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Cronaca

Ponte di Pontetto riaperto al traffico.

Il Presidente della Provincia Arturo Lincio (nella foto) è stato il primo a percorrere il Ponte di Pontetto riaperto al traffico.

Ora il collegamento fra Montecrestese, Crevoladossola e Domodossola è ripristinato con grande beneficio degli automobilisti.

L’opera è costata 630 mila euro ed è stata portata a compimento in quasi 8 mesi a causa del virus, senza il quale i tempi sarebbero stati più brevi.

Mancano ancora alcune opere accessorie come l’asfalto (quello attuale è provvisorio) che sarà realizzato dopo l’assestamento della struttura e la segnaletica orizzontale.

Il Ponte dovrà sopportare il traffico pesante che sarà deviato lungo l’ex Statale del Sempione quando si darà inizio ai lavori della messa in sicurezza della galleria di Montecrevola.

Ora i disagi per automobilisti e commerciati sono finalmente finiti.

Franco Simonetti

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Busto Arsizio

Prostituzione sul Sempione: si riapre.

Coronavirus in calo e la vita ritorna tra le nostre città nelle strade aperte. Finalmente un po’ di gente in giro, anche tra Busto Arsizio e Gallarate, si torna al lavoro. Del resto gli economisti sono stati chiari, l’Italia è in netta recessione economica ed è necessario rimboccarsi le maniche, anzi nel caso della Strada Statale del Sempione, rimboccare i pantaloni al fine di dare commercio. Antichi mestieri vengono riscoperti, quello praticato sulla strada tra Busto Arsizo e Gallarate passa per essere il più antico del mondo. A fronte di modesti investimenti, non è richiesta un’alta specializzazione da parte della manodopera anzi, più che la formazione professionale vale la predisposizione e l’esperienza diretta e, in momenti di crisi come questa, le domande di assunzione potrebbe superare  di gran lunga l’offerta, anche da parte di chi normalmente non si dedica a questa professione. Purtroppo la manodopera italiana subisce la concorrenza di quella straniera proveniente non solo dalla stessa Europa, (Romania, Albania, Russia ecc.) ma anche da paesi extracomunitari, come alcuni paesi africani, (specialmente Nigeria e alcuni paesi del Nord Africa), sudamericani (Equador, Colombia, Brasile ecc.), sia di lingua spagnola che portoghese, mentre la manodopera orientale preferisce produrre in strutture protette, dislocate nei centri cittadini.  Si parla tanto di  consumare prodotti italiani e a chilometro zero ma in questo settore ciò sembra non succedere. Si tratta spesso di aziende individuali o con pochi dipendenti, a cui in genere vanno scarsi guadagni, che però fanno parte di più ampie organizzazioni multinazionali, con ottimi dividenti ai soci di maggioranza. Purtroppo, non si capisce bene per quali ragioni, trattandosi di redditi da lavoro, i proventi siano esentasse e il prezzo delle prestazioni ottenute vada ad incidere sui bilanci famigliari, spesso ad insaputa di coniuge e figli, sia come uscita, in alcuni casi come entrata, senza essere deducibile nel primo caso e tassabili nel secondo Non trascurabili poi, in questi momenti da Coronavirus, gli aspetti riguardanti il pericolo di contagio in quanto mancano i decreti  in materia sia da parte di Regione Lombardia sia da parte del Governo per la sanificazione del luogo di lavoro. Anche qui come in altri casi è lo Stato Italiano ad essere carente, non regolamentando a sufficienza il settore, mentre i sindaci delle rispettive città dovrebbero regolamentare il traffico e rendere più agevole il servizio offerto. sia che avvenga frontalmente sia posteriormente alla sede stradale. Strade aperte e case chiuse non sono una buona politica di investimento per la cittadinanza, almeno con l’attuale legislazione. 

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Ambiente

Ambiente, il traffico non è la causa principale dell’inquinamento

“I dati mostrano come il traffico non sia la principale causa dell’inquinamento. Se vogliamo intervenire sia sulla qualita’ dell’aria sia sulle misure di contrasto ai fattori climalteranti va considerato che durante il lockdown a fronte di una riduzione del traffico che va oltre il 65% si e’ avuta una riduzione media di Nox pari al 28%, di Pm10 all’11% e di Co2 attorno al 18%. Inoltre, anche questi dati mostrano come le concentrazioni di PM10 seguono un andamento modulato principalmente da fattori meteorologici”.

Lo ha detto l’assessore all’Ambiente e Clima della Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo, commentato i risultati di uno studio di ARPA Lombardia sulla variazione delle emissioni dei principali inquinanti dovuta ai provvedimenti anti COVID-19 sul territorio regionale.

LO STUDIO – Dallo studio dell’Arpa emerge come sul territorio della Lombardia le riduzioni stimate nelle settimane dal 9 al 29 marzo 2020 delle emissioni di NOx si sono attestate attorno ad un valore medio pari a circa il 28%. A tali decrementi hanno contribuito principalmente le riduzioni delle emissioni da traffico su strada pari a: 43% (9-15 marzo), 63% (16-22 marzo) e 74 % (23-29 marzo). Le riduzioni stimate sullo stesso periodo delle emissioni di PM10 primario regionali, rispetto allo scenario di riferimento, si possono attestare attorno ad un valore medio di circa l’11%. Anche tali riduzioni sono dovute principalmente alla diminuzione delle emissioni da traffico su strada pari a: 49% (9-15 marzo), 67% (16-22 marzo) e 76 % (23-29 marzo), parzialmente contro bilanciate da un incremento delle emissioni da riscaldamento. Le riduzioni stimate sullo stesso periodo delle emissioni CO2eq regionali, rispetto allo scenario di riferimento, si possono attestare attorno ad un valore medio di circa il 18%. Come per i precedenti inquinanti a tali riduzioni hanno contribuito principalmente le riduzioni dal settore del trasporto su strada pari a: 51% (9-15 marzo), 69% (16-22 marzo) e 77% (23-29 marzo).

RIPENSARE GLI STILI DI VITA – “Se un tempo cosi’ lungo di riduzione degli spostamenti – ha rilevato Cattaneo – ha portato a una diminuzione degli inquinanti cosi’ poco significativa, andranno ripensati non solo gli stili di vita, ma anche individuate politiche che possano intervenire su tanti diversi fattori e che non individuino nel traffico l’unico colpevole. E questo in Regione Lombardia lo pensiamo da tempo”.

NON SOLO AUTO – “Sicuramente e’ giusto proseguire con incentivi per il rinnovo dei veicoli piu’ vecchi – ha chiosato l’assessore – concentrandoci su quelli a basse emissioni sia inquinanti sia climalteranti, ma anche consentire a chi non puo’ permettersi un’auto nuova di continuare a circolare attraverso l’adesione a Move-in. E soprattutto dovremo guardare alle altre fonti di inquinamento dell’aria come gli spandimenti di liquami zootecnici in agricoltura, che favoriscono emissioni di ammoniaca e gli impianti il riscaldamento, compresi quelli a biomassa legnosa responsabili della quota piu’ significativa di emissioni di Pm10. Da questo punto di vista i provvedimenti come i blocchi del traffico, Area B e Area C richiederebbero una riflessione piu’ approfondita”.

MOVE-IN – “Le stime della variazione delle emissioni legati al Settore Traporti sono state possibili anche grazie all’analisi dei dati del progetto Move-In (raccolti in modo anonimo) durante il periodo di lockdown – ha ricordato Cattaneo -. Durante queste settimane la riduzione delle percorrenze rilevata nei giorni feriali e’ stata di circa il 75%. Dall’inizio della Fase 2 stiamo osservando la ripresa della mobilita’, che in particolare per i veicoli commerciali fa gia’ registrare il ritorno ad un regime simile alla situazione pre COVID-19”, ha concluso l’assessore.

A questo link e’ scaricabile il report di Arpa Lombardia: https://www.arpalombardia.it/sites/DocumentCenter/Documents/ARIA/report-stima-emissiva-COVID19-lombardia.pdf