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LOMBARDIA

Giulio Gallera e la critica di Gianluigi Spata ( Ordine Medici)

 “Mi ha molto stupito, oltre che
amareggiato, la nota che abbiamo ricevuto dalla Federazione200316 medicorianimazione
degli Ordini dei Medici della Lombardia che assomiglia piu’ ad un
atto politico che ad una reale rappresentazione dei fatti”.
Inizia cosi’ la lettera di risposta dell’assessore al Welfare
della Regione Lombardia, Giulio Gallera, a quella ricevuta dal
presidente della Federazione Regionale degli Ordini dei Medici
Chirurghi e degli Odontoiatri, c, di cui
riportiamo alcuni passaggi.

“Confermo il massimo apprezzamento per tutti gli operatori
sanitari lombardi per l’abnegazione e l’umanita’ con cui stanno
affrontando questo terribile momento – scrive Gallera – e
confido che si possano abbandonare gli atteggiamenti
accusatori”.

Entrando nel merito delle richieste dei medici l’assessore precisa: “Per quanto riguarda l’esecuzione dei tamponi ai soli pazienti ricoverati, ricordo che nelle fasi inizialidell’epidemia i tamponi sono  stati eseguiti anche ai contatti stretti di casi asintomatici. Successivamente il Ministero della Salute, con circolare del 27 febbraio 2020 ha modificato le linee guida, raccomandando l’effettuazione del test ai soli sintomatici. In ogni caso, e’ stata sempre tenuta alta l’attenzione sull’isolamento dei soggetti interessati, sia sintomatici, sia contatti stretti di caso”.
 
“Un’attenzione – continua la missiva – affidata al monitoraggio del Medico di Medicina Generale, il cui ruolo, fondamentale, abbiamo evidenziato con una nota della Direzione Generale Welfare, il 3 marzo”.

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“In merito alla ‘incertezza nella chiusura di alcune aree a rischio’- si legge ancora – e’ noto il rigore costantemente professato dalla Regione Lombardia e, in primis, dal presidente Fontana che era stato piu’ volte ingiustamente accusato di aver isolato l’Italia e di aver creato un clima di terrore. Proprio su nostra proposta, il ministro della Salute adotto’, d’intesa con il nostro presidente, l’ordinanza del 23 febbraio 2020 che istituiva la ‘zona rossa’ in dieci comuni del basso lodigiano.

E in data 3 marzo 2020, su nostra indicazione, il Comitato Tecnico Scientifico nazionale ha proposto al Governo l’istituzione di una zona rossa nei comuni di Alzano e Nembro, proposta che non e’ stata dal Governo accolta nella sua formulazione originaria. Tuttavia, in data 8 marzo su forte ed esplicita insistenza della Regione Lombardia, il Governo ha imposto a tutte le persone fisiche di ‘evitare ogni spostamento’ con apposito DPCM”.  “Abbiamo sempre prestato l’attenzione – prosegue la lettera – nei confronti dei soggetti anziani e fragili e delle strutture che li ospitano, fornendo precise indicazioni, sulle quali e’ stata svolta la vigilanza da parte delle ATS, come ad esempio il divieto di ingresso dei parenti (se non in caso di assoluta necessita’ e previa verifica delle condizioni di salute).
Inoltre, sono state sempre prescritte idonee misure di isolamento dei pazienti covid positivi, con l’ovvia ed espressa possibilita’, per i soggetti gestori, di adottare ogni provvedimento utile ad arginare il contagio, comunicandolo alla ATS di riferimento”. 

“Mi auguro che, d’ora in avanti – ha conclude Gallera – si possa davvero lavorare insieme e che le accuse gratuite lascino il passo ad una collaborazione costruttiva e propositiva, che e’ quanto ci si attende da chi rappresenta migliaia di medici ai quali va, ancora una volta, il nostro ‘Grazie!”

Dello stesso tenore la risposta del  Presidente della Commissione Sanità interviene rispondendo punto per punto.

“Ci accusano innanzitutto della mancanza di dati sulla diffusione dell’epidemia: qui possiamo assicurare che Regione ha raccolto tutti i dati possibili che hanno costituito la base per i provvedimenti man mano adottati (tra cui l’ordinanza per la zona rossa nel basso lodigiano e la proposta, non accolta, di analoga zona rossa nella bergamasca). I dati sono raccolti secondo l’impostazione indicata dalla Protezione civile nazionale e sono quotidianamente inviati alla stessa Protezione civile oltre che all’Istituto Superiore di Sanità” sottolinea.

“Ci attaccano quindi sulla presunta incertezza di chiusura delle aree a rischio – prosegue Monti – forse si sono dimenticati del rigore chiesto da Fontana fin da subito. Peccato, che le sacrosante richieste di Fontana siano state tacciate di allarmismo dal Governo e da altri”.

“Per non parlare della  “gestione confusa delle realtà delle RSA”: una critica ingenerosa, dal momento che confonde anche il ruolo di controllo e sorveglianza della Regione con i ruoli e le responsabilità organizzative e gestionale degli Enti gestori delle strutture stesse, e in secondo luogo evidenzia la mancanza di quel doveroso approfondimento che è lecito attendersi da un Ordine professionale”.

“Lo stesso vale per la polemica sui Dispositivi di protezione individuale: le critiche dell’Ordine professionale dovrebbero essere rivolte altrove, non alla Lombardia che è arrivata ad autoprodurre le mascherine”.
“Sull’assenza dell’attività di igiene pubblica, possiamo rispondere che è sotto gli occhi di tutti come la sorveglianza epidemiologica è stata effettuata fin dai primissimi contagi – continua Monti – sui tamponi abbiamo sempre seguito le disposizione dell’Istituto superiore di sanità, perdipiù implementando al massimo le possibilità di aumentarne il numero. Per concludere, all’accusa sul mancato governo del territorio, abbiamo dimostrato di saper  fare sforzi eccezionali, aumentando i posti letti, di terapia intensiva e non, di tutti gli ospedali, adattando le strutture alle esigenze di un’epidemia che ha portato a un elevatissimo numero di contagi, che ha messo a durissima prova il nostro sistema. Il quale è stato però in grado di reggere”.

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OMCEO ROMA: COMUNICAZIONE A MEDICI, ODONTOIATRI E CITTADINI SU COVID 19

 

IL DOCUMENTO APPROVATO DAL CONSIGLIO STRAORDINARIO DELL’ORDINE

Più dispositivi di protezione per gli operatori sanitari e disposizioni univoche e chiare In considerazione della rapida evoluzione dell’emergenza COVID 19 e la ravvicinata produzione normativa sia nazionale che regionale, il Consiglio straordinario dell’Ordine provinciale di Roma dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri tenutosi ieri ha predisposto, nella propria prerogativa di organo sussidiario dello Stato, un documento che mira a fare chiarezza per quanto concerne a tutela dei cittadini e dei propri iscritti. 1. Considerando che è fondamentale rallentare la progressione dei contagi invitiamo colleghi, studenti e cittadini ad osservare le normative in essere che limitano i contatti. Il virus cammina con le nostre gambe e quindi evitare comportamenti a rischio di contagio è un dovere deontologico per i medici e civico per tutti;

2. la normativa emanata deve essere meno pletorica, più diretta, chiara e facilmente applicabile e la sua esecuzione e/o interpretazione non deve essere rimandata a successivi atti sia per la tutela dei medici che degli operatori, del personale sanitario e dei cittadini. L’Ordine di Roma è a disposizione delle competenti autorità per comunicare le normative e le circolari attraverso i propri mezzi di comunicazione e per dare il proprio contributo professionale nella gestione di questo momento critico;

3. l’OMCeO di Roma e provincia è collaborativo e vigilante, nell’ambito delle prerogative dell’Ente, nel verificare l’effettiva applicazione e l’esecuzione del precetto normativo, invitando colleghi e cittadini a segnalare eventuali problematiche circa l’attuazione e la corretta applicazione delle normative vigenti attraverso i consueti canali di comunicazione e le mail che sono state appositamente predisposte. Si rammenta che gli organi emananti e riceventi sono parimenti responsabili a garantire il perfetto adempimento di tutte le procedure di sicurezza sia per i sanitari che per i cittadini non potendo ravvisare, in caso di impossibilità applicativa alcuna responsabilità dei singoli operatori sanitari;

4. in relazione alla protezione del personale medico, degli operatori e del personale amministrativo l’Ordine della Capitale sollecita, per quanto possibile. la pronta disponibilità di dispositivi di protezione individuale della tipologia e quantità necessaria in relazione all’attività clinica svolta e chiede che sia modificato il comma 22 dell’Ordinanza del 6 marzo 2020, prevedendo che anche il personale sanitario sia tutelato e trattato come qualsiasi altra persona, anche per evitare che possa diventare fonte di infezione. Viene ricordato che i Direttori Sanitari sono responsabili della tutela della salute di tutto il personale sanitario e amministrativo e che essi sono tenuti a collaborare con l’Ordine;

5. pur comprendendo la necessità di utilizzare sistemi di risposta centralizzati è necessario, se utilizzati, che siano pienamente fruibili e che il personale addetto sia nelle condizioni di poter operare con capacità e competenza; È altrettanto necessario allineare i comportamenti di tali sistemi alla normativa in vigore, evitando di scaricare sui medici territoriali ed ospedalieri, convenzionati e dipendenti, problematiche non risolvibili;

6. con la consapevolezza che il COVID 19 rappresenta la massima emergenza sanitaria del momento, si devono in ogni caso assicurare tutti i percorsi assistenziali pubblici sia territoriali (MMG, PLS, poliambulatori specialistici delle ASL) che ospedalieri (PS, emergenza ed urgenza, gestione delle normali patologie croniche ed acute) e privati (studi odontoiatrici ecc.) salvaguardando l’assistenza dei malati di altre patologie, gestendo l’emergenza e utilizzando le risorse disponibili, semplificando procedure burocratiche attualmente poco comprensibili (differimento delle visite per rinnovo piani terapeutici in malati cronici stabilizzati e delle pratiche per rinnovo esenzione ticket in scadenza);

7. occorre assicurare l’assistenza e la continuità assistenziale in favore dei pazienti fragili e non autosufficienti e necessitanti di assistenza domiciliare utilizzando, quando possibile, le moderne tecnologie per gestirli a domicilio soprattutto in carenza di DPI, tutelando nel miglior modo possibile la popolazione anziana che è la maggiormente esposta a rischi di gravi complicanze qualora colpita dal COVID 19;

8. occorre altresì favorire l’assunzione di nuovo personale dirigente medico e la possibilità di incrementare il monte orario fino al massimale per il personale convenzionato, come previsto contrattualmente (assistenza primaria, specialistica ambulatoriale interna, continuità assistenziale, medicina dei servizi);

9. in virtù dell’attuale situazione l’Ordine invita anche i propri iscritti a non richiedere sino al 3 aprile 2020 pratiche differibili, 10. l’OMCeO di Roma infine rinnova e rafforza la propria disponibilità a dare continuità al confronto con la Regione Lazio nei tavoli operativi, tecnici, osservazionali e decisionali. L’Ordine ringrazia tutti i colleghi che sono in prima linea per garantire il rispetto dell’articolo 32 della costituzione e del codice di deontologia e tutti i consiglieri impegnati nel fronteggiare l’attuale situazione. Per gli iscritti che vogliono offrire la propria collaborazione all’Ordine è stato predisposto il canale istituzionale emergenzacoronavirus@ordinemediciroma.it.

Sul proprio sito web l’OMCeO di Roma ha pubblicato due tutorial sul comportamento COVID 19, uno rivolto ai medici e l’altro ai cittadini e predisposto altri due indirizzi email dedicati alla segnalazione in tempo reale di problemi, disservizi, difficoltà interpretative della norma; quello a disposizione dei medici è covid19.medici@ordinemediciroma.it; per i cittadini covid19.cives@ordinemediciroma.it.