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Novara. Due misure cautelari e oltre trenta denunciati

La Polizia di Stato di Novara interrompe un strano giro di pratiche irregolari per l’ottenimento del permesso di soggiorno

La Polizia di Stato di Novara, nel corso del 2018, ha riscontrato anomalie su alcune istanze di rinnovo del permesso di soggiorno depositate da cittadini stranieri. In particolare, gli approfonditi accertamenti amministrativi, esperiti dall’Ufficio Immigrazione, hanno consentito di ipotizzare l’esistenza di un vero e proprio meccanismo fraudolento finalizzato a trarre in inganno la pubblica amministrazione, e volto all’emissione o al rinnovo dei titoli di soggiorno.

La susseguente attività d’indagine, esperita con il coordinamento della Procura della Repubblica di Novara e gli investigatori della Squadra Mobile di Novara, ha fatto emergere l’esistenza di un vero e proprio collaudato “sistema” che permetteva di eludere le normative sull’immigrazione: i cittadini stranieri, seguendo le direttive del titolare di una nota e compiacente “agenzia di pratiche per stranieri” ubicata in città, registravano delle ditte individuali con lo scopo di dimostrare la presenza di un reddito e un volume di affari, che avrebbero consentito di ottenere il titolo di soggiorno od il rinnovo dello stesso, pur in assenza dei requisiti.

La minuziosa attività investigativa ha permesso di accertare che, oltre trenta pratiche, erano viziate da varie irregolarità: i richiedenti, in realtà, non prestavano alcuna attività lavorativa, a differenza di quanto veniva dichiarato e documentato con la presentazione delle domande di rilascio o di rinnovo del permesso di soggiorno. In particolare, gli istanti, al fine di giustificare il loro volume d’affari, presentavano all’Ufficio Immigrazione delle fatture per delle operazioni inesistenti, e dei falsi bilanci predisposti, “ad hoc”, da un tributarista compiacente con l’agenzia di pratiche.

A seguito delle evidenze investigative, visto il numeroso materiale probatorio raccolto (sia documentale che informatico), la Procura della Repubblica di Novara richiedeva al Giudice per le Indagini di Preliminari l’emissione di una misura cautelare nei confronti dei due principali attori del meccanismo fraudolento.      L’Autorità Giudiziaria, in virtù della solidità, della pregnanza del quadro accusatorio, emetteva  nei confronti di B.M, cl.66, cittadino tunisino, titolare dell’agenzia di pratiche per stranieri, la misura cautelare degli arresti domiciliari, mentre nei confronti di R.M., cl.72, cittadino italiano, il tributarista connivente, e la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel Comune di residenza.

Gli esiti positivi di questa attività d’indagine dimostrano che l’efficienza e la celerità che, nel corso degli anni, ha determinato una notevole diminuzione dei tempi di rilascio e di rinnovo dei permessi di soggiorno da parte della Questura di Novara, non ha ridotto la vigilanza ed il controllo su tutte le pratiche degli istanti.  Le singole posizioni vengono minuziosamente analizzate e vagliate, al fine di verificare la presenza dei presupposti di legge per il rilascio o per il rinnovo del soggiorno sul territorio nazionale, con lo scopo di far rispettare la legalità da parte di tutti i cittadini. 

 

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Questura di Varese – Poliziotto di Quartiere – Ruba un paio di scarpe, in casa la Polizia scopre un deposito pieno di merce rubata.

Continua l’attività degli Agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Varese, finalizzata alla prevenzione e al contrasto del fenomeno dei reati predatori all’interno degli esercizi commerciali della città. Questa volta la richiesta di intervento è arrivata da parte della responsabile del negozio “Scarpe&Scarpe”, sito all’interno del centro commerciale “Le Corti”. Veniva riferito che un soggetto, poco prima, era fuggito dal negozio, portando con sé un paio di scarpe griffate e probabilmente altra merce occultata sotto gli indumenti e che, nonostante il tentativo di inseguimento posto in essere dalla titolare del negozio, il ladro riusciva a dileguarsi, facendo perdere le proprie tracce. Giunti sul posto e raccolta una descrizione del possibile autore del furto, i Poliziotti si mettevano immediatamente sulle sue tracce e poco dopo riuscivano a rintracciarlo nei pressi della sua abitazione, con indosso proprio le scarpe appena rubate. Ma i guai per l’uomo non fin finivano qui. Gli Agenti della Questura, infatti, al fine di rintracciare l’eventuale altra refurtiva appena asportata, decidevano di estendere la perquisizione anche presso l’abitazione del soggetto, un piccolo appartamento, all’interno del quale veniva scoperto un vero e proprio bazar di merce di dubbia provenienza e che il fermato non riusciva a dare una spiegazione. Numerosi gli oggetti sequestrati, molti dei quali con ancora affisso il cartellino del prezzo e l’etichetta commerciale: capi di abbigliamento griffati, cinture, borselli e tracolle in pelle, un computer e un cellulare Iphone di ultima generazione, macchinette per il caffè e altra oggettistica ed elettronica di consumo, oltre a 8.500 euro in contanti, dei quali l’uomo non ha saputo fornire alcuna giustificazione. Gli investigatori stanno adesso cercando di risalire ai legittimi proprietari degli oggetti sequestrati, il cui valore, da una prima, approssimativa, stima ammonterebbe ad alcune migliaia di euro. L’uomo, di origine albanese, dovrà rispondere dei reati di furto aggravato e ricettazione. Un’altra importante attività dei Poliziotti di Quartiere della Questura di Varese, simbolo della “polizia di prossimità” e di un modello di governo della sicurezza nelle città, in grado di favorire la vivibilità del contesto urbano e di stabilire un rapporto fiduciario con il cittadino, in grado di fornire immediate e qualificate risposte alle loro necessità.