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Raffaele Jerusalmi, AD di Borsa Italiana rassicura: coronavirus “Fenomeni transitori, l’abbiamo già passata con la Sars”

Intervistato precedentemente da Radio24, Jerusalmi ha dichiarato di ritenere «inutile» chiudere la Borsa in un contesto in cui «sicuramente le economie stavano rallentando già prima di questa situazione». «La correzione – ha spiegato il manager – c’è già stata» dopo un crollo che è stato un «fenomeno di mercato». «I mercati – ha aggiunto – reagiscono violentemente alle notizie ma ritengo che a questo punto la correzione l’abbiamo già vista». «La crisi del petrolio – ha proseguito il manager – ha acuito le incertezze, ma anche il tema del virus sarà tra qualche mese un ricordo».

“L’economia stava rallentando già prima di questa situazione ma ci siamo già trovati in simili circostanze in passato. Oggi i mercati reagiscono rapidamente e violentemente, questo mese i principali mercati azionari del mondo hanno perso il 20% del valore, la correzione l’abbiamo dunque già vista. La crisi del petrolio ha acuito le incertezze ma il tema del virus sarà tra qualche mese spero un ricordo. Questa esperienza l’abbiamo già passata con la Sars, non eravamo coinvolti in questa maniera, sono fenomeni transitori”, ha dichiarato Raffaele Jerusalmi, amministratore delegato di Borsa Italiana a 24Mattino di Simone Spetia e Maria Latella su Radio 24.

Ipotesi chiusura delle contrattazioni? “I mercati sono globali e provvedimenti locali sono devastanti perché fanno perdere credibilità al mercato stesso. Se ci fosse una decisione a livello coordinato mondiale si potrebbe valutare, ma francamente non ci sono i presupposti”.

Raffaele Jerusalmi (Milano, 21 marzo 1961) è un dirigente d’azienda italiano e amministratore delegato di Borsa Italiana. Ha guidato la privatizzazione della società e sotto la sua regia è avvenuta nel 2007 la fusione con la Borsa di Londra dando vita al London Stock Exchange Group con 3.500 società quotate. È presidente di Elite, il programma della Borsa lanciato nel 2012 per sostenere lo sviluppo di piccole e medie imprese italiane, europee ed extraeuropee con finanziamenti Bei. Ad aprile 2018 sono già più di 800. Nell’ottobre 2018 Forbes l’ha posto tra i primi 100 top manager italiani.