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Coronavirus e INPS: falsa email “rimborso 600 euro”. L’allerta della Polizia Postale

Coronavirus e INPS: falsa email “rimborso 600 euro”. L’allerta della Polizia Postale: tentativo di truffa tramite phishing,. Lo “Sportello dei Diritti”: è un modo subdolo per avere i riferimenti della carta di credito seguite i consigli e cancellate i messaggi. Nel dubbio digitare il link del sito ufficiale

L’emergenza “Coronavirus” e l’inevitabile corsa a forme di sussidio di una cittadinanza stremata da quasi due mesi di lockdown ha comportato l’attesa di benefit da parte dell’INPS in gran parte della popolazione. Proprio per tale ragione, qualsiasi messaggio che sia email o un sms può rappresentare una risposta alla domanda presentata. Questo lo sanno bene gli hacker e i truffatori telematici che stanno cogliendo il particolare periodo per incrementare il numero di tentativi di frode attraverso l’invio massivo di falsi messaggi che non sono altro che sistemi più o meno collaudati per ottenere dati personali o bancari così come abbiamo già segnalato noi dello “Sportello dei Diritti”. Una nuova all’allerta della Polizia Postale mette in guardia chiunque aspetti una comunicazione dell’INPS, così come riportato in un nuovo post, con tanto di screenshot del tipico messaggio truffaldino, sulla pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia”: “L’Inps avvisa gli utenti che è in corso un tentativo di truffa tramite email di phishing finalizzata a sottrarre fraudolentemente il numero della carta di credito, con la falsa motivazione che servirebbe a ottenere un rimborso o il pagamento del Bonus 600 euro. Si invitano tutti gli utenti a ignorare email che propongono di cliccare su un link per ottenere il pagamento del Bonus 600 euro o qualsiasi forma di rimborso da parte dell’Inps. Si ricorda che le informazioni sulle prestazioni Inps sono consultabili esclusivamente accedendo direttamente dal portale www.inps.it e che l’INPS, per motivi di sicurezza, non invia in nessun caso mail contenenti link cliccabili.”. Attenzione, quindi, rilancia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”: è questo l’imperativo rivolto a tutti coloro che hanno un dispositivo e che ricevono messaggi di questo tipo. Il modo migliore per difendersi, è quello di seguire le indicazioni della Polizia Postale e di cancellare immediatamente questi messaggi. Nel dubbio, bisogna consultare il sito istituzionale dell’INPS, aprendo il browser e cliccando l’indirizzo https://www.inps.it/nuovoportaleinps/home.htm Nel caso siate comunque incappati nella frode potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

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La truffa “Wangiri” o dello squillo telefonico. L’allarme della Polizia Postale

La truffa “Wangiri” o dello squillo telefonico. L’allarme della Polizia Postale: attenzione agli squilli dall’estero da numeri non esteri conosciuti. Non richiamare. Lo “Sportello dei Diritti”: la gran parte delle chiamate da prefissi + 216 (Tunisia) e + 44 (Gran Bretagna). Addebiti fino ad un euro e 50 al secondo

Una delle truffe più frequenti è quella degli squilli che provengono da numeri esteri sconosciuti soprannominata con l’esotico nome “Wangiri”. Lo abbiamo segnalato solo qualche giorno fa noi dello “Sportello dei Diritti”, ma lo rilancia anche la Polizia Postale con un nuovo post sulla pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia”:

“E’ bene ricordare spesso alcune delle truffe più insidiose: la truffa dello squillo.

Arriva una telefonata da un numero estero. Poco dopo ne arriva un’altra. A quel punto la curiosità spinge alcune persone a richiamare il numero, cadendo nella trappola dei truffatori. Può sembrare uno scherzo, ma arriva a costare anche 1,5 euro al secondo.

Si tratta della truffa “Wangiri”, quindi attenzione alle telefonate che arrivano dall’estero, in particolare dalla Tunisia (+216) e dall’Inghilterra (+44), ma anche da altri paesi.

Non richiamate i numeri sconosciuti, e, se non ne avete necessità, chiedete al vostro operatore di inibire le telefonate all’estero, in modo da non cadere nella rete dei truffatori nemmeno per sbaglio.

Se doveste avere sospetti su eventuali squilli dall’estero segnalatecelo su (https://www.commissariatodips.it/segnalazioni/index.html )”. Non solo attenzione alla navigazione online, ai messaggini via social o via posta elettronica, ma la truffa corre anche con la classica linea telefonica del cellulare, sottolinea Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Ovviamente, l’unico modo per evitare la spiacevole sorpresa di vedersi scalato il credito o un pesante addebito in bolletta è di non richiamare e se si ha qualsiasi sospetto di segnalarlo alla Polizia Postale. Nel caso siate comunque incappati nella frode potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

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Consumatori

Nuova campagna spamming a scopo estorsivo. Mail a gogo con falsi messaggi

Nuova campagna spamming a scopo estorsivo. Mail a gogo con falsi messaggi che c’invitano a pagare 2000 $ in bitcoin entro 24 per evitare la divulgazione di video intimi ai nostri contatti. Altra allerta della Polizia Postale. Lo “Sportello dei Diritti”: mantenete la calma e non pagate alcun riscatto. Il malintenzionato bluffa

Ancora campagne di spamming a scopo estorsivo. Sembra non fermarsi il fenomeno nonostante l’attività della Polizia Postale a segnalarle e noi dello “Sportello dei Diritti” a rilanciarle. Questa particolare frode online si ripresenta sempre con messaggi che riportano un finto ricatto con il quale un fantomatico soggetto che dichiara di avere l’accesso ai nostri dispositivi prova ad estorcere una somma di denaro per evitare la divulgazione di video intimi a parenti e amici. Ed è sempre la Polizia Postale sulla pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia” che con un post con lo screenshot della mail che riportiamo integralmente di seguito, c’illumina sul da farsi nel caso di ricezione di un messaggio del genere: «TI È ARRIVATA QUESTA EMAIL ESTORSIVA? Mantieni la calma e segui i nostri consigli

“Sono consapevole, pr33fede, è la tua parola d’ordine. Ho bisogno della tua completa attenzione per le prossime 24 ore, o posso assicurarmi che tu viva senza sensi di colpa per il resto della tua vita. Ehi, non mi conosci personalmente. Eppure so tutto di te. Il tuo attuale elenco di contatti fb, i contatti del telefono cellulare più tutta l’attività virtuale nel computer dai precedenti 152 giorni.”

Inizia così l’email minacciosa inviata in questi giorni a molti utenti, spaventati dalla possibilità che qualcuno, al di là dello schermo, possa averli spiati, derubati di credenziali riservate, filmati nella loro intimità.

Il ricatto prosegue, con la minaccia che se il malcapitato non pagasse una cospicua somma di denaro (ovviamente in criptovalute), le conseguenze per lui consisterebbe nella diffusione dei presunti video “intimi” a parenti, amici e datori di lavoro.

L’elemento “terrorizzante” per l’utente è rappresentato dal fatto che i criminali sembrano conoscere la vera password della nostra casella di posta elettronica.

Ma è tutto falso, ovviamente.

Il fatto che i criminali dispongano della password (spesso non più attuale) della nostra casella di posta elettronica, è purtroppo motivato dal fatto che, all’interno dei mercati neri del darkweb, agiscono hacker senza scrupoli che, dopo aver condotto massive attività di phishing o di intrusione informatica, rivendono online i nostri preziosi dati.

Tuttavia la semplice conoscenza di una password email non può mai bastare per permettere l’inoculazione nei nostri dispositivi di sofisticati virus in grado di spiare abitudini e comportamenti.

Hai ricevuto anche tu questa email?

1. Mantieni la calma: il criminale non dispone, in realtà, di alcun filmato che ti ritrae in atteggiamenti intimi o di dati di accesso a siti pornografici e con tutta probabilità è in possesso di password non più valide dei nostri profili social o della nostra email

2. Non pagare assolutamente alcun riscatto: l’esperienza maturata con riguardo a precedenti fattispecie criminose (come #sextortion e #ransomware) dimostra che, persino quando il criminale dispone effettivamente di nostri dati informatici, pagare il riscatto comporta quale unico effetto un ulterior accanimento nelle richieste estorsive, volte ad ottenere ulteriore denaro;

3. Proteggi adeguatamente la tua email (ed in generale i tuoi account virtuali):

  • cambia – se non hai già provveduto a farlo – la password, impostando password più complesse;
  • non utilizzare mai la stessa password per più profili;
  • abilita, ove possibile, meccanismi di autenticazione “forte”(due fattori) ai nostri spazi virtuali, che associno all’inserimento della password, l’immissione di un codice di sicurezza ricevuto sul nostro telefono cellulare ;
  • aggiorna il sistema operativo;
  • Installa un antivirus o antimalware.
  • Controlla, grazie alla cronologia degli accessi, l’eventuale presenza di accessi non autorizzati ai tuoi spazi.

Se sei in difficoltà o hai bisogno di aiuto scrivici su:

https://www.commissariatodips.it/…/segnala-online/index.html ».

Si tratta, insomma, di una classica frode online che si ripete ciclicamente, ma che altrettanto ripetutamente è trappola per tanti utenti della rete, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Tanto subdola, quanto facile da scoprire se si presta attenzione, si rimane calmi e si seguono i consigli della Polizia Postale. Nel caso siate comunque incappati nella truffa potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

Si tratta, insomma, di una classica frode online che si ripete ciclicamente, ma che altrettanto ripetutamente è trappola per tanti utenti della rete, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Tanto subdola, quanto facile da scoprire se si presta attenzione, si rimane calmi e si seguono i consigli della Polizia Postale. Nel caso siate comunque incappati nella truffa potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

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Nuove frodi online: Amazon nel mirino dei truffatori telematici con il falso messaggio email «il tuo account è stato bloccato».

Nuove frodi online: Amazon nel mirino dei truffatori telematici con il falso messaggio email «il tuo account è stato bloccato». L’allerta della Polizia Postale. Lo “Sportello dei Diritti”: verificate sempre gli spazi web prima di fornire dati personali e/o bancari

La quarantena obbligata ha comportato un inevitabile aumento degli acquisti tramite le piattaforme online e tra queste, sicuramente su tutte vi è Amazon. Come abbiamo più volte sottolineato noi dello “Sportello dei Diritti”, la conseguenza dell’incremento di questo tipo di acquisti è l’attenzione di hacker e truffatori telematici verso la platea sterminata di utenti del colosso delle vendite telematiche che, quindi, devono prestare attenzione a non cadere nella loro rete che diventa sempre più sofisticata. L’ultima frode è quella del falso messaggio email che attraverso un’intensa attività di spamming può raggiungere un qualsiasi potenziale acquirente e trarlo in inganno nel momento in cui apprende che il proprio account sarebbe stato bloccato. In realtà non è così come spiega la Polizia Postale sulla pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia” con un post dal seguente tenore: “AMAZON: IL TUO ACCOUNT È STATO BLOCCATO

“Il tuo account è stato bloccato!!!”: E’ il messaggio contenuto in una falsa email Amazon, che informa l’utente di un inesistente blocco avvenuto sul proprio account.

Abili truffatori, utilizzando il logo della famosa azienda di vendita online, e simulando l’indirizzo e-mail del Servizio clienti, informano l’utente che, a seguito di (inesistenti) tentativi di accesso non autorizzato, l’account sarebbe stato bloccato, e che per ottenerne lo sblocco occorrerebbe cliccare sul link indicato.

Quel link, però, conduce l’utente all’interno di un sito di phishing, che riporta il logo contraffatto di Amazon ed un pulsante “crea un nuovo account” o “avvia sessione”.

Una volta cliccato su tale pulsante, l’utente viene indotto ad inserire le proprie credenziali di accesso, dati personali ed i codici bancari, che finiscono così nelle mani dei cyber-criminali.

La polizia postale invita, ancora una volta, a verificare con la massima attenzione l’autenticità di tutti gli spazi web, prima di inserire qualsiasi dato personale e riservato.”.

Non ci stancheremo mai di segnalare questo tipo di truffe, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Perché nonostante gli avvertimenti e gli inviti all’attenzione che continuamente rivolgiamo, sono ancora troppi i cittadini che, o per inerzia o perché si fanno prendere dall’impulso di perdere i benefit acquisiti su questo tipo di piattaforme, sono pronti a cliccare e a fornire irrimediabilmente propri dati personali e/o bancari. Il modo migliore per difendersi, è quello di seguire le indicazioni della Polizia Postale, di cestinare questi messaggi e se si hanno dubbi di abbandonare temporaneamente la navigazione, riaprire il browser o l’app e di digitare solo il sito o lo store ufficiale. Nel caso siate comunque incappati nella frode potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

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Cronaca

Attenzione agli squilli dall’estero da numeri non esteri conosciuti.

Attenzione agli squilli dall’estero da numeri non esteri conosciuti. L’allarme della Polizia Postale: non richiamare. Lo “Sportello dei Diritti”: la gran parte delle chiamate da prefissi + 216 (Tunisia) e + 44 (Gran Bretagna). Addebiti fino ad un euro e 50 al secondo

La Polizia Postale ha lanciato un nuovo allarme per un incremento di segnalazioni e denunce per una nuova truffa telefonica che viene effettuata in un modo alquanto subdolo ma, purtroppo, anche efficace per gli interessi di questi malintenzionati. In questi giorni di clausura forzata, infatti, a decine sarebbero stati coloro che sono stati truffati a seguito di squilli di chiamate che provengono da numeri esteri non conosciuti e che, se richiamati, avrebbero portato salassi in bolletta o a scaricare il credito telefonico dello sfortunato utente. Con un semplice post sulla pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia”, e con un articolo riportato dall’edizione della “Cronaca Umbria” de “Il Messaggero” la Polizia Postale ha segnalato il pericolo e il semplicissimo consiglio di non richiamare questi numeri: “ATTENZIONE AGLI SQUILLI SENZA RISPOSTA PROVENIENTI DA NUMERI ESTERI. SE RICHIAMATI POTREBBERO RISERVARE BRUTTE SORPRESE SULLA BOLLETTA O SULLA RICARICA TELEFONICA”. Sembrerebbe che la gran parte delle chiamate o meglio degli squilli truffaldini verrebbero dai prefissi + 216 (Tunisia) e + 44 (Gran Bretagna), rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Ovviamente è sufficiente non richiamare per evitare la spiacevole sorpresa di vedersi scalato il credito o un pesante addebito in bolletta. Nel caso siate comunque incappati nella frode potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

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Consumatori

Occhio ai falsi siti di videoconferenza. Gli utenti di Zoom nel mirino dei truffatori telematici

Occhio ai falsi siti di videoconferenza. Gli utenti di Zoom nel mirino dei truffatori telematici. L’allerta della Polizia Postale: falsi siti ZOOM creati per rubare dati personali e risparmi. Lo “Sportello dei Diritti”: seguite i consigli della PolPost e non cliccate MAI su link che vengono proposti ma digitarli sempre dalla barra degli URL del sito ufficiale

Tra lezioni online e call conference di lavoro o per motivi istituzionali, con l’emergenza “Coronavirus” è esplosa la richiesta di videoconferenze e di app o siti che consentono la videochiamata di gruppo. Tra tutte, una di quelle che si sta più diffondendo è ZOOM e, come accade sovente in rete, più un prodotto viene utilizzato da una platea crescente di utenti e più è possibile che malintenzionati lo clonino o utilizzino dei facsimili per perpetrare frodi online proprio a danni dei primi. Un concetto che noi dello “Sportello dei Diritti” ribadiamo da anni, ma che evidentemente non è ancora completamente inculcato nella mente di noi italiani, sempre più connessi, ma ancora disattenti e sempre vittime di truffe telematiche. Principale soggetto istituzionale a reprimere questo tipo di reati, ma anche a prevenirli, attraverso un’attività costante di comunicazione, è la Polizia Postale che per quanto riguarda questa nuova frode ha ritenuto dover segnalare con un nuovo post sulla pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia” i rischi che possiamo correre ma anche i consigli per evitare problemi:

“ATTENZIONE AI FALSI SITI DI VIDEOCONFERENZA

Nel corso delle attività di monitoraggio e di alcune segnalazioni, abbiamo riscontrato la presenza di numerosi siti internet contenenti la parola “ZOOM”. Trattasi di siti che simulano falsamente la nota piattaforma di videoconferenza, in questo periodo particolarmente utilizzata per comunicazioni private, per scopi lavorativi come pure per la didattica a distanza. I falsi siti ZOOM sono in realtà appositamente creati da abili truffatori per rubare, attraverso phishing, i dati personali ed i risparmi di ignari utenti i quali, convinti di acquistare un abbonamento da Zoom, inseriscono nei siti-truffa i propri dati personali. La polizia postale raccomanda di non cliccare MAI sui link che vengono proposti ma di digitarli sempre dalla barra delle URL del sito ufficiale della società titolare del marchio e di verificare sempre con la massima attenzione l’autenticità dei siti internet o delle app nelle quali inseriamo i nostri dati personali, o che istalliamo nei nostri dispositivi.”. Un invito all’attenzione che noi, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” riteniamo utile rilanciare proprio in una fase delicata nella quale, come detto, l’utilizzo di tali strumenti cresce in maniera esponenziale. Come andiamo ripetendo da anni, dunque, il modo migliore per difendersi, è quello di seguire le indicazioni della Polizia Postale. Nel caso siate comunque incappati nella frode potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

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Consumatori

Coronavirus e Coronavirusa ripetizione con i falsi buoni spesa.

Coronavirus e truffe online a ripetizione con i falsi buoni spesa. Circola in rete finti voucher da 250 e 500 euro di CONAD ed ESSELUNGA che hanno denunciato la frode alla Polizia Postale. Lo “Sportello dei Diritti”: diffidate e non fornite dati personali, sono solo tentativi di frode. Nessuno regala niente per niente. Per le offerte consultate solo i siti ufficiali

Ancora truffe online a ripetizione di speculatori senza scrupoli che sfruttano l’Emergenza “Coronavirus” e le necessità alimentari per provare a frodare malcapitati cittadini. A denunciare pressochè quotidianamente questi tentativi delinquenziali di approfittare dei bisogni dei cittadini è lo “Sportello dei Diritti” che, ancora una volta, invita tutti coloro che hanno un dispositivo e degli account email o social a prestare la massima attenzione a tutti i messaggi che ci giungono. Come già segnalato nei giorni scorsi, è tornata prepotentemente in questo periodo la tipica frode che purtroppo risulta molto pertinente in questa fase nella quale il fabbisogno alimentare diventa ancor più centrale nella vita delle famiglie: quella dei falsi buoni spesa a danno dei cittadini e delle catene della grande distribuzione che, ovviamente, sono del tutto ignare. A riportare le denunce di due colossi del settore è nuovamente la Polizia Postale sulla pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia” con due distinti post del tutto sovrapponibili perché ci raccomandano di diffidare dai falsi voucher ESSELUNGA e CONAD da 250 e 500 euro.

Il primo evidenzia: “Ancora falsi buoni spesa, questa volta dei supermercati CONAD Soc. Coop., stanno circolando sulla rete. Gli specialisti del Commissariato di ps online, nel corso delle attività di monitoraggio della rete, hanno rinvenuto una massiva attività di spamming mediante la diffusione di messaggi pubblicitari truffaldini inerenti una presunta attività sociale dei supermercati CONAD.

I truffatori, in particolare, citando la pandemia e le difficoltà di moltissime persone, attraverso messaggi del seguente tenore: “❤️Il supermercato Conad ha annunciato che regalerà un coupon gratuito di 500 € durante lo stato di emergenza..” invitano ignari cittadini a cliccare su falso siti internet della Società CONAD e a inserire i propri dati anagrafici per garantirsi voucher da 250 e 500 €. La Società CONAD, che ha presentato denuncia alla Polizia Postale di Bologna, ha disconosciuto tale attività truffaldina invitando tutti i consumatori a consultare esclusivamente il proprio sito www.conad.it Ricordiamo di non cliccare MAI sui link che vengono proposti ma di digitarli sempre dalla barra delle URL del sito ufficiale della società titolare del marchio. Non compilare MAI moduli online con i tuoi dati personali. Usa sempre il buon senso. La fretta, quando si è online, può farci commettere degli errori di cui potremmo pentircene.

RICORDA CHE NESSUNO REGALA NIENTE”.

E nel secondo:

“Ancora falsi buoni spesa, questa volta dei supermercati Esselunga, stanno circolando sul web. La Polizia Postale nel corso delle attività di monitoraggio della rete, ha rinvenuto una massiva attività di spamming mediante la diffusione di messaggi pubblicitari truffaldini inerenti una presunta attività sociale e di concorsi e/o operazioni a premi promossi dai supermercati Esselunga.
I truffatori citando la pandemia e le difficoltà di moltissime persone, attraverso messaggi del seguente tenore: “Esselunga sta distribuendo generi alimentari gratuiti del valore di 250 € per sostenere la nazione durante la pandemia da coronavirus” invitano ignari cittadini a cliccare su un link truffaldino per aggiudicarsi il voucher gratuito di Esselunga del valore di 250/500 € e a condividere il messaggio con tutti i propri contatti whatsApp. La Direzione aziendale di Esselunga, che ha segnalato tale attività truffaldina alla Polizia Postale di Milano, invita tutti i consumatori a consultare esclusivamente il proprio sito www.esselunga.it e che eventuali concorsi o operazioni a premi vengono diffusi esclusivamente attraverso i canali ufficiali dell’azienda.
COME DIFENDERSI

  • clicca sul campo “Da” o “Mittente” ogni qualvolta ricevi una email che ti invita a rilasciare dati personali o password, in modo da visualizzare i dettagli dell’indirizzo di posta elettronica che deve sempre corrispondere a “@esselunga.it” o “@newsletter.esselunga.it”; se il dominio è differente da “@esselunga.it” o da “@newsletter.esselunga.it”, la mail è da considerarsi ingannevole e inviata da soggetti diversi da Esselunga;
  • posiziona il cursore del mouse sul link (senza cliccare) per visualizzare il vero link sottostante che spesso corrisponde a una sequenza di numeri e lettere che nulla ha a che vedere con l’indirizzo visibile nel link;
  • Ricorda di non cliccare MAI sui link che ti vengono proposti ma di digitarli sempre dalla barra delle URL del sito ufficiale della società titolare del marchio;
    • Non compilare MAI moduli online con i tuoi dati personali;
    • Usa sempre il buon senso. La fretta, quando si è online, può farci commettere degli errori di cui potresti pentirtene;

RICORDA SEMPRE CHE NESSUNO REGALA NIENTE”

Se già sono anni che segnaliamo simili tentativi di frode che utilizzano metodi del tutto analoghi, tuttavia, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, la scelta di operare in questo particolare periodo appare ancor più spregevole perché si tenta di approfittare con modi a dir poco subdoli, dell’emergenza e della gravissima crisi che vivono gli italiani anche per la spesa alimentare. Il modo migliore per difendersi, è quello di seguire le indicazioni della Polizia Postale e di cestinare questi messaggi. Nel caso siate comunque incappati nella frode potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

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Fase 2 “Emergenza Coronavirus” e fake news. Regione Lombardia: Falso accordo quadro.

Fase 2 “Emergenza Coronavirus” e fake news. Regione Lombardia: Falso accordo quadro. Arriva l’allerta della Polizia Postale sui falsi messaggi Whatsapp. Lo “Sportello dei Diritti”: fermiamo queste catene di disinformazione e verifichiamo le notizie solo sui siti istituzionali Bisogna a tutti costi interrompere la catena di false notizie che già nei momenti normali della vita quotidiana possono creare caos, disordine, paure o false aspettative, figuriamoci in piena emergenza “Coronavirus”. La responsabilità di simili comportamenti spetta in primo luogo a ciascuno di noi, alla nostra capacità di non farsi prendere dal primo messaggino condiviso sui social e al dovere d’informarsi correttamente e a non contribuire alla diffusione di fake news. La sensibilità collettiva, in questo senso, potrà essere fondamentale per uscire dall’emergenza così come stiamo tentando di ripetere da tempo noi dello “Sportello dei Diritti”. Ma evidentemente, c’è chi ancora approfitta delle ansie dei cittadini per innescare pericolosi circoli viziosi, come coloro che stanno diffondendo tramite Whatsapp un “Falso accordo quadro” della Regione Lombardia con il quale sarebbe stata calendarizzata l’apertura delle attività nella regione italiana più esposta ai contagi. A segnalarlo anche la Polizia Postale sulla pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia” che con un post ha voluto comunicare quanto segue: «REGIONE LOMBARDIA: FALSO ACCORDO QUADRO Ancora una notizia falsa. Sta circolando su whatsapp una fakenews della Regione Lombardia, che sta creando un ingiustificato allarme sociale, secondo la quale sarebbe stata calendarizzata la riapertura delle attività post covid19. La Regione Lombardia, che ha completamente smentito il documento, ha presentato una segnalazione di reato alla Polizia Postale di Milano. Si invitano gli utenti a verificare le notizie consultando esclusivamente il portale www.regione.lombardia.it diffidando da messaggi o news che non siano direttamente riscontrabili rispetto alla fonte di provenienza.» Non ci stancheremo mai di ripetere a tutti i cittadini di prestare attenzione a tutti i messaggi che giungono sui nostri dispositivi, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Che siano attraverso Whatsapp, Facebook, qualsiasi altro social o via email, verifichiamo sempre la correttezza delle notizie e se del caso, comunichiamo a coloro che ce l’hanno trasmesse l’errore commesso nel diffonderle. Adottando comportamenti responsabili e non avendo timore di sensibilizzare anche gli altri in tal senso, potremo contribuire ad uscire dall’emergenza e ad affrontare la crisi con mezzi certi e senza la confusione derivante dalle falsità.

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Consumatori

Spamming a scopo estorsivo. Nuova allerta della Polizia Postale

Spamming a scopo estorsivo. Nuova allerta della Polizia Postale. Messaggi falsi che invitano a pagare «1900$ entro 24 ore per evitare la divulgazione ai tuoi contatti di informazioni relative al tuo accesso a siti pornografici». Lo “Sportello dei Diritti”: mantenete la calma e non pagate alcun riscatto. Il malintenzionato bluffa Non è la prima volta che noi dello “Sportello dei Diritti” segnaliamo una particolare frode online: quella dei messaggi col finto ricatto che provano ad estorcere una somma di denaro per evitare la divulgazione di prove relative ad un nostro fantomatico accesso a siti pornografici. In questo periodo, infatti, si sta assistendo ad una recrudescenza di questo tipo di tentativo di truffa, come viene confermato anche dalla Polizia Postale sulla pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia” che con un post che riportiamo integralmente di seguito, c’illumina sul da farsi nel caso di ricezione di un messaggio del genere: «“versa 1900$ entro 24 ore per evitare la divulgazione ai tuoi contatti di informazioni relative al tuo accesso a siti pornografici” E’ questo il messaggio di una nuova campagna di spamming che sta giungendo in queste ore a ignari utenti al fine di gettarli nel panico e indurli a pagare, in cryptovaluta, il prezzo per cancellare tutti i dati raccolti e far cessare l’attività “ricattatoria”. Ecco dunque alcuni consigli su come comportarsi: 1. Mantenere la calma: il criminale non dispone, in realtà, di alcun filmato che ci ritrae in atteggiamenti intimi o di dati di accesso a siti pornografici e con tutta probabilità non è in possesso di password valide dei nostri profili social o della nostra email da cui ricavare la lista di amici o parenti. 2. Non pagare assolutamente alcun riscatto: l’esperienza maturata con riguardo a precedenti fattispecie criminose (come sextortion e ransomware) dimostra che, persino quando il criminale dispone effettivamente di nostri dati informatici, pagare il riscatto determina quale unico effetto un accanimento nelle richieste estorsive, volte ad ottenere ulteriore denaro; 3. Proteggere adeguatamente la nostra email (ed in generale i nostri account virtuali): • Cambiare – se non si è già provveduto a farlo – la password, impostando password complesse; • Non utilizzare mai la stessa password per più profili; • Abilitare, ove possibile, meccanismi di autenticazione “forte”(due fattori) ai nostri spazi virtuali, che associno all’inserimento della password, l’immissione di un codice di sicurezza ricevuto sul nostro telefono cellulare ; • Aggiornare il sistema operativo; • Installare un antivirus o antimalware. Se sei in difficoltà scrivici su: https://www.commissariatodips.it/segnalazioni/segnala-online/index.html». Si tratta, insomma, di una classica frode online che si ripete ciclicamente, ma che altrettanto ripetutamente è trappola per tanti utenti della rete, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Tanto subdola, quanto facile da scoprire se si presta attenzione, si rimane calmi e si seguono i consigli della Polizia Postale. Nel caso siate comunque incappati nella truffa potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

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Cronaca

Le truffe online non si fermano. Altro finto buono da 1500 euro di Coop

Le truffe online non si fermano. Altro finto buono da 1500 euro di Coop. L’allerta della Polizia Postale: «Ancora falsi concorsi, ancora falsi buoni spesa, ancora una volta dei supermercati Coop, stanno circolando sulla rete». Lo “Sportello dei Diritti”: diffidate e non fornite dati personali, sono solo tentativi di frode. Nessuno regala niente per niente Si moltiplicano in maniera esponenziale i tentativi di truffa online con attività massive di spamming di messaggi che giungono sui nostri dispositivi promettendo la vincita di falsi buoni spesa. Un invito costante all’attenzione quello dello “Sportello dei Diritti” che viene confermato anche dalla Polizia Postale sulla pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia” che con un post eloquente e la fotografia del finto messaggio ci segnala quanto segue: “Ancora falsi concorsi, ancora falsi buoni spesa, ancora una volta dei supermercati Coop, stanno circolando sulla rete. La Società Cooperativa Coop ha denunciato una ulteriore attività di spamming mediante la diffusione di messaggi pubblicitari truffaldini inerenti una presunta attività sociale a premi dei supermercati Coop.I truffatori, in particolare, , attraverso il seguente messaggio: “Ogni giovedì scegliamo 10 utenti casuali per dare loro la possibilità di vincere favolosi premi. Il premio di oggi è un buono di 1500 euro per qualsiasi negozio!* Il vincitore potresti essere tu! E’ un’opportunità riservata a chi vive in Italia”. Partecipare è gratis e divertente!”. con il logo che imita quello del Gruppo Coop inducono gli utenti a compilare un modulo con i propri dati personali attraverso un link presente nel testo del messaggio. La Società Coop, invita tutti i consumatori a consultare esclusivamente il proprio sito www.e-coop.it Ricorda di non cliccare MAI sui link che vengono proposti ma di digitare la società titolare del marchio sempre manualmente. Non compilare MAI moduli online con i tuoi dati personali. Usa sempre il buon senso.”. Solo tre giorni fa avevamo segnalato il finto buono da 250, ora arriva quello da 1500. Insomma, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, gli hacker e i truffatori telematici tirano al rialzo per attirare quanta più gente possibile nella propria rete criminale approfittando, con modi a dir poco subdoli, dell’emergenza e della gravissima crisi che vivono gli italiani anche per la spesa alimentare. Il modo migliore per difendersi, è quello di seguire le indicazioni della Polizia Postale e di cestinare questi messaggi. Nel caso siate comunque incappati nella frode potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.