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Lombardia, audizione in Commissione Sanità su “Fase 2” delle strutture sociosanitarie

“Dal confronto con i sindacati sono emersi alcuni spunti interessanti sui quali siamo disposti a collaborare. L’audizione ha fatto emergere aspetti fondamentali nella gestione della Fase 2 delle strutture sociosanitarie. Da parte nostra garantiamo uno spirito collaborativo”, ha dichiarato Emanuele Monti, Presidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali al Pirellone, in merito all’audizione i sindacati dell’ambito sociosanitario.

“L’incontro – spiega Monti – è stata l’occasione per dirimere diversi punti della DGR XI/3226 che, ci tengo a sottolinearlo, è sicuramente uno strumento molto positivo e di esempio per le altre regioni su come porsi nei confronti della presa in carico dei pazienti Covid”.

“Sono emersi – continua il Presidente – un paio di punti di particolare rilevanza sui quali vogliamo prestare il massimo dell’attenzione e che porteremo all’attenzione dell’Assessore Gallera. Mi riferisco, in primis, all’aiuto che le USCA dovrebbero garantire alle strutture per dare un ruolo integrativo di aiuto alla presa in carico del paziente Covid. Il secondo tema di interesse è quello in cui la delibera obbliga i pazienti Covid negativi al doppio tampone ad osservare l’isolamento di 14 giorni presso il proprio domicilio. La nostra proposta è di snellire le procedure, permettendo alle strutture che abbiano la possibilità di garantire tutte le misure di isolamento l’immediato accesso dei pazienti al proprio servizio di assistenza”.

“Questo momento d’interlocuzione – conclude Monti – non è un caso isolato. Come abbiamo già fatto, continueremo nell’iniziative di confronto con tutti gli stakeholder del nostro sistema sociosanitario”.

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Truffe agli anziani, Regione Lombardia stanzia 600mila euro per progetti degli Enti Locali

Si apre domani, mercoledì 17 giugno, il bando di Regione Lombardia rivolto agli Enti Locali che stanzia 600 mila euro, per il biennio 2020 – 2021, per la realizzazione di progetti finalizzati a prevenire e contrastare il fenomeno delle truffe contro gli anziani, con particolare riferimento ai delitti contro il patrimonio mediante frode.

“Dopo gli spot televisivi contro le truffe agli anziani realizzati grazie ai risparmi del Consiglio Regionale – dichiara Brianza – ora Regione apre un bando a favore degli Enti locali per proseguire l’attività di prevenzione e contrasto a questi odiosi reati che si sono acuiti durante le fasi dell’emergenza Coronavirus”, commenta con soddisfazione la Vicepresidente del Consiglio Regionale della Lombardia Francesca Brianza.

“Grazie a queste risorse – prosegue – i comuni potranno realizzare dei progetti avvalendosi anche della collaborazione delle forze dell’ordine e della polizia locale e con il supporto di università, associazioni e terzo settore”.

Il contributo è previsto nella misura massima dell’80% del costo del progetto validato. Per ogni progetto, la soglia minima di cofinanziamento è pari a 5 mila euro e la massima a 10 mila. I progetti devono essere avviati entro il 31 dicembre 2020 e concludersi entro il 31 dicembre 2021.

 “I progetti – spiega Brianza – si potranno sviluppare intorno ad attività formative, informative e culturali e gli enti locali potranno chiedere di utilizzare gli spot andati in onda nei tg soprattutto in questo periodo e il materiale informativo già realizzato da Regione Lombardia. Un ulteriore provvedimento di Regione a sostegno delle fasce più fragili della popolazione che – conclude – specialmente ora necessitano di maggior tutela e protezione”.

La domanda di partecipazione al bando va presentata esclusivamente on line attraverso la piattaforma www.bandi.servizirl.it dalle ore 10:00 del 17 giugno 2020 alle ore 12:00 del 31 luglio 2020.

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Scuola, Emanuele Poretti (Resp provinciale Enti Locali della Lega): Chiediamo un tavolo di coordinamento provinciale per la scuola

“La gestione della ripresa scolastica e più urgentemente quella dei centri estivi sono stati gli argomenti di una complessa riunione, in video conferenza, svoltasi ieri con le rappresentanze territoriali e tutti i sindaci della Lega della provincia di Varese. Grazie ai nostri rappresentanti alla Camera e al Senato la Lega ha cercato, purtroppo senza alcun riscontro da parte del governo, di proporre integrazioni e modifiche al Decreto scuola, che di fatto impone una serie di misure, distanziamenti e regole impossibili da applicare nelle strutture oggi esistenti”, ha dichiarato Emanuele Poretti, Responsabile provinciale Enti Locali della Lega di Varese, in una nota a nome di tutti i sindaci, amministratori e consiglieri provinciali della Lega, che si sono riuniti in videoconferenza ieri sera per affrontare i problemi legati alle riaperture delle scuole a settembre.

“A nostro avviso l’insieme delle regole per la ripresa scolastica a settembre doveva essere costruito con chi lo dovrà poi applicare, certamente le istituzioni scolastiche, ma anche i Comuni – spiega Poretti – non di meno riversa, nel concreto, ogni responsabilità sul territorio; delegando i direttori didattici ed i sindaci alla risoluzione di un TETRIS impossibile da incastrare. Ingressi scaglionati, prolungamenti di orari, raddoppi di costi per i trasporti degli studenti, mancanza di spazi, sono solo alcuni dei problemi che dovremo affrontare, senza che da Roma sia stato stanziato un solo euro per gli interventi”.

“Se da un lato le scuole non possono inventarsi nuovi spazi – prosegue il Responsabile Enti Locali della Lega – dall’altro i Comuni non possono inventarsi adeguamenti alle norme di spazi esterni che devono rispettare le stesse regole di sicurezza delle aule, facendo tra l’altro ricadere la responsabilità e gli oneri economici sui Sindaci, i quali avranno anche la responsabilità civile e penale degli spazi così recuperati. Senza dimenticare che le scuole dell’infanzia avranno necessità di molti più insegnanti che dovranno essere assunti proprio dalle amministrazioni comunali, il cui costo rischia inevitabilmente di ricadere sulle rette delle famiglie”.

I problemi non finiscono qui: “Non meno importante – aggiunge Poretti – il problema per il trasporto, soprattutto per gli studenti che devono recarsi a frequentare la scuola secondaria e gli istituti superiori fuori dal proprio paese di residenza, che con le regole del distanziamento vedrà un raddoppio dei costi di cui finora il governo non si è occupato. Ed ancora, il problema delle mense scolastiche. Le alternative al sistema attuale di somministrazione, sempre se applicabili, comporteranno dei costi certamente maggiori degli attuali e che anche in questo caso dovranno essere necessariamente coperti. Per tutto questo, ad oggi, il governo non ha previsto quasi nulla, e gli unici finanziamenti sugli edifici scolastici destinati a  Province e Comuni arrivano da Regione Lombardia”. 

“La nostra proposta è l’istituzione di un tavolo di coordinamento  provinciale per la scuola (tecnicamente definito Centro Operativo Misto) , richiesta che faremo per iscritto al Prefetto e che dovrà vedere coinvolti oltre agli enti locali, il provveditorato agli studi, l’agenzia del trasporto pubblico, i direttori didattici; un tavolo che esamini quindi le possibili soluzioni e da collegamento con gli enti superiori. Nei prossimi giorni, quindi, verrà inviata una richiesta scritta in tal senso al Prefetto di Varese Dott. Dario Caputo, nonché al Presidente della Provincia Dott. Emanuele Antonelli ed al Provveditore agli Studi di Varese, Dott. Giuseppe Carcano” conclude Poretti.
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RipartiLombardia, Francesca Brianza: Varese riparte da Malpensa, imprese, turismo e frontalieri

É arrivato a Varese il tour RipartiLombardia promosso dall’ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale. A fare gli onori di casa, nella cornice di Ville Ponti, la varesotta Francesca Brianza, Vice Presidente del Consiglio Regionale della Lombardia.

“Sono molto soddisfatta dell’incontro e orgogliosa di aver portato il Consiglio Regionale a diretto contatto con le realtà produttive del mio terriorio”. “Questa – ha commentato Brianza – è una grande terra che eccelle nel settore manifatturiero con ben 7 imprese per chilometro quadrato, circa il doppio della media regionale e 5 volte più della media italiana e con una forte vocazione legata all’High Tech e al settore chimico-farmaceutico che la colloca al quinto posto tra le province italiane. Inoltre -prosegue la Vice Presidente – la nostra provincia si sta affermando anche nel settore turistico e c’é un crescente sviluppo dell’agricoltura, soprattutto legata al florovivaismo e all’agroalimentare.”

Sul tavolo, in particolare, lo stop di Malpensa con le relative conseguenze sulle imprese e i 40mila dipendenti impiegati compreso l’indotto: “Per il rilancio di Malpensa dopo l’emergenza – continua Brianza – è sempre più fondamentale la creazione di una ZES, una Zona ad Economia Speciale, sull’area di Malpensa, come chiesto a gran voce da imprese e amministratori, imprescindibile elemento per lo sviluppo del nostro territorio.”

Tema altrettanto importante per la nostra provincia è la problematica riguardante i comuni di confine -in cui vi è un equilibrio delicato che va salvaguardato e sono in difficoltà per la prolungata chiusura delle frontiere – e le criticità che toccano i lavoratori frontalieri.

Tra gli altri temi emersi, la richiesta di semplificazione e sburocratizzazione e il supporto alla ripresa del turismo regionale anche in vista della ormai imminente stagione estiva.

“Anche qui il coronavirus ha colpito duramente lasciando dietro di sè tante famiglie e tante imprese in ginocchio ma che ha fatto emergere la determinazione dei varesotti di rimboccarsi le maniche per collaborare e ripartire più forti”.

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La LIBERA RAPPRESENTANZA DEI MILITARI scrive alle Istituzioni

riceviamo e pubblichiamo

Signor Presidente del Consiglio

Signor Presidente della Repubblica italiana – pro tempore –
Signor Presidente del Senato – pro tempore –
Signor Presidente della Camera – pro tempore –
Signor Presidente della Corte costituzionale;
A tutti i parlamentari della Repubblica italiana;
A tutti i presidenti e i segretari delle organizzazioni sindacali dei Militari e non solo;
A tutti gli organi di stampa;
A tutti i dirigenti delle associazioni nazionali dei Partigiani;
A tutti i costituzionalisti e giuristi d’Italia;
A tutti i servitori dello Stato;
A tutto il popolo italiano;
“Lettera aperta no alla proposta di legge sul Sindacato di tipo Corporativo dei Militari che ricorda i Sindacati Corporativi dell’epoca fascista”.
Nell’aprile dello scorso anno la Corte costituzionale, con la sentenza n. 120/2018, ha finalmente cancellato l’anacronistico divieto di sindacalizzazione delle Forze Armate. Questo significa che i militari hanno vissuto, per settant’anni, in una condizione di incostituzionalità di fatto.
Un riconoscimento epocale che ci mette in linea con tutti i colleghi europei che godono dei diritti sindacali.
Attraverso questa lettera e nostro intendimento è quello di segnalare il testo emanato sulla legge dei diritti sindacali elaborato dalla “Quarta Commissione Difesa della Camera” a firma dell’On. Emanuela Corda ed altri membri della medesima commissione.
Noi del Sindacato L.R.M. reputiamo non idoneo democraticamente a tutela dei diritti delle lavoratrici e lavoratori dei Militari che in alcuni passaggi sembrano similari se non simili alla confederazione dei sindacati fascisti e corporativi del 1926.
Siamo preoccupati non solo per il futuro delle lavoratrici e dei lavoratori militari ma del pericoloso precedente storico che se questa proposta venga trasformata in legge calpesterebbe la nostra carta dei diritti.
Non si può accettare che la competenza sulle controversie in materia di comportamento antisindacale sia stata devoluta al giudice amministrativo e non al naturale giudice del lavoro.
Troviamo singolare il tentativo di individuare normativamente delle Commissioni Centrali e periferiche di conciliazione per la definizione bonaria delle controversie, istituendole in seno al Ministero della Difesa con nomina da parte del Ministro “un passaggio pericoloso che rievoca il giudice del lavoro nelle modalità imposte all’epoca ai sindacati corporativi di ventennale memoria.
E ‘improponibile che l’amministrazione che decide per l’amministrazione e in TAR del Lazio con i suoi biblici tempi e tutele ‘a singhiozzò.
Addirittura, sempre nella proposta leggiamo che vengono posti incredibilmente limiti anche alla democratica scelta dei militari iscritti che non potranno scegliere liberamente i propri rappresentanti.
Una modello di Sindacato che assomiglia a quelli dell’epoca ventennale memoria, altro che legge epocale in tempi di democrazia moderna.
Il Parlamento ponga rimedio a questo scempio e non macchi la legislatura con un’onta che ricadrebbe in tutta la comunità militare sia nazionale che europea”.
La storia ci insegna che nel 1926 fu costituita la “Confederazione generale fascista dell’industria italiana” ai sensi della legge 3 aprile 1926, n. 563.
Aveva sede in Roma e inquadrava sotto di sé le Federazioni nazionali di categoria, che rappresentavano i datori di lavoro di un ciascun settore (industrie estrattive, fibre tessili, legno, ecc.) e sul territorio si articolava in unioni provinciali.
Nel 1934 fu denominata “Confederazione fascista degli industriali”.
Con questa legge del 1926 venne, tra l’altro, realizzata l’istituzionalizzazione dei sindacati fascisti e legalizzato il loro monopolio per la rappresentanza dei lavoratori.
Ciò andava a significare che le Corporazioni divennero organi controllati dall’amministrazione statale, con “funzioni di conciliazione, di coordinamento ed organizzazione della produzione e di riconciliazione attraverso i tribunali del lavoro in caso di controversie tra il datore e il lavoratore”.
Quindi leggendo il testo sulla legge dei sindacati militari ci vengono in mente gli spettri del fascismo e delle sue corporazioni.
Noi del sindacato L.R.M. faremo tutto il nostro possibile per bloccare questa pericolosa legge sul sindacato “corporativo” dei Militari, e la nostra amarezza più profonda e verso coloro che hanno scritto il testo dimostrando una certa superficialità e leggerezza nei riguardi della nostra Costituzione e della nostra storia della repubblica italiana.
Dedichiamo a tutti i promotori e firmatari della proposta di legge sui diritti sindacali della Quarta Commissione Difesa uno stralcio del discorso del Professor il giurista Piero Calamandrei del suo intervento sulla costituzione all’università di Milano il 26 gennaio del 1955
“La costituzione è un pezzo di carta: la lasciò cadere e non si muove.
Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile, bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità.
Per questo una delle offese che si fanno alla costituzione è l’indifferenza alla politica, l’indifferentismo politico che è -non qui, per fortuna, in questo uditorio, ma spesso in larghe categorie di giovani- una malattia dei giovani.
” La politica è una brutta cosa”, “che me ne importa della politica”: quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina, che qualcheduno di voi conoscerà, di quei due emigranti, due contadini, che traversavano l’oceano su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca con delle onde altissime e il piroscafo oscillava: E allora questo contadino impaurito domanda a un marinaio: “Ma siamo in pericolo?”, e questo dice: “Se continua questo mare, il bastimento fra mezz’ora affonda”. Allora lui corre nella stiva svegliare il compagno e dice: “Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare, il bastimento fra mezz’ora affonda!”. Quello dice:” Che me ne importa, non è mica mio!”. Questo è l’indifferentismo alla politica.
È così bello, è così comodo: la libertà c’è.
Si vive in regime di libertà, c’è altre cose da fare che interessarsi alla politica.
E lo so anch’io!
Il mondo è così bello, ci sono tante cose belle da vedere, da godere, oltre che occuparsi di politica.
La politica non è una piacevole cosa.
Però la libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che io auguro a voi, giovani, di non sentire mai, e vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni perché questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, dando il proprio contributo alla vita politica. La costituzione, vedete, è l’affermazione scritta in questi articoli, che dal punto di vista letterario non sono belli, ma è l’affermazione solenne della solidarietà sociale, della solidarietà umana, della sorte comune, che se va a fondo, va a fondo per tutti questo bastimento.
È la carta della propria libertà, la carta per ciascuno di noi della propria dignità di uomo. Io mi ricordo le prime elezioni dopo la caduta del fascismo, il 2 giugno 1946, questo popolo che da venticinque anni non aveva goduto le libertà civili e politiche, la prima volta che andò a votare dopo un periodo di orrori- il caos, la guerra civile, le lotte le guerre, gli incendi. Ricordo- io ero a Firenze, lo stesso è capitato qui- queste file di gente disciplinata davanti alle sezioni, disciplinata e lieta perché avevano la sensazione di aver ritrovato la propria dignità, questo dare il voto, questo portare la propria opinione per contribuire a creare questa opinione della comunità, questo essere padroni di noi, del proprio paese, del nostro paese, della nostra patria, della nostra terra, disporre noi delle nostre sorti, delle sorti del nostro paese.
Quindi, voi giovani alla costituzione dovete dare il vostro spirito, la vostra gioventù, farla vivere, sentirla come cosa vostra, metterci dentro il senso civico, la coscienza civica, rendersi conto- questa è una delle gioie della vita- rendersi conto che ognuno di noi nel mondo non è solo, che siamo in più, che siamo parte di un tutto, nei limiti dell’Italia e nel mondo.
Tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre glorie son tutti sfociati in questi articoli. E a sapere intendere, dietro questi articoli ci si sentono delle voci lontane.
dell’art. 52, io leggo, a proposito delle forze armate,” l’ordinamento delle forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica” esercito di popolo, ma questo è Garibaldi
Quanto sangue e quanto dolore per arrivare a questa costituzione!
Dietro a ogni articolo di questa costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi, caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa carta.
Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, questo è un testamento, un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati.
Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra costituzione”.
Ci sentiamo dunque calpestati nella dignità non solo di servitori dello stato ma anche da cittadini della Repubblica italiana, bastavano delle piccole limitazioni legittime come “il divieto di scioperare e il trattare argomenti attinenti al servizio”, per il resto si poteva estendere a tutti i militari una legge equa a quella dei colleghi della Polizia di Stato in tema di diritti sindacali.
Difenderemo con ogni mezzo consentito dalla legge i nostri diritti ma soprattutto i principi della nostra costituzione rinnegando una proposta di legge sindacale di tipo corporativo similare a quella dei sindacati “fascisti”.

Evviva l’Italia!
Evviva la Repubblica!
Evviva la Costituzione!
Evviva l’Esercito!

Associazione Sindacale
LIBERA RAPPRESENTANZA DEI MILITARI
sindacatolrm@gmail.com

Palermo
30/05/2020

I Cofondatori

Sig. Girolamo Foti
Cav. Sandro Frattalemi
Dott. Marco Votano

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Ministero della Salute, studio sui possibili scenari dell’epidemia

Ministero della Salute: analisi e studio alla base degli interventi sull’emergenza

Durante i lavori della task force sul nuovo coronavirus, istituita al Ministero della Salute il 22 gennaio, è emersa la necessità di elaborare, a cura della Direzione Programmazione del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’INMI Spallanzani, uno studio sui possibili scenari dell’epidemia e dell’impatto sul Sistema sanitario nazionale, identificando una serie di eventuali azioni da attivare in relazione allo sviluppo degli scenari epidemici, al fine di contenerne gli effetti.

Il 12 febbraio, la prima versione di questa analisi, successivamente aggiornata fino al 4 marzo, è stata presentata al Comitato Tecnico-Scientifico per il necessario approfondimento. In quella fase tutti i lavori del Comitato Tecnico-Scientifico si sono svolti in forma riservata.

Va ricordato che ancora il 14 febbraio l’ECDC, l’Agenzia dell’Unione Europea per la prevenzione e il controllo delle malattie, in un suo documento ufficiale, dava come “bassa” la possibilità di diffusione del contagio in Europa. E in quel momento i contagi in Italia erano 3, tutti importati dalla Cina, e i casi in Europa erano 46. Questo lavoro di studio e approfondimento ha poi contribuito alla definizione delle misure e dei provvedimenti adottati a partire dal 21 febbraio, dopo la scoperta dei primi focolai italiani.

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Non si ferma “Green School, rete lombarda per lo sviluppo sostenibile”

Nonostante l’emergenza coronavirus, non si ferma “Green School, rete lombarda per lo sviluppo sostenibile”, il progetto ideato dalla Provincia di Varese e finanziato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, che, dal 2009, supporta e promuove le scuole si distinguono per le iniziative educative a salvaguardia dell’ambiente.

“Le attività non si fermano, anzi continuano con modalità alternative per garantire in ogni caso la conclusione del progetto anche per quest’anno così anomalo. Stiamo inoltre studiando delle modalità innovative che permettano di sviluppare l’edizione Green School 2020/2021”, afferma il consigliere delegato all’Ambiente Simone Longhini, che ricorda anche che “da quest’anno, visto il successo delle passate edizioni, il progetto ha acquisito una importante dimensione regionale coinvolgendo una rete di oltre 400 scuole e ottenendo il sostegno e la collaborazione di diversi soggetti istituzionali e associazioni di tutta la Lombardia”.

Oltre a un evento di formazione online per insegnanti sul tema dei rifiuti, da domani, 15 aprile, prenderà il via la campagna #GreenSchooldaCasa che inviterà i docenti e gli studenti delle Green School di tutte le province lombarde a presentare sulle pagine dei social network (FB e Instagram) video e foto di buone pratiche ambientali che si stanno svolgendo nelle abitazioni. Uno degli obiettivi del progetto è proprio quello di coinvolgere le famiglie in un percorso di consapevolezza ecologica: anche in casa si può fare la differenza, ora più che mai, prendendosi cura dell’ambiente con piccoli gesti quotidiani.

Il coordinamento del progetto invita gli insegnanti a ricordare agli alunni le tematiche di Green School e le buone pratiche già approfondite a scuola: “potete chiedere loro come “compito” di raccontarvi in modo creativo qualche comportamento, buona pratica o abitudine sostenibile che adottano in casa. Condividete con noi le vostre e le loro buone pratiche di sostenibilità, coinvolgendo, se riuscite, anche i collaboratori scolastici. La comunicazione e il coinvolgimento degli attori esterni è uno degli obiettivi del progetto, e come tale sarà considerato nel momento dell’assegnazione del punteggio per il riconoscimento Green School della vostra scuola.”.

Per partecipare è necessario postare una foto o un breve video (max. 60 secondi) su Facebook o Instagram, usando l’hashtag #greenschooldacasa, taggando su Fb il profilo Progetto Green School e su instagram la pagina @progettogreenschool, e scrivendo il nome della scuola di appartenenza.
Si possono pubblicare contenuti con i profili delle scuole, degli insegnanti, dei collaboratori scolastici o possono postare direttamente gli studenti e le loro famiglie (genitori, fratelli e sorelle, ecc.).
Ogni giorno, a partire dal 15 aprile, Green School riposterà una delle buone pratiche pubblicate da studenti, famiglie, insegnanti e collaboratori: #greenschooldacasa permetterà di restare uniti in questo momento difficile e di combatterlo con creatività ed energie positive.

A questo link trovate un decalogo con qualche suggerimento per azioni sostenibili da realizzare in casa.

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Coronavirus, il Piemonte ricorda con bandiere a mezz’asta e un minuto di silenzio.  

Anche la Regione Piemonte ha reso omaggio alle vittime dell’epidemia coronavirus, bandiere a mezz’asta e un minuto di silenzio.

 

Torino -31-03-2020- Oggi il Consiglio regionale piemontese riunito in teleconferenza ha aderito alla giornata nazionale di cordoglio per ricordare i morti da Covid-19.

“Doverso accettare l’invito a questo momento di raccoglimento – commenta per il gruppo regionale Lega Salvini il presidente Alberrto Preioni – oggi come non mai nelle istituzioni di tutti i livelli dobbiamo ribadire che siamo un corpo unico e martoriato, a cui rendere omaggio per trovare poi la forza per ripartire.

In questo minuto simbolico abbiamo abbracciato il nostro Paese, ricordando i nostri morti, onorando l’impegno e il sacrificio dei nostri operatori sanitari, delle forze dell’ordine e di tutti quelli che si trovano in prima linea al servizio della comunità, in un abbraccio virtuale ma non per questo meno vigoroso”.

Così in una nota il Presidente della Lega Salvini Piemonte, Alberto Preioni.

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Covid 19, “scudo” per i datori di lavoro del Comparto sicurezza e Difesa

Covid 19, “scudo” per i datori di lavoro del Comparto sicurezza e Difesa, Fsp scrive a Ministro, Capo e Parlamento: “Vergogna. Operatori chiamati a esporsi senza tutele, e i vertici si lavano le mani per eventuali conseguenze”  

 

“Gli operatori in divisa sono chiamati a esporsi in prima persona ai danni alla salute per il coronavirus e le violenze che presto esso scatenerà, non ricevono le tutele necessarie, e adesso i loro vertici vogliono lavarsi le mani di ogni eventuale danno che potranno subire, e che evidentemente non è una remota possibilità. Ai tempi dell’emergenza, in cui non si fa che ribadire che solidarietà e sostegno reciproco sono indispensabili, ecco cosa accade al personale in divisa. Noi offriamo tutto il sostegno possibile alla popolazione, né potremmo mai tirarci indietro davanti ai nostri doveri. Le Istituzioni ci rispondono: bravi, ma se vi ammalate, rimanete feriti o morite, in questo periodaccio sono problemi solo vostri. E’ una vergona”.

Lo afferma Valter Mazzetti, Segretario Generale della Federazione Fsp Polizia di Stato, che ha scritto al ministro Luciana Lamorgese, al capo della Polizia, Franco Gabrielli, e ai gruppi parlamentari, dopo la decisione della IV Commissione Difesa del Senato che, nell’ambito dei lavori per la conversione in legge del d.l. 17 marzo 2020, nr. 18, ha approvato un emendamento con il quale, in pratica, si concede l’immunità in sede civile e penale al datore di lavoro, dirigente e preposto appartenenti alle amministrazioni del “Comparto Sicurezza e Difesa”, per la durata dello stato di emergenza epidemiologica da Covid19.

“Da quando è iniziata questa drammatica emergenza – afferma Mazzetti -, abbiamo sentito più che mai il senso di responsabilità anche di fronte a tutti i pesanti aggravi del già delicatissimo lavoro dei poliziotti, nonché al fatto che i materiali e le altre attività di prevenzione per loro sono scarsi e inadeguati. Ma il vergognoso passo compiuto adesso in direzione di uno ‘scudo penale e civile’ che tuteli i datori di lavoro degli appartenenti al Comparto sicurezza e difesa non possiamo accettarlo. Pretendiamo che l’emendamento approvato venga cassato. Questo intollerabile ‘armiamoci e partite’ è un’offesa a migliaia di donne e uomini che stanno rischiando la salute e la vita propria e delle loro famiglie. C’è un limite di decenza oltre il quale non si può e non si deve andare”.

Agli Organi di informazione con gentile richiesta di diffusione

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“La Polizia di Stato è un Corpo unitario, e come tale deve essere gestito

Covid19, Fsp Polizia a Lamorgese: “Ministero si renda indipendente per la prevenzione nel rispetto dell’unitarietà del Corpo. Effettui i tamponi autonomamente”

 

“La Polizia di Stato è un Corpo unitario, e come tale deve essere gestito, anche in questo momento di emergenza. Il Ministero deve dotarsi di propri strumenti per la prevenzione e la tutela della salute dei propri operatori, senza aggravi per i mezzi a disposizione della popolazione, ma garantendo comunque al proprio personale, tutto, le contromisure necessarie per affrontare la pandemia. L’effettuazione dei tamponi ai poliziotti deve essere svolta dal ministero autonomamente, come le altre cautele connesse ad impedire la diffusione del Covid 19, la sanificazione degli uffici e dei mezzi della Polizia di Stato, e il reperimento dei sussidi necessari devono far capo a mezzi propri del ministero dell’Interno, che deve essere svincolato dalle sensibilità e dalle possibilità degli enti locali sul territorio. Il servizio svolto dagli operatori della Polizia di Stato è indispensabile, così come il fatto che essi lavorino in buona salute e potendo contare sulla tutela necessaria. Ci rivolgiamo al ministro Lamorgese, perché è un dovere imprescindibile del Ministero cui il Corpo fa capo di garantire il medesimo trattamento, al massimo della tutela possibile, per tutti quelli che ne fanno parte e che lavorano senza sosta per il bene della collettività”.

Così Valter Mazzetti, Segretario Generale dell’Fsp Polizia di Stato, a proposito dell’emergenza Covid19.

Agli Organi di informazione con gentile richiesta di diffusione

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