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Consumatori

Paesi Bassi: trovata tarantola in un grappolo d’uva

Paesi Bassi: trovata tarantola in un grappolo d’uva

Un cliente dei supermercati della catena olandese “Albert Heijn” è rimasto shockato quando una tarantola è spuntata dal grappolo d’uva che aveva acquistato un paio di giorni prima, cioè sabato 16 maggio, dopo averlo tenuto in frigorifero conservandolo nel vassoio d’acquisto. Facendo appello a tutto il suo coraggio, l’uomo ha catturato il ragno e lo ha consegnato ad un negozio di animali. Si tratta di una tarantola rosa cilena (Grammostola rosea), nota anche come tarantola fiamma del Cile o tarantola cilena del fuoco.  La direzione di Albert Heijn ha avviato indagini per capire come il ragno possa essere giunto nei Paesi Bassi. I grappoli d’uva provenienti dal Cile, dovrebbero essere raccolti a mano e poi ordinati nei vassoi con chiusura ermetica su un nastro trasportatore. La tarantola deve aver approfittato di un momento di disattenzione per raggiungere il container e rifugiarsi in questo insolito nascondiglio. Questa specie di tarantola cilena vive nel deserto di Atacama ed è abituata a grandi variazioni di temperatura. Una spiegazione probabilmente, evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”,alla sua eccezionale sopravvivenza durante questo lungo viaggio e alla sua notte nel frigorifero di questa famiglia olandese .

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Ambiente

Coronavirus: primo caso di un visone infetto nei Paesi Bassi.

Coronavirus: primo caso di un visone infetto nei Paesi Bassi. Le autorità olandesi hanno isolato due fattorie di visoni nel sud dei Paesi Bassi domenica dopo la scoperta di animali risultati positivi al coronavirus, probabilmente infetti dopo il contatto con l’uomo.

Le fattorie si trovano ad est di Eindhoven, nel Brabante Settentrionale, una delle regioni più colpite dall’epidemia nei Paesi Bassi dove la malattia ha ucciso oltre 4.400 persone e contaminato almeno 37.000 persone .”Il visone ha mostrato segni di contaminazione, come difficoltà respiratorie”, ha affermato il ministero dell’agricoltura in una nota. I test hanno rivelato che i piccoli mammiferi soffrono della malattia di Covid-19. “Numerosi braccianti agricoli stavano mostrando i sintomi del coronavirus, quindi crediamo che li abbiano trasmessi agli animali”, ha detto il dipartimento. Diversi casi hanno dimostrato che animali come le donnole “sono ricettivi al virus”, ha aggiunto, aggiungendo che “al momento non ci sono prove che gli animali domestici o gli animali da allevamento abbiano un ruolo nella diffusione del virus ”. Il ministro dell’Agricoltura Carola Schouten ha tuttavia ordinato la chiusura di una strada che passa vicino alle due fattorie e ha consigliato al pubblico di non avvicinarsi a meno di 400 metri dagli stabilimenti. Gli allevatori dovranno segnalare alle autorità possibili problemi respiratori o un aumento del numero di decessi tra i visoni. L’allevamento di visoni per la commercializzazione della loro pelliccia è molto controverso nei Paesi Bassi. Nel 2016, il tribunale più alto del paese ha ordinato la chiusura delle fattorie entro il 2024. Episodio isolato, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti“, non c’è ragione di pensare che gli animali possano essere vettori dell’epidemia.

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Cronaca

Butta centinaia di migliaia di euro dal balcone dopo un incendio al secondo piano di un appartamento a Den Bosch nei Paesi Bassi – VIDEO

Butta centinaia di migliaia di euro dal balcone dopo un incendio al secondo piano di un appartamento a Den Bosch nei Paesi Bassi. Si scatena il caos – VIDEO Scoppia un incendio al secondo piano di un appartamento, e lui inizia a lanciare soldi dal balcone. È quanto accaduto la notte tra sabato e domenica a Den Bosch, nei Paesi Bassi. Protagonista dell’inconsueto gesto un uomo di 43 anni che, a seguito di una discussione con una donna di 65 anni che è rimasta ferita, ha lanciato dal balcone centinaio di migliaia di euro. È bastato per scatenare il caos in una civile città europea, e laddove nessuno si dà cura se vede una persona sofferente o un ferito da soccorrere, ecco che invece ci si è accalcati sotto quel balcone con insolita foga ad afferrare quella manna dal cielo: i soldi erano dappertutto, sull’erba sotto le macchine parcheggiate, tra i cespugli e sul tetto dell’ingresso dell’appartamento. Alle due e un quarto sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, dopo un’ambulanza giunta dieci minuti prima. La polizia era presente in gran numero. È stato stimato che c’erano circa dieci macchine della polizia. Gli agenti hanno provveduto a riportare la calma, evitando che la situazione potesse degenerare ulteriormente, recuperando, a dire dei testimoni, borsoni pieni di euro. Restano ancora da accertare le cause del gesto che dovranno essere chiarite dagli inquirenti che stanno indagando sull’origine del denaro e sull’eventuale coinvolgimento del riciclaggio di denaro. Secondo la polizia, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si tratta di soldi veri, non di denaro contraffatto. Alcuni dei passanti si sono resi conto della situazione ed hanno restituito i soldi agli agenti intanto giunti sul posto per sbrogliare la matassa. Tuttavia la Polizia ha lanciato un appello sui social “Hai trovato denaro nell’area di Klokkenlaan a Den Bosch? Ti chiediamo di segnalarlo alla stazione di polizia Bossche a Vogelstraat 41.” Ecco il video: https://www.youtube.com/watch?v=lkzF9PdwGCE

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Salute e benessere

Coronavirus: “Abbiamo il farmaco” dall’Olanda una speranza. Saranno necessari mesi prima che il medicinale sia disponibile

Coronavirus: “Abbiamo il farmaco” dai Paesi Bassi una speranza. Saranno necessari mesi prima che il medicinale sia disponibile La notizia è stata pubblicata sul sito BioRxiv ed è un segnale di speranza in questi giorni di notizie funeste e allarmanti. Il gruppo dell’Università olandese di Utrecht guidato da Chunyan Wang ha fatto sapere che è pronto il primo farmaco specializzato per aggredire il coronavirus Sars-CoV2. È un anticorpo monoclonale, specializzato nel riconoscere la proteina che il virus utilizza per aggredire le cellule respiratorie umane. I ricercatori hanno detto alla Bbc che saranno necessari mesi prima che il farmaco sia disponibile perché dovrà essere sperimentato per avere le risposte su sicurezza ed efficacia.Finora si sono utilizzati farmaci nati in passato per altre malattie, come quelli anti-Aids o quelli contro l’artrite reumatoide, ma finalmente è stato messo a punto il primo farmaco progettato espressamente per aggredire il coronavirus Sars-CoV2. Si lavora intanto su più fronti, dalla possibilità di utilizzare il plasma delle persone guarite all’uso sperimentale di farmaci nati per altre malattie. Dalla Francia sono invece arrivate oggi serie perplessità sui farmaci anti-infiammatori. Si procede intanto un passo dopo l’altro ed è senz’altro incoraggiante quello che ha portato al primo farmaco dedicato al coronavirus, descritto sul sito BioRxiv dal gruppo dell’Università olandese di Utrecht guidato da Chunyan Wang. Ci vorrà comunque tempo prima che il farmaco sia disponibile: al momento è infatti al chiuso dei laboratori dell’Università olandese di Utrecht e deve affrontare la lunga serie di sperimentazioni sugli animali e poi sull’uomo prima di arrivare in commercio. Gli stessi ricercatori hanno detto alla Bbc che saranno necessari mesi prima che il farmaco sia disponibile perché dovrà essere sperimentato per avere le risposte su sicurezza ed efficacia. Il farmaco è un anticorpo monoclonale specializzato nel riconoscere la proteina chiamata ‘spike’ (punta, artiglio) o semplicemente indicata con la lettera S, che il virus utilizza per aggredire le cellule respiratorie umane. È la più potente arma del vaccino e per questo è stata subito studiata in tutto il mondo, dagli Stati Uniti alla Cina, fino a ottenere la struttura molecolare e perfino a vederla in azione mentre invade le cellule, grazie all’aiuto di potentissimi microscopi. Non è comunque l’unico fronte di ricerca: lascia sperare anche la possibilità di utilizzare il plasma di pazienti guariti dalla Covid-19, con alti livelli di anticorpi: è l’obiettivo del protocollo firmato in Italia da alcuni centri regionali con capofila il Policlinico San Matteo di Pavia. Per le infusioni di plasma ai malati si attende adesso il via libera dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss). C’è ottimismo anche sul farmaco contro l’artrite reumatoide tocilizumab, la cui sperimentazione è partita da Napoli e si sta progressivamente estendendo in altre regioni, dalla Toscana alla Puglia e alla Calabria, fino alla Lombardia e alle Marche. Roche ne ha annunciato la distribuzione gratuita. “Si sono fatti studi in Cina su grandi numeri di pazienti, in Italia lo stiamo studiando, ma è ancora presto per trarre conclusioni”, ha osservato Giuseppe Remuzzi, dell’Istituto farmacologico ‘Mario Negri’ di Bergamo. Le armi principali attualmente utilizzate sono comunque le combinazioni sperimentali dei vecchi farmaci anti-Aids, progettati per bloccare l’enzima che permette al virus Hiv di penetrare nelle cellule. Ha messo invece sul chi vive il ministro francese della Salute, Olivier Véran, che ha affidato a un tweet l’affermazione che prendere farmaci anti-infiammatori, come quelli a base di ibuprofene o di cortisone, “potrebbe essere un fattore aggravante dell’infezione” nei malati di coronavirus. “In caso di febbre, prendete del paracetamolo, ha aggiunto”.Una delle possibili controindicazioni di questi farmaci è che in alcuni casi potrebbero provocare insufficienza renale, ha rilevato Remuzzi. Quanto al cortisone, ha aggiunto, “ci sono dati a favore e dati contro: dipende da quando e come viene somministrato e a quali pazienti”. Si lavora senza sosta, evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, e presto si troverà la soluzione sia per i farmaci sia per il vaccino.