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Palermo: terrore in una casa di riposo

La Guardia di Finanza di Palermo ha arrestato sei dipendenti di una casa di riposo per maltrattamenti nei confronti degli anziani ospiti e ha sequestrato la società che la gestisce e una carta del “reddito di cittadinanza”.

 

Alla testa dell’organizzazione c’era C.M.C. (cl. 63) referente di altre società fallite e di fatto amministratrice e con lei sono state fermate anche la sua vice B.V. (cl. 85) e altre dipendenti M.A. (cl. 67), L.B.V. (cl.92), D.L.A. (cl. 65) e F.R. (cl. 78).

Una delle arrestate è anche inserita in un nucleo familiare percettore del reddito di cittadinanza (799 euro al mese dal maggio 2019) ottenuto però con false attestazioni ed è stata denunciata anche per questo reato in concorso con il compagno (M.D., cl. 55) che l’effettivo percettore del reddito.

Gli inquirenti hanno dimostrato che la casa di riposo “Aurora” è stata gestita ininterrottamente dal 1992 da tre diverse società subentrate l’una all’altra dopo avere accumulato complessivamente un passivo fallimentare di circa un milione di euro.

Nel frattempo per portare a termine lo stesso disegno sono stati commessi tutta una serie di reati che vanno dalla distrazione patrimoniale al riciclaggio e all’autoriciclaggio, coinvolgendo diverse “teste di legno” come amministratori, compreso un impiegato comunale.

Le indagini sono state svolte dai finanzieri del Gruppo Tutela Mercato Capitali del Nucleo di polizia economico – finanziaria di Palermo utilizzando anche le dichiarazioni di ex dipendenti della struttura e, con l’utilizzo di telecamere, hanno documentato una serie di episodi di maltrattamento, fisico e psicologico, verso gli anziani ospiti della casa di riposo.

Sono state effettuate intercettazioni, su delega della Procura della Repubblica, che hanno permesso di documentare le vessazioni fisiche e psicologiche per costringere gli ospiti a vivere in uno stato di soggezione e paura continua fino ad esasperarli e ad indurli ad atti di autolesionismo

Due mesi di intercettazioni hanno permesso di registrare diverse decine di episodi vergognosi di maltrattamento in danno di persone fragili e indifese.

Le telecamere hanno ripreso ingiurie e minacce, violenze fisiche con calci e schiaffi o colpi di scopa e ospiti legati sulle sedie per impedirgli ogni movimento.

La crudeltà degli atteggiamenti risalta con crudezza in una affermazione registrata durante un soccorso prestato ad una paziente, poi deceduta, “Ti dico che io in altri periodi avrei aspettato che moriva perché già boccheggiava……io lo ripeto fosse stato un altro periodo non avrei fatto niente l’avrei messa a letto e avrei aspettato. Perché era morta.” 

Il G.I.P. del Tribunale di Palermo nella sua valutazione del gravissimo quadro probatorio raccolto dalle Fiamme Gialle palermitane ha segnalato “l’urgenza di interrompere un orrore quotidiano”, evidenziando come “l’indole criminale e spietata degli indagati impone l’adozione della misura della custodia cautelare in carcere, ritenuta l’unica proporzionata alla gravità ed all’immoralità della condotta e l’unica idonea a contenere la disumanità degli impulsi”.

Per assicurare la prosecuzione dell’attività di cura degli anziani ospiti il G.I.P. ha, inoltre, nominato un amministratore giudiziario che si potrà avvalere di personale qualificato e ha disposto, in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione dell’ASP di Palermo e la Direzione della Centrale Operativa del 118, un piano di accertamenti mirati alla tutela degli anziani rispettando  le cautele imposte dalle norme vigenti relative all’emergenza epidemiologica da COVID-19.

 

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Cronaca

Confiscati beni per circa 17 milioni di euro riconducibili a noto pluripregiudicato

( Filippo Polito )  Il Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione, sulla base degli accertamenti patrimoniali disposti dalla locale Procura della Repubblica, ha emesso un provvedimento di confisca di disponibilità finanziarie e patrimoniali nei confronti di A.F. (classe ‘54), detto “il monaco”, eseguito dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Palermo.

A.F. è un usuraio pluripregiudicato. È stato condannato una prima volta nel 1997 per due ipotesi di usura consumate a Palermo nel 1991 e nel 1992, e una seconda volta nel 2018, a seguito di pronunciamento della Corte di Appello (sentenza irrevocabile a far data dall’ottobre 2019), alla pena di anni 7 di reclusione, per i reati di usura ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria, oltre che trasferimento fraudolento di valori.

Tale ultima condanna deriva dalle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Palermo e condotte dagli specialisti delle Fiamme Gialle palermitane, all’esito delle quali A. venne tratto in arresto nel marzo del 2013 con conseguente sequestro di beni e disponibilità finanziarie.

Nel corso delle investigazioni era stato ricostruito il giro d’affari di A., che aveva erogato prestiti ad almeno 30 vittime, le quali avevano poi riferito agli investigatori della Guardia di Finanza che la consegna del denaro avveniva parte in contanti e parte in assegni, con scadenze prefissate e tassi di interesse imposti che variavano dal 25% ad oltre il 250% annuo. Successivamente alle indagini penali, il Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo PEF venne delegato dall’Autorità giudiziaria palermitana all’esecuzione di indagini economico-patrimoniali in materia di misure di prevenzione all’esito delle quali, in accoglimento della proposta avanzata dalla locale Procura della Repubblica, il Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione disponeva nel giugno 2013 il sequestro di beni mobili, immobili, gioielli e disponibilità finanziarie riconducibili direttamente o indirettamente al proposto.

A conclusione del procedimento di prevenzione, il Tribunale di Palermo ha ora emesso il provvedimento con cui si dispone la confisca nei confronti di A.F. dei seguenti beni, a suo tempo sottoposti a sequestro patrimoniale:

  • n. 42 immobili siti nei Comuni di Balestrate (PA), Palermo e Milano
  • n. 10 diritti di usufrutto e/o nuda proprietà di immobili
  • n. 1 autovettura
  • n. 15 tra conti correnti, carte di credito e polizze vita
  • oggetti preziosi, monili (quali bracciali, collane, orecchini, anelli e pietre preziose) e orologi di pregio

il tutto per un valore complessivo di circa 17 milioni di euro. Continua l’azione che la Guardia di Finanza palermitana svolge, nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Palermo, a contrasto dei patrimoni di origine illecita con la duplice finalità di disarticolare in maniera radicale le organizzazioni criminali mediante l’aggressione delle ricchezze illecitamente accumulate e di liberare l’economia legale da indebite infiltrazioni della criminalità consentendo agli imprenditori onesti di operare in regime di leale concorrenza.