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Sanità Lombardia, rinvio Piano sociosanitario.

Sanità Lombardia, rinvio Piano sociosanitario. Emanuele Monti (Lega): “Necessario aggiornarlo dopo l’emergenza da Covid-19. Purtroppo da PD e Cinquestelle non c’è collaborazione, ma solo sciacallaggio sulla pelle dei lombardi”

Milano, 3 giugno – “Abbiamo deciso di rinviare la votazione del Piano sociosanitario regionale perché il testo deve essere aggiornato alla luce dell’emergenza sanitaria che ha colpito la nostra regione negli ultimi mesi. Il contesto è stato infatti, come ben sappiamo, profondamente mutato dall’epidemia di coronavirus, per cui dobbiamo procedere ad una riflessione complessiva sull’ambito sociosanitario. Inoltre, ad oggi manca ancora un quadro chiaro a livello nazionale: il Piano sociosanitario nazionale non è ancora stato approvato, quindi mancano indicazioni importanti che andranno recepite”.

Così Emanuele Monti (Lega), Presidente della III Commissione Sanità e Politiche Sociali di Regione Lombardia, sul rinvio della PDA n. 33 “Piano sociosanitario integrato lombardo 2019 – 2023”, durante la seduta della Commissione di oggi.

“Il rinvio del voto è avvenuto in accordo con tutte le forze politiche in maniera trasversale, ci tengo a ribadirlo – precisa Monti – per ragioni ben fondate. Abbiamo dovuto affrontare, come Lombardia, una crisi senza precedenti, adattando il nostro sistema sanitario all’emergenza. Il Piano, che era stato preparato prima della crisi, deve quindi essere aggiornato”.

“Oltretutto – aggiunge il Presidente di Commissione – ad agosto di quest’anno la Legge 23 compie esattamente cinque anni, ovvero il periodo di tempo stabilito per verificare il funzionamento della Riforma sanitaria. Approvare il testo prima di questa verifica non è la scelta più adeguata”.

“Stupiscono le affermazione degli esponenti dell’opposizione di PD e Cinquestelle, anche se ormai, purtroppo, mi stupisce ben poco da parte loro. Cogliere ogni minima occasione per fare polemica sulla pelle dei lombardi è una forma di sciacallaggio politico che considero inaccettabile, ma che evidentemente è diventato il loro passatempo preferito” conclude Monti.

Ufficio Stampa
Gruppo Lega – Lega Lombarda Salvini
Consiglio Regionale della Lombardia

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Sanità, Uls: Gli operatori sanitari non hanno scorte né tanto meno le vogliono.

Gli eroi fino a poco tempo fa per tutti e per noi pure ora, chiedono riconoscimenti economici e tranquillità per poter lavorare, dopo tutto quello che hanno fatto per la società italiana, eppure per loro non ci sono soldi e rischiano pure fisicamente, durante il loro lavoro

“Le misure del provvedimento rispecchiano tragicamente quanto la politica sia lontana dal mondo reale. La crisi del SSN è stata evidenziata durante la pandemia da Covid-19 e si sta correndo ai ripari con assunzioni a tempo determinato e aumento dei posti letto di terapia intensiva e sub intensiva. Malgrado ciò la politica non ha intuito il reale problema che attanaglia gli ospedali italiani, la carenza di posti letto e di personale che, soprattutto nel sistema emergenza-urgenza e nelle corsie di degenza, fa esacerbare gli animi di parenti e pazienti contro coloro i quali dello sfacelo del sistema sanitario sono le prime vittime.

Gli operatori sanitari non hanno scorte né tanto meno le vogliono. Basterebbe che fossero messi dalla politica nella condizione di non doversi giustificare per le note carenze strutturali che creano ritardi e insofferenze nei pazienti e nei loro accompagnatori, e che sfociano in aggressioni verbali e fisiche. L’inasprimento delle pene –concludono i sindacalisti ULS- non ridurrà la casistica delle aggressioni che sono pericolosamente ricominciate dopo la pausa dovuta al lock down. Immaginiamo che nemmeno le sanzioni amministrative per chiunque tenga condotte violente, ingiuriose, offensive, moleste potranno essere un deterrente, visto che, come per quelle penali, sarà compito dell’operatore sanitario denunciare in prima persona con le responsabilità e gli oneri del caso.”

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Coronavirus, Calabria, il deputato Sapia attacca sui tamponi congelati

500 tamponi congelati in alcuni frigo del 118 di Serra Spiga, alle porte di Cosenza, come mai, vista la crisi sanitaria tremenda in Italia, parliamo della Calabria; Il caso è nato da un audio di un infermiere del 118.

Il direttore della centrale operativa Riccardo Borselli ha dichiarato che «i tamponi rimasti in magazzino sono all’incirca 300. Saranno tutti processati nelle prossime ore nei laboratori di Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria». ( Sole24ore)

I tamponi eseguiti sulle persone rientrate da fuori regione non vengono analizzati, possibile?

on.Francesco Sapia m5s calabria 1500x1500

Le tesi dei Cinquestelle:

1) Ormai è pacifica l’autenticità dell’audio pubblicato da Sapia, nel senso che proveniva realmente da un operatore del 118 di Cosenza;

2) il dg del dipartimento regionale Tutela della salute ha dichiarato che alla data del 12 maggio c’erano 1.500 tamponi, tra Cosenza, Catanzaro e Reggio, ancora da processare, ma non si sa ancora da quanto tempo giacessero in attesa di processazione né si conoscono le modalità di conservazione e trasporto;

3) con circolare del 12 maggio, appena dopo l’esposto di Sapia all’autorità giudiziaria il dg del dipartimento regionale Tutela della salute ha ordinato di processare immediatamente i tamponi in giacenza.

Una polemica che sta varcando i confini regionali con accuse tra Sapia e Nesci

Cara Dalila Nesci, non capisco perché.

Con un post e un video la collega accusa di “sciacallaggio politico” me e i compagni di squadra che con me hanno chiesto chiarezza sui tamponi congelati.

Tamponi, che ricordo, venivano effettuati ma nascosti in un magazzino a Serra Spiga.

Siamo stati in 12 a sottoscrivere le richieste di chiarimento e a chiedere l’invio degli ispettori ministeriali.

Sinceramente cara Nesci non capisco il perché del tuo atteggiamento.

Non capisco perché se hai delle informazioni non le condividi con noi, invece di fare invettive sui social contro di noi.

Non capisco perché parli di assenza dei reagenti, quando noi abbiamo chiesto conto di un’altra cosa, ossia, di come queste centinaia e centinaia di tamponi sono stati conservati: se congelati a -80° o se mantenuti a 4 gradi. E ancora oggi, cara collega, non abbiamo alcuna risposta.

Non capisco perché fuggi in avanti un’altra volta, questa volta però offrendo una stampella alla Santelli e al commissario Zuccatelli, che hanno gestito in modo disastroso questa emergenza Covid.

Se non fosse stato per la nostra denuncia, non si sarebbe mai saputo che centinaia e centinaia di tamponi venivano fatti e accatastati, ancora non sappiamo in che condizioni.

Ancora non sappiamo che pericolo corrono i calabresi.

Centinaia e centinaia di persone rientrate in Calabria ancora aspettano risposte sui loro tamponi ma per la collega Nesci siamo degli sciacalli e sinceramente cara collega non capisco perché.

Non capisco perché attacchi così violentemente noi che siamo i suoi compagni nel movimento.

Non capisco perché tu voglia mettere a tacere chi tutela la salute dei calabresi. Ti sei resa conto? Hai saputo che c’è tanta gente che per oltre una settimana non ha ricevuto i risultati?

E visto che ci raccomandi addirittura di studiare, ti sei chiesta se ci sono sasintomatici o pre-sintomatici che sono andati in giro senza saperlo, senza sapere di essere positivi? Ti sei posta questo problema, dall’alto della tua scienza? Te lo sei posta oppure per te la difesa d’ufficio degli altri è la priorità, visto che non dialoghi con i tuoi colleghi di gruppo parlamentare?

Non capisco perché la collega Nesci non ha detto una parola sulla nomina illegittima di Zuccatelli. Scopriamo che questa persona sta a Cosenza illegittimamente e lei lo difende e attacca noi.

Soltanto qualche anno fa la collega Nesci avrebbe contestato questa nomina di Zuccatelli. Oggi è tutto a posto, il problema siamo noi.

La Nesci forse sugli scranni di Montecitorio comincia a starci comoda, così comoda da dimenticare dove stanno di casa i cittadini e da dove lei stessa viene.

Forse le è sfuggito che un dirigente dell’ASP di Cosenza, che si chiama Pierfrancesco Rozza, in un video ha detto che ancora oggi cercano di comprare macchinari per analizzare i tamponi. Ancora oggi. Qui la pandemia sta finendo da sola per fortuna e ancora cercano macchinari.

Ma per la Regione e a questo punto anche per la collega Nesci è tutto a posto e va bene così.

Cara Nesci, siamo stati eletti per difendere i cittadini dagli abusi e non per giustificare chi li compie.

Cara Nesci, non capisco perché ti stai comportando così, o forse sì: pensandoci bene lo capisco. Sì, lo sai, forse lo capisco il perché.

Ampia facoltà di replica alla Presidente della Calabria o ad altri parlamentari

 

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Cronaca

Valle d’Aosta “contrabbandieri” di corona virus tra Italia, Francia e Svizzera, scattano posti di blocco.

di Gianni Armiraglio

Si parla tanto della Lombardia per numero di morti e di contagiati da coronavirus, ma anche la Valle d’ Aosta non scherza . La più piccola regione d’Italia 3.263 Km2 con quasi 128.000 abitanti, Lombardia 23.863Km2 e 10 milioni di abitanti, 74 comuni contro i 1.506 lombardi, ha una densità di soli 39 abitanti per chilometro quadrato, rispetto ai 422 della Lombardia. In proporzione, la piccola regione autonoma ha però più contagi della sorella maggiore, a marzo 2 su mille abitanti rispetto agli 1,5 lombardi, praticamente oggi 105 deceduti e circa 868 contagiati, in Lombardia, il 9 aprile, 54.822 contagiati e 10.022 morti. Per circa 2.300 persone sono state predisposte ordinanze per “isolamento domiciliare precauzionale”. Oggi è stato isolato il comune di Pontey perché è stata rilevata un’incidenza maggiore di casi di contagio.

Purtroppo la Vallé, come la chiamano in “patois” il dialetto locale, ha duramente pagato la presenza dei turisti e la mancata chiusura dei valichi alpini Monte Bianco e San Bernardo durante i primi giorni di emergenza. Le persone erano tranquillamente sui campi da sci e, nei comuni di Courmayeur, Cogne, La Thuile, per citarne alcuni ma anche in altri, si vedeva gente in giro con scarponi e sci in spalle e nei parchi gioco mamme con i bambini che giocavano. Non solo. E’ successo che quando si sono chiusi gli impianti italiani qualcuno, anche particolarmente benestante, visto i costi per attraversare il traforo del Bianco, andava addirittura a sciare dall’altra parte in Francia, a Chamonix, che ancora, ricordiamo, non credeva alla gravità della situazione.

Così il coronavirus è andato di là e di qua del confine “contrabbandato” da turisti e sciatori. Questa potrebbe essere una spiegazione abbastanza logica di quello che è successo in Valle d’Aosta, con un andirivieni di possessori di seconde case durante i week end., oltre ai cronici ritardi nel prendere le necessarie misure di sicurezza. Non è un mistero che i medici del Parini di Aosta, rimasti privi dei camici, utilizzassero i sacchi dell’immondizia per proteggersi. Poi anche svizzeri (Gran San Bernardo ) e francesi ( Monte Bianco) hanno chiuso le frontiere e l’Italia ha schierato l’esercito. L’Assessore Regionale alla Sanità, Mauro Baccega, aveva già invitato i turisti a tornarsene a casa a causa della limitatezza delle strutture sanitarie, nonostante la conversione della Clinica Isav di Saint Pierre, specializzata in assistenza riabilitativa, neurologica e ortopedica, in ospedale Covid-19.

In previsione di una nuova corsa alle seconde case per Pasqua, sono stati messi in funzione, dall’8 di aprile, dei posti di blocco all’inizio della Valle, a Pont Saint Martin, sia sulla statale sia in autostrada da carabinieri, polizia e forestale per controllare il rispetto delle limitazioni per gli spostamenti per emergenza Covid-19, ciclisti compresi. Sembra incredibile ma c’è ancora gente disposta a rischiare di far trovare, per sé e per gli altri, come sorpresa nell’uovo di Pasqua, un bel contagio da coronavirus.

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LOMBARDIA

Monti (Lega) riunione in call con tutti gli stakeholder degli operatori sanitari

Emergenza coronavirus, Emanuele Monti (Lega): “Domani pomeriggio riunione in call con tutti gli stakeholder degli operatori sanitari. Raccoglieremo indicazioni ed esigenza da inserire in Risoluzione”

 

Milano, 9 aprile – “Domani pomeriggio ho organizzato una riunione in modalità call alla quale sono invitati tutti i rappresentanti del mondo di medici, infermieri e tutti gli operatori sanitari. Un modo innanzitutto per tenere ancora più stretto il legame con Regione Lombardia in questo momento di grandi difficoltà e per raccogliere spunti ed esigenze da inserire nel testo di una Risoluzione che verrà portata settimana prossima in Consiglio regionale”.

Così Emanuele Monti (Lega), Presidente della III Commissione Sanità e Politiche Sociali di Regione Lombardia, che annuncia la convocazione dell’incontro aperto ai vari stakeholder del mondo degli operatori sanitari.

“Il mio obiettivo, come Presidente della Commissione Sanità, è quello ascoltare ancora di più e sostenere il lavoro di chi in questa crisi è stato realmente in prima linea – spiega Monti – bisogna quindi andare avanti a dialogare e aiutare quel mondo, senza fermarsi alle sterili polemiche di chi dovrebbe rappresentare tutti i medici, ma invece fa l’esatto opposto. E mi riferisco chiaramente alla lettera pubblica della Federazione degli Ordini dei Medici, che ha svilito a mio avviso il profondo senso che un Ordine dovrebbe avere”.

“L’obiettivo della Risoluzione è quello di definire il futuro, ovvero stabilire i prossimi step per poter affrontare a livello sanitario gli scenari mutati dal coronavirus. Abbiamo il compito di sostenere chi è in prima linea per la salute pubblica, fornendo tutto il supporto necessario” conclude Monti.

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Eventi

 Sanità. Amsi,Umem,UxU, omaggio ai 4000 morti e 80 mila contagiati

Comunicato Stampa 

 
*Coronavirus;Foad Aodi(Amsi);dedichiamo la giornata mondiale della salute all’ #EsercitoBianco e ai 4000 morti e 80 mila contagiati tra i professionisti della sanità nel mondo*
 
*AMSI,UMEM UXU E CO-MAI;Dopo la cura dell’emergenza Cronavirus bisogna curare la politica e la  diplomazia mondiale dall’egoismo dalle decisioni intempestive*
 
Cosi l’associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi) ,Unione Medica Euro Mediterranea(Umem) e il Movimento internazionale Transculturale interprofessionale Uniti per Unire (UxU) esprimono riconoscimento e apprezzamento al #EsercizioBianco nel mondo che sta combattendo in prima linea sacrificando le loro vita per salvare vite e malati con altruismo e senza egoismo.
Nel mondo si registrano più di 4000 morti e 80 mila contagiati tra i professionisti della sanità nel mondo ,e 94 medici morti  in Italia e più di 12 mila contagiati tra i professionisti della sanità,ai familiari esprimiamo condoglianze e qualcuno deve chiedere scusa e perdono a loro per non aver capito in tempo l’emergenza in sanità prima e di Coronavirus dopo.
“Dedichiamo la giornata della salute al #’EsercitoBianco e al loro prezioso impegno a favore di tutti combattendo una guerra senza armi e protezione. Oggi in base all’esperienza nostra dal 2000 in salute Globale confronti continui da circa 3 mesi con esperti e docenti universitari mondiali tramite incontri e interviste televisive dai paesi europei ,america e paesi euro Mediterranei e africani (Libia,Egitto,Tunisia ,Algeria,Iraq ,Palestina,Marocco ,Sudan ,Siria ,Liban e Somalia) e paesi del Golfo ,Yemen ed Iran sicuramente alcuni punti importanti comuni con l’Italia hanno contribuito ad aumentare il numero dei guariti e dimessi tra questi dichiara il Prof.Foad Aodi Presidente Amsi e UMEM e Membro Gruppo Salute Globale e Membro Registro Esperi Fnomceo, i seguenti fattori;
-Dividere i pazienti in 3 fasce in base ai sintomi ,lievi ,moderati e gravi e curando i pazienti delle prime 2 fasce a domicilio con i medici di famiglia e i pazienti della terza fascia trasferiti  agli  ospedali;
-Utilizzare nella prima fascia farmaci a base di cortisone e antivirali e curare i sintomi rispettando tutte le cautele e effetti collaterali e patologie correlate;
-Scoraggiare il massimo possibile di recarsi al pronto soccorso salvo complicanze;
-Eseguire il doppo esame ;tamponi e esami sierologici;
Proseguire nella ricerca farmacologica e sul vaccino;
Alleanza sanitaria mondiale e confronto continuo tra esperti e ricercatori senza egoismo;
Alzare la voce per farci ascoltare da una politica distratta ,egoista e incapace di costruire una guida mondiale per sconfiggere il Coronavirus;
Combattere le Fake news e lo stress, ansia e depressione da Coronavirus;
Iniziare a dare speranza con notizie positive alla popolazione per combattere la crisi economica .Cosi Conclude Aodi che ringrazia tutti i paesi arabi e Europa dell’est con Russia e Cuba per gli aiuti importanti fornita all’Italia

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Cronaca

Emergenza Covid-19, Emanuele Monti (Lega): “Da domani attive le prime Usca in Provincia di Varese per cura pazienti a domicilio a Saronno e Busto Arsizio”

Milano, 31 marzo – “Domani partiranno le prime Usca in provincia di Varese, precisamente a Saronno e Busto Arsizio. Entriamo quindi nella seconda fase della lotta al coronavirus, quella che prevede il rafforzamento dei territori, con i team di medici che prenderanno in carico i pazienti direttamente ai loro domicili”, così Emanuele Monti (Lega), Presidente della III Commissione Sanità e Politiche Sociali di Regione Lombardia, che annuncia la partenza anche in provincia di Varese delle Unità speciali di continuità assistenziale.
“L’Ats Insubria mi ha confermato che domani inizieranno ad essere operativi i primi team di medici di queste unità, nelle due importanti città della nostra provincia – spiega Monti – un passaggio fondamentale, perché iniziamo a portare la lotta al virus, e il suo contenimento, al di fuori degli ospedali, andando quindi a prevenire la sua diffusione, curando i pazienti positivi non gravi direttamente nella loro abitazione”.
“Mentre il medico di medicina generale prenderà i dati e fornirà le indicazioni sui pazienti da andare a visitare, il team medico dell’Usca si recherà fisicamente al domicilio dove potrà eseguire, grazie alle strumentazioni disponibili e trasportabili, tutti i test necessari. Si tratta quindi di una presa in carico complessiva dei pazienti, un passaggio importante, perché segna l’ingresso nella seconda fase della gestione dell’emergenza sanitaria dopo la battaglia portata avanti negli ospedali, con il potenziamento della capacità di risposta delle strutture ospedaliere specialmente sulle creazione di posti terapie intensive ” aggiunge il Presidente della Commissione.
“Sarà quindi fondamentale continuare nel reperimento e nella produzione di Dispositivi di protezione individuali, necessari per consentire ai medici delle Usca di curare i pazienti a domicilio e qui il ritardo da parte del Governo nell’invio di questi materiali pesa moltissimo ma con spirito pragmatico lombardo supereremo anche questa sfida avendo avviato una produzione locale di mascherine e altri dispositivi” sottolinea.
“In provincia verranno attivati quindi domani i primi team di medici Usca – conclude Monti – che aumenteranno progressivamente con la maggiore copertura che questo servizio avrà sul territorio”.

Le Unità speciali di continuità assistenziale
L’unità speciale è costituita da un numero di medici pari a quelli già presenti nella sede di continuità assistenziale prescelta. Possono far parte dell’unità speciale: i medici titolari o supplenti di continuità assistenziale; i medici che frequentano il corso di formazione specifica in medicina generale; in via residuale, i laureati in medicina e chirurgia abilitati e iscritti all’ordine di competenza. L’unità speciale è attiva sette giorni su sette, dalle ore 8.00 alle ore 20.00.

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Emergenza coronavirus. Monti:medici a domicilio

Emergenza coronavirus, Emanuele Monti (Lega): “A breve la fase 2: medici a domicilio, con possibilità di eseguire radiografie, e coordinamento tra Ats e Sindaci”

Milano, 29 marzo – “Istituire un’Unità di crisi, presso l’Ats Insubria, con i refenti dei Sindaci della provincia di Varese, per poter affrontare la sfida contro la malattia in maniera più radicale sul territorio: ovvero passando alla fase 2, quella della presa in carico dei pazienti al proprio domicilio”.

Così Emanuele Monti (Lega), Presidente della III Commissione Sanità e Politiche Sociali di Regione Lombardia, dopo il confronto con il Sindaco di Tradate Giuseppe Bascialla, che presiede la Conferenza dei Sindaci di Ats, e il Direttore Generale di Ats Insubria Lucas Gutierrez.

 

“Oggi ho formalizzato con il Dg di Ats la proposta che arriva proprio dal Sindaco Bascialla – spiega Monti – di istituire questa Unità di crisi che serva per coordinarsi e allinearsi su tutte le azioni necessarie per rafforzare il territorio e avere una cabina operativa che sia direttamente collegata con Ats e gli Ospedali del territorio. In modo da essere più capillare nell’intervenire per assistere i malati e nel limitare il contagio”.

“Dopo il primo step che abbiamo portato avanti per affrontare l’emergenza – prosegue il Presidente di Commissione – ovvero il rafforzamento degli ospedali e l’aumento dei posti di terapia intensiva, impegno portato avanti supplendo anche alle mancanze dello Stato, adesso è il momento di passare alla fase successiva, che consiste essenzialmente nel rafforzamento del territorio. Arrivando a creare il sistema che sarà d’ora in poi la prassi della Sanità in Lombardia”.

“Si tratta della creazione di Unità di crisi, con team di medici che prenderanno in carico i pazienti ai loro domicili – sottolinea Monti – a breve partiremo con la sperimentazione, in provincia di Varese, che prevede la possibilità anche di eseguire radiografie a domicilio. In questo modo, sarà possibile anticipare la malattia”.

“La creazione a Varese di questa Unità di crisi avverrà a breve – conclude Monti – la volontà di Ats è quella di aprirla già la prossima settimana”.

L’Unità di crisi, spiegano da Ats, a cui parteciperanno i membri del Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci, la Protezione Civile e i rappresentanti dell’Agenzia, verrà presentata nella prossima riunione del Consiglio di Rappresentanza, fissata martedì 31 marzo. L’unità di crisi analizzerà i bisogni emersi e individuerà le risposte possibili all’interno di una stretta collaborazione tra l’ATS e i Comuni, in riferimento alle disposizioni di isolamento e all’attivazione di tutte le misure a sostegno della fragilità. Nell’ambito dell’attività dell’unità di crisi verranno inoltre analizzati protocolli e linee di indirizzo.

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Sanità

FSI-USAE SICILIA, rilevare la temperatura prima del lavoro

La FSI-USAE SICILIA ha chiesto alla REGIONE SICILIANA/SANITA’ cautelativamente che il PERSONALE SANITARIO con sintomatologia FEBBRILE superiore di 37,5° venga SOTTOPOSTO a RILEVAZIONE della TEMPERATURA CORPOREA PRIMA dell’INIZIO di OGNI TURNO di lavoro, e se quest’ultima dovesse risultare superiore a 37,5 °C EFFETTUARE IL TAMPONE ed ESONERARE L’OPERATORE dal servizio mantenendo la corresponsione economica.

Il Segretario Regionale
Calogero Coniglio

USAE TUTELE PERSONALE

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Sindacato

Tamponi coronavirus, il Ministero rivede la propria posizione:prima i sanitari

ROMA 22 MARZO – Adamo Bonazzi, Fsi-Usae: I gesti valgono più di mille parole, prendiamo atto che ora si sono ristabilite le giuste priorità”.

 

Il Ministero della Salute con una nuova circolare, diffusa ieri, annulla e sostituisce la precedente circolare, emanata solo il 19 marzo scorso, che dava priorità nell’effettuazione dei tamponi al personale militare coinvolto nella gestione dell’emergenza e che era stata uno dei tasselli alla base delle nostre critiche ai provvedimenti contenuti nel D.L. “Cura Italia” portandoci a far girare il volantino con cui dichiaravamo la nausea per tali comportamenti governativi.

La  nuova circolare del prevede che “nelle attività di rintraccio dei contatti in ambito di sorveglianza sanitaria, sulla base  di  valutazioni caso per caso effettuate dall’operatore di Sanità Pubblica nella propria concreta attività, appare necessario identificare tutti gli individui che sono stati o possono essere stati a contatto con un caso confermato o probabile di COVID-19, focalizzando la  ricerca degli stessi con particolare attenzione alle 48   ore   precedenti   l’insorgenza   dei   sintomi   fino   al   momento   della   diagnosi   e dell’isolamento del caso” (…)  “Si rappresenta,  inoltre,  che, nei laboratori autorizzati per le analisi dei tamponi, la presentazione di campioni afferenti a personale sanitario dovrà ottenere priorità assoluta e la comunicazione del risultato dovrà avvenire in un arco di tempo massimo di 36 ore”.  

Insomma una inversione della direzione di 180 gradi che, ora, dopo le pesanti critiche di questa Organizzazione Sindacale, riconosce le giuste priorità.

Adamo Bonazzi, Segretario Generale Fsi-Usae  ha così commentato la circolare: “Poiché i gesti valgono più di mille parole, prendiamo atto di questa inversione di direzione e del fatto che ora si sono ristabilite le giuste priorità. Non ci fa esultare ma un riconoscimento del personale, anche se piccolo ed indiretto, non può che farci piacere”.