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Enzo Bianchi dovrà lasciare il monastero di Bose

“Dopo prolungato e attento discernimento e preghiera – spiega ancora la nota – la Santa Sede è giunta a delle conclusioni sotto forma di un decreto singolare del 13 maggio 2020, a firma del cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità e approvato in forma specifica dal Papa”. 

enzo bianco

E’ intervenuto persino il Papa a prendere una decisione sulla direzione del monastero di Bose.

Come mai una decisione simile?

“serie preoccupazioni – si legge nella nota – pervenute da più parti alla Santa Sede che segnalavano una situazione tesa e problematica nella nostra Comunità per quanto riguarda l’esercizio dell’autorità del fondatore, la gestione del governo e il clima fraterno”, Francesco ha disposto una visita apostolica. A compierla sono stati padre Guillermo León Arboleda Tamayo, abate Presidente della Congregazione Benedettina Sublacense-Cassinese, padre Amedeo Cencini, consultore della Congregazione per i religiosi, e madre Anne-Emmanuelle Devéche, abbadessa di Blauvac.”

Cos’è  la comunità?

La Comunità monastica di Bose è una comunità religiosa formata da monaci di entrambi i sessi, provenienti da Chiese cristiane diverse. Sin dalla fondazione, la Comunità di Bose promuove un intenso dialogo ecumenico fra le differenti Chiese e denominazioni cristiane. Il fondatore della comunità è Enzo Bianchi; dal 26 gennaio 2017 il priore è Luciano Manicardi. Ha sede dal 1965 a Bose, frazione del comune di Magnano, in provincia di Biella.

La comunità nacque l’8 dicembre 1965, giorno in cui si chiudeva il Concilio Vaticano II, quando Enzo Bianchi decise di iniziare a vivere, solo, in una casa affittata presso le cascine di Bose, una frazione del comune di Magnano. I primi confratelli giunsero tre anni dopo, e fra essi c’erano anche una donna e un pastore protestante

Nel 2016 alla Comunità viene assegnato il premio Heufelder per «il molteplice impegno a favore di un riavvicinamento tra le Chiese d’oriente e d’occidente»

La comunità è composta da circa ottanta persone, uomini e donne, alcuni dei quali protestanti e ortodossi, cinque presbiteri e un pastore. Oltre alla sede principale e originaria, la comunità si è diffusa anche in altre località con sue fraternità: GerusalemmeOstuniAssisi, Cellole di San Gimignano e Civitella San Paolo

Tutti i membri della comunità lavorano, guadagnandosi da vivere con le proprie mani. Le principali attività sono:

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CULTURA

Vaticano: Piazza San Pietro “desolata”

 

 

 

 

Quest’immagine di una piazza San Pietro desolata, resterà nei libri di storia
Per sempre.

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Cronaca

Primo caso di Coronavirus in Vaticano

La malattia è stata confermata nella città-stato in mezzo al virus che si diffonde in tutta Italia, che è il principale centro dell’infezione in Europa. Secondo dati recenti, il bilancio delle vittime nel paese è salito a 148 persone, con un numero totale di infetti superiore a 3.800.

Il primo caso di infezione è stato segnalato in Città del Vaticano, ha dichiarato venerdì il direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni. Ha notato che il paziente è stato scoperto giovedì e che i servizi di emergenza stanno disinfettando l’area.

Le autorità sanitarie italiane sono state informate del caso. Al momento non ci sono informazioni sull’identità della persona infetta. La notizia arriva dopo la preoccupazione per la salute di Papa Francesco, visto che il capo della Chiesa cattolica è stato visto tossire  e soffiarsi il naso durante la Messa del Mercoledì delle Ceneri della scorsa settimana. Tuttavia, un test del coronavirus si è rivelato negativo e i medici hanno notato che il Papa stava solo soffrendo di una “lieve indisposizione”.

Questa settimana il Vaticano non è stato il primo luogo santo ad essere interessato dal coronavirus: le autorità saudite avevano precedentemente sospeso i pelligrinaggi alla Mecca per motivi di salute, mentre Israele ha bloccato i viaggi da e per Betlemme 

L’infezione, che ha avuto origine nella città cinese di Wuhan, nella provincia di Hubei, da allora si è diffusa in oltre 70 paesi. In totale, oltre 98.000 persone sono state infettate in tutto il mondo, con il bilancio delle vittime che ha raggiunto 3.400.