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Busto Arsizio

Edo Prandoni, così me la sono cavata grazie al medico di base.

Edoardo Prandoni, Edo per gli amici, classe 1947, ex giocatore della Pro patria negli anni 60, ci ha raccontato la sua esperienza durante il Coronavirus. Era in Val Seriana a gennaio, ma niente faceva presagire quello che sarebbe successo di li a poco. Poi a marzo, esattamente il 9, in piena fase di crescita della pandemia, si scopre il fuoco di Sant’Antonio. Sono subito andato dal mio medico curante che ha capito quello che avevo e mi ha dato le cure necessarie. Un amico, visto che ero debilitato e non potevo uscire di casa, faceva la spesa per me, così me la sono cavata senza troppi problemi e senza andare al pronto soccorso, questo è quanto ci ha detto Prandoni. Una storia come tante ma che avrebbe potuto, come racconta nel video, anche se lui, da buon sportivo, abituato ad affrontare la vita, non ama sottolinearlo, avere esito diverso, come purtroppo è successo a tanti ricoverati per un lieve malanno e contagiati poi dal virus. Per Edo è stato determinante il suo medico curante che gli ha evitato i rischi di un contagio. Verrebbe voglia di chiedere, ad un noto politico delle nostre parti, abituato a giocare in maglia verde, se è ancora dell’idea, espressa in un intervista su Rai 3 e ripresa da Varese Press, che i medici di base non sarebbero più così necessari, perché tutto sarebbe passato tramite internet. Ci asteniamo nel fare commenti su come hanno gestito la sanità in questi anni, ma non dal fare gli auguri a Edo, un nostro concittadino come tanti, una persona normale con un medico di base normale e un buon amico, che hanno agito “normalmente” e non da dottor McCoy, a bordo dell’astronave Enterprise. Pare che se faranno il nuovo ospedale tra Busto e Gallarate, che nessuno tranne i politici vuole, non ci saranno più le autoambulanze ma il teletrasporto.