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Coronavirus. Istat: principali cause di morte indirette da COVID-19

Si parla solo e soltanto di coronavirus, ma i morti ci sono per varie cause e motivi.

Le indagini sui decessi da quali fonti arrivano? https://www.istat.it/it/archivio/4216

DATI MORTE SOLE 24 ORE

il suo campo di osservazione è costituito dall’insieme di tutti i decessi che si verificano sul territorio nazionale (popolazione presente) in un anno di calendario, per  i quali vengono rilevate informazioni demosociali e di carattere sanitario.

Regolamenti applicati secondo procedure: DPR n. 285 del 1990 Regolamento di Polizia Mortuaria; due regolamenti europei, Regolamento (CE) N. 1338/2008 e Regolamento (CE) N. 328/2011 

Chi compila il modello?

  • Il medico (“ogni medicoin caso di decesso di persona da lui assistita o quando sia chiamato a constatare un decesso ha l’obbligo di denunciare al sindaco la malattia che a suo giudizio ne sarebbe stata la causa (…) la denuncia della causa di morte (…) deve essere fatta entro 24 ore dall’accertamento del decesso su apposita scheda di morte stabilita dal Ministero della sanità, d’intesa con l’Istituto nazionale di statistica” )
  • L’ufficiale di stato civile, che deve fornire le informazioni sociodemografiche. La trasmissione all’Ufficiale di Stato Civile è a cura dei congiunti (o da un loro delegato) o a cura dalla Direzione sanitaria se il decesso avviene in ospedale o in casa di cura.

A chi arrivano i dati?

  • una copia viene inviata alla Asl del territorio in cui è avvenuto il decesso
  • l’altra copia all’Istat, attraverso il passaggio intermedio per Prefetture 

Chi entra nel dettaglio sulle cause?

Sulle schede di morte il medico che certifica il decesso deve, tra le varie informazioni, indicare la sequenza morbosa che ha condotto alla morte e gli eventuali altri stati morbosi rilevanti. 

I dati vengono convogliati a un database, http://dati.istat.it/

Quali sono i dati di maggior interesse?

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Busto-Valle Olona

Busto Arsizio, morto anziano di 86 anni in ospedale

Busto Arsizio, morto anziano di 86 anni in ospedale

Era residente nel quartiere di Sant’Edoardo, ma era debilitato per altre patologie.

Risultava tra i positivi al coronavirus, ma non si muore di quello in Italia dove possiamo avere notizie affidabili a differenza di paesi poco democratici e si capisce a chi mi riferisco.

La morte di una persona addolora tutti, non solo parenti e amici, sia chiaro.

Se però nei titoli dei giornali parliamo di coronavirus come se fosse la causa di morte dell’interessato si va a creare una psicosi insensata e dannosa.

A età avanzata come nel caso del signore citato, se ci sono come spesso come accade varie patologie e non una unica, è inutile e fuorviante per tutti, mettere nel titolo coronavirus come se fosse quella la causa della morte.

Una persona debilitata e con varie malattie precedenti può morire di polmonite, infarto o tumore e la cossidetta ” goccia che fa traboccare il vaso” è l’ultimo virus, coronavirus o altro, non vuol dire che si muoia di coronavirus.

La nostra responsabilità nel comunicare è importante, è inutile terrorizzare le persone che poi assumono comportamenti eccessivamente prudenti, finendo col rovinare i loro rapporti umani oltre che economici.

Non dobbiamo chiuderci a riccio per paura degli altri, ascoltando solo e soltanto notizie drammatiche che ci sono tutti i giorni: incidenti, droga, alcool ed altro.

La vita è fatta di gioie e dolori, oggi c’è un problema ma domani si troverà una soluzione dal coronavirus, mentre si continuerà a morire di malattie rare, infarto, diabete se non curato e tumori di vario genere.

Di queste malattie serie e mortali non si parla e gli investimenti sono mirati ad una delle tante emergenze che ci stanno danneggiando sotto tutti i punti di vista, è bene e opportuno riflettere prima di farsi prendere dalla psicosi.

Chi è ammalato non deve essere ghettizzato, sopratutto i positivi al tampone che poi  nella stragrande maggioranza dei casi guariscono da soli, mentre gli ammalati di tumore muoiono a tutte le età.