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Saronno, in piazza la Destra non c’era

 Nel tardo pomeriggio di ieri in Piazza Libertà si sono radunate alcune decine di persone per la manifestazione “Restiamo liberi – cento piazze d’Italia”  contro il DDL Zan e per la libertà di pensiero e di espressione. Fra gli organizzatori, gli amici Lucio Bergamaschi e Dario Ceriani.

Nei giorni precedenti l’iniziativa aveva dato esca alla polemica contro chi, a dire delle Associazioni dei gay, rappresentava posizioni omofobe. Fra costoro era stato annoverato anche il sottoscritto, ma non ritengo sia il caso di dare prosecuzione alla diatriba. Quanto, in particolare, alla richiesta della mia “testa” (sic), siamo a fine mandato per me come per gli altri consiglieri saronnesi: basterà aspettare poche settimane e la cosa verrà da sé.

A parte ciò, mi preme evidenziare senza sorpresa ma con quieta costernazione che in Piazza Libertà la Destra saronnese ieri pomeriggio non c’era. E qui è doveroso fare nomi e cognomi: non mi riferisco a Forza Italia, al cui interno su certi argomenti c’è sempre stato un caleidoscopio di posizioni, e che comunque vedeva un suo importante esponente, il citato Bergamaschi,  in campo da protagonista. Mi riferisco piuttosto alla Lega e ai Fratelli, che sul tema della manifestazione dovrebbero avere, a considerare lo sventolare dei rosari e il rimbombo dei “sono una donna, sono cristiana …” nelle piazze, una posizione più ferma e compatta.

Eppure, o erano mimetizzati dietro le mascherine, o di fronte alla Prepositurale dei loro non c’era nessuno.

Come non capire che l’argomento del raduno era un argomento “nostro”? Che il DDL, se malauguratamente trasformato in legge, sarà un ulteriore passo avanti verso un regime di  tipo orwelliano, un regime dove non ci sarà bisogno della censura, perché la pressione dei media da una parte, delle leggi dall’altra, promuoverà l’auto-censura, l’auto-soppressione del pensiero indipendente?

Riflettano, gli esponenti di questi partiti, sul fatto che per arrivare a queste semplici verità non c’è bisogno di andare a Messa la domenica o di aver studiato dai preti: basta l’esercizio della ragione naturale per arrivarci agevolmente, purché lo si voglia.

Ma forse La bella giornata di luglio era motivo sufficiente per essere altrove, sul pelago dorato o sui picchi nevosi..

O forse ieri in piazza la Destra non c’era, semplicemente, perché a Saronno una Destra di ideali e di valori non c’è.

Alfonso Indelicato

Consigliere comunale indipendente eletto a Saronno

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Saronno, cento piazze per la libertà

CENTO PIAZZE PER LA LIBERTÀ

  MANIFESTAZIONE PER LA LIBERTÀ DI PENSIERO

A SARONNO

La cosiddetta legge contro l’omotransfobia, i cui contorni si percepiscono chiari nel disegno di legge Zan (dal nome del relatore), avrebbe conseguenze difficilmente prevedibili, ma sicuramente nefaste.
Questo ddl non nasce come un fungo fuori stagione. Arriva al momento giusto, cioè dopo una lunga serie di sedicenti “conquiste” in ambito etico-sociale, che in realtà sono state altrettanti scardinamenti della morale e del diritto naturali. Cito solo l’ ultimo di questi radiosi traguardi raggiunti e oltrepassati dalle quadrate legioni delle sinistre variamente etichettabili e dalle truppe d’assalto radicali: le cosiddette “unioni civili” con relativa “adozione del figliastro” da ottenersi ope sententiae anche se ciò comporta l’uso di un anonimo utero in affitto messo a disposizione da una povera donna indigente e disperata. Attende scalpitante dietro l’angolo una legge che “regolamenti” (leggi “consenta”) l’eutanasia, e si annuncia all’orizzonte, per ora con basso profilo, un riconoscimento della pedofilia, come paventa Don Fortunato Di Noto da tempo impegnato nella tutela dell’infanzia.
Come ciò sia potuto succedere, cioè come un paese non solo sociologicamente, ma intimamente cattolico, sia potuto arrivare a tanto, ce l’ha spiegato il sociologo J. P. Overton, dimostrando che l’idea più lontana dal comune sentire diventa socialmente accettabile se se ne fa oggetto di un pubblico e articolato dibattito che la rende familiare, e nel tempo, detto in soldoni, la sdogana. Questo dibattito va naturalmente alimentato e organizzato da soggetti a ciò interessati in ragione di un loro progetto di uomo e di società, ed è appunto quello che è avvenuto nella nostra povera Italia, dove la rivoluzione dei costumi è stata prima realizzata sulla stampa e alla televisione, successivamente nelle piazze, e infine in Parlamento.
Questo quanto alla lunga e abile preparazione. Quanto, invece, a chi si sarebbe dovuto e si dovrebbe opporre, si ricordano lontane battaglie combattute solo per onor di firma, mandando avanti uomini coraggiosi come Luigi Gedda e rimanendo tiepidi nelle retrovie, e si ricorda la firma di un cristianissimo Presidente della Repubblica in calce alla legge che introduceva l’aborto.
Oggi che il Parlamento discute il ddl Zan, poco è cambiato a questi spalti: la CEI ha parlato chiaro, ma ora è silenziosa, forse perché è stata subito impallinata dal fuoco amico di Avvenire: dagli amici mi guardi Iddio.
Tornando al ddl, e scegliendo fior da fiore, vi si può leggere che sono previste pene per il seguente motivo: “Propaganda di idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, istigazione a delinquere e atti discriminatori o violenti per motivi razziali, etnici, religiosi, o fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”. Chi non si avvede che l’indeterminatezza del concetto “propaganda di idee”, aprirà la strada allo psicoreato di orwelliana memoria? Esprimere una propria convinzione in pubblico equivarrà a “propagandarla”? Nei programmi dei partiti dovranno essere obbligatorie accoglienza e inclusione? I corsi gender nella scuola diventeranno obbligatori? Dovremo farci un laico esame di coscienza prima di andare a letto? Possono sembrare interrogativi retorici campati in aria sulle ali della polemica. Ma tante cose che sembravano irrealizzabili ci appaiono oggi familiari: Overton ce l’ha insegnato.
Il romanziere e polemista inglese J. Chesterton scrisse un giorno una frase rimasta famosa: “Fuochi verranno attizzati per dimostrare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate”. Parlava, evidentemente, del tempo in cui le verità più semplici e naturali, come il fatto che l’unica società meritevole di chiamarsi famiglia è quella composta da un uomo e una donna, non si sarebbero potute affermare senza pagare un prezzo. Ora quel tempo è venuto. Ci vediamo sabato 11 alle 17, a Saronno, in piazza Libertà.

Alfonso Indelicato

Consigliere comunale indipendente eletto a Saronno

 
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Saronno: Alfonso Indelicato interviene sulla vendita dell’area ex asilo

“Prendiamo atto che, a parere della lista civica Obiettivo Saronno, l’area dell’ex Asilo di via Manzoni può essere venduta ai privati affinché, fattane tabula rasa, procedano alla costruzione di edilizia abitativa. Ciò a condizione – bontà loro, cioè di Obiettivo Saronno – che non si renda possibile la costruzione di “un palazzo di dieci piani” dice il consigliere comunale saronnese Alfonso Indelicato .

“Sarebbe interessante sapere quale dovrebbe essere il limite consentito: nove? Otto? Sette piani? – si chiede Indelicato – E poi la conservazione del “contesto architettonico in cui si inserisce in via Manzoni e in via Roma”, proposito lodevole ma difficilmente attuabile dopo lo sventramento che Obiettivo Saronno sembra auspicare, non è solo questione di altezze, ma di congruenza di forme e colori: vedere, per esempio, quanto stoni rispetto al contesto la palazzina di via Manzoni 35, quella che ospita il benemerito CAF della CISL, la quale pure non è certo alta”.

Secondo il consigliere comunale “Obiettivo Saronno ha una speciale predilezione (comprensibilmente, anche se un po’ romanticamente) per Palazzo Visconti, sul quale vorrebbe “concentrare gli sforzi”. A questo proposito vorrei proporre una riflessione, nutrita di mie opinioni di natura estetica e pertanto soggettiva e naturalmente criticabile” 

E continua: “Io non so se il cinquecentesco Palazzo Visconti sia mai stato bello, ma oggi esso mi sembra, nella sua monumentalità, tetro  e sgraziato. Può darsi sia stato gradevole nella sua prima conformazione architettonica, e che i successivi rimaneggiamenti gli abbiano conferito l’aspetto che ha oggi, così come è certo che l’annosa incuria per gli esterni ha peggiorato la situazione. Fatto sta che un intervento inteso a restituirlo alle sue fattezze primitive – più leggiadre e ricostruibili sulla base  di nozioni di storia dell’architettura più che di sopravvissuti progetti –  ha dei costi tali che solo un’articolata associazione di istituzioni pubbliche e private potrebbe mettervi mano. Si tratta di operazione difficoltosa, probabilmente morta nella culla già più volte in passato.

Pertanto subordinare il recupero dell’ex asilo di via Manzoni, così come di altri edifici di pari o simili dimensioni, a quello dell’immenso e diroccato Palazzo Visconti, significa in sostanza, aspettando Godot, non procedere ad alcun recupero, oppure lasciare mano libera ai costruttori di palazzine convenzionali o di supermercati in stile Bulgaria anni ’60, come il più recente che questa amministrazione ha autorizzato”.

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Saronno: Paolo Riva – Davide Vanzulli – Alfonso Indelicato, immotivata al video conferenza

Abbiamo riflettuto sulla pretesa della Lega saronnese di svolgere il prossimo Consiglio comunale in video conferenza, e l’abbiamo trovata immotivata e pertanto inaccettabile. L’attuale contingenza della pandemia, che sta vedendo in queste ultime settimane un significativo allentamento delle misure di precauzione previste per decreto, consente di effettuare le sedute in presenza in condizioni di sicurezza, con l’adozione delle usuali cautele (mascherina e distanziamento).
Risulta d’altronde che i Consigli comunali tenuti nel presente periodo nei comuni limitrofi si svolgono in presenza fisica, pur non essendo disponibili sale consiliari ampie come la saronnese Sala Vanelli.

Considerate queste premesse, nonché l’esperienza dei due più recenti consigli, dobbiamo ritenere che le motivazioni della Lega saronnese nel prediligere modalità on-line, vadano identificate in una sua maggiore possibilità di controllare e inibire eventuali obiezioni e riserve, smorzando il confronto tra le parti politiche.

A tutto questo si aggiunge la farraginosità della procedura che, come da perentoria comunicazione del Presidente del Consiglio comunale, dalla prossima riunione prevederà necessariamente l’utilizzo di cuffia e altoparlante.

Tutto ciò considerato abbiamo deciso di non partecipare alla seduta consiliare prevista per il 30 p.v. con prosecuzione nei giorni successivi, nell’auspicio che venga al più presto ristabilita la normalità delle operazioni consiliari e conseguentemente dei momenti decisionali e delle relazioni politiche cittadine.
 
 

I Consiglieri: Paolo Riva – Davide Vanzulli – Alfonso Indelicato

 
 
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Saronno, Federlab esordisce con la tecnologia 3D

Faberlab debutta a Saronno con la super stampante 3D per la plastica

In pieno periodo post-Covid il Digital Innovation Hub nato nel 2014 a Tradate inaugura la nuova location a due passi dallo snodo produttivo e innovativo milanese: «Cresciamo e diventiamo sempre di più centro di sviluppo con le aziende». Operativa la stampante Arburg che migliora la prototipazione nel settore plastica. Colombo (dg Confartigianato Varese): «Sfida per crescere»

 

Un centinaio di metri quadrati ricavati nel cuore di quell’ecosistema dell’innovazione che è l’area ex Lesa di Saronno, azienda specializzata nella produzione di componenti elettrici e giradischi portatili che negli ultimi anni ha accolto ambienti avanzati di condivisione, ricerca, produzione e servizio. Un solco perfettamente a misura di Faberlab, il Digital innovation hub (Dih) nato dalla volontà di Confartigianato Varese di offrire alle aziende (e non solo) un luogo in grado di combinare innovazione e saper fare. 

Ed è proprio nell’immobile riqualificato al civico 21 di via Ferrari che diventerà operativa entro le prime due settimane di luglio la nuova sede di Faberlab. 

Fenomenale la location, ricavata nella zona della provincia più prossima all’area metropolitana milanese e a due passi dalla terza stazione ferroviaria per importanza della Lombardia tra quelle gestite da Ferrovienord.

Una scelta ben ponderata, che permette al Faberlab di completare il percorso iniziato con l’inaugurazione del 2014, diventando a tutti gli effetti il luogo della progettazione, dell’innovazione e dell’azione. Una sorta di ponte di collegamento tra know how territoriale e spinte generatrici provenienti dal comparto di Milano. Un luogo unico per scelta e tipologia di investimenti. Non è dunque un caso che proprio qui abbia già preso posto l’innovativa Arburg Freeformer 200 3X deputata alla stampa 3D per la plastica.

Un gioiello nato in Germania e del quale si era parlato in anteprima proprio a Tradate lo scorso anno. Già allora i tecnici non avevano usato mezzi termini a proposito di questa apparecchiatura che «si rivolge a chi ha la necessità di produrre con tecnologia 3D, quindi Fdm, e in particolar modo a chi ha l’esigenza di trattare un materiale, cioè un grano di polimero, originale, vale a dire conosciuto, e con certificazione delle caratteristiche meccaniche e chimiche». «Quello che differenzia Freeformer da altri prodotti sul mercato, con medesima tecnologia, è infatti che l’alimentazione della macchina avviene con il granulo e non con il filamento» precisa Davide Baldi, responsabile del laboratorio dove l’apparecchio è stato installato ed è entrato a pieno regime nei giorni scorsi.

«Arburg è un nome che non ha bisogno di presentazione, è leader mondiale del suo settore, e con la Freeformer possiamo dire che la stampa 3D non ha più limiti». Per più di un motivo. Il primo: è l’unica che consente di stampare da granuli, senza richiedere l’eventuale certificazione dei filamenti. Il secondo: essendo dotata di due estrusori, garantisce la prova di compatibilità tra materiali. Senza entrare troppo nel tecnico, Freeformer infine permette di stampare anche componenti funzionali in policarbonato secondo il metodo della produzione additiva industriale con caratteristiche ottiche che si avvicinano all’iniezione. 

«L’accordo con Arburg, e la nuova centralità acquisita con la sede di Saronno, faranno di Faberlab un punto di riferimento nazionale unico per la prototipazione del materiale plastico» dice Baldi, che assicura porte aperte (in sicurezza anti Covid) alle aziende.

«Non saremo un luogo dove depositare dei file ma un centro di sviluppo e supporto per le imprese, che qui potranno realizzare prototipi, prodotti personalizzati e piccole serie».

Non poca cosa nel bel mezzo del triangolo della plastica che si allunga dal Sud della provincia di Varese a Milano e Bergamo. Il nostro territorio, con circa 500 unità locali, è infatti il terzo dopo i due citati per numero di addetti (15mila circa) e alimenta da sempre una filiera storica di altissimo profilo.

«Un passo in avanti significativo lungo la strada dell’innovazione, determinante in un momento come questo che ha messo sotto gli occhi di tutti l’importanza dell’innovazione e della digitalizzazione» spiega Mauro Colombo, direttore generale di Confartigianato Varese, tra i principali fautori della doppia novità di Faberlab, la location e la Freeformer, che si va ad aggiungere alle stampanti in trasferimento da Tradate. Nell’ordine, la Projet 660 a tecnologia Mjf a polveri di gesso (specializzata nella fattura di prototipi estetici colorati); le tre stampanti 3D a filamento Fdm, vale a dire Sharebot ng, Makerbot replicator e Wasp 4070 per i modelli più grossi; la Formlabs 2 (tecnologia stereolitografica Sla a resina, di alta precisione); laser cut.

«I sei anni trascorsi a Tradate sono stati intensi, un laboratorio di innovazione e di sinergia con le imprese e il territorio, oltre che con le scuole – aggiunge Colombo – Saronno diventa l’evoluzione di quel percorso, il passo successivo, il proseguimento di un disegno che sta mostrando i suoi tratti più forti e distintivi». Faberlab sempre più Digital Innovation Hub per le imprese e sempre più snodo tra la provincia di Varese e le aree a più elevata digitalizzazione della Lombardia produttiva: qui ci si ritrova, ci si contamina, si cresce, si migliora. Si creano anche reti di collaborazione e di business. Si generano opportunità.

«Inizia un nuovo percorso: siamo pronti, è la sfida che accompagna le imprese dove forse non ci si aspettava di dover andare anche per superare questa crisi così violenta e inaspettata». 

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Saronno: Indelicato, Airoldi dovrà registrare un po’ la comunicazione

Lettera aperta al candidato sindaco Dott. Airoldi

Non me ne voglia il Dott. Airoldi, ma se vuole battere la Destra saronnese, anche questa povera Destra squinternata e boriosa, dovrà registrare un po’ la comunicazione, cioè il programma.

Nella sua prima esternazione da candidato sindaco, egli dice di voler realizzare una Saronno più “sostenibile” e “inclusiva”.

Quanto alla sostenibilità, il cittadino medio teme l’ideologia biciclettara, quell’ideologia che oggi sta trasformando le strade milanesi in pericolosi percorsi ad ostacoli rendendo impraticabili interi quartieri, e gradirebbe continuare a utilizzare l’automobile per i suoi spostamenti. Non si sente, per questo, un reprobo, né gradirebbe da parte dell’Amministrazione un atteggiamento pedagogico che pretendesse di insegnargli  a distinguere il bene dal male. Men che meno amerebbe  week-end ambientalistici che all’insegna della salubrità dell’aria gli inibissero l’uso delle quattro ruote per una scampagnata fuori porta.
Quanto all’inclusione, il suddetto cittadino medio si chiederebbe se Saronno non sia già fin troppo inclusiva, a giudicare dalle migliaia di cittadini stranieri, comunitari e non, con permesso di soggiorno e non, onesti lavoratori e non, che calpestano le sue strade. Ho finito così per alludere alla vexata quaestio della sicurezza, circa la quale Airoldi parla di una città “più attrattiva, più viva e quindi più sicura”. Attenzione, caro Airoldi, ai “quindi”: sei caduto nell’eterna illusione della Sinistra che dove ferve il lavoro e le mamme e i bimbi fanno girotondi in piazza, la delinquenza sparisce. Errore: per contrastare la delinquenza non c’è che il controllo del territorio per mezzo della forza pubblica, magari fiancheggiata da membri di associazioni riuniti in gruppi organizzati: proprio ciò che la Destra saronnese aveva promesso di fare e non ha fatto.
Dunque caro Airoldi, se vuoi battere la Destra saronnese, anche questa povera Destra  boriosa e squinternata, dovrai introdurre un po’ di Destra nella tua Sinistra, ma farlo in modo che ciò sia credibile, non un mero espediente.
Altrimenti Tu non vincerai, la Destra non vincerà, e Saronno sarà governata da un pateracchio di accordo politico all’insegna dei veti incrociati, privo di un`identità, di una linea, di una prospettiva.

Alfonso Indelicato

Consigliere comunale indipendente eletto a Saronno

 
 

 
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Saronno, per l’Ospedale Regione Lombardia stanzia 23 milioni

Un impegno economico importante di Regione Lombardia per il rilancio definitivo della struttura ospedaliera di Saronno.

“22.9 milioni di euro per l’efficientamento strutturale del polo ospedaliero di Saranno, a dimostrazione che Regione Lombardia alle parole fa sempre seguire i fatti concreti”, rende noto Emanuele Monti, Presidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali del Pirellone in merito all’approvazione del piano di investimenti approvato dalla Giunta regionale e che riguarderà la struttura ospedaliera di Saranno.

“Le risorse – spiega Monti – andranno ad a finanziare tutti quei progetti di ammodernamento strutturale, efficientamento energetico e di innovazione tecnologica già progettati da tempo ma che non avevano ancora visto la luce”.

“Nello specifico – argomenta il Presidente – stiamo parlando di sei linee di intervento per un valore di 12 Milioni a cui si aggiungono con la delibera di ieri ulteriori 11 Milioni di euro per il riordino del Pronto Soccorso, della Terapia Intensiva di quella sub-intensiva . Questi lavori saranno realizzati entro la fine del 2022, a dimostrazione dell’importanza per Regione Lombardia di questo presidio sanitario”.

“Come detto, la road map – conclude Monti – definisce tempi piuttosto stringenti in modo che l’ASST Valle Olona possa restituire all’utenza un polo ospedaliero completamente all’avanguardia”.

Alle ore 17.30 in diretta Facebook dalla pagina del Consigliere Monti l’annuncio con il Direttore Generale Eugenio Porfido ed il Sindaco di Saronno Alessandro Fagioli.

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Saronno. Basta un click per inibire la comunicazione in corso di svolgimento fra i consiglieri.

In questi giorni ferve, nelle sedi cittadine competenti, il dibattito circa le modalità più consone a trasparenza, libertà ed efficienza, dello svolgimento del Consiglio comunale on line. Sono discussioni rese certamente necessarie dalla particolare contingenza, che ha costretto ad improvvisare una siffatta comunicazione invece di quella consueta in presenza fisica.
Vorrei però mettere a fuoco un aspetto della questione che è propedeutico a quello, pur necessario, procedurale. Si tratta, in sintesi, dell’opportunità di riservare il Consiglio in versione telematica esclusivamente a situazioni di rischio.
Sussiste oggi tale situazione? No, Assolutamente non sussiste. Chiese, bar, trattorie e opifici, con qualche accorgimento, sono fruibili. Perché non lo dovrebbe essere la spaziosissima Sala Vanelli? Pertanto, auspicherei che il suddetto dibattito in corso avesse a oggetto non i prossimi Consigli, ma quelli che teoricamente dovessero svolgersi – Dio non voglia! – in una situazione generale simile a quella di qualche tempo fa, quando l’epidemia infuriava.
Fatto sta che il Consiglio on line ha, per chi lo gestisce, i suoi bei vantaggi. Basta un click per inibire la comunicazione in corso di svolgimento fra i consiglieri. Basta un click per oscurare (ma leggi: “cacciare virtualmente fuori”) il consigliere molesto, o meglio percepito come tale. E queste non sono, beninteso, elucubrazioni astratte, ma puntuali accadimenti delle ultime sessioni.
Si consideri inoltre che il Consiglio  on line non prevede la presenza vociante,  fastidiosa, petulante, sordamente o protervamente contestatrice, del pubblico. Quel pubblico che non è neppure necessario, in tal modo, far allontanare dalla forza pubblica con  conseguente appannamento di immagine. Insomma lo sterilizzato consiglio on line rischia, per i padroni del vapore, di diventare un vizio di cui non si può più fare a meno, come l’alcool o il fumo o quello che un tempo i bacchettoni chiamavano  “libertinaggio”. Forse con minor godimento che quest’ultimo produce, ma non è neppure detto: può darsi ci sia il suo bravo  piacere anche nel rimanere padroni del campo con un secco click!

Alfonso Indelicato
Consigliere comunale indipendente eletto a Saronno

 
 

 

 

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Saronno, M5S Davide Vanzulli sul nosocomio:le istituzioni intervengano seriamente

OSPEDALE DI SARONNO “CHE SE NE PARLI MA NON IN CERTI TERMINI”!
Queste le parole del consigliere del M5S Davide Vanzulli che incalza sull’argomento “dispiace leggere sui vari social gli attacchi rivolti al nosocomio saronnese che dopo il brutto caso Cazzaniga e quello sulla farmacista arrestata in questi giorni, viene definito <l’ospedale degli orrori> e additato come fosse la peste. Da anni si discute del futuro di questa struttura – prosegue Vanzulli- più volte si è cercato di capire in che modo l’amministrazione se ne stesse facendo carico, tra padiglioni chiusi e pazienti in fuga verso altre “mete” .

Poi arrivano i casi di cronaca e da lì il silenzio di chi sa e non dice, le voci che girano… infondate o meno, e la confusione che cresce. Si può fingere che nulla stia accadendo e tirare a campare con centinaia di dipendenti che vorrebbero capire e difendersi? E ne hanno il sacrosanto diritto! Medici, infermieri, operatori sanitari che in questo marasma di Covid hanno messo in atto tutta la loro esperienza e la loro dedizione al lavoro, hanno rischiato come tanti colleghi in tutta Italia e nel mondo in un momento di grande emergenza sanitaria, dimostrando a tutti le loro qualità e le loro potenzialità, lavoratori che non meritano l’assenza delle istituzioni, né l’indignazione della gente che apprende dagli organi di stampa e dai social episodi di malaffare e trae conclusioni come quella che ho appena citato.

Non possiamo permetterlo, è tempo che le istituzioni intervengano seriamente, che prendano in mano la situazione e si attivino per tutelare il buon nome del nostro ospedale, che ne potenzino i controlli con tutti i mezzi a disposizione. Il personale medico, infermieristico, i dipendenti tutti, devono sentire il nostro appoggio, che non può ridursi ad un gesto di semplice solidarietà o un grazie per il loro impegno costante al servizio della comunità. Servono interventi concreti, qualcosa deve essere fatto, non è tempo di aspettare oltre.”

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Saronno: arrestata la responsabile della farmacia ospedaliera dell’ospedale

La donna acquistava presidi medici (indispensabili il funzionamento di apparati necessari per intubare i pazienti) per conto dell’ospedale poi li rubava e li consegnava ad un imprenditore suo complice che li rivendeva.

I protagonisti della vicenda sono una dottoressa cinquantanovenne di Saronno ed un imprenditore quarantanovenne di Barlassina. Entrambi sono stati arrestati da carabinieri e guardia di finanza, su ordinanza del gip di busto Arsizio (VA), con l’accusa di peculato in concorso e per l’uomo anche di auto riciclaggio.

Il provvedimento richiesto dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio chiude un’indagine svolta dai carabinieri di Varese con la collaborazione con la Guardia di Finanza di Saronno e partita da una segnalazione dei responsabili delle farmacie ospedaliere dell’ASST Valle Olona che, lo scorso mese di novembre, aveva rilevato una serie di ordinativi anomali partiti dalla farmacia ospedaliera di Saronno a firma della dirigente successivamente indagata.

Le indagini con una serie di accertamenti tecnici, pedinamenti e controlli documentali hanno permesso di accertare che la dottoressa acquistava presidi medici facendoli apparire come ordini effettuati  per le esigenze ospedaliere, poi li rubava e li   consegnava al suo complice, l’imprenditore indagato, il quale a sua volta li metteva in commercio, rivendendoli spesso ad altri ignari ospedali, attraverso una sua società.

La donna grazie al suo incarico godeva di discrezionalità che le ha permesso di operare in modo incontrastato, potendo disporre liberamente dei fondi dell’Ospedale di Saronno per acquistare materiale sanitario in eccesso rispetto alle strette necessità dell’ospedale.

I pedinamenti hanno accertato che la dottoressa consegnava all’imprenditore i dispositivi medicali rubati, nascondendoli in scatoloni.

Dopo l’arresto i due indagati sono stati condotti in carcere su disposizione del Giudice delle Indagini Preliminari che nella sua valutazione ha tenuto conto sia del  perseverare delle condotte criminose dei due indagati anche durante la crisi sanitaria dovuta alla diffusione del virus da Covid-19, ma anche della loro spregiudicatezza. 

Le lame e le batterie per i laringoscopi, infatti, destinate al funzionamento di apparati indispensabili per intubare i pazienti, in alcune occasioni non venivano deliberatamente consegnate ai reparti di anestesia che ne avevano necessità.