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Saronno

Saronno, per l’Ospedale Regione Lombardia stanzia 23 milioni

Un impegno economico importante di Regione Lombardia per il rilancio definitivo della struttura ospedaliera di Saronno.

“22.9 milioni di euro per l’efficientamento strutturale del polo ospedaliero di Saranno, a dimostrazione che Regione Lombardia alle parole fa sempre seguire i fatti concreti”, rende noto Emanuele Monti, Presidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali del Pirellone in merito all’approvazione del piano di investimenti approvato dalla Giunta regionale e che riguarderà la struttura ospedaliera di Saranno.

“Le risorse – spiega Monti – andranno ad a finanziare tutti quei progetti di ammodernamento strutturale, efficientamento energetico e di innovazione tecnologica già progettati da tempo ma che non avevano ancora visto la luce”.

“Nello specifico – argomenta il Presidente – stiamo parlando di sei linee di intervento per un valore di 12 Milioni a cui si aggiungono con la delibera di ieri ulteriori 11 Milioni di euro per il riordino del Pronto Soccorso, della Terapia Intensiva di quella sub-intensiva . Questi lavori saranno realizzati entro la fine del 2022, a dimostrazione dell’importanza per Regione Lombardia di questo presidio sanitario”.

“Come detto, la road map – conclude Monti – definisce tempi piuttosto stringenti in modo che l’ASST Valle Olona possa restituire all’utenza un polo ospedaliero completamente all’avanguardia”.

Alle ore 17.30 in diretta Facebook dalla pagina del Consigliere Monti l’annuncio con il Direttore Generale Eugenio Porfido ed il Sindaco di Saronno Alessandro Fagioli.

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Istituzioni

Truffe agli anziani, Regione Lombardia stanzia 600mila euro per progetti degli Enti Locali

Si apre domani, mercoledì 17 giugno, il bando di Regione Lombardia rivolto agli Enti Locali che stanzia 600 mila euro, per il biennio 2020 – 2021, per la realizzazione di progetti finalizzati a prevenire e contrastare il fenomeno delle truffe contro gli anziani, con particolare riferimento ai delitti contro il patrimonio mediante frode.

“Dopo gli spot televisivi contro le truffe agli anziani realizzati grazie ai risparmi del Consiglio Regionale – dichiara Brianza – ora Regione apre un bando a favore degli Enti locali per proseguire l’attività di prevenzione e contrasto a questi odiosi reati che si sono acuiti durante le fasi dell’emergenza Coronavirus”, commenta con soddisfazione la Vicepresidente del Consiglio Regionale della Lombardia Francesca Brianza.

“Grazie a queste risorse – prosegue – i comuni potranno realizzare dei progetti avvalendosi anche della collaborazione delle forze dell’ordine e della polizia locale e con il supporto di università, associazioni e terzo settore”.

Il contributo è previsto nella misura massima dell’80% del costo del progetto validato. Per ogni progetto, la soglia minima di cofinanziamento è pari a 5 mila euro e la massima a 10 mila. I progetti devono essere avviati entro il 31 dicembre 2020 e concludersi entro il 31 dicembre 2021.

 “I progetti – spiega Brianza – si potranno sviluppare intorno ad attività formative, informative e culturali e gli enti locali potranno chiedere di utilizzare gli spot andati in onda nei tg soprattutto in questo periodo e il materiale informativo già realizzato da Regione Lombardia. Un ulteriore provvedimento di Regione a sostegno delle fasce più fragili della popolazione che – conclude – specialmente ora necessitano di maggior tutela e protezione”.

La domanda di partecipazione al bando va presentata esclusivamente on line attraverso la piattaforma www.bandi.servizirl.it dalle ore 10:00 del 17 giugno 2020 alle ore 12:00 del 31 luglio 2020.

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In evidenza

Moglie e cognato di FONTANA (denaro pubblico) La storia dei camici della Dama SPA

Il 16 aprile la Dama spa si aggiudica, senza gara, una fornitura di camici alla Regione Lombardia – tramite Aria, l’agenzia regionale pubblica degli acquisti – per 513mila euro. Il 22 maggio la ditta restituisce i soldi alla Regione

La Dama spa, che produce il noto marchio Paul&Shark, appartiene per il 10%, tramite la DIVADUE srl, alla moglie di Attilio Fontana, Roberta Dini. Il resto delle quote fa riferimento, tramite una fiduciaria svizzera, al fratello: Andrea Dini.

La storia dei camici della Regione Lombardia comprati dalla ditta della moglie e del cognato di Fontana

La storia è stata anticipata dal Fatto Quotidiano, quale riporta subito la versione del presidente della Regione: “Della vicenda il presidente non era a conoscenza. Sapeva che diverse aziende, fra cui la Dama Spa, avevano dato disponibilità a collaborare con la Regione per reperire con urgenza Dpi in particolare mascherine e camici per strutture sanitarie”. Il tutto inizia il 16 aprile con l’affidamento, e finisce attorno al 22 maggio quando la ditta stornerà quei soldi restituendoli di fatto alla Regione.

Aggiornamento con la dichiarazione del presidente Fontana

“Il testo del ?Fatto’- conclude il governatore – infatti, in maniera consapevole e capziosa omette di dire chiaramente che la Regione Lombardia attraverso la stazione appaltante ARIA SpA non ha eseguito nessun pagamento per quei camici e l’intera fornitura è stata erogata dall’azienda a titolo gratuito. Ho anche dato mandato a miei legali di diffidare immediatamente la trasmissione ‘Report’ dal trasmettere un servizio che non chiarisca in maniera inequivocabile come si sono svolti i fatti e la mia totale estraneità alla vicenda”.

Domani a Report

L’affidamento diretto di denaro pubblico viene firmato da Aria, la centrale acquisiti della Regione, creata circa un anno fa su input dell’assessore al Bilancio, il leghista Davide Caparini. Negli elenchi dei fornitori presenti sul sito di Aria con molta difficoltà si trova la ditta Dama Spa. Compare il nome, ma non si comprende bene cosa si venda e a che prezzo. La Dama, però, è una società nota che detiene il famoso marchio Paul&Shark. Il suo ceo è Andrea Dini, fratello di Roberta, moglie di Attilio Fontana. La first lady regionale è poi parte attiva dell’impresa in quanto vi partecipa come socia al 10% attraverso la Divadue Srl. La Diva Spa, invece, detiene il 90% di Dama Spa. La Diva Spa inoltre ha come socio al 90% una fiduciaria del Credit Suisse che amministra un trust denominato “Trust Diva”.

Secondo il documento recuperato da Report, Dama deve iniziare le consegne a partire dal 16 aprile, mentre il pagamento avverrà a 60 giorni e il 30 aprile emetterà fattura.

Il quadro così ricostruito viene presentato dall’inviato ad Andrea Dini, che al citofono risponde: “Non è un appalto, è una donazione. Chieda pure ad Aria, ci sono tutti i documenti”. Davanti all’ordine di forniture, Dini mette giù. Poi è costretto ad ammettere: “Effettivamente, i miei, quando io non ero in azienda durante il Covid, chi se ne è occupato ha male interpretato, ma poi me ne sono accorto e ho subito rettificato tutto perché avevo detto ai miei che doveva essere una donazione”.

E così, in effetti, avviene. A partire dal 22 maggio, la Dama stornerà quelle fatture di fatto riportando il tutto a una donazione. Il che non cancella una brutta vicenda che ha sollevato la concreta ipotesi di un enorme conflitto d’interessi per il governatore Attilio Fontana.

Fabio Sanfilippo

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Milano

Milano: quale parità di genere in regione e in comune?

Nella giunta di Regione Lombardia le donne sono presenti solo al 29% mentre in comune va leggermente meglio perché nella giunta del sindaco Sala la presenza femminile è al 41%.

L’argomento è stato proposto da Davide Soldani, sistemista informatico, giornalista, coordinatore del Movimento dei Genitori di Milano e Consigliere di Angsa Lombardia Onlus: “Stavo facendo un elenco degli assessori da contattare per vari motivi e argomenti, quando ho fatto notare a mia moglie che nella giunta di maggioranza di Regione Lombardia sono presenti solo 5 donne assessori su un totale di 17 membri. Un numero che anche a mia moglie è sembrato un po’ troppo basso, anche perché non raggiunge nemmeno il 30%”.

“Noi siamo sempre molto attenti alle minoranze e alle persone più fragili e credo che anche in questo caso ci sia qualcosa che potrebbe essere migliorato al fine di raggiungere la vera parità di genere. Auspico che fin da subito si valuti almeno un paio di sostituzioni, sia in Regione Lombardia che nel Comune di Milano” continua Soldani.

 “Vorrei anche far notare che sempre per Regione Lombardia ed il Comune di Milano, nella storia vi è stata solo una donna Governatrice della Lombardia e solo una donna Sindaca di Milano: rispettivamente l’ormai ex Presidente Fiorella Ghilardotti (dal 1992 al 1994) e l’ormai ex Sindaca Moratti (dal 2006 al 2011). Per la Lombardia è oltre un quarto di secolo che non vi è una Presidenza al femminile, mentre per Milano sono quasi 10 anni che non abbiamo come primo cittadino una donna” ha concluso il giornalista.

Forse, nel futuro, saranno le donne protagoniste della politica milanese e regionale, ma ad oggi questa prospettiva sembra essere ancora di là da venire, anche se in Regione Lombardia, proprio l’Assessore alle Politiche per la Famiglia, Genitorialità e Pari Opportunità, è una donna (Silvia Piani della Lega), ma sembra che non abbia ancora trovato il tempo per accennare qualcosa in proposito ai colleghi.

 

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ITALIA

Governo: modulo per uscire dalla regione

modulo da utilizzare per gli spostamenti fuori Regione a partire dal 18 maggio

scaricalo 

gli spostamenti al di fuori della propria regione restano consentiti esclusivamente per ragioni di lavoro, salute o assoluta urgenza. 

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Regione

Lombardia lunedì riaprirà all’insegna della sicurezza e del rispetto delle regole

Regione  Lombardia 15 Maggio 2020

Comunicato Ufficiale da Regione Lombardia.

Coronavirus, Fontana: accolta mia proposta su documento unitario Regioni

 

“Siamo riusciti a elaborare e a produrre un documento unitario delle Regioni per la fase 2 del coronavirus. Un risultato che è il frutto della proposta che avevo lanciato nella giornata odierna, venerdì 15 maggio, a tutti i governatori e che si è dunque concretizzata in vista delle riaperture di lunedì, quando alcune nuove attività produttive potranno ripartire con linee guida condivise”. Lo dice il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, in vista della nuova riunione in programma questa sera tra le Regioni e il Governo.

“La Lombardia – spiega Fontana – conferma la volontà di voler riaprire le attività previste per il 18 maggio. Ciò avverrà nel rispetto della sicurezza sanitaria. Sono certo che sia i cittadini, sia gli operatori dei vari settori sapranno comportarsi in modo responsabile. E nel rispetto delle regole”.

 

Alessio Luisetto

 

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Regione

Regione Lombardia: falso allarme bomba, evacuato il Pirellone

Regione Lombardia 15 Maggio 2020

Nel pomeriggio di oggi, 15 Maggio 2020, intorno alle 17.00 circa c’è stato un falso allarme bomba a Palazzo Pirelli (Palazzo Regione Lombardia).

A seguito di interventi di sanificazione sono stati rinvenuti barattoli sospetti, nell’armadietto di un dipendente.

Tale ritrovamento, ha reso necessaria l’attivazione delle procedure previste, il Pirellone è stato evacuato e sono giunti sul posto gli artificieri. A seguito delle verifiche effettuate, lo stesso allarme si è rivelato infondato.

Alessio Luisetto

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In evidenza

Coronavirus. Niccolò Invidia, fondi alla sanità lombarda andati ai DG

«Monitorare periodicamente le scorte dei dispositivi diagnostici in vitro… tenere sotto controllo le richieste di ordinativi da parte dei laboratori di analisi, al fine di evitare incrementi di costo dovuti all’aumento delle rimanenze di reparto».«Monitorare periodicamente le scorte dei dispositivi diagnostici in vitro… tenere sotto controllo le richieste di ordinativi da parte dei laboratori di analisi, al fine di evitare incrementi di costo dovuti all’aumento delle rimanenze di reparto». Dubbi ricavati da dati e delibere dell’Espresso.

delibera Lodi asst

 

RISOLTO IL MISTERO DEI FONDI ALLA SANITÀ LOMBARDA: SONO ANDATI AI DG

L’inizio della Fase 2 porta dubbi e risposte. Il ritardo o la lentezza con cui le Regioni più esposte hanno avviato sulla popolazione le indagini molecolari e sierologiche è ormai evidente. Per quanto riguarda la Lombardia le scorte, poi, sono terminate da mesi: questo spiega perché la Regione non sia riuscita ad avviare tempestivamente uno screening di massa sulla popolazione, tanto da dover sospendere tra febbraio e marzo i test tampone perfino sul personale sanitario per la mancanza di reagenti. Questa insufficienza di scorte nei laboratori degli ospedali è il risultato di una delibera (la numero XI/1681) votata nella seduta del 27 maggio 2019 da tutta la giunta regionale, compresi il governatore leghista Attilio Fontana, il vicepresidente Fabrizio Sala e l’assessore al Welfare, Giulio Gallera, per aumentare gli incentivi economici ai direttori generali, generalmente di nomina politica. La delibera, firmata dal direttore generale dell’assessorato, Luigi Cajazzo, illustra le “Determinazioni in ordine al sistema di valutazione dei direttori generali… e alla corresponsione del relativo incentivo economico”. In particolare, a pagina 81, l’obiettivo assegnato al direttore dell’Azienda sociosanitaria territoriale di Lodi, la prima a dover affrontare fuori dalla Cina i focolai del virus Sars-CoV-2, vale 15 punti su 100, secondo voto più alto nella classifica per ottenere il premio economico. È scritto: «Monitorare periodicamente le scorte dei dispositivi diagnostici in vitro… tenere sotto controllo le richieste di ordinativi da parte dei laboratori di analisi, al fine di evitare incrementi di costo dovuti all’aumento delle rimanenze di reparto». Detto in parole povere, meno spendi più guadagni. I manager le chiamano rimanenze, chi lavora con provette e reagenti le definisce scorte necessarie. Difatti i laboratori, già a corto di tamponi per le analisi di routine, non sono stati sufficientemente riforniti nemmeno dopo la dichiarazione dello stato di emergenza deliberato dal governo il 31 gennaio. I fondi tagliati potevano aiutare quella terra a non ottenere il triste primato di regione più colpita d’Italia dal Covid. E invece sono andati in busta paga ai manager. Chi si è reso responsabile di questo ne risponda politicamente. E che lo faccia fino all’ultimo.

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LOMBARDIA

Lombardia, la Regione avvia piano Marshall da 3 miliardi: in 6 mesi oltre 1.500 cantieri

Al via il rilancio della Lombardia grazie al ‘piano Marshall’ da 3 miliardi di euro approvato dalla Giunta. “Lo avevamo annunciato e lo abbiamo fatto. Per la ripresa economica della Lombardia e il rilancio del sistema produttivo era necessario un intervento extra-ordinario che potesse supportare immediatamente il mondo dell’economia. E, quindi, abbiamo finanziato i nostri Comuni e Province per dare avvio in temi brevissimi in particolare, entro il 31 ottobre, a numerose opere pubbliche. Oltre 1.500 cantieri in più che cambieranno volto alla nostra Regione. E daranno lavoro a imprese e famiglie”. Lo fanno sapere il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e l’assessore agli Enti locali, Massimo Sertori, commentando l’approvazione della delibera. L’atto definisce tempi e modalità di erogazione dei contributi destinati agli Enti locali dopo l’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19.
400 milioni di euro del piano Marshall per la Lombardia saranno direttamente gestiti da sindaci e presidenti di provincia

Per Fontana e Sertori “l’obiettivo è quello di finanziare le Province e i Comuni attraverso investimenti pari a 400 milioni di euro lasciando a sindaci e presidenti di Provincia libera scelta degli interventi ritenuti prioritari. Sono indirizzati principalmente ai seguenti settori: sviluppo territoriale, mobilità sostenibile, edifici pubblici e patrimonio culturale, efficientamento e risparmio energetico, dissesto idrogeologico, digitalizzazione e illuminazione pubblica”.
“Diamo una mano concreta – chiarisce Sertori – alle comunità locali, con un impulso alle economie del territorio dopo due mesi di difficoltà e sacrifici”. L’attuazione pratica sarà supportata dagli uffici della Direzione Enti locali della Regione Lombardia, per ovviare a potenziali difficoltà in fase di applicazione.

Oltre 3 miliardi di euro spalmati tra 2020 e 2022

Il piano Marshall, diventato Legge lunedì 4 maggio con l’approvazione da parte del Consiglio regionale, prevede un investimento complessivo di oltre 3 miliardi di euro, spalmati dal 2020 al 2022 e così ripartiti: 51,35 milioni per le Province; 348,65 milioni ai Comuni; 2,47 miliardi di euro per interventi per la ripresa economica; 130 milioni di euro per investimenti strategici che riguardano la mobilità, l’edilizia scolastica e lo sviluppo territoriale; 10 milioni di euro serviranno per la produzione di dispositivi medici e di protezione individuale e 82 milioni saranno destinati al personale sanitario.

Lavori al via entro il 31 ottobre

Comuni, Province e Città Metropolitana di Milano sono tenuti ad iniziare l’esecuzione dei lavori entro il 31 ottobre 2020, anche nel caso di più opere. I contributi sono erogati agli enti beneficiari:
a) per il 20% previa verifica dell’avvenuto inizio dell’esecuzione dei lavori; qualora il Comune attesti che il collaudo dell’opera avviene entro novembre 2020.
b) per il 50% entro il mese di febbraio 2021.
c) per il residuo 30% previa trasmissione del certificato di collaudo.

Nel caso in cui i lavori iniziati entro il 31 ottobre 2020, fossero collaudati entro il novembre 2020, sarà erogata l’intera somma.

La ripartizioni ai Comuni dei fondi del piano Marshall per la Lombardia

La ripartizione ai Comuni dei fondi del ‘Piano Marshall’ per la Lombardia – Il contributo è assegnato a tutti i comuni lombardi in base al numero degli abitanti e utilizzando lo stesso schema assunto dall’attuale governo nell’ambito della legge di bilancio 2020:

– Comuni da 0 a 3.000 abitanti 100.000 euro ciascuno.
– Da 3.001 a 5.000 abitanti 200.000 euro ciascuno.
– Per i comuni da 5.001 a 10.000 abitanti 350.000 euro ciascuno.
– Da 10.001 a 20.000 abitanti 500.000 euro ciascuno.
– Per i comuni da 20.001 a 50.000 abitanti 700.000 euro ciascuno.
– Da 50.001 a 100.000 abitanti 1 milione di euro ciascuno.
– Per i comuni da 100.001 a 250.000 abitanti 2 milioni ciascuno.
– I comuni oltre i 250.000 abitanti hanno diritto sino a 4 milioni ciascuno.
Il dettaglio dei fondi disponibili per le Province

La ripartizione delle risorse per singolo ente provinciale beneficiario e per Città Metropolitana, sulla base della proposta di Unione delle Province Lombarde (UPL), è la seguente:

– Bergamo: 1.518.246 euro nel 2020 e 4.233.242 euro nel 2021.
– Brescia: 1.832.158 euro nel 2020 e 5.108.505 euro nel 2021.
– Como: 742.544 euro nel 2020 e 2.070.393 euro nel 2021.
– Cremona: 746.290 euro nel 2020 e 2.080.840 euro nel 2021.
– Lecco: 468.013 euro nel 2020 e 1.554.935 euro nel 2021.
– Lodi: 437.922 euro nel 2020 e 1.501.034 euro nel 2021.
– Mantova: 885.033 euro nel 2020 e 2.467.688 euro nel 2021.
– Città Metropolitana di Milano: 3.024.400 euro nel 2020 e 8.432.761 euro nel 2021.
– Monza e Brianza: 852.628 euro nel 2020 e 2.377.336 euro nel 2021.
– Pavia: 1.313.595 euro nel 2020 e 3.662.625 euro nel 2021.
– Sondrio: 324.757 euro nel 2020 e 1.455.500 euro nel 2021.
– Varese: 1.124.414 euro nel 2020 e 3.135.141 euro nel 2021.

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Regione Lombardia ordinanza di oggi 30.04.20 n.537

ordinanza di Regione Lombardia, 30 aprile n. 537 da scaricare

ULTERIORI   MISURE   PER   LA   PREVENZIONE   E   GESTIONE   DELL’EMERGENZA EPIDEMIOLOGICA DA COVID-19. ORDINANZA AI SENSI DELL’ART. 32, COMMA 3, DELLA  LEGGE  23  DICEMBRE  1978,  N.  833  IN  MATERIA  DI  IGIENE  E  SANITÀ PUBBLICA E DELL’ART. 3 DEL DECRETO-LEGGE 25 MARZO 2020, N. 19

ART. 1 (Misure urgenti di contenimento del contagio in Regione Lombardia)ATTILIO FONTANA

Allo  scopo  di  contrastare  e  contenere  il  diffondersi  del  virus  COVID-19  nella Regione Lombardia,

si applicano le seguenti misure specifiche:

1.1 Obbligo di utilizzo della mascherina o di altre protezioni

Ogniqualvolta ci si rechi fuori dall’abitazione, vanno adottate tutte le misure
precauzionali consentite e adeguate a proteggere sé stesso e gli altri dal
contagio,  utilizzando  la  mascherina  o,  in  subordine,  qualunque  altro
indumento a copertura di naso e bocca, contestualmente ad una puntuale
disinfezione  delle  mani.  In  ogni  attività  sociale  esterna  deve  comunque
essere  mantenuta  la  distanza  di  sicurezza  interpersonale  di  almeno  un
metro.  Non  sono  soggetti  all’obbligo  i  bambini  al  di  sotto  dei  sei  anni,
nonché  i  soggetti  con  forme  di  disabilità  non  compatibili  con  l’uso
continuativo  della  mascherina  ovvero  i  soggetti  che  interagiscono  con  i
predetti.

1.2 Commercio al dettaglio

A) l’accesso alle attività commerciali al dettaglio, al fine di limitare al massimo
      la concentrazione di persone, è consentito ad un solo componente per
      nucleo familiare, fatta eccezione per la necessità di recare con sé minori,
      disabili o anziani;

B) si raccomanda la rilevazione, mediante idonee strumentazioni, a cura dei
      gestori  degli  ipermercati,  supermercati  e  discount  di  alimentari  della
      temperatura  corporea  dei  clienti,  oltre  che  del  personale,  prima  del  loro

accesso. A seguito del rilievo di temperatura corporea uguale o superiore a 37,5 °C, deve conseguire l’inibizione all’accesso all’attività con invito a ritornare  alla  propria  abitazione  e  limitare  al  massimo  i  contatti  sociali  e contattare il proprio medico curante;

C) I mercati scoperti possono aprire, limitatamente alla vendita di prodotti       alimentari,  purché  siano  osservate  e  fatte  osservare  le  seguenti  misure di prevenzione igienico-sanitaria e di sicurezza, a cura dei comuni competenti  per territorio:

1.  definizione preventiva da parte dell’amministrazione comunale, per ogni
      mercato  aperto,  dell’area  interessata,  dell’assegnazione  temporanea

dei  posteggi e  della  capienza  massima di     persone contemporaneamente presenti all’interno dell’area stessa, comunque non superiore al doppio del numero dei posteggi;

2.  individuazione  da  parte  del  Comune  di  un      “Covid  Manager”  per

coordinare sul  posto  il personale addetto, con l’eventuale supporto di
volontari di protezione civile, ai fini dell’assistenza a clienti ed operatori
del mercato e dell’attuazione delle misure di cui alla presente Ordinanza
nonché  delle  ulteriori  misure  di  prevenzione  e  sicurezza  emanate  dai
Comuni;

3.  limitazione del perimetro esterno dell’area di mercato con transenne,
      nastro bicolore o altri strumenti idonei in modo che vi sia un unico varco
      di accesso separato da quello di uscita dall’area stessa;

4.  accesso  all’area  di  mercato,  al  fine  di  limitare  al  massimo  la
      concentrazione  di  persone,  consentito  ad  un  solo  componente  per
      nucleo familiare, fatta eccezione per la necessità di recare con sé minori
      di anni 14, disabili o anziani;

5.  si  raccomanda  la  rilevazione  da  parte  di  personale  addetto  con
      l’eventuale supporto  di  volontari  di  protezione civile, mediante  idonee
      strumentazioni,  della  temperatura  corporea  dei  clienti,  prima  del  loro
      accesso all’area di mercato, e degli operatori commerciali del mercato;
      inibizione  all’accesso  all’area,  a  seguito  di  rilevazione  di  temperatura
      corporea uguale o superiore a 37,5° C, con invito a ritornare alla propria
      abitazione, a limitare al massimo i contatti sociali e a contattare il proprio
      medico curante;

6.  rispetto, sia all’interno dell’area di mercato sia per i clienti in attesa di
      accesso all’area, del distanziamento interpersonale di almeno un metro
      e del divieto di assembramenti;

7.  obbligo di utilizzo da parte degli operatori commerciali di mercato di
      mascherina a copertura di naso e bocca nonché di guanti;

8.  distanziamento  di  almeno  due  metri  e  mezzo  tra  le  attrezzature  di

6

 

vendita dei singoli operatori di mercato;

9.  presenza di non più di due operatori per ogni posteggio;

Le  amministrazioni  comunali  possono  prevedere,  in  relazione  alle  predette
aree di mercato, ulteriori misure di prevenzione igienico-sanitaria e di sicurezza
ed informano attraverso i propri strumenti di comunicazione istituzionale circa
le aree di mercato aperte, la loro delimitazione e l’adozione concreta delle
misure  di  prevenzione  igienico-sanitaria  e  di  sicurezza  relative  alle  singole
aree;

Le disposizioni di cui alla presente lettera C) si applicano anche alle fiere.

Restano sospesi:

  • le attività di vendita dei prodotti non alimentari nei mercati scoperti; ● le sagre.

D) I mercati coperti possono aprire, per la vendita dei prodotti compresi nelle
      merceologie  consentite,  a  condizione  che  il  Sindaco  del  comune  di
      riferimento adotti e faccia osservare un piano per ogni specifico mercato
      che  preveda  quanto  segue:  a)  presenza  di  un  unico  varco  di  accesso
      separato da quello di uscita; b) sorveglianza pubblica o privata che verifichi
      il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro e il
      rispetto del divieto di assembramento c) l’applicazione delle previsioni di cui
      ai numeri 4, 5, 6 e 7 della precedente lettera C).

1.3 Altre attività economiche

A) è  consentita  la  prosecuzione  dell’attività  per  gli  alloggi  per  studenti  e
      lavoratori con servizi accessori di tipo alberghiero (codice ATECO 55.90.20);

B) è consentita l’attività da parte degli esercizi di toelettatura degli animali di
      compagnia,  purché  il  servizio  venga  svolto  per  appuntamento,  senza  il
      contatto  diretto  tra  le  persone,  e  comunque  in  totale  sicurezza  nella
      modalità “consegna animale – toelettatura – ritiro animale”, utilizzando i
      mezzi di protezione personale e garantendo il distanziamento sociale;

C) è fatto obbligo ai concessionari di slot machines di provvedere al blocco
      delle  medesime  ed  agli  esercenti  di  provvedere  alla  disattivazione  di
      monitor e televisori di giochi che prevedono puntate accompagnate dalla
      visione  dell’evento  anche  in  forma  virtuale,  al  fine  di  impedire  la
      permanenza  degli  avventori  per  motivi  di  gioco  all’interno  dei  locali,  a
      prescindere dalla tipologia di esercizio in cui tali apparecchi sono presenti.

7

 

ART. 2 (Disposizioni finali)

1.  Le disposizioni della presente ordinanza producono i loro effetti dalla data
      del 4 maggio 2020 e sono efficaci fino al 17 maggio 2020.

2.  Resta salvo, per gli aspetti  non diversamente disciplinati dalla presente
      Ordinanza,  quanto  previsto  dalle  misure  adottate  con  il  Decreto  del
      Presidente del Consiglio dei ministri del 26 aprile 2020.

3.  Ai sensi di quanto previsto dall’articolo 2, comma 3 del decreto-legge n.
      19/2020, sono fatti salvi gli effetti prodotti e gli atti adottati sulla base delle
      ordinanze  del  Presidente  della  Regione  previgenti  e  contenenti  misure
      urgenti di contenimento del contagio in Regione Lombardia.

4.  Resta ferma la possibilità di adottare ordinanze contingibili e urgenti a tutela
      della  salute  pubblica  e  dell’ambiente,  ai  sensi  dell’articolo  191  del  d.lgs.
      152/2006.

5.  Il mancato rispetto delle misure di cui alla presente Ordinanza è sanzionato,
      secondo quanto previsto dall’art. 4 del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19.

6.  La presente Ordinanza è trasmessa al Presidente del Consiglio dei Ministri ed
      al Ministro della salute ed è pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione
      Lombardia (BURL) e nel portale internet della Regione Lombardia, pagine
      dedicate all’emergenza sanitaria Corona Virus – COVID 19.

IL PRESIDENTE

ATTILIO FONTANA