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ChiesaTV Celebrazione Ecuristica nella memoria delle Beate Caterina e Giuliana del sacro monte di Varese

Milao 27 Aprile 2020

La Liturgia Ambrosiana, ricorda oggi la Memomoria Liturgica delle Beate Caterina e Giuliana del Sacro Monte di Varese. Proponiamo la visione della Celebrazione Eucaristica trasmessa sul canale 195 ChiesaTv, Celebrata nella Cappella Feriale del Duomo di Milano e Presieduta dall’Arciprete del Duomo Mons.Gianantonio Borgonovo.

Dalla vita delle beate Caterina e Giuliana secondo la testimonianza delle loro compagne.

Avvicinandosi il tempo in cui doveva collocare la sua serva nella dimora a lei preordinata, il Signore una volta le apparve in sembianza di Crocifisso e le disse: «Caterina, io voglio che tu vada a Santa Maria del Monte».
Confermata, dunque, in questa santa deliberazione, volendo totalmente abbandonare il mondo per amore di Dio e seguire la croce che portava continuamente fissa, stampata e raffigurata dentro il suo cuore, il giorno di S. Giorgio dell’anno 1452 Caterina fece l’entrata in questo santo eremitaggio da Dio scelto per lei. Esso, benché apparisse orrido e aspro, sia per l’ubicazione – per cui sembrava piuttosto una spelonca di fiere che umana abitazione –, sia ancora perché ogni cosa era rovinata a causa della pestilenza, nondimeno per l’ardente desiderio a Caterina sembrava un paradiso. Per nulla diffidò della misericordia del Salvatore, anzi la sua mente si rianimava e sentiva maggior allegrezza nel tollerare e patire ogni cosa.
Ogni giorno Caterina recitava il «Passio» di san Giovanni, e lo diceva con tanto fervore, devozione e lacrime che noi stimavamo che lo Spirito santo glielo avesse insegnato.
Era tanto caritatevole e misericordiosa che quando vedeva qualche persona in affanno e tribolazione si addolorava con loro così come se li avesse avuti lei stessa. Tre giorni prima della sua morte chiamò alla sua presenza tutte le sorelle dicendo: «Figliole mie, io vi prego che vogliate vivere in buona pace e concordia luna con l’altra, osservare la santissima obbedienza e stare sempre nel timore di Dio». E poi disse: «Il testamento che io vi lascio è che abbiate carità e amore l’una per l’altra, e che sempre cerchiate il modo di vivere secondo la volontà di Dio».
Quanto alla beata Giuliana, che si unì come prima compagna alla beata Caterina, tanto si accendeva nell’amore del suo diletto Sposo Cristo Gesù che non si saziava mai di cercare diverse vie e modi con cui potesse vivere con maggior devozione, purità e fervore.
Insistentemente e con grande ardore, inginocchiata davanti alla beata Caterina, domandava quindi spesse volte che le fosse indicata tale via e modo.
Allora la beata Caterina le insegnò questa dottrina: «Figliola mia, due sono le città che sempre durano: cioè Babilonia, che significa confusione del fuoco eterno, e Gerusalemme, che significa visione di pace nella vita beata». Allora la devotissima vergine suor Giuliana si dispose con tale fervore di volontà a seguire questa via che, in tutto il tempo della sua vita, quello che faceva o diceva effondeva il profumo di una grandissima e profondissima umiltà. Onde, interrogata dove avesse studiato in tutta la sua vita per poter piacere a Dio, rispondendo disse: «Nel libro dell’umiltà e della carità».
In quanto alla povertà era in tal modo il suo affetto distaccato dalle cose temporali che si gloriava e si riteneva beata di non aver nulla in questo mondo. Onde diceva: «Nulla ho in questa vita, nulla desidero di avere». E anche: «Io non son mia, poiché io mi sono data a Cristo e alla volontà degli altri».
La beata Giuliana celava molto la sua santità, perché mai l’avessimo a sorprendere in qualche aspetto singolare. Era in tal modo affabile, pura e allegra, che si mostrava a tutti con un viso angelico. Ogni giorno con molta frequenza percorreva tutti i gesti di Gesù Cristo, e principalmente meditava la sua passione, della quale era così assidua e devota che con gli occhi della mente le sembrava di vedere ogni cosa come se sensibilmente fosse stata in sua presenza. Contemplava Cristo nella cena, nell’orto, e in casa di Anna, Caifa, Pilato ed Erode; sul monte Calvario, negli inferi, nell’ascensione e in cielo insieme coi suoi amici nel regno.

Alessio Luisetto

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