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Sanità, Uls: Gli operatori sanitari non hanno scorte né tanto meno le vogliono.

Gli eroi fino a poco tempo fa per tutti e per noi pure ora, chiedono riconoscimenti economici e tranquillità per poter lavorare, dopo tutto quello che hanno fatto per la società italiana, eppure per loro non ci sono soldi e rischiano pure fisicamente, durante il loro lavoro

“Le misure del provvedimento rispecchiano tragicamente quanto la politica sia lontana dal mondo reale. La crisi del SSN è stata evidenziata durante la pandemia da Covid-19 e si sta correndo ai ripari con assunzioni a tempo determinato e aumento dei posti letto di terapia intensiva e sub intensiva. Malgrado ciò la politica non ha intuito il reale problema che attanaglia gli ospedali italiani, la carenza di posti letto e di personale che, soprattutto nel sistema emergenza-urgenza e nelle corsie di degenza, fa esacerbare gli animi di parenti e pazienti contro coloro i quali dello sfacelo del sistema sanitario sono le prime vittime.

Gli operatori sanitari non hanno scorte né tanto meno le vogliono. Basterebbe che fossero messi dalla politica nella condizione di non doversi giustificare per le note carenze strutturali che creano ritardi e insofferenze nei pazienti e nei loro accompagnatori, e che sfociano in aggressioni verbali e fisiche. L’inasprimento delle pene –concludono i sindacalisti ULS- non ridurrà la casistica delle aggressioni che sono pericolosamente ricominciate dopo la pausa dovuta al lock down. Immaginiamo che nemmeno le sanzioni amministrative per chiunque tenga condotte violente, ingiuriose, offensive, moleste potranno essere un deterrente, visto che, come per quelle penali, sarà compito dell’operatore sanitario denunciare in prima persona con le responsabilità e gli oneri del caso.”

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Sanità

Coronavisus. Fsi-Usae Sicilia:”Sono state accolte le nostre richieste”

Coronavisus. Fsi-Usae Sicilia: “Accolta la nostra richiesta di sospendere le prestazioni sanitarie non urgenti”

 

PALERMO 09 MARZO – “Sono state accolte le nostre richieste – dichiara Calogero Coniglio segretario regionale della Fsi-Usae Federazione Sindacati Indipendenti organizzazione costituente della confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei – per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Coronavirus in Sicilia, come conferma la disposizione emanata oggi dall’assessorato regionale della salute prot. n. 13588 “Misure per la prevenzione, contenimento e gestione dell’emergenza COVID-2019” indirizzata ai direttori generali delle Aziende Sanitarie Provinciali, Ospedaliere, Ospedaliere-Universitarie, Irccs, Fondazione Giglio e Ospedali Classificati della Regione Siciliana. E’ certamente un punto di partenza importante e per questo la Fsi-Usae nell’attuale situazione offre la propria collaborazione”.

“Con nota n. 4008 inviata all’assessorato regionale della salute e alle 17 aziende sanitarie il 06 marzo abbiamo ritenuto necessario per fronteggiare l’emergenza per gli ospedali siciliani sede di pronto soccorso e Dea, di prevedere che tutti gli interventi e le attività programmate salvo quelle strettamente non procrastinabili (salvavita, pronto soccorso, oncologici, cardio e neuro-chirurgici) venissero sospese.

“La Fsi-Usae ritiene necessario sospendere tutta l’attività chirurgica in elezione, esclusi gli interventi oncologici, tutta l’attività ambulatoriale programmata, eccetto quella oncologica e quella individuata come indispensabile dallo specialista di riferimento. L’obiettivo principale, in questo momento, è quello di non sovraccaricare le strutture sanitarie e il personale sanitario, medici, infermieri, tecnici, oss, che devono essere impegnati nella cura e nell’assistenza dei pazienti gravi e complessi e delle emergenze”.

“Abbiamo ribadito all’assessorato regionale che deve garantire agli operatori sanitari la sicurezza con l’uso degli appositi Dpi (Dispositivi di Protezione Individuali) forniti nella giusta misura e in modo tempestivo. Infine visto che il Covid-19 ha dimostrato la tendenza a colpire in modo più intenso i soggetti anziani e polipatologici al fine di prevenire possibili fonti di infezione, abbiamo chiesto di formalizzare la riduzione delle visite nei presidi ospedalieri ad un sola persona al giorno per ciascun degente. Indicazione che è stata recepita”, precisa Coniglio.

“Assieme ai componenti della segreteria regionale della Fsi-Usae, Renzo Spada, Salvatore Ballacchino Pier Paolo Di Marco, Maurizio Cirignotta e Salvatore Bracchitta, siamo soddisfatti delle scelte operate finora dalla regione che rispecchiano, in larga misura, le nostre indicazioni e le nostre richieste, avanzate in una delicata circostanza e che confermano la consuetudine del sindacato autonomo Fsi-Usae a non sottrarsi all’assunzione di responsabilità”.

“Oltre ai contenuti della disposizione regionale è apprezzabile la scelta di coinvolgere e confrontarsi con le parti sociali che produrrà effetti positivi per i nostri iscritti, per i lavoratori più in generale, per i pazienti e per la popolazione – conclude Coniglio – A tal proposito evidenziamo positivamente i risultati raggiunti finora dal Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, dall’Assessore regionale alla Salute Ruggero Razza e dall’Ars nell’affrontare l’emergenza coronavirus man non le misure adottate dal governo nazionale. Condividendo le linee di indirizzo e i provvedimenti regionali per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Coronavirus, riteniamo necessario proseguire il dialogo costruttivo intrapreso anche con le prefetture, le istituzioni dei comparti della funzioni centrali, locali, della sicurezza e della scuola”.

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ULS-Unione Lavoratori Sanità Roma e Lazio, Zingaretti modifichi ordinanza

Umanamente auguriamo buona salute e una pronta guarigione al Governatore del Lazio Nicola Zingaretti, risultato positivo al contagio da nuovo Coronavirus – dichiarano Antonino Gentile e Anna Rita Amato del Direttivo ULS-Unione Lavoratori Sanità Roma e Lazio. Ma, mentre egli rispetta le evidenze scientifiche e si pone in quarantena, non altrettanto sta prevedendo per gli operatori sanitari del Lazio i quali, qualora venissero in contatto con paziente affetto da COVID 19, sarebbero tenuti a proseguire la propria attività professionale negli ospedali, con tutti i rischi del caso.

ULS marchio alta risoluz

L’ordinanza di Zingaretti n.3 del 06/03/2020 al punto 22 prevede la seguente improvvida misura “ il personale sanitario venuto in contatto con paziente affetto da COVID 19, asintomatico, prosegue la propria attività professionale, previa osservanza di adeguate misure di contenimento del contagio ed è sottoposto a sorveglianza sanitaria”, dettata molto probabilmente da ragioni di carenza di medici, infermieri e restante personale sanitario. La responsabilità – continuano i due sindacalisti – di tale mancanza di operatori sanitari, come noto, è ascrivibile allo stesso Zingaretti e al suo piano di rientro. Così come la chiusura di diversi ospedali pubblici, tra cui il Forlanini e il San Giacomo, e l’infelice rapporto tra posti letto di terapia intensiva e migliaia di abitanti sono frutto di scelte politiche poco condivise portate avanti in questi anni dalla Regione.

Ora però, con la scusa dell’emergenza, non si possono scaricare rotte politiche fallimentari ulteriormente sulle spalle di coloro i quali stanno affrontando l’emergenza Coronavirus sul campo e sono più esposti al contagio. Addirittura costringendo infermieri, medici, oss a non adottare, qualora a contatto con casi positivi Covid-19, l’opportuna misura dell’isolamento preventivo per evitare di contagiare pazienti e colleghi nelle strutture sanitarie e nella vita civile. Non ci sembra di aver letto di evidenze scientifiche a riguardo, anzi tutt’altro. L’unico metodo ad oggi consigliato per evitare il diffondersi dell’epidemia è l’annullamento del contatto sociale per due settimane. Per questo – concludono dal Direttivo Roma e Lazio ULS– richiediamo l’immediata cancellazione della parte dell’ordinanza che non tutela pazienti e Lavoratori.