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“Coronavirus, anno nero per trasporto aereo, previsto – 4,5% della domanda”

L’analisi del Prof. Federico De Andreis dell’Unifortunato

L’epidemia da nuovo coronavirus potrebbe causare un calo complessivo nella domanda globale del trasporto aereo del 4,7%, che azzererebbe la crescita prevista per il 2020 e causerebbe 29,3 miliardi di dollari di mancate entrate dal traffico passeggeri mondiale. Lo indica l’analisi messa a punto dal Prof. Federico De Andreis, che insegna fondamenti di qualità e sicurezza al corso di Laurea in Scienze e Tecnologie dei Trasporti all’Università Giustino Fortunato di Benevento, basata sui dati dell’Associazione Internazionale del Trasporto Aereo (IATA).

Sono queste le principali conseguenze dell’epidemia del coronavirus sull’industria aerea a livello globale, anche se per ora – rileva De Andreis – sono principalmente i vettori asiatici ad essere quelli maggiormente colpiti nonostante che l’espandersi del virus stia avendo delle conseguenze su tutte le compagnie aeree a livello internazionale”.   I vettori infatti stanno prendendo decisioni difficili per “ridurre la capacità e, in alcuni casi, le rotte e anche se il conseguente e previsto calo dei costi del carburante contribuirà a compensare parte delle entrate perse, sarà comunque un anno molto difficile per il trasporto aereo”.

In particolare, prosegue il professore, l’IATA afferma che una prima valutazione dell’impatto del Covid-19 mostra una potenziale perdita del -13% dell’intero anno della domanda di passeggeri per le compagnie aeree dell’Asia e del Pacifico. Con una crescita prevista del +4,8%, l’impatto netto sarà un calo dell’intero anno del -8,2% rispetto ai livelli della domanda del 2019. Questo equivale a una perdita di 27,8 miliardi di dollari nel 2020 per i vettori della regione, la maggior parte dei quali sarebbe a carico dei vettori cinesi, con 12,8 miliardi persi nel solo mercato interno cinese. Si prevede che le compagnie aeree al di fuori dell’Asia-Pacifico subiranno una perdita di entrate di 1,5 miliardi di dollari.

Secondo l’esperto “le più recenti stime della IATA erano però strettamente connesse al mercato cinese, ora che l’area di attenzione si è spostata verso l’Europa, le stime devono cambiare. Ne risente il mercato del trasporto aereo italiano, già profondamente colpito in questo 2020 dalla messa a terra di compagnie come ERNEST e AIRITALY, o dalla ancora traballante situazione di ALITALIA, condizione che insieme al Coronavirus porta con sé numerose aziende legate all’indotto del traffico aereo”.

Per fermare la diffusione del virus le compagnie aeree stanno seguendo le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e di altre autorità sanitarie pubbliche per mantenere i passeggeri al sicuro e il mondo connesso, ma i tempi stanno diventando molto difficili per l’industria globale del trasporto aereo e di conseguenza del turismo. Il blocco dei voli provenienti dall’Italia in Giordania, Kuwait, Seychelles, Mauritius, Israele e Madasgascar si affianca infatti agli inviti di paesi come Usa, Russia e India a non viaggiare verso il nostro paese e alla cancellazione dei singoli, quindi degli annullamenti di viaggi.

Per De Andreis, “si pone quindi un problema di percezione del rischio che è un processo soggettivo che si discosta dalla valutazione oggettiva del rischio, basata su calcoli matematico-statistici e non sulle capacità percettive.  In poche parole, capita che le persone – come in questo caso – a volte temano delle attività che non sono in realtà pericolose e non temano, invece, delle attività che potrebbero avere conseguenze molto drammatiche”. Di conseguenza diventa “necessario agire non soltanto sul contenimento della diffusione del virus, ma su altri due livelli, ovvero prevedere delle misure di sostegno a tutte quelle aziende che stanno subendo forti conseguenze di natura economica negli ultimi giorni a causa dell’epidemia e  intervenire sulla percezione del rischio da parte degli individui, attraverso la diffusione di informazioni sempre più reali e concreate,  riavvicinando la percezione del rischio soggettivo alla realtà del rischio oggettivo, per mitigare le conseguenze sul comparto del trasporto aereo e turistico”.

***

 

Profilo

L’Università Giustino Fortunato (www.unifortunato.eu), riconosciuta dal Miur e promossa dall’Anvur, è stata istituita con D.M. 13 aprile 2006 (G.U. del 6 maggio 2006, n.104) e oggi, con tre aree di attività – didattica, ricerca e terza missione – è tra le più qualificate e autorevoli università telematiche italiane.

Con sette corsi di laurea e curricula specifici triennali e specialistiche – da Economia aziendale a Giurisprudenza, Psicologia, Scienze dell’educazione e Scienze e tecnologie del trasporto – l’UniFortunato guarda al futuro, coniugando i saperi tradizionali con le più avanzate tecnologie e-learning, che permettono di studiare in modo flessibile e personalizzato con il materiale didattico disponibile online h24/7, grazie anche alla professionalità del corpo docente e degli e-tutor.

I percorsi formativi sono analoghi a quelli delle università tradizionali e i titoli di studio hanno il medesimo valore legale. Tre le sedi di esame: Benevento, Milano e Roma.

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ALITALIA: ONLIT, CON CIG 4 MILA ADDETTI PARTITA IN ANTICIPO LA BAD COMPANY

L’annuncio di 4 mila nuovi cassintegrati in Alitalia da parte dei commissari oltre che avere un costo enorme segna la partenza in anticipo dell’azione di pulizia e di assorbimento dei costi della annunciata bad company da parte del Ministro Stefano Patuanelli e di spezzettamento dell’azienda per portarla finalmente in vendita. L’ammortizzatore di extra lusso ha accompagnato e di fatto reso possibile la lunga crisi aziendale, coinvolgendo decine di migliaia di addetti. Un peso e due misure, visto che ai lavoratori di Air Italy non spetterebbe la cig se non viene emanato un decreto ad hoc dal Governo. Si apre così un nuovo capitolo di un’agonia della ex compagnia di bandiera durata venti anni grazie alla irresponsabilità della politica, che ha trascinato nel baratro tutto il settore aereo. Un sistema che ha distrutto ricchezza grazie alla complicità del consociativismo sindacale e alla frammentazione aeroportuale (con il record di 39 aeroporti nel Paese) mentre in tutta europa il comparto ne produceva. Dario Balotta presidente ONLIT (OSSERVATORIO NAZIONALE LIBERALIZZAZIONI INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

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Il Campus 2020 del Circolo Sestese: una certezza!

 

Socializzazione, apprendimento, inclusione, divertimento: sono gli elementi-cardine sui quali si basa l’ormai consolidata realtà del Campus Sestese, che si ripropone per la prossima estate come ‘avventura privilegiata di crescita’.

“Dal 1997” spiega il presidente del Circolo Sestese Alberto Quaglini “la nostra associazione promuove il Campus avvalendosi di prestigiose collaborazioni, come quella ultraventennale dell’ASD Mago Libero e la più recente partnership degli Amici di Tommy e Cecilia Onlus”.

Quaglini – nel corso della conferenza stampa tenutasi a Sesto Calende per illustrare finalità e programmi dell’edizione 2020 – precisa: “vogliamo soprattutto fare chiarezza e rassicurare: le nostre attività sono confermate, anche se ci sono ancora alcune incognite legate alle sedi utilizzabili. Ma l’Amministrazione Comunale ci ha garantito che anche il Parco Europa sarà concesso al nostro Circolo per svolgere le attività formative e ludiche. 

“Attendiamo di eseguire un sopralluogo” aggiunge la presidentessa di ASD Mago Libero Valeria Spinelli “per programmare i corsi insieme ai nostri soci: una trentina di giovani fra i 19 e i 30 anni che mettono a disposizione dei ragazzi ogni anno le proprie competenze sportive e artistiche”.

L’obiettivo del Campus è ben spiegato dal presidente Quaglini: “condividere passioni e sensibilità e suscitare, attraverso stimoli concreti, curiosità nelle giovani generazioni.

E, ancora, motivare i ragazzi, sollecitare in loro delle domande sui temi sociali, abituarli a discutere su questioni che li coinvolgono.

Per favorire questo abbiamo introdotto anche la disciplina del ‘debate’, ossia il dibattito fra loro”.

Questa è una delle novità della prossima edizione.

Ma ce ne sono altre: a cominciare dalla collaborazione con l’Atelier Luigi Bassetti e l’introduzione della robotica; un ambito molto intrigante per i giovanissimi.

Una terza novità riguarda l’ampliamento delle attività sportive e l’introduzione del Baskin (un basket giocato sia da giocatori disabili sia normodotati) per favorire l’inclusione sociale anche dei bambini diversamente abili.

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Security Point, organizzato dalla Polizia Locale di Ferno

Ferno – prende il via il servizio di Security Point, organizzato dalla Polizia Locale.

Nella mattinata di Sabato 22 febbraio 2020 in piazza Dante a Ferno ha avuto inizio il servizio di Security Point messo in atto dal Comando di Polizia Locale dell’Unione dei Comuni di Lonate Pozzolo e Ferno. L’attività si è svolta utilizzando il nuovo Ufficio Mobile, di recente acquisizione del Comando, modernamente attrezzato per tutte le esigenze istituzionali.

Il Comandante del Corpo di Polizia Locale dott. Emanuele Mattei ed alcuni agenti, si sono messi a disposizione dei numerosi cittadini, come punto di ascolto nell’ottica di un percorso di reciproca collaborazione, ascoltando direttamente e personalmente le segnalazioni dei cittadini che hanno fatto presente alcuni disagi legati alla sosta selvaggia delle auto nel centro abitato, segnalando alcuni danneggiamenti dell’arredo urbano, lamentando l’irregolare conferimento dei rifiuti che, nonostante la costante opera di monitoraggio effettuata con alcune foto trappole, purtroppo continua.

Sul posto era presente, oltre al Comandante Mattei che ha voluto personalmente ricevere le segnalazioni per meglio comprendere le esigenze della comunità, anche il l’Assessore alla Sicurezza dell’Unione e Sindaco di Ferno Filippo Gesualdi soddisfatto per l’interesse manifestato da parte dei suoi concittadini per l’iniziativa.

“L’auspicio – ha dichiarato il Sindaco – è che questo servizio, che mi piace definire una sorta di “polizia di prossimità”, avvicini sempre di più i cittadini alle istituzioni affinché l’attività della Polizia Locale possa essere percepita non solo come un momento di repressione di comportamenti sanzionabili, ma soprattutto, e lo voglio sottolineare, come un servizio di prevenzione, di ascolto e di vicinanza alla cittadinanza”.

L’attività di Security Point sarà replicata periodicamente anche in altre zone del paese, come l’area mercato o il parco comunale.

L’esperienza sarà prevista a breve anche nell’altro comune dell’Unione, Lonate Pozzolo.

 

Nella mattinata di Sabato 22 febbraio 2020 in piazza Dante a Ferno ha avuto inizio il servizio di Security Point messo in atto dal Comando di Polizia Locale dell’Unione dei Comuni di Lonate Pozzolo e Ferno. L’attività si è svolta utilizzando il nuovo Ufficio Mobile, di recente acquisizione del Comando, modernamente attrezzato per tutte le esigenze istituzionali.

Il Comandante del Corpo di Polizia Locale dott. Emanuele Mattei ed alcuni agenti, si sono messi a disposizione dei numerosi cittadini, come punto di ascolto nell’ottica di un percorso di reciproca collaborazione, ascoltando direttamente e personalmente le segnalazioni dei cittadini che hanno fatto presente alcuni disagi legati alla sosta selvaggia delle auto nel centro abitato, segnalando alcuni danneggiamenti dell’arredo urbano, lamentando l’irregolare conferimento dei rifiuti che, nonostante la costante opera di monitoraggio effettuata con alcune foto trappole, purtroppo continua.

Sul posto era presente, oltre al Comandante Mattei che ha voluto personalmente ricevere le segnalazioni per meglio comprendere le esigenze della comunità, anche il l’Assessore alla Sicurezza dell’Unione e Sindaco di Ferno Filippo Gesualdi soddisfatto per l’interesse manifestato da parte dei suoi concittadini per l’iniziativa.

“L’auspicio – ha dichiarato il Sindaco – è che questo servizio, che mi piace definire una sorta di “polizia di prossimità”, avvicini sempre di più i cittadini alle istituzioni affinché l’attività della Polizia Locale possa essere percepita non solo come un momento di repressione di comportamenti sanzionabili, ma soprattutto, e lo voglio sottolineare, come un servizio di prevenzione, di ascolto e di vicinanza alla cittadinanza”.

L’attività di Security Point sarà replicata periodicamente anche in altre zone del paese, come l’area mercato o il parco comunale.

L’esperienza sarà prevista a breve anche nell’altro comune dell’Unione, Lonate Pozzolo.

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Vergiate Villaggio del fanciullo

Domenica 23 Febbraio commemorato Padre Cerri

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Celebrazione della giornata del Ricordo per le vittime delle Foibe a Cassano Magnago

Nella mattinata odierna si è tenuto il consueto cerimoniale di commemorazione dei Martiri delle Foibe d’Istria, Dalmazia e Fiume, attraverso la processione che dall’entrata del cimitero è arrivata fino alla targa del ricordo.

Presenti i rappresentanti della maggioranza, delle forze politiche d’opposizione, i neo eletti del consiglio comunale dei ragazzi, la polizia locale, le delegazioni delle forze armate e delle associazioni e numerosi di cittadini.

Il Sindaco Nicola Poliseno ha tenuto un intenso ed appassionante discorso, che riportiamo integralmente, dove ha toccato i temi del ricordo delle barbarie dei totalitarismi del 900, della necessità che i giovani trovino la necessaria curiosità, per approfondire quei temi che non vengono trattati dai media e dell’impegno di tutti i cittadini nel tramandare la memoria della storia.

Al termine del discorso il Sindaco ha regalato ai membri del consiglio comunale dei ragazzi il libro di Gianpaolo Pansa “Il sangue dei vinti”, invitandoli alla lettura.

Prima di uscire dal cimitero le forze armate hanno reso omaggio a tutti i morti, abbassando la bandiera e lambendo tutti i lati del perimetro della struttura.

È seguita la funzione religiosa che ha concluso così la giornata dedicata alla Memoria.

Discorso del Sindaco Nicola Poliseno:

“Quella di oggi è la nostra quattordicesima commemorazione. Il 10 febbraio 2007, dopo una mozione del Consiglio Comunale, è stata posata la targa a cui questa mattina ci rivolgiamo e rinnoviamo nuovamente l’originario desiderio di porre termine a ogni residua “congiura del silenzio” e a ogni forma di rimozione diplomatica o di ingiustificabile dimenticanza rispetto a così tragiche esperienze.

Celebrare il giorno del ricordo significa rivivere una grande tragedia italiana, vissuta tra la II guerra mondiale e l’inizio della guerra fredda. Un capitolo totalmente buio della storia nazionale ed internazionale, che causò sofferenza e spargimento di sangue innocente. Mentre sul territorio italiano la conclusione del conflitto tra i nazifascisti sanciva la fine dell’oppressione e il graduale ritorno alla libertà e alla democrazia, un nuovo destino di sofferenza attendeva gli italiani nelle zone occupate dalle truppe slave.

Tanti innocenti colpevoli solo di essere italiani e di essere visti come un ostacolo al disegno di conquista territoriale e di egemonia rivoluzionaria del comunismo titoista. Impiegati, militari, sacerdoti, donne, insegnanti, partigiani, antifascisti, persino militanti comunisti conclusero tragicamente la loro esistenza nei durissimi campi di detenzione, uccisi attraverso esecuzioni sommarie o addirittura gettati, vivi o morti, nelle profondità delle Foibe. Il novecento è stato un secolo segnato da enormi orrori e si arricchiva così del termine “Infoibato”.

C’è poco da fare, in una fase storica come quella presente, in cui il ruolo della memoria può contare sempre meno sull’apporto di testimoni delle cose che si vogliono ricordare, la nostra coscienza nazionale deve fare un passo in avanti e tocca a noi, alle istituzioni scolastiche, alla politica, ai media, alle persone di cultura.

Facciamo tesoro del passato per costruire un futuro dove la violenza, l’odio, siano solamente un doloroso ricordo. Lo dobbiamo a noi stessi, all’Italia ma soprattutto ai giovani verso i quali abbiamo il compito di trasmettere la conoscenza della storia, seppur per certi periodi dura e terrificante, affinché si continui a mantenere la memoria facendosi loro stessi testimoni e crescano nel rispetto assoluto ed incondizionato della dignità umana.

Il lavoro della memoria non ammette neppure leggere distrazioni ma chiede a tutti noi la massima coerenza per essere sentito e vissuto ogni giorno. Se il ricordo sarà una guida dei nostri comportamenti, vuol dire che avremo compreso le atrocità di quanto accaduto. La verità è dolorosa, ma ci consente di ripartire, di ricominciare per costruire un futuro in nome della democrazia e della libertà, e anche ricordare il dramma delle Foibe può aiutarci a non perdere la strada. La strada della convivenza pacifica e del riconoscimento del valore delle differenze e del rispetto dell’altro.

Solo divulgando i riferimenti appena richiamati ed investendo tutti nel loro contenuto che, come il sottoscritto, continuano a pensare ad una dimensione della vita nella quale l’aspirazione all’uguaglianza delle opportunità e al governo sociale della produzione di ricchezza, continueranno ad avere piena legittimità, solo così i contenuti della giornata del Ricordo potranno essere affrontati con la dolorosa consapevolezza che essi ci riguardano.

Il ricordo, oggi, è per me un dovere come Sindaco, ma prima di tutto come uomo, padre, compagno di viaggio di questi ragazzi e come cittadino italiano; è un monito per tutti noi perché siamo tenuti ad impedire che l’ignoranza e l’indifferenza abbiano la prevalenza e perché tali orrori non si ripetano mai più e restino un ammonimento perenne contro ogni persecuzione e offesa alla dignità umana.

Lo dobbiamo insieme ritenere un dovere nei confronti dei sopravvissuti, dei familiari delle vittime e dei rappresentanti delle associazioni che coltivano la memoria di quella tragedia.”

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Coronavirus, Fsi-Usae Sicilia: “Nessun allarmismo ma massima attenzione

Coronavirus, Fsi-Usae Sicilia: “Nessun allarmismo ma massima attenzione per personale ospedaliero, del 118, delle forze dell’ordine e degli aeroporti”

PALERMO – La  diffusione  in  tutto  il  mondo  del  nuovo ed aggressivo virus, partito dalla Cina, preoccupa tutto il personale che svolge i servizi per affrontare ogni situazione. Il possibile rischio di contagio ha fatto scattare un allarme generale. In particolare, negli ospedali delle città provviste di aeroporto il rischio riguarda medici, infermieri, operatori socio-sanitari, autisti di ambulanza, forze dell’ordine e personale aeroportuale, che spesso nelle operazioni di soccorso non sono cautelati a sufficienza.

“In ambito sanitario – spiega Coniglio segretario regionale del sindacato Fsi-Usae Federazione Sindacati Indipendenti organizzazione costituente della confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei – per evitare contaminazioni è indispensabile utilizzare i dispositivi di protezione individuali, come indicato dalla normativa sulla sicurezza sul lavoro e nelle indicazioni del Ministero della Salute. Data la loro importanza, essi devono rispondere agli standard previsti dalla normativa europea. Per difendersi dalle minacce alla salute occorrono, quindi, dispositivi specifici, grembiuli speciali e occhiali di protezione, maschere facciali o semi-maschere con filtro, ecc. Per questi motivi il sindacato ha chiesto alle istituzioni coinvolte nel sistema di prevenzione di intervenire subito a potenziare ogni azione per tutelare il personale, mediante una formazione dedicata ai rischi specifici e all’uso dei dispositivi.

Calogero Coniglio, si dice “fortemente preoccupato” per la salute degli operatori e dei cittadini siciliani. Regione, aziende sanitarie, ospedaliere, aeroporti e Comuni devono mettere in campo tutti i controlli necessari per tutelare la salute degli operatori e dei siciliani. E’ necessario attivare un meccanismo di sorveglianza delle condizioni di salute di tutti i viaggiatori in arrivo – continua Coniglio – non solo negli aeroporti, ma anche negli ospedali, nei pronto soccorso dell’isola. Bisogna attrezzare i reparti ospedalieri di presidi, in particolare quelli specialistici come i reparti di malattie infettive, fornire i farmaci necessari. La Fsi-Usae chiede massima attenzione, adeguati gli interventi e le risorse messi in campo delle autorità regionali e locali a fronte del rischio diffusione del virus. La Fsi-Usae – conclude Coniglio – non vuole creare allarmismo, ma questi fatti confermano quanti eroi sono indispensabili in un’organizzazione che prevede la prevenzione, la gestione, la cura e la protezione dei cittadini”.

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Suicidi nella Polizia, numeri agghiaccianti, Fsp Polizia.

Suicidi, Fsp Polizia da Pescara dove si è tenuto un convegno sulla prevenzione del disagio: “Numeri agghiaccianti, necessarie prevenzione e strumenti specifici da adottare senza ulteriori ritardi burocratici”

“Oggi siamo a Pescara per l’ennesimo convegno voluto dalla Fsp in tema di prevenzione del disagio tra i poliziotti, purtroppo proprio a poche ore dal suicidio di un collega che ieri sera si è tolto la vita a Torino. E’ l’ottava tragica morte del genere dall’inizio dell’anno, otto vite stroncate in un mese nella sola Polizia di Stato, a fronte di 69 suicidi registrati nel 2019 fra tutti gli operatori in divisa. Sono numeri agghiaccianti che devono tassativamente imporre di attivarsi in ogni maniera possibile per far fronte a un fenomeno che cresce esponenzialmente. E’ indispensabile fare prevenzione”.





E’ quanto afferma Valter Mazzetti,


fsp polizia di stato

Segretario Generale dell’Fsp Polizia di Stato, da Pescara, dove questa mattina si è tenuto il convegno “Prevenzione del disagio tra gli operatori di Polizia. Nuove prospettive”, con esperti del settore, psicologi, psicoterapeuti, e il direttore tecnico superiore della Direzione centrale Sanità Polizia di Stato.

“Partecipiamo attivamente al tavolo tecnico per la prevenzione delle cause del disagio voluto dall’Amministrazione grazie al Capo della Polizia, Franco Gabrielli, a cui si deve il cambio culturale nell’affrontare la questione e non schivarla – aggiunge Mazzetti -. Un tavolo dove si lavora per fronteggiare problematiche che possono trovare in molti fattori legati al servizio una cassa di risonanza, quando non la principale causa, generando o aumentando disagi che possono sfociare nel dramma. E questo perché la tipologia, la durata e le modalità del servizio incidono concretamente sul contesto esistenziale, familiare e personale del poliziotto. Per intenderci, è troppo sbrigativo addebitare il suicidio di un poliziotto a un divorzio senza pensare che, magari, un rapporto si deteriora perché un poliziotto non riesce neppure a condividere la vita familiare a causa del lavoro. Prevenire vuole dire proprio rimuovere o limitare al massimo questi fattori di criticità, strettamente connessi alla specificità di questo lavoro. Ma è indispensabile fare rete. Gli strumenti e le proposte normative che vengono delineate, per prevenire il disagio dei poliziotti ma anche per consentire loro di affrontarlo senza remore, devono trovare immediata risposta dalla politica, eppure questioni così cruciali vengono rinviate di sei mesi in sei mesi senza che si riesca a concretizzare nulla. Non è ammissibile, la burocrazia deve essere azzerata di fronte a questo tema, il senso di umanità e di responsabilità lo impongono”.  





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SI LAVORA AL FREDDO AL CARREFOUR DI MALPENSA

Raccogliamo e facciamo nostra una lamentela dei dipendenti del Carrefour a Malpensa, al Terminal1

Il loro punto vendita che e’ apprezzato e lavora molto, si parla di almeno 500 panini al giorno, ha un problema che sembra irrisolvibile: il freddo.

I dipendenti si lamentano da tempo, della carenza di porte scorrevoli e/o altri accorgimenti, per evitare il freddo durante le ore di lavoro.

C’e’ un banco refrigerato per mantenere i cibi alle temperature di mantenimento corretto, l’altro per i salumi e i panini e come in tutti i supermercati, le temperature sono basse.

Aggiungiamo poi il freddo che entra dagli accessi e il quadro e’ completo.

Qualcuno va al lavoro con tre maglie, giubbotti e quant’altro, restando con le mani fredde a causa del freddo.

Possibile che non riesca a trovare una soluzione al freddo?

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Varese, incidente stradale nel comune di Cunardo

( F P )  i Vigili del Fuoco del distaccamento di Luino, sono intervenuti nel comune di Cunardo, per incidente stradale. Per cause ancora in fase di accertamento il conducente di un mezzo pesante ha perso il controllo del proprio veicolo ribaltandosi fuori dalla sede stradale. Gli operatori intervenuti con un’Autopompa e un’Autogru hanno messo in sicurezza il veicolo e estratto il guidatore, affidandolo poi alle cure del personale sanitario. Il recupero dell’automezzo sarà effettuato da un’azienda privata.


Varese: incidente in centro città