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Giletti vs Palamara: “guerra tra bande”

Amo la magistratura e la porto nel cuore, inizia così Palamara, da Giletti in tv a La7

“anche io nella terra di ‘Ndrangheta, poi a Roma con Calciopoli” cerca con questa uscita,  di fare vedere la parte buona del suo lavoro, specificando che “L’impegno associativo mi ha sempre interessato”, er anel su dna.

 

Giletti: si sente il male assoluto, facendo finta di non sapere che c’è un sistema? Fa comodo a qualcuno?

Palamara: Non sono il male assoluto, perché certo le correnti dei magistrati non le ho inventate io. Il mio solo ruolo era quello di mediare all’interno delle correnti, e il luogo giusto della mediazione era proprio il Csm. Questo sistema che fa scandalo ha nominato per esempio Francesco Greco a Milano e Nicola Gratteri in Calabria. Quello di Greco è stato un accordo che mi sono trovato a mediare proprio io. Poi le scelte vengono fatte nella stanza 42 del Csm, che è quella deputata a farla. Non sono stato solo io a fare quelle mediazioni: nel Csm eravamo in 27 più il presidente della Repubblica”.

Il fior fiore degli inquirenti in Italia, è uscito dalle mediazioni aggiunge, come dire che ci sono anche effetti positivi della mediazione nel CSM.

E fa il caso della Procura della Milano, Giletti chiede l’area dei pretendenti (Magistratura Democratica),e viene fuori che  Luca Palamara era l’ago della bilancia.

La sala numero 42 è quella deputata alle nomine, spiega Palamra, per indicare il luogo fisico in un cui tutto o quasi avviene. Si arriva però a precisare che non è solo Palamara a decidere tutto dice Giletti, e la stessa cosa la dice Palamara.

E’ un sistema non solo della magistratura, Giletti dice è una guerra tra bande, il potere assoluto per gestire il potere”.

Il posto di procuratore della repubblica è ambito, dopo la riforma, questo è la base della difesa di Palamara, lo strapotere ai procuratori ha indotto e provocato queste dinamiche.

Giletti: “uno bravo ha chance di diventare procuratore”?, ma Palamara risponde:” il sistema premia chi appartiene alle correnti”. E si fa qualche esempio con un nome:

Lo Voi a Palermo aveva meno titoli, fa l’esempio Giletti, e Palamara dice che la nomina fu controversa e di tensione.

La vicenda Falcone-Meli rappresenta lo spartiacque: premiare l’anzianità o il merito, altro caso clamoroso accennato.

Palamara era diventato una sorta di riferimento, perché si riteneva che la sua   mediazione fosse fondamentale.

Nei posti più importanti ci sono le persone più importanti, una frase di Palamara che cerca di fare apparire il suo lavoro positivo.

IL carrierismo sfrenato ha portato a queste situazioni, “devo giustificare io”, dice Palamara, come dicevano ai tempi alcuni politici, facendo intendere che il sistema era consolidato e rodato con l’accordo di tutti?

Sicuramente non di chi è rimasto fuori perchè senza gli appoggi giusti, come accade in Rai, nelle altre aziende a prevalenza pubblica aggiugiamo, a dimostrazione di quanto il merito conti ma ancor di più l’appoggio della corrente giusta al momento giusto.

Non è una novità quanto viene esternato, ed è assurdo dire come Palamara che ama la Magistratura, ma se si ama una Istituzione si lavora così?

Cossiga diceva di Palamara: “Ha la faccia da tonno, con uno con quella faccia non parlo”

“Un magistrato che non capisce nulla di diritto o è molto spiritoso. La faccia da intelligente non ce l’ha assolutamente. Si chiama Palamara come il tonno, io ho fatto politica per 50 anni e vuole che non riconosco uno dalla faccia, mi diverte se mi querela. Lei si chiama Palamara e ricorda benissimo l’ottimo tonno che si chiama Palamara…”. Così nel 2008 Francesco Cossiga demoliva il personaggio Palamara in una telefonata in tv da Maria Latella.

la magistratura dovrebbe essere uno dei momenti più alti delle Istituzioni, al di sopra delle parti e non guerra tra bande.

Purtroppo questa vicenda, gravissima, non porterà benefici, altro aspetto negativo: non c’è soluzione ne interna ne esterna.

Vedremo se e come reagiranno personaggi di primo piano per es. Gratteri.

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 Marcello Foa replica a Repubblica, sulla tentata truffa alla RAI

 Marcello Foa,”In relazione all’articolo pubblicato da Repubblica” dal titolo ‘Ecco la strana storia della tentata truffa alla Rai di Marcello Foa’ al centro di un caso mediatico, nel mirino di Cinquestelle e Pd, forse per una carica prestigiosa come quella della presidenza RAI?

E infatti Foa smentisce quanto scritto da Repubblica anche per una questione strettamente politica : è stata erroneamente attribuita al presidente Foa la frase: “La verità è che il Pd vuole la mia poltrona”, anche se poi Repubblica si è corretta per l’errore materiale facendolo risalire a una dichiarazione di Gasparri.

IL caso della tentata truffa orichestrata da una falsa mail con cui il falso ex Ministro Tria avrebbe chiesto il pagamento di un milione di euro per un lavoro commissionato, ha destato irritazione in Foa ( grande professionista ) tanto da precisare che in realtà lui è parte lesa:

 “Nei sommari, nel testo e nelle grafiche a corredo dell’articolo (di Repubblicandrsono riportati gravi errori e imprecisioni che falsano la ricostruzione del mio atteggiamento e dei miei comportamenti in tutta la vicenda della tentata truffa alla Rai, che io stesso ho denunciato alle autorità competenti e nella quale sono parte lesa. Ricordo che tutti gli elementi in mio possesso sono stati da me già portati a conoscenza in audizione anche alla Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai“, ha affermato Foa. “In particolare – ha continuato – è falso, come afferma la Repubblica, che io abbia mai ‘autorizzato una operazione da un milione di euro’. È anche falso che io sia il ‘Ceo’ della Rai, come invece vengo presentato nell’articolo. Senza entrare in dettagli coperti da segreto istruttorio, riguardo alla successione degli eventi e ai contenuti rilevo significativi discostamenti dalla verità. È poi falso quanto scritto da la Repubblica e cioè che ‘Foa chiede che il pagamento venga effettuato dall’amministratore delegato Salini’. E gravemente ambigua e fuorviante è la formulazione del titolo in prima pagina e di quello all’interno del quotidiano: ‘Ecco la strana storia della tentata truffa alla Rai di Marcello Foa’. Per tutto questo ho dato mandato ai miei avvocati di agire legalmente“.

Una storia che ha dell’incredibile per tentare di screditare un grande giornalista come Marcello Foa che occupa una poltrona su cui il Governo non è riuscito a mettere le mani ed ora la Maggioranza spinge: 

Pd , M5S e Iv: “Foa riferisca in Vigilanza su tentata truffa”

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Gossip

Maurizio Costanzo lascia Mediaset : Costanzo Show in RAI

Grandi novità per il marito di Maria De Filippi

Grandi novità per Maurizio Costanzo e per tutti i suoi fan. Nell’attesa del ritorno de L’Intervista e il Maurizio Costanzo Show,, il noto giornalista è pronto ad approdare in Rai con un programma tutto nuovo. A lanciare lo scoop è stato il popolare blog DavideMaggio.it. M di cosa si tratta?

A partire da Maggio 2020, andrà in onda su Rai 2, un nuovo format con Maurizio Costanzo. Il conduttore e giornalista sarà a capo di “Album di famiglia”, che verrà trasmesso ogni sabato pomeriggio dalle ore 14.00 circa.

Maurizio Costanzo approda in Rai con un nuovo programma

Maurizio Costanzo avrà dunque un nuovo programma tutto suo. Questa volta però il giornalista passerà in Rai e ogni sabato sarà al timone di Album di Famiglia. Per ora non è dato però sapere ancora con certezza la data esatta per la messa in onda di questo nuovo programma. In ogni caso la notizia ha già acceso gli animi dei telespettatori, i quali si sono riversati sui social per esprimere la loro soddisfazione.

Il portale DavideMaggio.it, dopo aver annunciato in anteprima il grande ritorno di Maurizio Costanzo su Rai2, ha anche svelato come sarà composto il format. Stando alle indiscrezioni Album di famiglia dovrebbe ripercorrere alcune tappe della tv passata, tra cui grandi show televisivi e programmi che hanno fatto la storia. Accanto al marito della De Filippi troveremo anche Umberto Broccoli, da tempo presenza fissa ne I fatti vostri di Giancarlo Magalli.

Nessun addio a Mediaset da parte del giornalista

Maurizio Costanzo in una recente intervista rilasciata a Tv Sorrisi e Canzoni ha parlato del suo futuro lavorativo. Vista l’emergenza Coronavirus e gli obblighi di restare a casa, il giornalista ha dovuto sospendere le proprie attività, tra cui L’intervista e Maurizio Costanzo Show. Per ora infatti non ci sarà nessuna nuova edizione in quanto non sono previsti ospiti e pubblico nei programmi. A tal proposito ha dichiarato che questo suo nuovo progetto “Album di Famiglia” i onda in Rai, precisamente su Rai 2 non è un addio da Mediaset.

Ormai da tempo, il marito di Maria De Filippi è presenza fissa sulla rete del Biscione e per ora può solo adattarsi. La sua è solo una transizione sulla rete di Stato, commentando e ricordando i grandi programmi di un tempo.

 

Fabio Sanfilippo

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Curiosità

Bonolis e Fiorello contro Mediaset e Rai: “Ma che roba è?

 

 

 Una battaglia che indica che da casa, c’è bisogno di leggerezza.

Dopo Lucio Presta dicono la loro anche Paolo Bonolis e Fiorello.

Mediaset e Rai nel mirito dei due artisiti.

Le due emittenti televisive stanno svutando i palinsesti mettendo contro due storici programmi televisivi :  Ciao Darwin su Canale 5 (replica del 2009) e Viva RaiPlay, lo show di Fiorello. Rai 1 ha ottenuto il 16,72% di ascolti, Canale 5 il 16,88 per cento. Grosse cifre, dati che confermano come l’Italia abbia voglia di vedere programmi più frivoli, ora più che mai.

Paolo e Fiorello lamentano il fatto di aver messo nella contemporaneità i due format. “Non sarebbe stato meglio  spalmare in due serate differenti ?”

In questo momento è una sfida televisiva, inutile attacca Fiorello. E ancora, aveva detto: “Perché una rete decide di mettere Bonolis contro Viva RaiPlay? Siamo d’accordo io, lui e il manager Lucio Presta che non ha senso. La gente deve poter vedere l’uno e l’altro, qui non si parla d’essere uno contro l’altro.

Già, anche Lucio Presta si era esposto in tal senso. Il primo a farlo, invece, fu Bonolis, il quale aveva criticato le scelte di palinsesto di Mediaset. Le proteste dei diretti interessati basteranno a far cambiare idea alla rete ?

Fabio Sanfilippo

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