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Cronaca

Milano, Anarchia e Stato di diritto

QUANDO L’ANARCHIA AMMINISTRATIVA SUPERA LO STATO DI DIRITTO.

AVV. Stefano GHILOTTI

Si sta sempre più ampliamente dibattendo sui vari provvedimenti sino ad oggi adottati dal Governo ed in particolare se essi siano o meno in violazione della nostra Costituzione. 
In realtà l’avvocatura ha da subito sollevato la questione ma il suo “grido di allarme” è caduto nel vuoto nonostante, ad esempio, la Camera Civile degli Avvocati di Prati abbia richiesto l’annullamento dei DPCM.
Un silenzio assordante sul tema,  sino a quando il Professore Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale è intervenuto sul punto con una dichiarazione che non lascia dubbi interpretativi.
“La pandemia non è una guerra. I pieni poteri al Governo non sono legittimi”.
“Guida al diritto” nota rivista settimanale di documentazione giuridica de “il sole 24 ore” con un articolo a firma di Giulio M. Salerno, Professore di Istituzioni di diritto pubblico, e autore di numerosi libri e manuali di diritto Costituzionale, parla di “diritto emergenziale”.
Osserva che l’adozione di provvedimenti limitativi alla libera circolazione per ragioni sanitarie – anche volendo supporre la sussista dei requisiti(che non ci sono) – non possono, in ogni caso, comprimere l’esercizio di una vasta platea di diritti civili, sociali, economici e politici.
Eppure si è sinanche giunti a rinunciare all’esame di stato per l’abilitazione dell’esercizio della professione di medico-chirurgo ritenendo sufficiente la cd “laurea abilitante” vale a dire il conseguimento della laurea e il superamento del tirocinio.
Si è creato così un precedente che avrà ripercussioni di più ampia portata; con conseguente ricorso alla giustizia di tutti quei professionisti che sono costretti a fare gli esami di stato per conseguire  l’abilitazione all’esercizio della professione.
Quando a me, semplice “operaio” del diritto, piace evidenziare che nella logica della normativa nazionale, delle Convenzioni internazionali ed Europee è fatto divieto assoluto agli Stati, anche in periodo di emergenza, ogni limitazione delle libertà religiose e di culto. 
Eppure è stato vietata la celebrazione dei funerali.
Il fatto è gravissimo! Il nostro governo avrebbe potuto regolamentare la disciplina di tali cerimonie ma non sopprimerle.
Assistiamo, insomma, in nome di un’asserita emergenza sanitaria (la valutazione andrà fatta a posteriori) al preoccupante passaggio da uno Stato di diritto ad una vera e propria anarchia amministrativa.
Se saltano le regole e le garanzie, se ad esse si sostituisce la legge della giungla, prima o poi chiunque e’ a rischio, prima o poi l’intero paese va alla deriva.
L’anarchia amministrativa e la dittatura sono forme di governo separate da una linea troppo sottile.
Ed è questo il vero pericolo di questi giorni; più dell’emergenza sanitaria legata ad un virus.