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Uila-Uil Stefano Mantegazza, far lavorare nell’agricoltura i disoccupati

L’esplosione del coronavirus ha messo alla luce tanti problemi che abbiamo da decenni, dai tagli alla sanità, alle infrastrutture che mancano, made in italy non aiutato, solo per fare alcuni esempi, e come non ricordare l’affanno del turismo e dell’agricoltura.

Noi siamo quello che mangiamo (IPPOCRATE MEDICO GRECO ANTICO (460-377 A.C.) e per mangiare bisogna produrre con l’agricoltura, settore martoriato dall’alto livello di tassazione, e da politiche economiche troppo condizionate da interessi europei per cui si buttano le nostre arance, si tagliano gli oliveti e si comprano prodotti di qualità inferiore.

Il guadagno non resta in tasca agli agricoltori ma alle multinazionali e alle catene di distribuzione ( quasi nulla di italico), così nasce il caporalato, risposta sbagliata di coloro che lucrano sulla pelle di immigrati e italiani costretti a paghe da fame.

Lo Stato che fa? Qualche operazione ogni anno sembra far luce e poi si ritorna nell’illegabilità, sfruttando la manodopera che si trova, in gran parte straniera e che vivono nelle baraccopoli in Calabria, Puglia ed altre regioni.

Risposta del Governo, le solite..

 Bellanova minaccia: ‘Così lascio’, afferma oggi,

 è stata aggiornata a domani la trattativa sulla regolarizzazione dei lavoratori in nero tra i quattro ministri interessati: Teresa Bellanova (Politiche agricole), Luciana Lamorgese (Interno), Nunzia Catalfo (Lavoro) e Giuseppe Provenzano (Sud), afferma Ansa.

Fioccano le dichiarazioni:

– Cei: “Chiediamo – dice il cardinale Gualtiero Bassetti – a chi ha il compito di promuovere il bene comune di non dimenticare queste persone, questi nostri fratelli e sorelle, e di indicare le vie per una loro regolarizzazione, non solo di quelli che possono esserci ‘utili’, ma di tutti coloro che sono nel nostro Paese, come premessa indispensabile alla tutela della salute di tutti e al ripristino della legalità

 

-Dichiarazione del segretario generale della Uila-Uil, Stefano Mantegazza

“Dati alla mano, per soddisfare il fabbisogno di manodopera agricola dichiarato dal sistema delle imprese, basterebbe che un disoccupato su dieci accettasse di lavorare nel nostro settore. A livello nazionale, risultano disoccupate oltre 2 milioni e mezzo di persone di ogni etnia, religione e razza, tutti iscritti ai centri per l’impiego: ad esempio in Toscana servono 22.000 persone nei campi e ci sono oltre 120.000 disoccupati, in Veneto servono 5.000 stagionali e i disoccupati sono 140.000, di cui 12.500 beneficiari di reddito di cittadinanza e gli esempi potrebbero continuare”.

Lo dichiara il segretario generale della Uila-Uil Stefano Mantegazza sul tema della mancanza di lavoratori nelle campagne italiane in questi giorni al centro del dibattitto.

“Il problema, dunque, non è la mancanza di richieste di lavoro” spiega Mantegazza “ma come coniugarla con le offerte delle aziende. E questo non può che avvenire a livello territoriale, in tutte le province italiane. Gli Enti bilaterali territoriali agricoli (Ebat), previsti tra i soggetti attuatori della legge 199/2016, devono attivarsi per essere il momento di incontro tra domanda e offerta di lavoro in un contesto in cui purtroppo l’elenco dei disoccupati tornerà drammaticamente ad allungarsi”.

“Raccogliere attraverso una piattaforma informatica le richieste delle aziende, trasmetterle al centro per l’impiego competente affinché le incroci con le domande di lavoro, è una attività che gli Ebat possono e devono svolgere in questo momento” aggiunge Mantegazza “Gli Ebat possono inoltre svolgere per i lavoratori tutte le attività di formazione in materia di sicurezza, necessaria in questo momento e certificare i nuovi rapporti di lavoro.

“È un’occasione da non perdere” conclude Mantegazza “la strada obbligata per sconfiggere il caporalato”.

-“Se c’è un ministro di un settore strategico come l’Agricoltura che minaccia le dimissioni sull’ipotesi di regolarizzazione di 600mila lavoratori irregolari, se c’è un contrasto nel governo su questo è gravissimo. sarebbe un pessimo segnale per chi lavora e paga le tasse regolarmente”, ha detto il leader della Lega Matteo Salvini a Skytg24 di . “Io poi ovviamente sono contrario a una maxisanatoria di massa. A un settore strategico come quello dell’agricoltura serve un intervento immediato a fondo perduto e non regolarizzazioni”, ha concluso.

Come al solito si politicizza tutto, senza trovare soluzioni rapide e concrete