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Gianluca Bacchetta,da Divignano a Roma: il sindaco ricevuto da Conte

Non importa se non è cambiato nulla ….almeno tu sei partito sei arrivato e ti sei fatto sentire a nome di tutti ….perciò bravo !!: commento di uno dei tanti estimatori del sindaco di Divignano, Gianluca Bacchetta

 

Grande entusiasmo tra i suoi concittadini e non solo, è stato dato ampio risalto e meritato, alla figura di questo sindaco che è anche ristoratore, che ha avuto la grande determinazione e volontà di rappresentare i suoi cittadini ma anche la categoria dei ristoratori,di cui stiamo parlando ( dalla Sicilia ci sono sperimentazioni e progetti)  parlando delle difficoltà concrete di chi lavora e opera nel territorio.

Il Premier ha accolto benevolmente il sindaco e d’altra parte tra Istituzioni, queste forme di collaborazioni sono più che aspicabili.

Una volta tanto Davide riesce a farsi ascoltare da Golia.

L’incontro pianificato in una decina di minuti, si è protratto per oltre un’ora, visto che Bacchetta ha messo ” sul piatto” temi da non poco: casse integrazioni che non arrivano, soldi e contributi promessi che non sono arrivati oppure non sono un’inezia rispetto ai grandi investimenti che dovranno essere fatti dagli imprenditori di tutti i settori per far fronte alle emergenze derivanti dal coronavirus, sanità ma anche economie.

Il sindaco non ha lesinato sulle richieste ed il Premier, a detta del sindaco ha telefonato, mettendo in viva voce, il Presidente dell’Inps, per chiedere lumi sulla cassa integrazione, in particolare quella in deroga.  Conte ha preso impegno di fare erogare i contributi INPS direttamente agli interessati, senza passare dalle regioni, con un provvedimento del Consiglio dei Ministri in serata.

Sulla ristorazione, uno dei temi che appassionano il sindaco, visto che è nel settore e come tanti, dovrà decidere se e quanto investire ( banche permettendo), tempi e burocrazia, sono stat i punti su cui si è soffermato col Premier, che assicurato date e impegno.

Una bella soddisfazione per il sindaco che ha raccolto commenti e incoraggiamenti anche dai suoi colleghi lungo la “marcia su Roma”, ma con risvolti positivi d’immagine anche per Conte, che ha in questo modo, comunicato attenzione anche ai sindaci.

I risultati si vedranno nei prossimi giorni, la crisi è sotto gli occhi di tutti: contributi che non arrivano a tutti, banche coi cordoni chiusi ( non hanno personale e quando c’era lo hanno ridotto), burocrazia sulle mascherine che non vengono certificate, morti di cui qualcuno dovrà dare ampie spiegazioni a famigliari e magistratura.

Il sindaco ha dimostrato perseveranza e voglia di concretezza, aspetti non da poco in un Paese in perenne emergenza.

GIUSEPPE CRISEO

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Ristoratore mette Conte con le spalle al muro:“ non vogliamo soldi siamo arance!”,

Caro Peppe, ti devi occupare degli affitti, delle utenze e dei dipendenti, frase chiave nel video con cui un brillante e concreto ristoratore si rivolge al Premier Giuseppe Conte ( PEPPE):

segue il video dell’interessato:

 

Se prima si pagava mille per un locale, ora dovremmo pagare 300 in proporzione , idem per i lavoratori, vista la prospettiva del ridimensionamento della fase due.

“ non vogliamo soldi siamo arance!”, non vogliamo soldi, ma ci devi pagare le bollette, idee concrete e non banali, da parte di una persona che ha sempre lavorato.

Sei intervenuto facendoci chiudere, “ora arrivano 500 euro di luce”, sono le spese fisse di un’attività chiusa e ora?

“Le utenze: ci devi pensare Te”, Peppe ( Conte).

Problema sanitario, problema utenze, soldi che non arrivano..

Mantenere lo stesso livello occupazionale ? Invece di 100 persone se ne servo 30 come fare a pagare chef, camerieri, affitto?

Non chiedo assistenzialismo, non voglio nulla” ma per l’affitto e le utenze?

Sul piano sanitario, il ristoratore chiede la massima sicurezza, “ non si mangia con l’ansia che quello a fianco mi infetti”, battute chiare e decise di chi ha speso una vita nella sua attività che ora è chiusa, anche pochi clienti rispetto a prima non sarebbero tranquilli se non si risolve definitivamente la pandemia coronavirus.

Però si deve bloccare tutto: affitti e utenze.

Un discorso “terra terra”, ma lo Stato cosa risponderà a chi ha sempre pagato e ora non può lavorare?