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Preioni (Lega) -Rilancio del tessuto economico del Piemonte con 800 milioni

Preioni (Lega) -Rilancio del tessuto economico del Piemonte con 800 milioni

27-05-2020

Dopo una maratona consiliare telematica di tre giorni per la discussione del provvedimento Riparti Piemonte, è stato approvato a maggioranza il percorso che mira rilancio del tessuto economico regionale. Dieci ore di sedute giornaliere, 130 emendamenti e la decisione di un contingentamento dei tempi di discussione per portare nelle casse piemontesi oltre 800milioni di euro.

“Abbiamo risposto a tante aziende, commercianti, attività che erano in difficoltà a riaprire, a pagare il mutuo e a dare continuità al lavoro di una vita. E mentre eravamo impegnati nei lavori del Consiglio regionale i beneficiari del bonus a fondo perduto ricevevano i versamenti. Una risposta forte e determinata a un evento drammatico, questo meritava il Piemonte. La strada è tracciata: vogliamo togliere carta e uffici, bolli e pratiche e sostituirli con efficienza e rapidità, la pandemia ha solo accelerato un percorso che la Lega aveva metabolizzato mettendo al centro il cittadino, il territorio e le esigenze della nostra regione”. Lo dichiara in una nota il Presidente del Gruppo Lega Salvini Piemonte Alberto Preioni.

Nota del Presidente del Gruppo Lega Salvini Piemonte Alberto Preioni.

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Panza (Lega) – Grazie a Zoffili sottoposte istanze frontalieri al governo Svizzero.

“Grazie al deputato della Lega Eugenio Zoffili che oggi nel ruolo di Presidente del Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen, ha sottoposto le problematiche dei nostri frontalieri all’ambasciatrice della Confederazione svizzera in Italia, Rita Adam. La situazione è insostenibile e costringe migliaia di lavoratori ad alzarsi in piena notte per affrontare ore di coda prima di poter raggiungere il proprio luogo di lavoro. La richiesta al Governo elvetico è di riaprire il prima possibile tutti i valichi minori; da parte elvetica per l’11 maggio è previsto un allentamento delle misure con la riapertura di ulteriori valichi, ma per ora non di tutti. Il lavoro della Lega per sensibilizzare le autorità svizzere sulla risoluzione del problema della chiusura dei valichi continua incessantemente. Così in una nota l’europarlamentare Alessandro Panza.

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Mascherine, Emanuele Monti (Lega): “Oltre 300 segnalazioni a Varese su dove mancano

Mascherine, Emanuele Monti (Lega): “Oltre 300 segnalazioni a Varese su dove mancano. Gireremo le richieste al Comune per continuare la distribuzione dei Dpi forniti da Regione Lombardia”

Milano, 6 maggio – “Un filo diretto con i cittadini di Varese per sapere dove mancano le mascherine e provvedere per farle arrivare. La campagna che ho lanciato settimana scorsa, mettendo a disposizione dei varesini un numero di telefono dedicato e il mio indirizzo e-mail ha avuto un ottimo riscontro, con oltre 300 segnalazioni raccolte”.
Così Emanuele Monti, Presidente della III Commissione Sanità e Politiche Sociali di Regione Lombardia e Consigliere regionale della Lega, che fa il primo bilancio dell’iniziativa del filo diretto con i cittadini di Varese per la distribuzione di mascherine.

“Ottima iniziativa per verificare dove manchino ancora le mascherine che Regione attraverso il lavoro della Protezione Civile sta distribuendo sul territorio attraverso i Comuni – spiega Alberto Barcaro, Consigliere provinciale delegato alla Protezione Civile – fino ad oggi ne abbiamo distribuite oltre un milione sul territorio della provincia di Varese, e alle 70 mila già consegnate al Comune di Varese, oggi ne sono state consegnate ancora 26.700, dando al Comune la possibilità di farle avere a tutti i cittadini.
“Avevamo bisogno di sapere dove non fossero arrivate e oggi, grazie alle segnalazioni dei cittadini, abbiamo una mappatura delle aree di Varese dove non sono state consegnate. Attraverso il Consigliere comunale Marco Pinti porteremo le segnalazioni in Comune, affinché si provveda” aggiunge Monti.

“La campagna sta avendo l’effetto positivo inoltre di avere mosso il sindaco Galimberti, che si è attivato nello scorso weekend per la distribuzione delle mascherine di Regione Lombardia – conclude Monti – noi andremo avanti a tenere monitorata la situazione con il filo diretto con i cittadini”.

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Corbetta: “Lombardia chiede a governo fondi specifici per chi non può ancora ripartire”

Approvato Ordine del Giorno Lega per attività ancora chiuse

Corbetta: “Lombardia chiede a governo fondi specifici per chi non può ancora ripartire”

Nel documento richiamati bar, ristoranti, commercianti, parrucchieri, centri estetici e mondo del divertimento come le discoteche

Milano, 4 maggio – Via libera dal Consiglio Regionale a un ordine del giorno, presentato dal consigliere della Lega Alessandro Corbetta, relativo al PdL 121 “Interventi per la ripresa economica”.

“La Lombardia – spiega Corbetta – chiede al governo l’introduzione di misure straordinarie a favore delle attività economiche che non hanno ancora potuto aprire e l’apertura di un tavolo di confronto con le aziende che non possono nemmeno contare su una data fissata per la riapertura, come nel caso delle aziende legate al divertimento o al turismo”.

“Oggi la Regione – continua Corbetta – ha deciso di stanziare 3 miliardi per investimenti sul territorio in opere. Uno sforzo immane ma non basta: occorre anche un celere intervento del Governo, soprattutto nell’ambito di sostegno diretto alle imprese e ai loro lavoratori. Serve un cambio di passo e a fronte del fallimento delle misure messe in campo fino ad ora come il prestito con garanzia statale e i ritardi nell’erogazione della cassa integrazione da parte di Inps”.

“Penso – conclude Corbetta – ai bar, ristoranti, esercizi commerciali, parrucchieri, centri estetici, ma anche le aziende del divertimento che non hanno ancora alcuna prospettiva di riapertura e contano decine di migliaia di dipendenti di cui la maggior parte giovani come le discoteche o ancora il mondo del turismo e degli spettacoli: devono poter contare su fondi veri, non su false promesse e soprattutto ricevere certezze sul proprio futuro”.

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Lega, protesta.Matteo Bianchi: “Conte impedisce la condivisione delle scelte importanti per il Paese”

Protesta deputati Lega in Parlamento, Matteo Bianchi: “Conte impedisce la condivisione delle scelte importanti per il Paese”

Roma, 30 aprile – Il gruppo dei deputati della Lega prosegue nella sua denuncia contro il continuo esautoramento del Parlamento nelle decisioni importanti per il Paese.

 

Il deputato Matteo Bianchi, segretario provinciale della Lega di Varese e già sindaco di Morazzone: “Abbiamo proposto interventi migliorativi, suggerimenti di buon senso ed iniziative per arricchire i provvedimenti normativi. 

Il premier ha tuttavia deciso di fare esclusivamente forbiti passaggi di facciata. 

La democrazia è partecipazione e coinvolgimento. 

Si può essere concordi o meno sulle idee, ma tenere aperto il Parlamento senza farlo lavorare nei fatti, sostituendolo con task force autoreferenziali, è grave: rappresenta di fatto la cancellazione della democrazia stessa”. 

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Frontalieri, Emanuele Monti (Lega) lancia petizione su change.org. “Riaprire subito i valichi per i nostri lavoratori”

 

Milano, 21 aprile – Una petizione su change.org per chiedere la riapertura immediata dei valichi con la Confederazione Elvetica. È l’iniziativa del Consigliere regionale della Lega, Emanuele Monti, che si schiera con gli amministratori locali del Varesotto che chiedono a gran voce la riapertura dei valichi con la Svizzera che sono stati chiusi nelle scorse settimane.

 

“Il traffico verso il confine con la Svizzera è aumentato in maniera notevole – spiega Monti – proprio perché le attività economiche, che necessitano del lavoro dei frontalieri, sono in parte ripartite. Tuttavia i valichi che erano stati chiusi lo sono tuttora, con il risultato di creare eccessivi disagi ai nostri lavoratori che devono raggiungere il posto di lavoro. Questo non ha senso ed è irrispettoso nei confronti dei lavoratori lombardi”.

“Chiediamo quindi apertamente alle autorità svizzere di riaprire anche i valichi cosiddetti minori, a partire da Fornasette, Porto Ceresio e Clivio, come già richiesto da numerosi amministratori locali, come il Vicesindaco di Luino Alessandro Casali” conclude Monti.

Di seguito il link della petizione: https://www.change.org/riaprire_valichi_subito

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Lega Giovani della Provincia di Varese: non possiamo più tacere

Egregio direttore, 
 
come Lega Giovani della Provincia di Varese non possiamo più tacere di fronte a quello che ormai ha assunto i contorni di un vero e proprio attacco a 360 gradi nei confronti della Lombardia, che da sola, con un governo totalmente assente, si trova a dover gestire un’emergenza senza precedenti nella storia recente. Tutti ci aspettavamo collaborazione, in primis i cittadini, ma così non è stato; al contrario invece qualcuno ha preso la palla al balzo per fare polemica. Le continue provocazioni da parte di membri del Governo e dei rappresentanti locali e nazionali di PD e M5S non sono soltanto un attacco a chi amministra politicamente la nostra regione, ma causano prima di tutto un danno enorme alla Lombardia e ai suoi cittadini, che più di tutti gli altri stanno soffrendo a causa dell’emergenza. E peggio ancora rendono evidente un malcelato rancore di qualcuno nei confronti del nostro territorio. 
 
Fin dai primi giorni dallo scoppio dell’epidemia, la nostra Provincia ha dimostrato di essere uno dei territori tra i più impegnati nella “solidarietà sanitaria”. Le strutture gestite dalle nostre ATSS sono state tra le prime in Lombardia ed in Italia a ricevere pazienti affetti da sindrome respiratoria acuta grave provenienti dagli ospedali di Lodi e di Cremona. Milioni di mascherine e migliaia di ventilatori polmonari sono transitati e transiteranno sulla pista del nostro aeroporto di Malpensa diretti nelle altre province lombarde e nel resto del Paese. Ciononostante, abbiamo messo in conto che, nella penuria di materiale sanitario, alcuni membri delle nostre famiglie sarebbero rimasti momentaneamente senza dispositivi di protezione individuale e continuiamo a seguire scrupolosamente le prescrizioni regionali e statali. Oggi la nostra provincia – la quarta della Lombardia per popolazione – registra il secondo minor numero di contagiati della Regione. Le misure di distanziamento sociale e la chiusura di tutti gli esercizi commerciali non essenziali – oltre al senso di responsabilità dei nostri cittadini – sembrano essersi quindi rivelate indispensabili per limitarvi il proliferare dell’epidemia. Tali misure, che ora si tenta di far apparire come una sorta di patrimonio condiviso, hanno però una matrice nella nostra Regione. Da subito, Regione Lombardia è intervenuta in maniera decisa nell’affrontare la diffusione del virus, emanando ordinanze per colmare l’inerzia del Governo sulla questione. Da subito, Regione Lombardia ha mobilitato la propria centrale acquisti per reperire il materiale sanitario necessario alle strutture ospedaliere, costrette a sopperire all’inoperatività di Consip. Regione Lombardia ha portato avanti nelle sedi istituzionali la linea c.d. della fermezza, il «Chiudere tutto». Ci sembra quindi che la nostra regione, la stessa Regione che viene accusata di aver: «svenduto la propria sanità», abbia messo nero su bianco la sua priorità per la salute dei cittadini. L’ente ha però dovuto fare i conti con inefficienze e lungaggini burocratiche che si sommavano ai plurimi errori di questo Governo nella gestione dell’emergenza. Non ci dimenticheremo quella sera di sabato 21 marzo, in cui l’Agenzia Dogane e Monopoli annunciò di aver requisito 900.000 mascherine presso l’aeroporto di Malpensa, requisizione avvenuta con la: «fondamentale collaborazione del Ministero degli Affari Esteri». Mascherine regolarmente acquistate da Regione Lombardia e solo successivamente restituite al legittimo proprietario. Non dimenticheremo circolari eufemisticamente “fuorvianti”, come quella a firma del Ministro dell’Interno e diretta ai prefetti che, nella settimana del picco di contagi e deceduti, consentiva le passeggiate genitore e figlio. Non dimenticheremo le tempistiche di risposta dell’Istituto Superiore di Sanità (settimane) alla domanda di conformità alla normativa sanitaria nazionale delle mascherine prodotte nella Regione. Non dimenticheremo i 5 modelli diversi di autocertificazione predisposti a qualche giorno di distanza l’uno dall’altro. Non dimenticheremo la sperequazione nella distribuzione dei fondi per l’emergenza alimentare, le conferenze stampa con mascherina sull’orecchio ed annessa risata, non dimenticheremo che: «Almeno il 50 per cento dei ventilatori acquistati verrà consegnato alla fine dell’emergenza che non sarà breve. Spero che almeno l’altro 50 per cento riusciremo a portarvelo» e «se trovate, comprate qualcosa anche per me». 
Ricorderemo – speriamo – che la nostra provincia non è stata particolarmente flagellata dall’epidemia. Noi del varesotto abbiamo questo grande privilegio. Ma abbiamo avuto i nostri morti. Un nonno, una zia, un padre. Non dimenticheremo che ci avevano detto di non creare allarmismo, che era solo un’influenza, che il vero nemico era il razzismo e che non era necessario sottoporre a quarantena le persone che avevano transitato o soggiornato in Cina. 
Ricorderemo che non era stata Regione Lombardia.
 
Riccardo Guzzetti
Coordinatore provinciale Lega Giovani Varese
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Tamponi e mascherine, Emanuele Monti (Lega) replica ad Astuti (Pd)

Tamponi e mascherine, Emanuele Monti (Lega) replica ad Astuti (Pd): “Regione Lombardia ha fatto sforzi sovrumane per salvare vite. Il Governo giallorosso ci ha mandato stracci anziché mascherine”

Milano, 6 aprile – “Regione Lombardia è stata lasciata da sola a gestire un’emergenza senza precedenti, non solo per quanto riguarda l’implementazione delle strutture sanitarie, ma anche nel reperimento dei Dispositivi di protezione individuale, come le mascherine, che abbiamo dovuto autoprodurre. Il Consigliere Astuti dovrebbe chiedere conto al suo Governo invece di criticare, ingiustamente e a cuor leggero, quanto è stato fatto con grande sforzo da Regione”.

Così Emanuele Monti (Lega), Presidente della III Commissione Sanità e Politiche Sociali di Regione Lombardia, che risponde alle dichiarazioni alla stampa dell’esponente del Pd Samuele Astuti.

“Astuti parla del numero basso di tamponi che si riesce a fare – spiega Monti – gli ricordo innanzitutto che avere la possibilità di effettuare i tamponi al personale medico è stata una forte richiesta di Regione Lombardia. Per quanto riguarda la numerica dei test effettuabili, come Regione abbiamo raddoppiato il numero dei tamponi per giornata, arrivando a quota 10.000 con 31 laboratori nella rete. Le tesi addotte da Astuti sono strumentali: infatti il limite nel fare maggiori test non è dato dal numero di laboratori, ma dal reperimento di reagenti che sono in quantità limitata e qui Astuti nasconde, anche questa volta, gli errori del Governo centrale che non è riuscito a reperire rapidamente questi reagenti”.

“Sulle mascherine il consigliere del Pd dovrebbe però riflettere prima di parlare – aggiunge il Presidente della Commissione – perché se ad oggi ci sono carenze, come è ovvio e abbiamo sempre denunciato anche noi, è perché dalla Protezione Civile nazionale, come tutti si ricordano, sono arrivati quegli ‘stracci’ che non avrebbero protetto nessuno. Ricordo ad Astuti che il suo ministro ha anche deriso e ironizzato sui Lombardi, indossando proprio quella mascherina, che noi non abbiamo potuto accettare, e rendendosi protagonista di una vergognosa pantomima in televisione. Ora, in questi giorni, finalmente si avranno più mascherine proprio grazie alla nostra autoproduzione. La notizia di oggi dei 3,3 milioni di mascherine distribuiti gratuitamente dalla Regione è la rappresentazione plastica della differenza tra noi e loro, tra chi fa e chi commenta senza poi fare nulla dove siede ovvero al governo nazionale”.

“In sostanza – conclude Monti – Astuti dovrebbe rivolgere le sue critiche al suo stesso Governo, che ci ha lasciato da soli, anziché attaccare Regione Lombardia”.

 
 

 

 

 

 

 

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Sanità, Pd e M5S chiedono sanità centralizzata

 

Corbetta (Lega): “Sanità in mano agli incapaci del governo? Sarà guerra in ogni sede contro deriva centralista”

 

Milano, 2 aprile – “Oggi i falliti della politica hanno trovato i loro capibranco: Andrea Orlando, Vito Crimi e la rediviva Maria Elena Boschi. Ruoli ben meritati. Il livello non è più quello delle polemiche fini a sé stesse dei tanti esponenti dem e grillini che in questi giorni hanno perso tempo a scrivere innocue invettive contro il governatore Fontana. Oggi questi personaggi, approfittando dell’emergenza e tacendo del vergognoso comportamento del Governo, minacciano di eliminare ogni forma di autonomia regionale, a partire da quella sanitaria, e di avocare allo Stato centrale ogni competenza”. Così Alessandro Corbetta, consigliere regionale leghista e vicepresidente della Commissione Autonomia del Pirellone commenta le affermazioni del vicesegretario PD Andrea Orlando, dell’ex ministro Maria Elena Boschi e del reggente del M5S Vito Crimi.

“Una deriva centralista pericolosa e irresponsabile ma che pare ben orchestrata e con un chiaro leit-motiv: sfruttare la situazione causata dall’epidemia per eliminare alla radice ogni ambizione autonomista delle Regioni, togliendo anche l’unica vera competenza gestita oggi lontano da Roma, ovvero la sanità che in Lombardia è un fiore all’occhiello capace di curare anche i cittadini delle altre regioni. Questi sono gli stessi rappresentanti di un governo criminale che ha abbandonato la Lombardia a sé stessa nella gestione di questa emergenza”.

“Ebbene sappiano questi signori che qui non assisteremo impunemente allo scioglimento delle Regioni, al ritorno al centralismo più deteriore. I lombardi non vogliono che i propri ospedali vengano gestiti da chi non è nemmeno capace di comprare delle mascherine e per questo sarà guerra in tutte le sedi istituzionali e nelle piazze!”

“Quanto sta accadendo ed è accaduto nell’emergenza porta alle conclusioni opposte: la Lombardia dimenticata da Roma dovrà rivendicare maggiore e totale autonomia e di amministrare libera le proprie risorse”. “Cosa pretende di insegnarci un governo incapace di mandarci aiuti, che ci rifila inutili stracci come mascherine, che blocca la produzione lombarda di dispositivi sanitari per colpa di una assurda e rovinosa burocrazia?” “Qui da soli ci siamo arrangiati, gestendo la straordinarietà dell’emergenza sanitaria che invece competeva a Roma. In due settimane abbiamo realizzato due ospedali e siamo stati in grado di reperire da soli il materiale e i medici che dallo Stato centrale non sono stati in grado di fornirci”.

“La Lombardia – conclude Corbetta – che nel momento della peggiore tragedia degli ultimi 70 anni, ha dimostrato di dovere e poter fare da sola, non si arrenderà davanti alle assurde pretese di un Governo mai legittimato dal popolo e di personaggi che hanno già dimostrato il loro fallimento politico”.

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emergenza Covid-19. Gambini e Piatti (Lega) a Galimberti: “Sindaco assente nel momento del bisogno”.

Varese, emergenza Covid-19.
Gambini e Piatti (Lega) rispondono a Galimberti: “Sindaco assente nel momento del bisogno. Proprio come il suo Governo”

Varese, 30 marzo – “Galimberti non è mai stato così distante dai cittadini che è chiamato a rappresentare. E la cosa drammatica è che questo sta avvenendo proprio durante la peggiore emergenza mai vissuta nella nostra epoca”.

Così Andrea Gambini, Commissario cittadino della Lega di Varese, che interviene insieme al Vicecapogruppo in Consiglio comunale Carlo Piatti, in risposta alla lettera inviata dal sindaco del Pd Davide Galimberti ieri alla cittadinanza.

Una lettera tardiva, e questo è dire poco – commenta Gambini – Galimberti sostiene anche, attraverso una metafora, di trovarsi ‘in trincea’. Questo grande impegno del sindaco di Varese, a differenza di tantissimi suoi colleghi della nostra provincia di entrambi gli schieramenti politici, ebbene non l’abbiamo visto. Quello che abbiamo visto è una sua assordante assenza, quando un primo cittadino avrebbe dovuto, fin dai primi giorni, assistere la cittadinanza in prima linea, informarla e verificare le maggiori problematiche da risolvere. Preoccuparsi dei suoi cittadini, insomma. La prima problematica tra tutte: sono tantissime, troppe, le persone di età avanzata che non trovano le mascherine. Mentre altri Comuni hanno lavorato per fornirle a tutti i cittadini a domicilio, a Varese l’amministrazione non ha pensato nemmeno di fornirle non dico a tutta la popolazione, per questione di numeri, ma perlomeno di cercare di coprire le fasce più elevate d’età della popolazione”.

E quando si è trattato di spingere per ottenere dal Governo la chiusura della Lombardia per tutelarci – sottolinea Gambini – l’impegno del sindaco, il cui partito siede nell’esecutivo sostenendo Conte, non è stato così incisivo come ci si sarebbe aspettati. Avrebbe potuto farsi ascoltare dai ministri del suo partito molto di più… invece, ha scelto di stare in sordina, sostenendo sì la chiusura insieme agli altri sindaci, ma senza esporsi troppo. Insomma, in maniera politicamente corretta, come si suol dire”.

Galimberti sostiene di essersi impegnato su due fronti, quello dei controlli, con la richieste dell’esercito, e quello degli aiuti economici alle nostre imprese – aggiunge Piatti – mi viene tuttavia da chiedergli, innanzitutto, quanti agenti di Polizia Locale risultino operativi per i controlli sul territorio, rispetto all’intero organico del corpo. A Varese, infatti, tenendo conto che sono in campo anche le altre Forze dell’Ordine, sarebbero in grado di svolgere questi controlli in autonomia, senza bisogno che il sindaco si vanti di aver richiesto l’esercito, richiesta non necessaria come in altre realtà lombarde… Per quanto riguarda gli aiuti economici, vedremo. Per ora il Governo, dove siede anche il suo partito, ha previsto le briciole per la Lombardia nonostante sia la regione più colpita e locomotiva dell’economia del Paese”.