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Multe autovelox nulle. Per la Cassazione il verbale non fa fede sulle indispensabili verifiche periodiche

Multe autovelox nulle. Per la Cassazione il verbale non fa fede sulle indispensabili verifiche periodiche: l’ente accertatore deve provare il corretto funzionamento dello strumento. Non è sufficiente l’attestazione che il velox sia stato «omologato e revisionato», ed in caso di contestazione l’amministrazione deve dimostrare i controlli periodici eseguiti

           

Noi dello “Sportello dei Diritti” lo ripetiamo da anni e non ci stancheremo mai di ripeterlo: gli autovelox per dare certezza della correttezza delle rilevazioni delle infrazioni al codice della strada non solo devono essere omologati e revisionati, ma anche periodicamente revisionati. E nessun ente accertatore o Prefetto può porsi al di sopra di questi principi che sono stati ribaditi per l’ennesima volta dalla Corte di Cassazione che ha ribaltato i verdetti di merito che avevano visto soccombere due automobilisti in due distinte cause approdate, infine, innanzi alla Suprema Corte con le ordinanze 11776/20 e 11869/20, pubblicate il 18 giugno ha ricordato che, in materia di autovelox, non è sufficiente che il verbale attesti come lo strumento sia stato «debitamente omologato e revisionato»: l’annotazione degli agenti non è coperta da fede privilegiata. Ma di più: è l’ente che effettua la rilevazione a dover dimostrare il «perdurante funzionamento» dell’apparecchiatura nell’accertamento della violazione. Nei casi esaminati dalla sesta sezione civile della Cassazione, è stato accolto il ricorso proposto dagli utenti della strada sanzionati. Nel primo, il ricorrente ricorda che non solo le norme nazionali ma anche quelle internazionali Uni 30012 e Uni 10012 oltre che le raccomandazioni Omil D19 D20 sugli strumenti di rilevamento che prevedono non solo la taratura periodica ma anche l’indicazione della stessa nel verbale. Il punto è che l’attestazione di debita omologazione e revisione contenuta nel verbale non soddisfa le esigenze di affidabilità nella misurazione della velocità indicate dalla Corte costituzionale nella sentenza 113/15, che ha disposto controlli periodici sugli apparecchi per tutelare gli utenti della strada. In caso di contestazioni del trasgressore il giudice è tenuto ad accertare che le verifiche sui velox siano state effettivamente compiute. Peraltro, nel giudizio di opposizione alla sanzione, come sottolineato nell’ordinanza 11869/20, spetta all’amministrazione provare che lo strumento è stato omologato e sottoposto alla verifica periodica in quanto fatto costitutivo della sua pretesa. Non basta allora all’ente produrre in giudizio i soli documenti che attestano l’omologazione e la corretta installazione dell’apparecchio, con la conseguenza che, in caso, di mancata prova della verifica periodica, il verbale dovrà essere annullato. Si tratta, quindi, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. di due distinte decisioni di legittimità che s’inseriscono nel solco tracciato dalla Corte Costituzionale nella richiamata e fondamentale sentenza 113/15 che impone alle amministrazioni accertatrici la certezza delle rilevazioni, troppo spesso dimenticata a discapito dei cittadini e a favore esclusivo delle casse degli enti.

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Servizio pubblico taxi di Lecce sprovvisto (da sempre) di autorizzazione all’accesso libero all’aeroporto del Salento e ZTL Comuni della Provincia

Servizio pubblico taxi di Lecce sprovvisto (da sempre) di autorizzazione all’accesso libero all’aeroporto del Salento e ZTL Comuni della Provincia.

Come sosteniamo da quando è scattato lo stato d’emergenza conseguente alla diffusione della pandemia, noi dello “Sportello dei Diritti” abbiamo da subito dato voce alle categorie più colpite, perché se la crisi riguarda tutti i comparti, eccettuati alcuni che addirittura ne hanno tratto giovamento economico, la gran parte vedono difficilmente la via d’uscita dal tunnel. Tra i più colpiti, certamente, vi sono gli operatori del turismo e chi ne costituisce l’indispensabile indotto. Un settore tra i maggiormente in deficit è quello dei trasporti, e tra questi, quello dei tassisti regolarmente disciplinati. Oggi, quindi, diamo nuovamente voce a questa categoria e cogliamo l’occasione di lanciare il contributo e la proposta di uno di questi che ci ha fatto notare come alcune barriere precedentemente esistenti, possano essere rimosse con l’occasione del rilancio economico promesso dalle istituzioni e per superare la crisi. Tra queste spicca l’assurda carenza di autorizzazione all’accesso libero all’aeroporto del Salento e alle ZTL della Provincia a tutti i tassisti del servizio pubblico del Comune di Lecce o dal resto della provincia. Viene da chiedersi se, un aeroporto che dovrebbe essere la piattaforma logistica principale per gli spostamenti da e verso tutto il Tacco d’Italia, debba continuare a conoscere questa incredibile limitazione che costituisce anche un danno per i viaggiatori. E se bisogna continuare a chiamarlo “del Salento” o solo di Brindisi. Ecco, quindi, ciò che ci scrive Nino Di Carlo, un tassista impegnato da sempre anche per tutti i colleghi, in un intervento che riportiamo integralmente e che riteniamo possa valere anche in altre province d’Italia dove accadono analoghi problemi.«In attesa che questa stagione turistica inizi, già consapevoli che non esploderà come quelle ormai trascorse, sarebbe il caso di fare il punto su un paio di aspetti che riguardano la fruizione di un servizio cruciale per questo settore; nello specifico parliamo del servizio di trasporto pubblico espletato dai tassisti leccesi al di fuori del territorio comunale. Per accedere nelle zone ZTL dei vari comuni viene richiesta la comunicazione, a mezzo fax o Email, dei dati di ingresso alle stesse. Sembrerebbe tutto molto semplice, se non fosse che nei mesi estivi capita anche più di una volta al giorno di accompagnare turisti nelle strutture ricettive ubicate all’interno delle ZTL. L’autista, nello specifico, deve ricordare, per ogni varco, orario e indirizzo in cui questo si trova. Precisiamo che la mancata comunicazione dei dati comporta il pagamento di una sanzione pecuniaria. Ora viene spontaneo chiedersi visto che le targhe dei taxi sono registrate al PRA come auto per servizio di pubblico trasporto, non sarebbe più semplice se, in fase di stesura del verbale, si escludessero le vetture con tale targa con un banale controllo incrociato? Si suppone che tali procedure esistano già per i residenti (in possesso di regolare Pass) che sicuramente non devono fare alcuna comunicazione, né vengono multati. Altra strana, farraginosa procedura si presenta all’ingresso dell’aeroporto del Salento, dove i tassisti provenienti dalla città di Lecce devono, come le auto private, entrare nell’area di sosta e rimanervi per non più di quindici minuti. Il disagio si presenta non tanto al momento dello scarico dei clienti (sempre relativamente breve), quanto al momento della presa degli stessi (effettuata esclusivamente su prenotazione) che potrebbe anche prolungarsi in seguito al ritardo del velivolo. Questo comporta o il pagamento della sosta o un’uscita strategica del mezzo, che poi effettuerà un nuovo ingresso (si tenga presente che il terzo ingresso giornaliero per la stessa auto è soggetto al pagamento della sosta). Anche in questo caso sarebbe sufficiente autorizzare l’ingresso gratuito ai taxi provenienti da Lecce e concedere a queste vetture una zona di sosta, che nulla avrebbe a che vedere con quella dei colleghi di Brindisi (unici autorizzati al carico dei clienti in arrivo). Non dimentichiamo che queste auto hanno una licenza rilasciata dal Comune di Lecce, quindi dovrebbe essere quest’ultimo a dar voce a tali necessità, tutelando il lavoro di una categoria troppo spesso abbandonata a sé stessa. Purtroppo però, fin troppe volte tali richieste sono cadute invano e rimaste inascoltate, perse nei meandri burocratici di uffici silenti e indifferenti alle necessità di lavoratori, che singolarmente non potrebbero mai avanzare tali richieste alle amministrazioni di competenza. Al contrario, un lavoro congiunto dei vari Comuni e l’utilizzo delle medesime procedure snellirebbe moltissimo meccanismi antiquati e artificiosi. Ecco perché siamo ancora qui a chiedere al Comune di Lecce di adoperarsi affinché i taxi della città ottengano un’autorizzazione continuativa per gli ingressi ZTL dei comuni leccesi e per l’ingresso e sosta gratuiti presso l’aeroporto del Salento. Ci sembra siano facoltà legate al tipo di lavoro svolto, non si chiede null’altro se non legittimi strumenti per poter svolgere il proprio lavoro senza ulteriori difficoltà.».Ed allora, alla luce di questa puntuale segnalazione che riporta anche proposte serie e sicuramente fattibili in via del tutto immediata, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, chiede che l’appello rivolto dal tassista venga accolto prontamente dal Sindaco del Comune di Lecce e dal Presidente della Provincia, affinché si facciano portavoce anche presso la Regione e la società Aeroporti di Puglia per superare l’assurda discriminazione tra tassisti leccesi e brindisini nonché a favorire un sistema integrato che consenta l’accesso alle zone traffico limitato dei comuni del Salento a tutti i tassisti con regolare licenza di servizio pubblico.

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Cronaca

Spunta nuovo video shock dagli Usa di un altro afroamericano ucciso da un poliziotto in un modo molto simile a Floyd

Spunta nuovo video shock dagli Usa di un altro afroamericano ucciso da un poliziotto in un modo molto simile a Floyd. Si chiama Manuel Ellis, ed è stato ucciso in un modo molto simile. Ecco il nuovo video che sciocca l’America Spunta l’ennesimo drammatico video che indigna l’America: anche stavolta la vittima non è afroamericana. Si chiama Manuel Ellis, ed è stato ucciso da un poliziotto in un modo molto simile a Floyd dopo essere stato fermato da alcuni agenti a Tacoma, nello stato di Washington. L’episodio risale al 3 marzo e la vittima si chiama Manuel Ellis. L’uomo sarebbe stato all’improvviso scaraventato a terra, quando gli agenti hanno continuato a infierire. Per la polizia è stato l’uomo ad aggredire i poliziotti. A girare la clip, è stata una donna che si trovava dietro alla macchina della polizia e che si sente urlare: «Smettetela di colpirlo, o mio Dio smettetela!». Ellis, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, aveva una figlia di 18 mesi e un figlio di 11 anni. Ecco il video: https://youtu.be/15VPFL3aQZU

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Cronaca

Germania, bevande avvelenate nei supermercati di Monaco

Germania, bevande avvelenate nei supermercati di Monaco. Caccia all’uomo su scala internazionale nei confronti di uno sconosciuto sospettato di aver avvelenato bevande nei supermercati di Monaco di Baviera, allo scopo di ricattarli. La polizia ha messo in guardia i consumatori.  C’è rischio emulazione in Italia?

 

La polizia tedesca ha comunicato di aver intercettato delle bevande volontariamente contaminate in negozi di alimentari della città di Monaco, dopo la denuncia di due donne e un uomo rimasti intossicati da una sostanza velenosa che qualcuno ha versato in tre bevande. Il pericolo non riguarda tuttavia unicamente le bevande. Gli inquirenti hanno finora reperito almeno quattro bottiglie manomesse, in due supermercati di due catene diverse e sono certi di una cosa: un sorso di troppo avrebbe potuto essere fatale. E altre bottiglie contenenti il veleno potrebbero essere ancora in circolazione. Le indagini procedono a 360 gradi, e per ora non ci sono rivendicazioni: i casi sono accaduti a marzo e ad aprile. Le persone che hanno bevuto le bibite analcoliche contaminate, due donne di 34 e 42 anni e un 58enne, si sono sottoposte a trattamenti medici, ma stanno bene. In tutti e tre i casi, i primi sorsi della bevanda alterata (e dal sapore amaro e chimico) hanno provocato nausea e un forte giramento di testa.. Alla luce di quanto accaduto dunque, sottolinea Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,  non potendosi escludere che la circostanza possa determinare azioni improntate all’illegalità anche a carattere emulativo, si invitano gli organismi di sicurezza a sensibilizzare le misure di vigilanza e sicurezza anche in Italia. Misure che riguardano siti ritenuti esposti a rischio per la circostanza.

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Consumatori

Prelievi bancomat non autorizzati e conto svuotato? È la banca che deve provare che la carta è stata utilizzata dal titolare.

Prelievi bancomat non autorizzati e conto svuotato? È la banca che deve provare che la carta è stata utilizzata dal titolare. Utenti bancari vincono contro l’istituto di credito in Cassazione e potranno vedersi rimborsati i soldi persi per i prelievi illegittimi

Non si contano i casi di utenti bancari che si sono visti svuotati i conti correnti a seguito di prelievi bancomat effettuati illecitamente da terzi soggetti. Ma in casi simili non bisogna mai perdersi d’animo e disperare di aver perso quanto indebitamente prelevatoci, perché l’ordinamento e le norme a tutela dell’utenza spesso ci garantiscono e ci consentono di riavere il maltolto. A ricordarcelo, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, la Corte di cassazione che con l’ordinanza n. 9721 pubblicata il 26 maggio 2020, ha ribadito il diritto dell’utente bancario a vedersi risarcito dall’istituto di credito quanto sottratto a causa di prelievi illeciti con il bancomat. Per i giudici di legittimità, spetta a quest’ultimo provare che a usare la carta sia stato il legittimo proprietario. Nella fattispecie, gli ermellini hanno accolto il ricorso dei due cointestatari di un conto corrente che se l’erano visto azzerare a seguito di prelievi non voluti per oltre 23 mila euro.Nel ribaltare la sentenza del Tribunale di Napoli Nord, i giudici della terza sezione civile della Suprema Corte, hanno ricordato che «in tema di responsabilità della banca in caso di operazioni effettuate a mezzo di strumenti elettronici, anche al fine di garantire la fiducia degli utenti nella sicurezza del sistema (il che rappresenta interesse degli stessi operatori), è del tutto ragionevole ricondurre nell’area del rischio professionale del prestatore dei servizi di pagamento, prevedibile ed evitabile con appropriate misure destinate a verificare la riconducibilità delle operazioni alla volontà del cliente, la possibilità di una utilizzazione dei codici di accesso al sistema da parte dei terzi, non attribuibile al dolo del titolare o a comportamenti talmente incauti da non poter essere fronteggiati in anticipo. Ne consegue che, anche prima dell’entrata in vigore del d.lgs. n. 11 del 2010, attuativo della direttiva n. 2007/64/CE relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno, la banca, cui è richiesta una diligenza di natura tecnica, da valutarsi con il parametro dell’accorto banchiere, è tenuta a fornire la prova della riconducibilità dell’operazione al cliente». Per i giudici del Palazzaccio, quindi, è la banca che deve fornire la prova della riconducibilità dell’operazione al cliente. Ma v’è di più: spiegando che il rapporto fra banca e cliente è di natura contrattuale, la Corte ha, quindi, precisato che la responsabilità della banca per operazioni effettuate a mezzo di strumenti elettronici, con particolare riguardo alla verifica della loro riconducibilità alla volontà del cliente mediante il controllo dell’utilizzazione illecita dei relativi codici da parte di terzi, ha natura contrattuale e, quindi, va esclusa se ricorre una situazione di colpa grave dell’utente, configurabile nel caso di protratta mancata attivazione di una qualsiasi forma di controllo degli estratti conto.

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Salento,sembra uno squalo ma è un grande pesce luna – VIDEO

A primo impatto, può sembrare uno squalo. Per le dimensioni importanti ma anche per la grossa pinna che esce dall’acqua. In verità quello incontrato oggi nelle acque di Ugento dagli occupanti di una piccola imbarcazione era un pesce luna (o mola mola), il più grande tra i pesci ossei viventi (lo squalo è un pesce cartilagineo). Bello e non pericoloso, a differenza degli squali. Il pesce luna si nutre di plancton, di piccoli pesci e di meduse. Il suo habitat naturale è rappresentato dalle acque costiere. Vive anche in acque tropicali e temperate fino a spingersi in acque fredde come quelle delle coste norvegesi. Può essere avvistato nel Mediterraneo e ed è diffuso a largo delle coste di Sudafrica e Australia. In Inghilterra è chiamato sunfish sia per le sue dimensioni sia perché durante le giornate di sole tende a salire in superficie. Si tratta di un evento eccezionale quello di avere ripreso il pesce luna in superficie, poichè quando sale dalle profondità, può passare molto tempo in attesa di ospitare, sul suo corpo, degli uccelli a caccia di piccoli organismi che si posano sul pesce per banchettare. Il pesce mola mola è spesso ricoperto da parassiti acquatici e per questo usa uccelli o altri piccoli pesci per ripulirsi! Nel Mediterraneo il pesce luna è presente fin dai tempi antichi. Il pesce luna è stato, in passato, oggetto di pesca (la sua carne è commestibile). E’ stato alla fine degli anni Novanta che la sua pesca è stata vietata dalla Comunità Europea e questo divieto ha permesso al pesce luna di moltiplicarsi gradualmente. Con questo nuovo avvistamento viene confermata la ripresa della natura che via via sta riconquistando gli spazi che l’uomo, abusando delle risorse marittime, si era illegittimamente appreso. Sembra quasi un invito di questo pesce placido ed innocuo a non disturbare un ambiente che a fatica ritrova il suo equilibrio. Le immagini spettacolari sono state girate da Gianfranco Coppola referente dello ““Sportello dei Diritti”. Immagini quelle del video, quantomeno rare per i mari nostrani, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti poichè in Italia è stato avvistato a largo della costa ligure dove ha intensificato la sua presenza dal 2014. In particolare a Portofino e nelle altre acque liguri poichè è il più grande predatore di meduse e, l’aumento delle temperature dell’acqua ha visto un forte incremento delle meduse che a loro volta hanno attirato il pesce luna sotto costa in Liguria!. Ecco il video: https://youtu.be/enDBAy3f-wA

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ALDI richiama un popolare articolo da tavolo per bambini dopo che un bimbo di quattro anni ha individuato un errore imbarazzante

ALDI richiama un popolare articolo da tavolo per bambini dopo che un bimbo di quattro anni ha individuato un errore imbarazzante

ALDI è stato costretto a rimuovere dagli scaffali dei supermercati un accessorio da tavolo per bambini dopo che un bimbo di quattro anni ha fatto notare un errore imbarazzante. Il tappetino sottomano per tavolo venduto dal 20 maggio, presenta una tabellina matematica, in modo che i bambini possano imparare mentre mangiano. Tuttavia, un bambino di quattro anni con gli occhi di un’aquila si è reso conto di aver incluso un’operazione errata nel grafico che riporta “12 x 12 = 60” invece di “12 x 12 = 144”. Un portavoce di ALDI si è scusato per l’errore, confermando che è in procinto di rimuovere l’articolo dai negozi. La signora Melanie, mamma del bambino, ha segnalato l’errore su una popolare pagina Facebook, dicendo che era “delusa”.”Controlla la tua lavagnetta, ragazzo”, ha scritto Melanie sulla pagina Facebook di Aldi Mums . Un bambino di quattro anni ha notato che l’equazione ’12 x 12 = 60 ‘sul tappetino ALDI da banco di scuola  era errata. Un portavoce di ALDI ha invitato gli acquirenti che hanno acquistato il tappetino a restituirlo nel punto vendita più vicino. ALDI, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,  si è scusata per l’errore e sta rimuovendo l’articolo dai negozi. “Facciamo ogni sforzo per garantire che i nostri prodotti siano della massima qualità e ci scusiamo con i bambini che imparano le tabelline (e i loro genitori) per questa svista. “Stiamo rimuovendo questo prodotto dai nostri negozi e incoraggiamo tutti i clienti che hanno acquistato questo prodotto a restituirlo al loro negozio più vicino per un rimborso completo.”

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Alnatura richiama i ceci secchi. Il prodotto in questione può contenere frammenti di vetro

Alnatura richiama i ceci secchi. Il prodotto in questione può contenere frammenti di vetro. Coinvolti anche i supermercati Migros e negozi on line come Amazon

 

Alnatura richiama i ceci secchi. Nello specifico si tratta del lotto di produzione con codice a barre: 4104420022683 venduto in confezioni da 500 grammi, da consumare preferibilmente entro il 14.1.2021 e 27.1.2021. Il motivo del richiamo è dovuto alla possibile presenza di frammenti di vetro. Coinvolti i punti vendita di tutte le filiali Migros, LeShop, Alnatura e negozi on line come Amazon. L’azienda prega tutti i clienti di non consumare il prodotto interessato. Non possono essere esclusi rischi per la salute, nel caso il prodotto dovesse venir consumato. Per chiunque si accorga di avere tale alimento in casa, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,è naturalmente possibile provvedere ad un cambio oppure ad una sostituzione. Basterà recarsi al punto vendita dove è avvenuto precedentemente l’acquisto. Lì poi occorrerà scegliere se provvedere per una sostituzione con un altro prodotto oppure con un rimborso. In casi come questa l’esibizione dello scontrino di riferimento non è necessaria.

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Swiss torna a volare

Swiss torna a volare. Dal mese di giugno la compagnia prevede fino a 190 voli da Zurigo e Ginevra, anche per Spagna e Italia. Nell’area del Mediterraneo, verranno ripristinati i collegamenti con Malaga, Barcellona, Madrid e Valencia e con Brindisi, Firenze, Napoli e Roma.

Dopo un periodo di quasi totale inattività a causa della pandemia di coronavirus, Swiss International Air Lines, la principale compagnia aerea svizzera, ha reso noto le località che intende servire di nuovo a partire dal mese di giugno. Saranno varie destinazioni del Mediterraneo, tra cui Malaga, Barcellona, ​​Madrid e Valencia in Spagna, nonché Brindisi, Firenze, Napoli e Roma in Italia. I collegamenti con la Scandinavia saranno inoltre rafforzati dai voli per Goteborg in Svezia e Copenaghen in Danimarca. La compagnia integrerà anche altri importanti centri europei nel suo programma, come Parigi (Francia), Bruxelles (Belgio) e Mosca (Russia). I collegamenti esistenti con Amsterdam (Paesi Bassi), Atene (Grecia), Berlino (Germania), Lisbona (Portogallo), Londra (Regno Unito), Porto (Portogallo) e Stoccolma (Svezia) saranno estesi. Sul lungo raggio, riprenderà a servire nuovi collegamenti intercontinentali non-stop, oltre ai suoi tre collegamenti settimanali con New York e Newark (Stati Uniti). Da Zurigo, la compagnia aerea svizzera volerà a New York JFK (4 voli settimanali), Chicago (2 voli settimanali), Singapore (1 volo settimanale), Bangkok (1 volo settimanale), Tokyo (2 voli settimanali) , Mumbai (3 voli settimanali), Hong Kong (2 voli settimanali) e Johannesburg (1 volo settimanale). Per quanto riguarda invece la divisione cargo aerea, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti“, Swiss trasporterà ulteriori merci su questi voli per supportare le catene di approvvigionamento globali. Gli orari per i collegamenti intercontinentali sono stati adattati in modo tale che i passeggeri in transito possano beneficiare di collegamenti ottimizzati. Per l’estate, la compagnia intende estendere i suoi servizi “tenendo conto delle esigenze e delle preferenze di viaggio della popolazione svizzera, continuando nel contempo a monitorare da vicino lo sviluppo delle restrizioni di viaggio in tutto il mondo”.

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Pesticida estremamente pericoloso “Oxamyl” in carote italiane: allerta Rasff dalla Svezia

Pesticida estremamente pericoloso “Oxamyl” in carote italiane: allerta Rasff dalla Svezia. Sulle nostre tavole il prodotto chimico che può essere fatale

 

Veleni in alcuni alimenti che finiscono sia sulle nostre tavole, sia su quelle estere, che non sono soltanto contraffatti, ma spesso nocivi. Che c’è di più salutare delle carote, pensiamo nel metterle nel carrello della spesa, da tempo indicate per aumentare le difese dell’organismo contro le malattie infettive, ricche di vitamina A (Betacarotene), B, C e E, nonché di sali minerali e zuccheri semplici come il glucosio e non sappiamo che in realtà mangeremo un concentrato di residui chimici. E il sistema comunitario di allerta rapida per gli alimenti e i mangimi (RASFF) ha trasmesso una notifica (2020.2038 del 14/05/2020) per la presenza, in concentrazione elevata, di residui dell’insetticida “Oxamil” (0,18 mg / kg – ppm) in una partita di carote provenienti dall’Italia. Il campionamento di Rasff è stato effettuato il 6 maggio  2020, dopo un controllo effettuato dalle autorità svedesi, che hanno provveduto al sequestro della merce. Proprio alla Svezia era destinata la partita di carote italiane. L’insetticida era presente nelle carote per un valore di 0,18 milligrammi per chilo, 14 volte superiore al limite massimo di residui (LMR) consentito, che è fissato a 0,01 milligrammi per kg-ppm (parti per milione), un quantitativo minimo rilevabile, che in pratica lo rende un prodotto non autorizzato. Va ricordato che questo limite era stato ridotto ed era entrato in vigore, dopo che esami tossicologici, effettuati dall’autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) su diverse categorie di prodotti, avevano destato preoccupazione in merito alla protezione dei consumatori. L'”Oxamyl” è un prodotto chimico usato come pesticida che si presenta in due forme: granulato e liquido. La forma granulata è stata vietata negli Stati Uniti. E’ considerato pericoloso e non è una questione di allarmismo o di bufale in rete. A dirlo è stato Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. E’ da anni commercializzato come Vydate e utilizzato nei giardini e nei prati, ma anche nelle case oppure nel campo dell’agricoltura. È classificata come sostanza estremamente pericolosa negli Stati Uniti, come definita nella Sezione 302 della legge sulla pianificazione delle emergenze e del diritto comunitario alla conoscenza degli Stati Uniti (42 USC 11002) ed è soggetta a rigidi requisiti di segnalazione da parte di strutture che producono, immagazzinano, o usalo in quantità significative. Sempre secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente , “Questo prodotto è efficace nel controllo della maggior parte delle specie di nematodi oltre a un gran numero di insetti succhiatori e masticatori come afidi e tripidi “. Oxamyl è estremamente tossico per l’uomo se ingerito, inalato o a contatto con la pelle. Il suo uso eccessivo può anche portare ad accumulo di residui negli alimenti, sebbene la sua composizione chimica, una volta venuta a contatto con il suolo, si degrada rapidamente. I segni di avvelenamento da Oxamyl includono: malessere, debolezza muscolare, vertigini, sudorazione, mal di testa, salivazione, nausea, vomito, dolore addominale, miosi con visione offuscata, coordinazione, spasmi muscolari e linguaggio offuscato, sebbene i sintomi possano peggiorare con un avvelenamento grave. Secondo l’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura, “Il contatto con la pelle, l’inalazione di polvere o spray o la deglutizione possono essere fatali“. A causa della sua tossicità, il suo uso è limitato nell’UE / nel Regno Unito con limiti massimi di residui per mele e arance pari a 0,01 mg / kg e questa quantità è consentita solo perché si tratta del limite di rilevazione.Inquieta davvero vedere come i prodotti incriminati siano di largo consumo sulle nostre tavole, osserva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Diventa fondamentale, allora, tracciarli e identificarli ovunque si celino. Una battaglia, la piena tracciabilità di ogni ingrediente per garantire al massimo la tutela del consumatore e per raggiungere questo obiettivo è importante lavorare sempre di più anche su un fronte cruciale come quello della tracciabilità e dell’etichettatura. È un lavoro in linea con la promozione del modello agricolo italiano che fa della sostenibilità una pratica quotidiana e che vede l’Italia all’avanguardia nella riduzione dei fitofarmaci e nel contenimento delle emissioni di gas serra.