Categorie
Cronaca

Milano, Processo Comportamentale dell’AARBA per il contenimento del coronavirus

Da una settimana il nostro Paese è entrato nella cosiddetta Fase 2, che permetterà di riprendere gradualmente le attività economiche e sociali con l’obiettivo di recuperare in assoluta sicurezza le nostre abitudini precedenti all’emergenza sanitaria.

Presentiamo gli studi eseguiti dalla Società Scientifica AARBA che vogliono portare un valore aggiunto alle recenti Delibere Governative, introducendo delle azioni e delle routine atte a migliorare i comportamenti individuali sui luoghi di lavoro e nella vita quotidiana, che risulta il metodo più vincente nel lungo periodo, per debellare la ripresa dei contagi.

La gestione dell’emergenza da COVID-19 ha, da un punto di vista scientifico ed evidence-based, solo due soluzioni: Farmacologica (oggi non disponibile) o Comportamentale (oggi esistente e ampiamente sperimentata negli ultimi 15 anni, anche in Italia nelle più importanti Imprese private e dello Stato)

Partendo dal protocollo di elezione per la gestione dei comportamenti (BBS), i ricercatori ed esperti dell’AARBA hanno messo a punto una versione standardizzata del processo che risponde alle esigenze di operare nelle Imprese (e nelle strutture sanitarie) che devono continuare l’attività, con altissimi rischi di perpetuare la diffusione del contagio da COVID-19.

L’adozione di tale processo operativo consente a queste imprese di operare con una riduzione del numero di contagi realisticamente nell’ordine del 70-90%.

Nel processo e nel protocollo specifico per COVID-19 il peso delle azioni da compiere è stato drasticamente ridotto: pochi minuti, 2 volte al giorno, in stabilimento (o in cantiere o

nei trasporti), con misure costanti dei comportamenti di prevenzione, seguiti da azioni di variazione delle azioni inadeguate, esclusivamente con supervisione on line da parte di personale specializzato dedicato da remoto.

L’adozione di tale protocollo, nella versione completa per le organizzazioni sanitarie, sarebbe di particolare facilità applicativa.

Si tratta infatti di applicare” operativamente l’unico metodo scientificamente collaudato e validato per ottenere nell’immediato il controllo della diffusione del virus, in attesa di farmaci specifici su larga scala, per consentire il mantenimento delle attività senza tuttavia interrompere i servizi essenziali.

Il protocollo governativo dice “cosa” fare per comportarsi in modo sicuro, il protocollo scientifico applicativo prescrive “come” sviluppare e garantire quei comportamenti, stabili e generalizzati nel tempo.

In tempi brevi (giorni o al massimo settimane) e soprattutto con esiti misurabili giornalmente su scala parametrica (frequenze, durate dei comportamenti rilevanti) in tutti i gruppi di lavoro.

In estrema sintesi il processo consiste nel redigere un elenco di comportamenti da monitorare attraverso delle checklist che andranno compilate ogni giorno (l’attività impiega circa 2 minuti) da parte dei preposti, o altri collaboratori interni di ogni realtà produttiva.

Dinanzi a comportamenti sbagliati si attueranno le correzioni adeguate a portare la persona ad operare correttamente, secondo gli standard prescritti.

Per garantire un impatto significativo alle nuove routine, si terranno delle riunioni settimanali di circa 12 minuti tra il responsabile del monitoraggio e i collaboratori del reparto o da coloro che segue, per dare e ricevere feedback.

Si dovrà effettuare una riunione mensile tra i dirigenti delle realtà produttive per valutare i risultati e coordinare le azioni correttive necessarie per garantire e mantenere i risultati previsti.

I dati rilevati andranno poi inseriti in un apposito programma che ne consenta l’analisi da remoto da parte di un Analista Comportamentale, che fornirà di volta in volta le specifiche per migliorare, consolidare o mantenere gli obiettivi prefissati da ogni realtà.

Per attuare il processo attraverso le mini-riunioni previste dal protocollo si analizzeranno le singole situazioni, per stilare un piano d’azione e per pianificare la sua esecuzione tra i Dirigenti delle Aziende e gli analisti del comportamento.

La messa a disposizione del protocollo deve passare attraverso il coordinamento e la supervisione delle nostre istituzioni (Ministeri dello Stato e Assessorati delle Regioni), per essere adottato efficacemente, con la rapidità richiesta e su larga scala.

Il Presidente dell’AARBA, Professor Fabio Tosolin ha dichiarato:

“L’attuale situazione ci ha messo davanti a due necessità in conflitto: evitare i contatti a rischio e continuare a lavorare con i relativi assembramenti di persone (vedi aziende ospedaliere e produttive di beni di prima necessità). Soddisfare entrambe le necessità è possibile.

Lo è solo ed esclusivamente adottando in maniera rigorosa il protocollo comportamentale, scientifico ed evidence-based della Behavior-Based Safety (B-BS). È questo il protocollo messo a punto da scienziati americani alla fine degli anni ’70 e adottato in migliaia di imprese e anche in strutture sanitarie, con esiti su cui concorda tutta la comunità scientifica di riferimento. Sono molti i lavoratori protetti da questo scudo scientifico anche in Italia, ma è indispensabile adottarlo su larga scala – anche perché il comportamento è l’unico DPI che… non costa – per evitare che il Coronavirus possa mietere vittime nella cosiddetta FASE 2 e quando probabilmente si riattiverà in autunno.”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *