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Emergenza rifiuti non solo da Coronavirus – Governo inadeguato

Tutti a casa in emergenza. I rifiuti dove vanno ?

Il Coronavirus colpisce anche la categoria dei rifiuti. Dai centri di stoccaggio ai trasporti la catena si è fermata.

Fabio Sanfilippo spiega come questo governo sia inadeguato ed incapace di decidere ed ecco che la frittata è fatta anche nell’ambito smaltimento.

L’Italia da anni è in piena emergenza rifiuti ed i geni seduti a Roma hanno ben pensato di bloccare anche i trasportatori.

Calo riufiuti

La raccolta dei rifiuti scatta una fotografia delle principali città italiane dopo oltre un mese di lockdown. In generale si registra un calo di tutti i tipi di rifiuti, sia quelli domestici, sia quelli commerciali, sia quelli per le strade e nelle riciclerie. Complessivamente il calo medio è del 27,5 per cento. Segno che in città, a voler dare un’interpretazione intuitiva, c’è meno gente, mancano i pendolari, molti fuorisede se ne sono andati prima (o dopo) la chiusura e in tanti hanno raggiunto le seconde case per la quarantena. Diminuisce anche la produzione dei rifiuti indifferenziati — del 25 per cento — e anche tutta la raccolta differenziata: carta e cartone (- 20 per cento), vetro, plastica e metalli (- 16 per cento), organico (- 14 per cento) e dell’ 80 per cento la raccolta notturna dell’umido presso le utenze commerciali. Anche per le strade i cestini e i cestoni si riempiono la metà rispetto al solito, una conseguenza naturale della poca gente che può uscire in questo periodo

Coronavirus, il riciclo è fermo (e i prezzi delle materie prime seconde scendono)

 

Il rischio blocco

Impianti fermi, piattaforme di conferimento sature, trasporti difficili. Accanto all’emergenza sanitaria, presto l’Italia potrebbe avere un’emergenza rifiuti, se la filiera del riciclo si inceppa definitivamente. Già sotto pressione per la chiusura dei confini cinesi, che non fanno più entrare le materie prime seconde in arrivo dall’estero, causando il crollo dei prezzi, il sistema dell’economia circolare italiana ora rischia il collasso per colpa del Coronavirus.

Il problema è enorme

Paradossalmente proprio perché l’Italia è un Paese che ricicla moltissimo, l’effetto di un blocco potrebbe essere drammatico sulla gestione dei rifiuti urbani. Le associazioni di categoria hanno interpellato lo Stato per sostenere le aziende del settore. L’intervento è molto urgente soprattutto in quelle aree, come a Napoli ed in Piemonte, dove i siti di stoccaggio sono stracolmi e si rischia la paralisi.

L’interruzione di molte attività economiche dovute all’emergenza sanitaria ha infatti determinato una crescente difficoltà per l’avvio a recupero di materiali provenienti dalla raccolta differenziata. Da un lato molte industrie del riciclo sono chiuse e non ritirano i materiali (metalli, legno, alcune plastiche), oppure sono bloccate dalla mancanza di sbocco degli scarti del riciclo (plasmix) nei cementifici – Dall’altro lato, nel caso della carta, hanno crescenti problemi di trasporto, per cui non riescono a far arrivare i maceri alle cartiere, che non possono produrre a pieno ritmo per carenza di materia prima.

Ogni anno le nostre aziende italiane riciclano 6,6 milioni di tonnellate di carta da macero, che alimenta l’industria cartaria nazionale, oltre agli sbocchi esteri. Il cartone che esce dalle cartiere italiane è fatto all’80% di materiale riciclato, per cui il recupero è un’attività essenziale nella catena di produzione del cartone, sia per il trasporto che per l’imballaggio di merci come cibo e forniture mediche.

Crollo dei prezzi

Il problema principale da risolvere per continuare a far marciare il servizio, deriva dal crollo dei prezzi, che rendono ormai antieconomica l’attività di riciclo: oggi una tonnellata di cartone riciclato costa 5,50 euro, contro 52,50 a gennaio 2019. Con una riduzione del 95% è chiaro che molte imprese soffrono. Se si aggiunge l’aumento dei costi dovuto alle necessità di protezione straordinaria dal contagio, finiranno per chiudere. Senza un aiuto dallo Stato, si rischia una catena di chiusure, che bloccherebbe definitivamente il sistema.

La raccolta differenziata

Malgrado il lockdown, tutti i cittadini sani sono tenuti a seguire le normali regole per la raccolta differenziata, come previsto dalle norme in vigore, con la consueta divisione dei materiali: vetro, plastica e metalli, carta e cartoni, umido, indifferenziato. È importante, data la situazione di emergenza, avere l’accortezza di buttare sempre mascherine, guanti e fazzoletti di carta usati, anche in caso di semplice raffreddore, nel sacchetto dell’indifferenziato. Unica eccezione alla normale raccolta differenziata è rappresentata dagli affetti da Covid-19: i cittadini che scoprono di avere il Coronavirus perché positivi al tampone e trascorrono la quarantena a casa, sia nel caso siano asintomatici, sia nel caso abbiano febbre e altri sintomi, non devono fare la raccolta differenziata.

Fabio Sanfilippo