Categorie
Cronaca

Italioti: che figura di palta….

Tutti i leoni da tastiera si sono precipitati a scaricare l’applicazione Immuni, ma qualcuno, forse senza occhiali o col dito troppo veloce ha invece cliccato su Immune System (una vecchia applicazione in rete dal 2015) e, inconsapevole (?) della propria cretinaggine, ha infestato la bacheca con una caterva di imbecillità.

L’applicazione, quella giusta, quella in italiano per tracciare i contagi ha raggiunto intanto un milione e mezzo di download diventando la prima nella classifica delle app più scaricate sia su iPhone che su Android.

Aprendo il negozio di Google e inserendo la parola  “immuni” si aprono una serie di opzioni la prima delle quali è quella giusta (c’è proprio scritto Ministero della salute) mentre al secondo posto c’è la vecchia applicazione Immune System – Wiki Kids Limited (un’applicazione didattica inglese che spiega come funziona il sistema immunitario) quindi a prima vista sembra impossibile fare confusione.

Purtroppo moltissimi dei nostri “Napalm 51” non hanno perso l’occasione di fare una figura di palta e, una volta scaricata l’applicazione sbagliata si sono scatenati al massacro dei poveri sviluppatori che sono quelli indiani della  Wiki Kids Limited, accusandoli di tutto e di più.

La vetrina dell’applicazione si riempie di incredibili supercazzole e il livello di analfabetismo funzionale degli italiani (chi legge il testo non riesce a capire di cosa si stia parlando), che secondo alcuni studi riguarda più del 30% degli utenti della rete e non solo, sale alle stelle.

Fortunatamente i “Napalm 51” che infestano la rete sono parzialmente bilanciati dai normodotati che hanno subito preso le difese dei malcapitati sviluppatori spiegando ai leoni da tastiera, in maniera più elementare possibile, che, come al solito, non avevano capito proprio niente.

 

Categorie
Cronaca

Coronavirus: chiudiamo la stalla quando i buoi sono scappati

Da ieri, l’app Immuni è diventata operativa in quattro Regioni, (Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia). L’applicazione che era disponibile e scaricabile dallo scorso 1° giugno su App Store e Play Store, dopo un breve periodo di controlli e verifiche, e dopo il via libera del Garante della privacy, parte sperimentalmente in quattro Regioni. 

 

Se tutto va bene, dal prossimo 15 giugno dovrebbe iniziare a essere operativa in tutto il Paese. 

L’applicazione per il tracciamento dei contatti, definita dal commissario straordinario per l’emergenza coronavirus, Domenico Arcuri, “una componente essenziale per questa fase”  è già stato scaricato da oltre due milioni di cittadini. 

Dopo tante polemiche, tra accuse di sessismo per le grafiche poco indovinate, problemi di compatibilità con alcuni “telefoni intelligenti” finalmente la fantastica app comincia, forse, a funzionare anche se, come direbbe mio nonno, “si chiude la stalla dopo che i buoi se ne sono andati”.

Arcuri, durante una trasmissione televisiva, ha precisato che “Non dobbiamo credere che questa emergenza sia finita: l’emergenza finirà solo quando verrà scoperto il vaccino e quando sarà prodotto in maniera sufficiente per rendere immuni tutti i cittadini che devono esserlo” e ha continuato sostenendo che “Se non ci comportiamo responsabilmente ci sarà una recrudescenza. Se invece lo saremo potrà esserci una qualche ulteriore recrudescenza, ma sarà contenuta”.

La macchina dello stato comincia a funzionare quando forse l’urgenza è finita, più o meno come il mega ospedale in Fiera a Milano diventato operativo appena in tempo per trasformarsi in una cattedrale nel deserto.

Sembra proprio che in Italia lo scopo per il quale si fanno gli investimenti in regime di emergenza sia quello di spendere disordinatamente e confusamente il denaro pubblico senza alcun fine pratico, ma solo per spostare ricchezza da una parte ad un’altra.

Fabrizio Sbardella