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Enna-Germania, catturato Bevilacqua G.Emilio

Un pericoloso espoennte della mafia. e’ stato catturato in Germania su disposizione della Procura di Enna, e collaborazione dei Ros. “Questa mattina i carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Enna, in Barrafranca (EN), Pietraperzia (EN), Catania, Palermo e Wolfsburg (Germania) hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. presso il locale Tribunale, su richiesta della Procura della Repubblica di Caltanissetta – Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di 46 soggetti (tra i quali un minorenne, all’epoca dei fatti) affiliati o contigui alle famiglie mafiose di Barrafranca e Pietraperzia. Uno degli affiliati di spicco del sodalizio, BEVILACQUA Giuseppe Emilio, è stato localizzato e catturato in Germania grazie al supporto del BKA e della polizia tedesca, con il coordinamento operativo dell’Agenzia di Polizia europea EUROPOL. I reati contestati, a vario titolo, sono associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico e allo smercio di stupefacenti, estorsioni, corruzione aggravata dall’aver favorito l’associazione mafiosa, detenzioni di armi e assistenza agli associati. Contestualmente è stato notificato anche un decreto di sequestro preventivo di beni (società, beni immobili e conti correnti) per un valore di oltre un milione di euro. La notizia nella sua completezza e’ disponibile sul Quotidiano d’Italia

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Busto Arsizio

Palermo: andavano fino a Milano per mettere a segno i loro colpi.

Arrestati cinque rapinatori che da Palermo andavano fino a Milano per mettere a segno i loro colpi, ma anche a Busto avevano fatto tre rapine.

 

I malviventi sono responsabili di tre rapine consumate e una tentata, tutte in danno di istituti bancari “UBI Banca” commesse a Milano tra i mesi di maggio e agosto 2019 e che hanno fruttato più di 290 mila euro.

Le indagini della Squadra mobile milanese in collaborazione con quella di Palermo, hanno permesso di scoprire l’esistenza di un gruppo criminale specializzato in rapine in banca che utilizzava un appartamento a Rozzano (Milano) come base operativa.

Ogni rapina è stata commessa utilizzando dei taglierini per minacciare i dipendenti e i clienti che venivano bloccati in attesa dell’apertura temporizzata dei “caveau”.

La permanenza dei rapinatori all’interno della banca non superava i 50 minuti e in alcune occasioni hanno utilizzato anche delle fascette da elettricista per bloccare le persone; inoltre, i malviventi per non lasciare impronte digitali facevano ricorso al mastice “Attack” per coprire i polpastrelli delle dita.

Il pianificatore dei colpi era un uomo del gruppo, originario di Palermo ma residente a Rozzano che ospitava nel suo appartamento i complici trasfertisti.

Grazie alla sua conoscenza del territorio era in grado di individuare l’obiettivo.

Ed era sempre lui a portare i complici sul posto per occuparsi della rapina mentre aspettava in macchina fungendo anche da palo.

Del gruppo faceva parte anche un esperto rapinatore che prima di effettuare il colpo faceva gli ultimi sopralluoghi per studiare in ogni minimo particolare la rapina.

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Anniversario strage di Capaci, Maccari (Fsp Polizia): «Il ricordo è nostro dovere morale

 mio filmato con un poliziotto che racconta la dinamica

Anniversario strage di Capaci, Maccari (Fsp Polizia): «Il ricordo è nostro dovere morale. Oltre che ritornare a Palermo, emblematico è quest’oggi il “ricordo” a San Luca»

«Abbiamo il dovere di ricordare chi, per la lotta alla mafia e per un Paese più giusto, ha pagato con il bene più prezioso: la vita. È per questo motivo che i nomi di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Dicillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro, devono restare bene impressi nella società civile e tramandati alle generazioni future, affinché queste sappiano quanto sangue è stato versato per la legalità».

A dichiararlo è Franco Maccari, V. Presidente Nazionale del Sindacato di Polizia Fsp – la Federazione Sindacale di Polizia.

«Un pensiero commosso – prosegue Maccari – ai tre colleghi della scorta e alle loro famiglie che ogni giorno della loro vita, da ben ventotto anni, devono fare i conti con l’atrocità dell’assenza. Abbiamo il dovere di ricordare chi erano e cosa facevano, per questo a tenere alto il significato dell’estremo sacrificio dei Servitori dello Stato con manifestazioni che si ripetono anno dopo anno il 23 maggio e il 19 luglio, affinché la loro morte non resti vana. Lo dobbiamo al loro sacrificio e alle loro famiglie turbate soprattutto in quest’ultimo periodo dalla vicenda delle scarcerazioni, un pasticcio di chi, evidentemente ha la memoria corta. E’ significativo ritornare ogni anno sulle strade di Palermo, ma emblematico e più che significativo è quest’oggi commemorare la strage di Capaci in Calabria, nel centro aspromontano di San Luca, conosciuto come l’epicentro della criminalità organizzata anche fuori dai confini nazionali. Solo un anno fa la nostra organizzazione sindacale si cimentava ad organizzare una manifestazione a San Luca per commemorare chi perse la vita a Capaci, a ridosso delle tanto attese elezioni comunali dove candidavamo il nostro Segretario Nazionale Giuseppe Brugnano come testimonianza dello Stato e del cambiamento auspicato, con la lista del massmediologo Klaus Davi. Non solo lo scorso anno riuscivamo a svolgere una manifestazione inimmaginabile al mondo ma, contestualmente, riuscivamo a far eleggere nel consiglio comunale di San Luca un poliziotto. Oggi la stessa manifestazione viene ripetuta a San Luca, alle ore 11.00 nella stessa piazza dello scorso anno, per iniziativa del  Presidente della Regione Calabria, l’onorevole Jole Santelli, con la presenza dell’intera Giunta Regionale. In questo possiamo dire di essere stati precursori e poter affermare che anche le cose che possono sembrano impossibili, con l’impegno e la buona volontà, possono divenire possibili. Ebbene – conclude il V. Presidente Nazionale dell’Fsp Polizia – abbiamo il dovere di mantenere vivo il ricordo anche in questi posti, affinché resti sempre ben marcata quella linea purtroppo sottile, che divide la giustizia dalla ‘giustizia giusta’».

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Covid, controinformazione. Criseo intervista il Prof. Prinzi

COVID E “STATE TUTTI A CASA”…. ASCOLTIAMO GLI ESPERTI VERI?

. Chiusi a casa, e bombardati letteralmente da una marea di informazioni. Tutti sembrano esperti. Anzi, qualcuno malignamente afferma che il numero degli esperti sia superiore al numero dei positivi al tampone… . 

Gli interrogativi crescono a fronte di risposte parziali e che lasciano più dubbi di quanti ne abbiamo agli inizi, e questo ci induce ad ascoltare nuovi voci: oggi abbiamo intervistato il Prof. Gabriele Prinzi.

La sua analisi lucida e trasparente su tanti aspetti delle cure e dello svolgimento delle emergenze da coronavirus, raccontate nell’intervista-video:

 

Chi è il Dr.Prinzi

Sono un chirurgo addominale con specifica esperienza e competenza in malattie gastrointestinali in particolare quelle funzionali, come i reflussi gastrici atipici e quelli biliari, causati da squilibriod ei batteri intestinali o da eccesso di farmaci.
Ho acquisito specifica competenza nello studio del microbiota intestinale, nella valutazione degli specifici squilibri e nella conseguente terapia.
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Ho completato la mia formazione con vari corsi sulla comunicazione e il rapporto medico-paziente, un master in ipnosi conversazionale (a persone sveglie e collaboranti!) e successivamente i corsi di floriterapia (fiori di Bach e Australiani).
In studio privato mi occupo anche di consulenza riguardante la connessione tra cibo e allergia, di intolleranze alimentari e di infiammazione da cibo (spesso alla base delle MALATTIE AUTOIMMUNI).

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Cateno De Luca: pronto a occupare i palazzi della politica

PRONTO AD OCCUPARE I PALAZZI PALERMITANI DELLA POLITICA!

De Luca ci ha abituato alle sue uscite forti e speriamo prosegua così, la comunicazione è fondamentale in politica anche se non è tutto, naturalmente.

Vi proponiamo la sua ultima iniziativa:

Non accetto che il territorio siciliano subisca questa ruberia tentata prima dal governo nazionale a cinque stelle ed ora riproposta dalla giunta MUSUMECI!

Finanziaria 2020, oltre 1 miliardo di fondi extra bilancio non spesi dalla Giunta Musumeci, Sindaco De Luca (Messina): “Occuperò i palazzi palermitani per evitarlo, sono somme per il rilancio della Sicilia”

Con la sentenza n. 62/2020 discussa in termini conclusivi il 15 gennaio scorso, depositata il 10 di aprile e pubblicata in Gazzetta ufficiale il 15 aprile scorso, la Corte Costituzionale conferma quali sono i confini della leale cooperazione tra i vari livelli Istituzionali ovvero nei rapporti tra lo Stato, la Regioni e gli Enti Locali. Nella sostanza fa riferimento all’impugnativa che il primo Governo Conte, nel luglio del 2018 fece nei confronti di gran parte della Legge finanziaria della Regione siciliana. Tali fondi (404,5 milioni di euro) adesso sbloccati, sono stati stornati dalla Giunta Musumeci, che nell’attuale discussione della legge finanziaria, all’art. 5 chiede al Parlamento di utilizzarli per fronteggiare l’emergenza da Covid-19, nonostante ci sia oltre 1 miliardo di euro di fondi extra bilancio ancora non spesi e non programmati dalla legge di stabilità in discussione.

“Non è vero che questi soldi sono l’unica ancora di salvezza per tamponare l’emergenza da Covid-19. Per questo ci sono altre risorse, e avrò modo di dimostrarlo. Nel caso specifico, per esempio, è da due anni che esistono 404,5 milioni di euro di fondi extra bilancio da me individuati e adesso sbloccati dalla Corte dei Conti. Il periodo era il 2018, quando ero parlamentare all’ARS e componente della Commissione bilancio. Parlo dunque con cognizione di causa perché partecipai assiduamente alle sessioni dei lavori di redazione nell’aprile dello stesso anno. Presentai migliaia di emendamenti, studiato tutte le carte, tutti i capitoli e facendo un’amara scoperta: miliardi di euro non spesi chiusi nei cassetti. Erano somme afferenti i cosiddetti ‘fondi extra bilancio’. In quell’occasione individuai circa 1,8 miliardi di un filone che riguardava una di queste dotazioni finanziarie, il cosiddetto Programma operativo complementare (POC), suddiviso in 11 assi strategici che toccano diversi finalità – formazione, infrastrutture, ambiente, turismo, beni culturali etc. Si tenga conto che il bilancio regionale è scassato. In quella legge di stabilità ho aperto tale cassetto celato per prelevare 404,5 milioni da inserire nella legge finanziaria 2018. Come li ho prelevati? Formalizzando in Commissione bilancio una serie di emendamenti con l’accordo di altri deputati, del Presidente Savona e del Presidente Micciché, in un grande articolo – omnibus – il 99, entrato a far parte della finanziaria di quell’anno, definito sotto il nome di ‘Interventi nell’ambito della programmazione regionale unitaria’. Con tale articolo 99, che ripeto valeva 404,5 milioni, erano previsti a una serie di interventi specifici valevoli su tutto il tessuto siciliano, anche quello messinese”

Le somme erano così articolate:258 milioni per il Poc; 144,5 milioni Fsc; 1 milione Po Fesr; 1 milione Po Feap.

“Tale articolo fu avversato sin dagli albori – continua il Primo cittadino – in modo particolare dal M5S e nella fattispecie dall’allora capogruppo Valentina Zafarana, deputata messinese che per gelosie locali ha condotto una guerra nei miei confronti. Non le importava nulla che parte di tali somme – quasi 100 milioni – era destinata a Messina come compensazione per ciò che negli anni le era stato rubato. Questa è storia: il Governo a trazione cinquestelle a luglio del 2018 ha impugnato l’articolo 99, su input dei grillini siciliani. Su questo non c’è dubbio. A distanza di 2 anni dal pronunciamento e per i quali 404,5 milioni sono stati congelati per mera gelosia, solo per la caccia all’uomo, la Corte dice che in tale articolo non c’era nulla da impugnare, non è stato ravvisato nulla che meritasse l’ostruzionismo da parte sia di deputati regionali che del governo nazionale. A causa di una schifosa azione portata avanti dal delirio dei cinquestelle siciliani, il primo Governo Conte, ha leso si il principio di leale cooperazione istituzionale”.

“Hanno dovuto ingoiare un boccone amaro, terribile Resta però l’amarezza che per quasi due anni queste somme sono ferme, mentre potevano godere di miglior sorte, specie per Messina, alla quale di questi erano destinati 100 milioni.Non contenti, ora che si è diffusa la notizia che la Corte costituzionale ha dato ragione a De Luca o meglio al buon senso per la Sicilia, cosa è successo? Nel momento in cui la sentenza è depositata, l’attuale Governo Musumeci che immediatamente doveva far valere i diritti dei siciliani a Roma, perché si tratta di fondi scippati al territorio, cosa fa? Il 10 aprile scorso approva la legge di stabilità, in cui all’art. 5 si specifica che la Regione è autorizzata all’utilizzo dei fondi extra bilancio e le somme del POC 2014/2020 ancora non vincolate, per contrastare gli effetti del Covid-19. In sostanza chiede al Parlamento il mandato a riprogrammare tutto, abrogando le leggi che sono in contrasto con questo mandato. Cosa significa? Che norme come l’art. 99 da me redatto per la finanziaria del 2018, che è stato impugnato da Conte ma giudicato ineccepibile dalla Consulta, possono essere azzerate. Quindi la Giunta, nonostante la sentenza della Corte che giudica vitali tali somme per la Sicilia, con un colpo di spugna li cancella?”.

“Devo essere chiaro da oggi io mi trasferisco a Palermo sino a quando la Legge di stabilità non sarà approvata quantomeno in Commissione Bilancio all’Ars e questi 404,5 milioni siano legittimamente restituiti ai siciliani. Occuperò tutti i palazzi: guai se si tenti l’ennesimo scippo al territorio tali. Che ci sia qualche vendetta in corso da parte del Governo regionale? A pensar male alle volte ci si azzecca. Intanto io trasferisco la mia dimora a Palermo perchè la palla è passata la Parlamento. Agli amici dei cinquestelle dico infine: questa è l’occasione per dimostrare al territorio che dinanzi a tali nefandezze non c’è colore politico. Vi invito a dare una mano affinché si difenda tale norma non solo per Messina ma anche e soprattutto per l’intero territorio regionale. Questi sono solo una parte dei soldi non spesi. In Sicilia andrebbero ghigliottinate intere classi politiche, interi burocrati. Ora per l’emergenza Covid dovrebbero prendere tali soldi da destinare al rilancio del territorio? Vi dico io dove trovare i fondi per l’emergenza sanitaria. Se metto piede a Palazzo d’Orleans, mi basterebbero pochi minuti per trovare un cassetto dove sono riposti almeno altri 800 milioni non spesi. Lo apriamo e lo destiniamo a tutte le finalità che abbiamo discusso. Questo non è scontro politico è quando un sindaco e rappresentante di un popolo non accetta supinamente che chi sta sopra di lui si comporti in maniera indegna nei confronti del territorio”.

Di seguito le somme include nell’art. 99 della Legge di stabilità 2018, giudicato ineccepibile dalla Corte Costituzionale

20 milioni di euro
per l’emergenza idrica messinese – per un mese la città rimase senza acqua nel 2015, avendo un sistema colabrodo.
10 milioni di euro
per l’abbattimento barriere architettoniche – 5 ai privati e 5 agli enti pubblici, valevoli però per tutta la Sicilia.
3 milioni di euro
per i presidi ospedalieri ricadenti nelle zone ad alto rischio ambientale, come nel nostro caso Milazzo o Gela;
25 milioni di euro
per bonificare l’area ex Sanderson di Messina – ettari ed ettari di veleni nel centro abitato che riguardano il famoso sogno di una Sicilia industriale che ci lascio morti, feriti e per l’appunto veleni.
40 milioni di euro
per la baraccopoli di Messina, la più grande d’Europa, una vergogna della politica locale e nazionale, in cui si trovano intere famiglie con bambini e anziani costretti a vivere tra fogne a cielo aperto, topi e amianto da più di un centennio.
50 milioni di euro
per il piano straordinario per l’eliminazione in ambito regionale dell’amianto, il quale è causa di asbestosi, una malattia polmonare causata dalle inalazioni delle polveri di asbesto, per l’appunto l’amianto.
20 milioni di euro
per realizzare rifugi sanitari – con un’attenzione particolare per la lotta al randagismo, dando accoglienza a quello che sono animali domestici abbandonati;
24 milioni di euro
per il risanamento dei centri storici – ambientali e monumentali
13 milioni di euro
per gli impianti sportivi
9,5 milioni di euro
per la redazione dei piani di utilizzo del demanio marittimo e per la redazione dei piani regolatori generali perchè non avendo i comuni i fondi per poter fare tali pianificazioni, sono molto indietro, causando la proliferazione dell’abusivismo senza poter valorizzare il territorio.
25 milioni di euro
per la riqualificazione di quelli esistenti
20 milioni di euro
per la realizzazione di un fondo di progettazione per tutti i comuni della Sicilia
50 milioni di euro
per realizzare il mio sogno: i ‘villaggi del dopo di noi’, per ospitare tutti i fratelli speciali che perdono i loro parenti, uno per ogni città della Sicilia.
10 milioni di euro
per la riqualificazione di tutti i contesti territoriali che hanno ottenuto il riconoscimento da parte dell’Unesco.
50 milioni di euro
per la riqualificazione di tutte le Chiese siciliane
1 milione di euro
per promuovere le start-up fatte dai giovani siciliani
1 milione di euro
per trasformare i nostri pescherecci in strutture in cui praticare anche pesca turistica;
5 milioni di euro
per giovani laureati siciliani che volevano specializzarsi all’estero, per contratti di apprendistato e per incentivare gli culturali
500 mila euro
per la riqualificazione della Fornace Penna a Scicli

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Cronaca

Palermo: terrore in una casa di riposo

La Guardia di Finanza di Palermo ha arrestato sei dipendenti di una casa di riposo per maltrattamenti nei confronti degli anziani ospiti e ha sequestrato la società che la gestisce e una carta del “reddito di cittadinanza”.

 

Alla testa dell’organizzazione c’era C.M.C. (cl. 63) referente di altre società fallite e di fatto amministratrice e con lei sono state fermate anche la sua vice B.V. (cl. 85) e altre dipendenti M.A. (cl. 67), L.B.V. (cl.92), D.L.A. (cl. 65) e F.R. (cl. 78).

Una delle arrestate è anche inserita in un nucleo familiare percettore del reddito di cittadinanza (799 euro al mese dal maggio 2019) ottenuto però con false attestazioni ed è stata denunciata anche per questo reato in concorso con il compagno (M.D., cl. 55) che l’effettivo percettore del reddito.

Gli inquirenti hanno dimostrato che la casa di riposo “Aurora” è stata gestita ininterrottamente dal 1992 da tre diverse società subentrate l’una all’altra dopo avere accumulato complessivamente un passivo fallimentare di circa un milione di euro.

Nel frattempo per portare a termine lo stesso disegno sono stati commessi tutta una serie di reati che vanno dalla distrazione patrimoniale al riciclaggio e all’autoriciclaggio, coinvolgendo diverse “teste di legno” come amministratori, compreso un impiegato comunale.

Le indagini sono state svolte dai finanzieri del Gruppo Tutela Mercato Capitali del Nucleo di polizia economico – finanziaria di Palermo utilizzando anche le dichiarazioni di ex dipendenti della struttura e, con l’utilizzo di telecamere, hanno documentato una serie di episodi di maltrattamento, fisico e psicologico, verso gli anziani ospiti della casa di riposo.

Sono state effettuate intercettazioni, su delega della Procura della Repubblica, che hanno permesso di documentare le vessazioni fisiche e psicologiche per costringere gli ospiti a vivere in uno stato di soggezione e paura continua fino ad esasperarli e ad indurli ad atti di autolesionismo

Due mesi di intercettazioni hanno permesso di registrare diverse decine di episodi vergognosi di maltrattamento in danno di persone fragili e indifese.

Le telecamere hanno ripreso ingiurie e minacce, violenze fisiche con calci e schiaffi o colpi di scopa e ospiti legati sulle sedie per impedirgli ogni movimento.

La crudeltà degli atteggiamenti risalta con crudezza in una affermazione registrata durante un soccorso prestato ad una paziente, poi deceduta, “Ti dico che io in altri periodi avrei aspettato che moriva perché già boccheggiava……io lo ripeto fosse stato un altro periodo non avrei fatto niente l’avrei messa a letto e avrei aspettato. Perché era morta.” 

Il G.I.P. del Tribunale di Palermo nella sua valutazione del gravissimo quadro probatorio raccolto dalle Fiamme Gialle palermitane ha segnalato “l’urgenza di interrompere un orrore quotidiano”, evidenziando come “l’indole criminale e spietata degli indagati impone l’adozione della misura della custodia cautelare in carcere, ritenuta l’unica proporzionata alla gravità ed all’immoralità della condotta e l’unica idonea a contenere la disumanità degli impulsi”.

Per assicurare la prosecuzione dell’attività di cura degli anziani ospiti il G.I.P. ha, inoltre, nominato un amministratore giudiziario che si potrà avvalere di personale qualificato e ha disposto, in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione dell’ASP di Palermo e la Direzione della Centrale Operativa del 118, un piano di accertamenti mirati alla tutela degli anziani rispettando  le cautele imposte dalle norme vigenti relative all’emergenza epidemiologica da COVID-19.

 

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“Palermo merità di più”,Giuseppe Criseo intervista il presidente Fontanini

Perché Palermo merita di più …

 


Perché questo pretende la nostra storia, la nostra millenaria cultura, le nostre tradizioni da difendere con orgoglio.
Palermo merita di più per la sua diversità, per il suo essere metropoli e paese nello stesso tempo, per le sue strade piene di vita, per i suoi mercati affollati, carichi di vita ed umanità. Palermo merita di più per il suo essere donna desiderata ma nello stesso tempo donna di polso e carattere; i paesaggi, i contorni unici al mondo non possono essere lasciati alla mercé di gente che ne ha solo approfittato, non spingendola oltre al suo, ahimè, innato provincialismo. 

palermo dallalto

E’ l’introduzione al loro sito, perla di chiarezza e motivazione che dimostra l’attaccamento alla loro bellissima terra, in cui si fondono bellezza, arte e cultura.

Serietà e competenza sono gli aspetti che vengono citati in un passaggio successivo, ma per fare cosa direte?

Cos’è Palermo merita di più?

E’ “un laboratorio politico, che incuba idee, aggrega energie, supera gli steccati dell’appartenenza e guarda alla città come a un enorme spazio vitale da migliorare, non come a un’amministrazione da conquistare.”

Entusiasmo, idee, motivazione e tanta voglia di fare, con innovazione ma anche realismo e privatizzazione di alcuni servizi per renderli competitivi e all’altezza della quinta città d’Italia.

“Siamo un foglio bianco, su cui ognuno può scrivere ciò che vuole”, quale migliore stimolo ad aderire, ascoltando senza preconcetti e proponendo soluzioni ” americane” a Palermo: “Se fossi sindaco per un giorno, impiegherei ogni minuto di quelle 24h affinché tutto questo avvenisse attraverso una semplicissima richiesta on line (o anche attraverso un numero verde)”: Eusebio Dalì.

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Coronavirus, la rivolta partirà da Palermo?

Andiamo a rompere tutti i supermercati e a fare la spesa, è una delle frasi del video di un palermitano che agitandosi dice scoppierà la rivoluzione. Siamo alla frutta, non possiamo capmpare un’altra settimana.

Nel frattempo al LIDL accade che:

Lidl Italia conferma che nel tardo pomeriggio, una quindicina di persone sono entrate nel nostro punto vendita di Palermo via della Regione siciliana con l’intenzione di non pagare la spesa appena effettuata. Sono state quindi chiamate le forze dell’ordine che sono prontamente intervenute a garanzia della sicurezza e salvaguardia dell’incolumità sia dei nostri collaboratori che dei clienti presenti in quel momento in punto vendita. Comprendiamo il difficile momento che l’intero Paese sta vivendo e ringraziamo le autorità per il pronto intervento odierno“.

 

La rivoluzione è vicina, fa capire il palermitano che non ha più un soldo in tasca e lascia intendere l’assalto ai supermercati per mangiare. I soldi arriveranno dal Governo ma quando?

D’altra parte con le figuracce dei governanti che sono deboli e non hanno le idee chiare anche se obiettivamente non è semplice uscirne.

Uscire da questa impasse velocemente è quello che ci auguriamo tutti; commercianti, artigiani, liberi professionisti ma anche lavoratori senza cassa integrazione, oppure chi vivacchia col reddito di cittadinanza creato per dare risposte temporanee.

 

DANTE ALIGHIERI

Ci vuole invece, un piano nazionale serio fatto da gente seria ( quello che manca), per ridurre le tasse subito ed attrarre investimenti una volta terminata la crisi, riforme su scuola, sanità, mondo del lavoro e sopratutto sulle infrastrutture che mancano o sono carenti, porti, aeroporti, ferrovie con l’alta velocità in tutta Italia.

 

Come stiamo sopravvivendo oggi in crisi? Come ieri anche se si faceva finta di nulla, con escamotage, arrangiandosi con evasione, intrallazzi, droga,ecc.

 

Certo l’esempio viene dall’alto: è questo che manca, l’alto è il basso sono uguali, mediocrità e intrallazzi, povera Italia come diceva DANTE:

«Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello!»

(Purgatorio, canto VI, vv. 76-78)