercando di tenermi dentro il film , “ dimmi quando ricomincia “ dicevo a mia madre tenendo gli occhi chiusi e pregando perché quelli su in cabina si sbrigassero a riattaccare la pellicola. Perché fossi restituito al più presto a quel magico altrove. . Ecco questo tempo che sto vivendo che non somiglia a niente , è un pezzo della mia vita che vivo con gli occhi chiusi, in attesa di poterli riaprire.
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Cronaca

Percezione indebita del bonus cultura “18App” – Frode ai danni dello stato per oltre 1,4 milioni di euro

A conclusione di una complessa indagine di Polizia Economica Finanziaria i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Crotone, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione ad un Decreto di Sequestro Preventivo, disposto dal G.I.P. alla stessa sede – Dott.ssa Romina RIZZO, nei confronti di una società di capitali presente sul territorio calabrese e di sei soggetti per i quali è stata dimostrata la indebita percezione, negli anni 2017 e 2018, di contributi del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali del c.d. Bonus Cultura “18app”.

L’ attività trae origine da apposita analisi di rischio, effettuata dal Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie della Guardia di Finanza di Roma, attraverso le banche dati in uso al Corpo dalla quale emergeva un cospicuo numero di buoni spesi.

Gli accertamenti effettuati hanno permesso di svelare l’esistenza di un sistema, all’interno della società, che attraverso false attestazioni trasmesse al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali (MIBAC), permetteva ai giovani fruitori del bonus cultura “18app” l’acquisto di beni non previsti dalla normativa di riferimento, che pertanto si rendevano responsabili dell’illecito di indebita percezione di erogazioni a danno dello stato per un importo complessivamente quantificato in € 1.440.019,85.

Nel quadro delle investigazioni è emerso, in particolare, che su accertamenti eseguiti su n. 4027 soggetti che hanno compiuto il diciottesimo anno di età nel corso degli anni 2016, 2017 e 2018 sono state rilevate situazioni di irregolarità per l’86% delle singole erogazioni con la conseguente verbalizzazione altresì di n. 3516 illeciti amministrativi di cui all’art. 316 ter comma 2 del codice penale.

Per le situazioni irregolari constatate gli studenti, pertanto, a seguito di notifica del verbale redatto sono obbligati a pagare una sanzione pari al valore dei beni non ammessi al beneficio che nella stragrande maggioranza si è rilevato relativo all’intero bonus pari a 500 euro.

Nei confronti dell’azienda controllata è stata, invece, inoltrata apposita segnalazione al Ministero dei Beni culturali per l’avvio della procedura di recupero dell’intero beneficio oggetto di illecito.

Sotto gli aspetti di carattere penale, altresì in esecuzione del suddetto provvedimento giudiziario, il Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria della Guardia di Finanza di Crotone ha eseguito il sequestro di beni per un controvalore complessivo pari a € 1.387.784,53.

In particolare sono stati sottoposti a sequestro preventivo le quote societarie, denaro contante, un immobile, conti correnti postali e bancari e nr. 5 autovetture.

L’operazione odierna rientra nel più vasto dispositivo di contrasto alle indebite percezioni di erogazioni a danno dello Stato, condiviso dalla Procura della Repubblica unitamente al Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Crotone, attraverso il quale si tende, oltre ad accertare i gravi reati commessi, ad impedire il ripetersi di ulteriori sprechi di preziose quanto limitate risorse pubbliche.