Un impegno economico importante di Regione Lombardia per il rilancio definitivo della struttura ospedaliera di Saronno.
“22.9 milioni di euro per l’efficientamento strutturale del polo ospedaliero di Saranno, a dimostrazione che Regione Lombardia alle parole fa sempre seguire i fatti concreti”, rende noto Emanuele Monti, Presidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali del Pirellone in merito all’approvazione del piano di investimenti approvato dalla Giunta regionale e che riguarderà la struttura ospedaliera di Saranno.
“Le risorse – spiega Monti – andranno ad a finanziare tutti quei progetti di ammodernamento strutturale, efficientamento energetico e di innovazione tecnologica già progettati da tempo ma che non avevano ancora visto la luce”.
“Nello specifico – argomenta il Presidente – stiamo parlando di sei linee di intervento per un valore di 12 Milioni a cui si aggiungono con la delibera di ieri ulteriori 11 Milioni di euro per il riordino del Pronto Soccorso, della Terapia Intensiva di quella sub-intensiva . Questi lavori saranno realizzati entro la fine del 2022, a dimostrazione dell’importanza per Regione Lombardia di questo presidio sanitario”.
“Come detto, la road map – conclude Monti – definisce tempi piuttosto stringenti in modo che l’ASST Valle Olona possa restituire all’utenza un polo ospedaliero completamente all’avanguardia”.
Alle ore 17.30 in diretta Facebook dalla pagina del Consigliere Monti l’annuncio con il Direttore Generale Eugenio Porfido ed il Sindaco di Saronno Alessandro Fagioli.
Si apre domani, mercoledì 17 giugno, il bando di Regione Lombardia rivolto agli Enti Locali che stanzia 600 mila euro, per il biennio 2020 – 2021, per la realizzazione di progetti finalizzati a prevenire e contrastare il fenomeno delle truffe contro gli anziani, con particolare riferimento ai delitti contro il patrimonio mediante frode.
“Dopo gli spot televisivi contro le truffe agli anziani realizzati grazie ai risparmi del Consiglio Regionale – dichiara Brianza – ora Regione apre un bando a favore degli Enti locali per proseguire l’attività di prevenzione e contrasto a questi odiosi reati che si sono acuiti durante le fasi dell’emergenza Coronavirus”, commenta con soddisfazione la Vicepresidente del Consiglio Regionale della Lombardia Francesca Brianza.
“Grazie a queste risorse – prosegue – i comuni potranno realizzare dei progetti avvalendosi anche della collaborazione delle forze dell’ordine e della polizia locale e con il supporto di università, associazioni e terzo settore”.
Il contributo è previsto nella misura massima dell’80% del costo del progetto validato. Per ogni progetto, la soglia minima di cofinanziamento è pari a 5 mila euro e la massima a 10 mila. I progetti devono essere avviati entro il 31 dicembre 2020 e concludersi entro il 31 dicembre 2021.
“I progetti – spiega Brianza – si potranno sviluppare intorno ad attività formative, informative e culturali e gli enti locali potranno chiedere di utilizzare gli spot andati in onda nei tg soprattutto in questo periodo e il materiale informativo già realizzato da Regione Lombardia. Un ulteriore provvedimento di Regione a sostegno delle fasce più fragili della popolazione che – conclude – specialmente ora necessitano di maggior tutela e protezione”.
La domanda di partecipazione al bando va presentata esclusivamente on line attraverso la piattaforma www.bandi.servizirl.it dalle ore 10:00 del 17 giugno 2020 alle ore 12:00 del 31 luglio 2020.
Il 16 aprile la Dama spa si aggiudica, senza gara, una fornitura di camici alla Regione Lombardia – tramite Aria, l’agenzia regionale pubblica degli acquisti – per 513mila euro. Il 22 maggio la ditta restituisce i soldi alla Regione
La Dama spa, che produce il noto marchio Paul&Shark, appartiene per il 10%, tramite la DIVADUE srl, alla moglie di Attilio Fontana, Roberta Dini. Il resto delle quote fa riferimento, tramite una fiduciaria svizzera, al fratello: Andrea Dini.
La storia dei camici della Regione Lombardia comprati dalla ditta della moglie e del cognato di Fontana
La storia è stata anticipata dal Fatto Quotidiano, quale riporta subito la versione del presidente della Regione: “Della vicenda il presidente non era a conoscenza. Sapeva che diverse aziende, fra cui la Dama Spa, avevano dato disponibilità a collaborare con la Regione per reperire con urgenza Dpi in particolare mascherine e camici per strutture sanitarie”. Il tutto inizia il 16 aprile con l’affidamento, e finisce attorno al 22 maggio quando la ditta stornerà quei soldi restituendoli di fatto alla Regione.
Aggiornamento con la dichiarazione del presidente Fontana
“Il testo del ?Fatto’- conclude il governatore – infatti, in maniera consapevole e capziosa omette di dire chiaramente che la Regione Lombardia attraverso la stazione appaltante ARIA SpA non ha eseguito nessun pagamento per quei camici e l’intera fornitura è stata erogata dall’azienda a titolo gratuito. Ho anche dato mandato a miei legali di diffidare immediatamente la trasmissione ‘Report’ dal trasmettere un servizio che non chiarisca in maniera inequivocabile come si sono svolti i fatti e la mia totale estraneità alla vicenda”.
Domani a Report
L’affidamento diretto di denaro pubblico viene firmato da Aria, la centrale acquisiti della Regione, creata circa un anno fa su input dell’assessore al Bilancio, il leghista Davide Caparini. Negli elenchi dei fornitori presenti sul sito di Aria con molta difficoltà si trova la ditta Dama Spa. Compare il nome, ma non si comprende bene cosa si venda e a che prezzo. La Dama, però, è una società nota che detiene il famoso marchio Paul&Shark. Il suo ceo è Andrea Dini, fratello di Roberta, moglie di Attilio Fontana. La first lady regionale è poi parte attiva dell’impresa in quanto vi partecipa come socia al 10% attraverso la Divadue Srl. La Diva Spa, invece, detiene il 90% di Dama Spa. La Diva Spa inoltre ha come socio al 90% una fiduciaria del Credit Suisse che amministra un trust denominato “Trust Diva”.
Secondo il documento recuperato da Report, Dama deve iniziare le consegne a partire dal 16 aprile, mentre il pagamento avverrà a 60 giorni e il 30 aprile emetterà fattura.
Il quadro così ricostruito viene presentato dall’inviato ad Andrea Dini, che al citofono risponde: “Non è un appalto, è una donazione. Chieda pure ad Aria, ci sono tutti i documenti”. Davanti all’ordine di forniture, Dini mette giù. Poi è costretto ad ammettere: “Effettivamente, i miei, quando io non ero in azienda durante il Covid, chi se ne è occupato ha male interpretato, ma poi me ne sono accorto e ho subito rettificato tutto perché avevo detto ai miei che doveva essere una donazione”.
E così, in effetti, avviene. A partire dal 22 maggio, la Dama stornerà quelle fatture di fatto riportando il tutto a una donazione. Il che non cancella una brutta vicenda che ha sollevato la concreta ipotesi di un enorme conflitto d’interessi per il governatore Attilio Fontana.
Nella giunta di Regione Lombardia le donne sono presenti solo al 29% mentre in comune va leggermente meglio perché nella giunta del sindaco Sala la presenza femminile è al 41%.
L’argomento è stato proposto da Davide Soldani, sistemista informatico, giornalista, coordinatore del Movimento dei Genitori di Milano e Consigliere di Angsa Lombardia Onlus: “Stavo facendo un elenco degli assessori da contattare per vari motivi e argomenti, quando ho fatto notare a mia moglie che nella giunta di maggioranza di Regione Lombardia sono presenti solo 5 donne assessori su un totale di 17 membri. Un numero che anche a mia moglie è sembrato un po’ troppo basso, anche perché non raggiunge nemmeno il 30%”.
“Noi siamo sempre molto attenti alle minoranze e alle persone più fragili e credo che anche in questo caso ci sia qualcosa che potrebbe essere migliorato al fine di raggiungere la vera parità di genere. Auspico che fin da subito si valuti almeno un paio di sostituzioni, sia in Regione Lombardia che nel Comune di Milano” continua Soldani.
“Vorrei anche far notare che sempre per Regione Lombardia ed il Comune di Milano, nella storia vi è stata solo una donna Governatrice della Lombardia e solo una donna Sindaca di Milano: rispettivamente l’ormai ex Presidente Fiorella Ghilardotti (dal 1992 al 1994) e l’ormai ex Sindaca Moratti (dal 2006 al 2011). Per la Lombardia è oltre un quarto di secolo che non vi è una Presidenza al femminile, mentre per Milano sono quasi 10 anni che non abbiamo come primo cittadino una donna” ha concluso il giornalista.
Forse, nel futuro, saranno le donne protagoniste della politica milanese e regionale, ma ad oggi questa prospettiva sembra essere ancora di là da venire, anche se in Regione Lombardia, proprio l’Assessore alle Politiche per la Famiglia, Genitorialità e Pari Opportunità, è una donna (Silvia Piani della Lega), ma sembra che non abbia ancora trovato il tempo per accennare qualcosa in proposito ai colleghi.
Coronavirus, Fontana: accolta mia proposta su documento unitario Regioni
“Siamo riusciti a elaborare e a produrre un documento unitario delle Regioni per la fase 2 del coronavirus. Un risultato che è il frutto della proposta che avevo lanciato nella giornata odierna, venerdì 15 maggio, a tutti i governatori e che si è dunque concretizzata in vista delle riaperture di lunedì, quando alcune nuove attività produttive potranno ripartire con linee guida condivise”. Lo dice il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, in vista della nuova riunione in programma questa sera tra le Regioni e il Governo.
“La Lombardia – spiega Fontana – conferma la volontà di voler riaprire le attività previste per il 18 maggio. Ciò avverrà nel rispetto della sicurezza sanitaria. Sono certo che sia i cittadini, sia gli operatori dei vari settori sapranno comportarsi in modo responsabile. E nel rispetto delle regole”.
Nel pomeriggio di oggi, 15 Maggio 2020, intorno alle 17.00 circa c’è stato un falso allarme bomba a Palazzo Pirelli (Palazzo Regione Lombardia).
A seguito di interventi di sanificazione sono stati rinvenuti barattoli sospetti, nell’armadietto di un dipendente.
Tale ritrovamento, ha reso necessaria l’attivazione delle procedure previste, il Pirellone è stato evacuato e sono giunti sul posto gli artificieri. A seguito delle verifiche effettuate, lo stesso allarme si è rivelato infondato.
«Monitorare periodicamente le scorte dei dispositivi diagnostici in vitro… tenere sotto controllo le richieste di ordinativi da parte dei laboratori di analisi, al fine di evitare incrementi di costo dovuti all’aumento delle rimanenze di reparto».«Monitorare periodicamente le scorte dei dispositivi diagnostici in vitro… tenere sotto controllo le richieste di ordinativi da parte dei laboratori di analisi, al fine di evitare incrementi di costo dovuti all’aumento delle rimanenze di reparto». Dubbi ricavati da dati e delibere dell’Espresso.
RISOLTO IL MISTERO DEI FONDI ALLA SANITÀ LOMBARDA: SONO ANDATI AI DG
L’inizio della Fase 2 porta dubbi e risposte. Il ritardo o la lentezza con cui le Regioni più esposte hanno avviato sulla popolazione le indagini molecolari e sierologiche è ormai evidente. Per quanto riguarda la Lombardia le scorte, poi, sono terminate da mesi: questo spiega perché la Regione non sia riuscita ad avviare tempestivamente uno screening di massa sulla popolazione, tanto da dover sospendere tra febbraio e marzo i test tampone perfino sul personale sanitario per la mancanza di reagenti. Questa insufficienza di scorte nei laboratori degli ospedali è il risultato di una delibera (la numero XI/1681) votata nella seduta del 27 maggio 2019 da tutta la giunta regionale, compresi il governatore leghista Attilio Fontana, il vicepresidente Fabrizio Sala e l’assessore al Welfare, Giulio Gallera, per aumentare gli incentivi economici ai direttori generali, generalmente di nomina politica. La delibera, firmata dal direttore generale dell’assessorato, Luigi Cajazzo, illustra le “Determinazioni in ordine al sistema di valutazione dei direttori generali… e alla corresponsione del relativo incentivo economico”. In particolare, a pagina 81, l’obiettivo assegnato al direttore dell’Azienda sociosanitaria territoriale di Lodi, la prima a dover affrontare fuori dalla Cina i focolai del virus Sars-CoV-2, vale 15 punti su 100, secondo voto più alto nella classifica per ottenere il premio economico. È scritto: «Monitorare periodicamente le scorte dei dispositivi diagnostici in vitro… tenere sotto controllo le richieste di ordinativi da parte dei laboratori di analisi, al fine di evitare incrementi di costo dovuti all’aumento delle rimanenze di reparto». Detto in parole povere, meno spendi più guadagni. I manager le chiamano rimanenze, chi lavora con provette e reagenti le definisce scorte necessarie. Difatti i laboratori, già a corto di tamponi per le analisi di routine, non sono stati sufficientemente riforniti nemmeno dopo la dichiarazione dello stato di emergenza deliberato dal governo il 31 gennaio. I fondi tagliati potevano aiutare quella terra a non ottenere il triste primato di regione più colpita d’Italia dal Covid. E invece sono andati in busta paga ai manager. Chi si è reso responsabile di questo ne risponda politicamente. E che lo faccia fino all’ultimo.
Al via il rilancio della Lombardia grazie al ‘piano Marshall’ da 3 miliardi di euro approvato dalla Giunta. “Lo avevamo annunciato e lo abbiamo fatto. Per la ripresa economica della Lombardia e il rilancio del sistema produttivo era necessario un intervento extra-ordinario che potesse supportare immediatamente il mondo dell’economia. E, quindi, abbiamo finanziato i nostri Comuni e Province per dare avvio in temi brevissimi in particolare, entro il 31 ottobre, a numerose opere pubbliche. Oltre 1.500 cantieri in più che cambieranno volto alla nostra Regione. E daranno lavoro a imprese e famiglie”. Lo fanno sapere il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e l’assessore agli Enti locali, Massimo Sertori, commentando l’approvazione della delibera. L’atto definisce tempi e modalità di erogazione dei contributi destinati agli Enti locali dopo l’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19. 400 milioni di euro del piano Marshall per la Lombardia saranno direttamente gestiti da sindaci e presidenti di provincia
Per Fontana e Sertori “l’obiettivo è quello di finanziare le Province e i Comuni attraverso investimenti pari a 400 milioni di euro lasciando a sindaci e presidenti di Provincia libera scelta degli interventi ritenuti prioritari. Sono indirizzati principalmente ai seguenti settori: sviluppo territoriale, mobilità sostenibile, edifici pubblici e patrimonio culturale, efficientamento e risparmio energetico, dissesto idrogeologico, digitalizzazione e illuminazione pubblica”. “Diamo una mano concreta – chiarisce Sertori – alle comunità locali, con un impulso alle economie del territorio dopo due mesi di difficoltà e sacrifici”. L’attuazione pratica sarà supportata dagli uffici della Direzione Enti locali della Regione Lombardia, per ovviare a potenziali difficoltà in fase di applicazione.
Oltre 3 miliardi di euro spalmati tra 2020 e 2022
Il piano Marshall, diventato Legge lunedì 4 maggio con l’approvazione da parte del Consiglio regionale, prevede un investimento complessivo di oltre 3 miliardi di euro, spalmati dal 2020 al 2022 e così ripartiti: 51,35 milioni per le Province; 348,65 milioni ai Comuni; 2,47 miliardi di euro per interventi per la ripresa economica; 130 milioni di euro per investimenti strategici che riguardano la mobilità, l’edilizia scolastica e lo sviluppo territoriale; 10 milioni di euro serviranno per la produzione di dispositivi medici e di protezione individuale e 82 milioni saranno destinati al personale sanitario.
Lavori al via entro il 31 ottobre
Comuni, Province e Città Metropolitana di Milano sono tenuti ad iniziare l’esecuzione dei lavori entro il 31 ottobre 2020, anche nel caso di più opere. I contributi sono erogati agli enti beneficiari: a) per il 20% previa verifica dell’avvenuto inizio dell’esecuzione dei lavori; qualora il Comune attesti che il collaudo dell’opera avviene entro novembre 2020. b) per il 50% entro il mese di febbraio 2021. c) per il residuo 30% previa trasmissione del certificato di collaudo.
Nel caso in cui i lavori iniziati entro il 31 ottobre 2020, fossero collaudati entro il novembre 2020, sarà erogata l’intera somma.
La ripartizioni ai Comuni dei fondi del piano Marshall per la Lombardia
La ripartizione ai Comuni dei fondi del ‘Piano Marshall’ per la Lombardia – Il contributo è assegnato a tutti i comuni lombardi in base al numero degli abitanti e utilizzando lo stesso schema assunto dall’attuale governo nell’ambito della legge di bilancio 2020:
– Comuni da 0 a 3.000 abitanti 100.000 euro ciascuno. – Da 3.001 a 5.000 abitanti 200.000 euro ciascuno. – Per i comuni da 5.001 a 10.000 abitanti 350.000 euro ciascuno. – Da 10.001 a 20.000 abitanti 500.000 euro ciascuno. – Per i comuni da 20.001 a 50.000 abitanti 700.000 euro ciascuno. – Da 50.001 a 100.000 abitanti 1 milione di euro ciascuno. – Per i comuni da 100.001 a 250.000 abitanti 2 milioni ciascuno. – I comuni oltre i 250.000 abitanti hanno diritto sino a 4 milioni ciascuno. Il dettaglio dei fondi disponibili per le Province
La ripartizione delle risorse per singolo ente provinciale beneficiario e per Città Metropolitana, sulla base della proposta di Unione delle Province Lombarde (UPL), è la seguente:
– Bergamo: 1.518.246 euro nel 2020 e 4.233.242 euro nel 2021. – Brescia: 1.832.158 euro nel 2020 e 5.108.505 euro nel 2021. – Como: 742.544 euro nel 2020 e 2.070.393 euro nel 2021. – Cremona: 746.290 euro nel 2020 e 2.080.840 euro nel 2021. – Lecco: 468.013 euro nel 2020 e 1.554.935 euro nel 2021. – Lodi: 437.922 euro nel 2020 e 1.501.034 euro nel 2021. – Mantova: 885.033 euro nel 2020 e 2.467.688 euro nel 2021. – Città Metropolitana di Milano: 3.024.400 euro nel 2020 e 8.432.761 euro nel 2021. – Monza e Brianza: 852.628 euro nel 2020 e 2.377.336 euro nel 2021. – Pavia: 1.313.595 euro nel 2020 e 3.662.625 euro nel 2021. – Sondrio: 324.757 euro nel 2020 e 1.455.500 euro nel 2021. – Varese: 1.124.414 euro nel 2020 e 3.135.141 euro nel 2021.
ULTERIORI MISURE PER LA PREVENZIONE E GESTIONE DELL’EMERGENZA EPIDEMIOLOGICA DA COVID-19. ORDINANZA AI SENSI DELL’ART. 32, COMMA 3, DELLA LEGGE 23 DICEMBRE 1978, N. 833 IN MATERIA DI IGIENE E SANITÀ PUBBLICA E DELL’ART. 3 DEL DECRETO-LEGGE 25 MARZO 2020, N. 19
ART. 1 (Misure urgenti di contenimento del contagio in Regione Lombardia)
Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19 nella Regione Lombardia,
si applicano le seguenti misure specifiche:
1.1 Obbligo di utilizzo della mascherina o di altre protezioni
Ogniqualvolta ci si rechi fuori dall’abitazione, vanno adottate tutte le misure precauzionali consentite e adeguate a proteggere sé stesso e gli altri dal contagio, utilizzando la mascherina o, in subordine, qualunque altro indumento a copertura di naso e bocca, contestualmente ad una puntuale disinfezione delle mani. In ogni attività sociale esterna deve comunque essere mantenuta la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro. Non sono soggetti all’obbligo i bambini al di sotto dei sei anni, nonché i soggetti con forme di disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina ovvero i soggetti che interagiscono con i predetti.
1.2 Commercio al dettaglio
A) l’accesso alle attività commerciali al dettaglio, al fine di limitare al massimo la concentrazione di persone, è consentito ad un solo componente per nucleo familiare, fatta eccezione per la necessità di recare con sé minori, disabili o anziani;
B) si raccomanda la rilevazione, mediante idonee strumentazioni, a cura dei gestori degli ipermercati, supermercati e discount di alimentari della temperatura corporea dei clienti, oltre che del personale, prima del loro
accesso. A seguito del rilievo di temperatura corporea uguale o superiore a 37,5 °C, deve conseguire l’inibizione all’accesso all’attività con invito a ritornare alla propria abitazione e limitare al massimo i contatti sociali e contattare il proprio medico curante;
C) I mercati scoperti possono aprire, limitatamente alla vendita di prodotti alimentari, purché siano osservate e fatte osservare le seguenti misure di prevenzione igienico-sanitaria e di sicurezza, a cura dei comuni competenti per territorio:
1. definizione preventiva da parte dell’amministrazione comunale, per ogni mercato aperto, dell’area interessata, dell’assegnazione temporanea
dei posteggi e della capienza massima di persone contemporaneamente presenti all’interno dell’area stessa, comunque non superiore al doppio del numero dei posteggi;
2. individuazione da parte del Comune di un “Covid Manager” per
coordinare sul posto il personale addetto, con l’eventuale supporto di volontari di protezione civile, ai fini dell’assistenza a clienti ed operatori del mercato e dell’attuazione delle misure di cui alla presente Ordinanza nonché delle ulteriori misure di prevenzione e sicurezza emanate dai Comuni;
3. limitazione del perimetro esterno dell’area di mercato con transenne, nastro bicolore o altri strumenti idonei in modo che vi sia un unico varco di accesso separato da quello di uscita dall’area stessa;
4. accesso all’area di mercato, al fine di limitare al massimo la concentrazione di persone, consentito ad un solo componente per nucleo familiare, fatta eccezione per la necessità di recare con sé minori di anni 14, disabili o anziani;
5. si raccomanda la rilevazione da parte di personale addetto con l’eventuale supporto di volontari di protezione civile, mediante idonee strumentazioni, della temperatura corporea dei clienti, prima del loro accesso all’area di mercato, e degli operatori commerciali del mercato; inibizione all’accesso all’area, a seguito di rilevazione di temperatura corporea uguale o superiore a 37,5° C, con invito a ritornare alla propria abitazione, a limitare al massimo i contatti sociali e a contattare il proprio medico curante;
6. rispetto, sia all’interno dell’area di mercato sia per i clienti in attesa di accesso all’area, del distanziamento interpersonale di almeno un metro e del divieto di assembramenti;
7. obbligo di utilizzo da parte degli operatori commerciali di mercato di mascherina a copertura di naso e bocca nonché di guanti;
8. distanziamento di almeno due metri e mezzo tra le attrezzature di
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vendita dei singoli operatori di mercato;
9. presenza di non più di due operatori per ogni posteggio;
Le amministrazioni comunali possono prevedere, in relazione alle predette aree di mercato, ulteriori misure di prevenzione igienico-sanitaria e di sicurezza ed informano attraverso i propri strumenti di comunicazione istituzionale circa le aree di mercato aperte, la loro delimitazione e l’adozione concreta delle misure di prevenzione igienico-sanitaria e di sicurezza relative alle singole aree;
Le disposizioni di cui alla presente lettera C) si applicano anche alle fiere.
Restano sospesi:
le attività di vendita dei prodotti non alimentari nei mercati scoperti; ● le sagre.
D) I mercati coperti possono aprire, per la vendita dei prodotti compresi nelle merceologie consentite, a condizione che il Sindaco del comune di riferimento adotti e faccia osservare un piano per ogni specifico mercato che preveda quanto segue: a) presenza di un unico varco di accesso separato da quello di uscita; b) sorveglianza pubblica o privata che verifichi il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro e il rispetto del divieto di assembramento c) l’applicazione delle previsioni di cui ai numeri 4, 5, 6 e 7 della precedente lettera C).
1.3 Altre attività economiche
A) è consentita la prosecuzione dell’attività per gli alloggi per studenti e lavoratori con servizi accessori di tipo alberghiero (codice ATECO 55.90.20);
B) è consentita l’attività da parte degli esercizi di toelettatura degli animali di compagnia, purché il servizio venga svolto per appuntamento, senza il contatto diretto tra le persone, e comunque in totale sicurezza nella modalità “consegna animale – toelettatura – ritiro animale”, utilizzando i mezzi di protezione personale e garantendo il distanziamento sociale;
C) è fatto obbligo ai concessionari di slot machines di provvedere al blocco delle medesime ed agli esercenti di provvedere alla disattivazione di monitor e televisori di giochi che prevedono puntate accompagnate dalla visione dell’evento anche in forma virtuale, al fine di impedire la permanenza degli avventori per motivi di gioco all’interno dei locali, a prescindere dalla tipologia di esercizio in cui tali apparecchi sono presenti.
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ART. 2 (Disposizioni finali)
1. Le disposizioni della presente ordinanza producono i loro effetti dalla data del 4 maggio 2020 e sono efficaci fino al 17 maggio 2020.
2. Resta salvo, per gli aspetti non diversamente disciplinati dalla presente Ordinanza, quanto previsto dalle misure adottate con il Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 26 aprile 2020.
3. Ai sensi di quanto previsto dall’articolo 2, comma 3 del decreto-legge n. 19/2020, sono fatti salvi gli effetti prodotti e gli atti adottati sulla base delle ordinanze del Presidente della Regione previgenti e contenenti misure urgenti di contenimento del contagio in Regione Lombardia.
4. Resta ferma la possibilità di adottare ordinanze contingibili e urgenti a tutela della salute pubblica e dell’ambiente, ai sensi dell’articolo 191 del d.lgs. 152/2006.
5. Il mancato rispetto delle misure di cui alla presente Ordinanza è sanzionato, secondo quanto previsto dall’art. 4 del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19.
6. La presente Ordinanza è trasmessa al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro della salute ed è pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia (BURL) e nel portale internet della Regione Lombardia, pagine dedicate all’emergenza sanitaria Corona Virus – COVID 19.