Categorie
Cronaca

Il presidente del Consorzio del Pecorino romano sbugiarda il ministro Bellanova

“Il presidente del Consorzio del Pecorino romano sbugiarda il ministro Bellanova: l’iter degli stanziamenti che avevo avviato per il sostegno agli indigenti nazionali è stato bloccato, questo ha generato gravi ritardi, la Sardegna è stata esclusa dal bando post Covid ed è falso dire, come ha fatto il ministro, che gli Enti benefici non richiedono forniture di pecorino romano.

Abituata a prendersi i meriti per il lavoro degli altri, il ministro Bellanova non sa neanche più a che cosa aggrapparsi. Dalla Sardegna alla Puglia, passando per le altre filiere di eccellenza del nostro Paese, la sequenza di pasticci e di risposte mancate si allunga sempre più. Purtroppo a fare le spese di tanta incompetenza è l’agroalimentare italiano e i lavoratori, a cui va tutta la nostra vicinanza e solidarietà. Non meritano un ministro simile. Grazie al presidente del consorzio di tutela del Pecorino Romano Dop per aver ripristinato la verità dei fatti”. Così in in una nota il senatore della Lega Gian Marco Centinaio “dopo che Salvatore Palitta, presidente del Consorzio di tutela del Pecorino Romano DOP, ha smentito la titolare del Ministero dell’Agricoltura all’indomani delle proteste per l’esclusione dal Bando nazionale da 50 milioni per il ristoro post Covid”.

fonte: https://www.agricolae.eu/bando-indigenti-centinaio-consorzio-pecorino-smentisce-bellanova-ministro-ha-bloccato-i-miei-bandi-e-negato-aiuti-al-settore/

Categorie
POLITICA

Carlo Crapanzano: Le lacrime della BELLANOVA

Se un ricordo o una considerazione resteranno nel tempo, della conferenza stampa di stasera di alcuni rappresentanti del Governo, beh è inevitabile il ricordo della commozione della ministra Teresa BELLANOVA.

Non fraintendetemi, non mi permetterei mai di ironizzare su quelle lacrime, non mi permetterei mai di fare battute ad indirizzo politico su uno stato d’animo.
Ma alcune valutazioni semplici, sì quelle le faccio.
Sono stati giorni convulsi per la BELLANOVA.

Lei, da sindacalista, e con l’appoggio incondizionato del suo mentore, Matteo RENZI, ha dapprima timidamente chiesto la regolarizzazione degli immigrati che lavorano nei campi e, una volta capito che poteva forzare la mano (visto l’inaspettato appoggio immediato del PD), si è armata di coraggio e ha insistito. Ha tanto insistito. Ma ha ricevuto subito il no pentastellato.

Non se lo aspettava manco lei che invece le trattative volgevano in suo favore.
Grandi tensioni, grandi discussioni e il placet incondizionato delle tre forze di sinistra (IV, LeU, PD).
Ci sono stati dei momenti inevitabili nei quali si sarà data per persa (due giorni fa e ieri) per l’intransigenza dei pentastellati: CONTE ha dovuto mediare. Ma CONTE non ha mediato tra la BELLANOVA e i Cinque Stelle: ha mediato tra se stesso e il PD (le frottole politiche diverse e contrarie a questa verità si sciolgono come neve al sole).
Solo oggi la svolta. Un ultimatum di IV e PD a CONTE che non aveva appello. E i Cinque Stelle (come avevo anticipato oggi pomeriggio in altro post), si sono piegati, annichiliti, fiaccati da chi la politica non la improvvisa, da chi la studia per se stesso, da chi fa della propria minore forza, la bilancia del peso di un esecutivo che non ha legittimazione del Popolo Italiano (gli sconfitti del 2018, da settembre 2019 hanno alzato la voce e continuano a farlo).
Ecco perché le lacrime della BELLANOVA: ha potuto dire, con quelle lacrime, ‘ho vinto, è passata la mia linea’.
Umanamente, posso sforzarmi di comprendere la sua tensione liberata in quella commozione.
Umanamente…

Politicamente, civilmente e da cittadino italiano, invece, quelle lacrime mi hanno fatto male. Perché quelle lacrime, opportune per la BELLANOVA, sono state inopportune per la maggioranza del Popolo Italiano.
Vedi, cara ministra BELLANOVA, molti di noi non avranno occasione di commuoversi pubblicamente come te, di piangere in diretta TV per un principio, per un ideale, per la vita, per la morte.
Tu sei una privilegiata a poterlo fare davanti a tutti.
Milioni di italiani questo ‘privilegio’ non ce l’hanno. Milioni di italiani piangono in silenzio, per i morti, per un futuro compromesso e per te che piangi commossa che centinaia di migliaia di clandestini, che tu chiami irregolari, potranno lavorare nei campi.
Se questa quarantena ha ulteriormente insegnato qualcosa, è la capacità innata di questa classe politica di governo, di allontanarsi sempre di più da noi, i cittadini, quelli che guardano e sopportano.

Piangi BELLANOVA, non ti critico per questo. Ti critico invece perché non hai saputo riconoscere il confine tra la decenza politica e la soddisfazione personale.
Quel confine lo hai superato quando hai goduto commuovendoti per una tua vittoria personale, ignara che non potrai commuoverti mai per una vittoria del Popolo Italiano perché finché ci sarai tu e questi tuoi compagni di strada, il Popolo Italiano non potrà vincere, ma solo sopportare.
Eppure, cara ministra BELLANOVA, il tempo delle lacrime non finisce mai per nessuno, siano esse di commozione adesso, o di cocente sconfitta elettorale dopo…
AD MAIORA

 avv. Carlo CRAPANZANO, responsabile regione Piemonte per la formazione politica e istituzione di Cambiamo! con Toti

Categorie
In evidenza

Uila-Uil Stefano Mantegazza, far lavorare nell’agricoltura i disoccupati

L’esplosione del coronavirus ha messo alla luce tanti problemi che abbiamo da decenni, dai tagli alla sanità, alle infrastrutture che mancano, made in italy non aiutato, solo per fare alcuni esempi, e come non ricordare l’affanno del turismo e dell’agricoltura.

Noi siamo quello che mangiamo (IPPOCRATE MEDICO GRECO ANTICO (460-377 A.C.) e per mangiare bisogna produrre con l’agricoltura, settore martoriato dall’alto livello di tassazione, e da politiche economiche troppo condizionate da interessi europei per cui si buttano le nostre arance, si tagliano gli oliveti e si comprano prodotti di qualità inferiore.

Il guadagno non resta in tasca agli agricoltori ma alle multinazionali e alle catene di distribuzione ( quasi nulla di italico), così nasce il caporalato, risposta sbagliata di coloro che lucrano sulla pelle di immigrati e italiani costretti a paghe da fame.

Lo Stato che fa? Qualche operazione ogni anno sembra far luce e poi si ritorna nell’illegabilità, sfruttando la manodopera che si trova, in gran parte straniera e che vivono nelle baraccopoli in Calabria, Puglia ed altre regioni.

Risposta del Governo, le solite..

 Bellanova minaccia: ‘Così lascio’, afferma oggi,

 è stata aggiornata a domani la trattativa sulla regolarizzazione dei lavoratori in nero tra i quattro ministri interessati: Teresa Bellanova (Politiche agricole), Luciana Lamorgese (Interno), Nunzia Catalfo (Lavoro) e Giuseppe Provenzano (Sud), afferma Ansa.

Fioccano le dichiarazioni:

– Cei: “Chiediamo – dice il cardinale Gualtiero Bassetti – a chi ha il compito di promuovere il bene comune di non dimenticare queste persone, questi nostri fratelli e sorelle, e di indicare le vie per una loro regolarizzazione, non solo di quelli che possono esserci ‘utili’, ma di tutti coloro che sono nel nostro Paese, come premessa indispensabile alla tutela della salute di tutti e al ripristino della legalità

 

-Dichiarazione del segretario generale della Uila-Uil, Stefano Mantegazza

“Dati alla mano, per soddisfare il fabbisogno di manodopera agricola dichiarato dal sistema delle imprese, basterebbe che un disoccupato su dieci accettasse di lavorare nel nostro settore. A livello nazionale, risultano disoccupate oltre 2 milioni e mezzo di persone di ogni etnia, religione e razza, tutti iscritti ai centri per l’impiego: ad esempio in Toscana servono 22.000 persone nei campi e ci sono oltre 120.000 disoccupati, in Veneto servono 5.000 stagionali e i disoccupati sono 140.000, di cui 12.500 beneficiari di reddito di cittadinanza e gli esempi potrebbero continuare”.

Lo dichiara il segretario generale della Uila-Uil Stefano Mantegazza sul tema della mancanza di lavoratori nelle campagne italiane in questi giorni al centro del dibattitto.

“Il problema, dunque, non è la mancanza di richieste di lavoro” spiega Mantegazza “ma come coniugarla con le offerte delle aziende. E questo non può che avvenire a livello territoriale, in tutte le province italiane. Gli Enti bilaterali territoriali agricoli (Ebat), previsti tra i soggetti attuatori della legge 199/2016, devono attivarsi per essere il momento di incontro tra domanda e offerta di lavoro in un contesto in cui purtroppo l’elenco dei disoccupati tornerà drammaticamente ad allungarsi”.

“Raccogliere attraverso una piattaforma informatica le richieste delle aziende, trasmetterle al centro per l’impiego competente affinché le incroci con le domande di lavoro, è una attività che gli Ebat possono e devono svolgere in questo momento” aggiunge Mantegazza “Gli Ebat possono inoltre svolgere per i lavoratori tutte le attività di formazione in materia di sicurezza, necessaria in questo momento e certificare i nuovi rapporti di lavoro.

“È un’occasione da non perdere” conclude Mantegazza “la strada obbligata per sconfiggere il caporalato”.

-“Se c’è un ministro di un settore strategico come l’Agricoltura che minaccia le dimissioni sull’ipotesi di regolarizzazione di 600mila lavoratori irregolari, se c’è un contrasto nel governo su questo è gravissimo. sarebbe un pessimo segnale per chi lavora e paga le tasse regolarmente”, ha detto il leader della Lega Matteo Salvini a Skytg24 di . “Io poi ovviamente sono contrario a una maxisanatoria di massa. A un settore strategico come quello dell’agricoltura serve un intervento immediato a fondo perduto e non regolarizzazioni”, ha concluso.

Come al solito si politicizza tutto, senza trovare soluzioni rapide e concrete