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Codiv-19.Carcerati col tampone, sanitari no, confusione e demagogia

Le polemiche sui carcerati usciti, si tratta di boss o comunque non gente qualsiasi, sono arrivate ai vertici dello Stato, sebbene come al solito si cerchi di minimizzare.

Le condizioni delle carceri sono quelle che sono, c’è la denuncia del sindacato Cobas Poste, che arriva proprio dal sito di Peschiera Borromeo, dove sembrerebbe che le lettere non vadano ai carcerati ma spariscano prima, aggiungiamo tante altre carenze ben conosciute.

L’associazione Antigone, parla di tasso di affollamento medio negli istituti visitati  pari al 119,4%, ma con picchi che sfiorano o superano il 200% (in particolare a Taranto, Como, Brescia Canton Mombello, Busto Arsizio e Grosseto), e la vicenda del coronavirus sommata a tutte queste carenze ( anche igieniche e strutturali) ha portato a rivolte: “nel 18% degli istituti visitati ci sono celle in cui non sono garantiti i tre metri quadri a persona; nel 7,2% degli istituti il riscaldamento non funziona; in un terzo degli istituti (33,7%) manca l’acqua calda nelle celle, mentre nella maggioranza delle celle (51,8%) continua a non esserci la doccia. Nel 4,8% degli istituti il wc non è in ambiente separato.”

Mancano spazi e personale però..il Ministero della Giustizia se ne esce con una circolare (dap 20marzo 2020), con punti particolari:

Misure di carattere sanitario” della suindicata circolare, nello specifico al punto relativo a “detenuti gia presenti in istituto”, si rappresenta che, in caso di riferita sintomatologia compatibile con SARS — COV 2, il detenuto, previa temporanea allocazione in apposito spazio di isolamento, sara visitato dal medico ivi e non presso Ia camera di pernottamento. Resta inteso the gli altri eventuali detenuti, occupanti la medesima camera di pernottamento o con i quali iI detenuto abbia avuto  contatti,  verranno  sottoposti  agli  accertamenti  e  ai  controlli,  secondo  le determinazioni che saranno prese dal medico competente.

Al punto successivo “Esecuzione tampone nasofaringeo-orofaringeo”,  si precisa che l’esecuzione del tampone da parte del personale medico o infermieristico dell’azienda sanitaria competente avverrà nello spazio di isolamento, ove il detenuto interessato è stato temporaneamente ospitato.

CI FA’ PIACERE SAPERE CHE, PER QUESTIONI UMANITARIE E COSTITUZIONALI ( EGUAGLIANZA DEI CITTADINI), VENGANO FATTI I TAMPONI AI DETENUTI, MA SE NON CI SONO PER TUTTI I SANITARI, E RICORDIAMO COSA E’ SUCCESSO NELLE CASE DI CURA, COME SI PUO’ PENSARE CHE AVVENGA PER I CARCERATI? E SE AVVIENE PER I CARCERATI DEVE AVVENIRE PER TUTTI I CITTADINI CONTAGIATI O NO?

L’altra questione di tipo giuridico ma anche politico è :

Relativamente al paragrafo 2 “Traduzioni da e verso gli istituti penitenziari”, laddove viene riferito iI parere favorevole del Dipartimento della protezione civile all’effettuazione del tampone prima di ogni spostamento del detenuto, si chiarisce che l’attivazione di tale procedura dovra essere sempre essere preceduta dalle valutazioni del personale medico e, comunque, rimessa al suo prudente apprezzamento rispetto alla obiettivita del singolo caso.”

Normale l’accertamento medico ma il medico può chiedere di spostare un detenuto senza sapere se ci sono spazi utili in un altro carcere?

Interrogativi su interrogativi a cui i legislatori non daranno riposte, sicuramente non in tempi brevi, vista la comprensibile fretta di ripartire.