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Saronno/Indelicato: Il caso del Signor X e della sua famiglia

IL CASO DEL SIGNOR X E DELLA SUA FAMIGLIA

Un altro Signor X a Saronno. Al precedente, che in verità avevo chiamato Signor M per scrupolo di riservatezza poi vanificato dall’Amministrazione che gli aveva lavato i panni in piazza, avevo dedicato un comunicato lo scorso novembre. Quest’ultimo – per la cronaca –  si è trasferito da qualche mese in Tunisia. Un problema brillantemente risolto, dunque, per il Comune. Vediamo quest’altro.

Lo chiamerò proprio Signor X, per salvaguardia della discrezione.

È residente a Saronno da alcuni anni con la famiglia. Aveva un lavoro, ma a cagione della presente contingenza non ce l’ha più: egli come tanti.

Un giorno della prima metà di aprile, venuto a conoscenza della (sciagurata, a parer mio) decisione dell’ Amministrazione di utilizzare i fondi governativi per elargire pacchi alimentari, telefona in Comune. Quando, dopo reiterati tentativi, riesce a parlare con un impiegato, questi gli chiede una serie di informazioni: nome, cognome, residenza, composizione del nucleo familiare, ISEE, spese, ecc. Il Signor X fornisce le informazioni richieste. A questo punto, gli si chiede di fornire le medesime informazioni tramite mail, cosa che egli fa a stretto giro.

Passano i giorni, e il pacco non arriva. Il Signor X invia un cortese sollecito.

Passano altri giorni, il pacco non arriva.

Qualche giorno dopo il Signor X invia un secondo sollecito. Nelle more delle due comunicazioni, egli riceve due telefonate da parte di una delle associazioni che  l’Amministrazione ha incaricato della distribuzione dei pacchi. Con molta gentilezza gli viene assicurato che il pacco arriverà, e con l’occasione si chiedono maggiori informazioni per calibrare il contenuto dello scatolone.

Passa qualche altro giorno, e siamo arrivati ad oggi 9 maggio. Il pacco non è ancora arrivato.

Sono dunque passati circa quaranta giorni dall’arrivo del contributo nelle casse comunali. Il naufragio dell’amministrazione saronnese è sotto gli occhi di tutti. Le reazioni rabbiose alle critiche, lette sui social o ascoltate in Consiglio comunale, non fanno che confermare il disastro.

Ma poiché, come diceva qualcuno, c’è del metodo anche nella follia, mi provo a indovinare quale sia, nella circostanza, tale metodo. Dopo congrua riflessione penso di esserci arrivato. In capo a circa un mese, il cittadino saronnese privo di risorse ha la seguente alternativa: o soccombe per inedia, o si è trovato da sé un modo per sbarcare il lunario.

Geniale, se ci si pensa: in un caso o nell’altro, l’amministrazione ha risolto il problema.

Alfonso Indelicato

Consigliere comunale eletto a Saronno

 
 

 
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Saronno, volemose bene, consiglio comunale agitato

SINTESI DI UN CONSIGLIO COMUNALE MOVIMENTATO

Può esserci mai un Consiglio comunale dai toni concitati e aggressivi quando i singoli consiglieri sono comodamente seduti sul divano di casa e comunicano attraverso la piattaforma telematica? Può esserci:  per esempio a Saronno  nella notte fra il 30 aprile e il 1 maggio 2020.

Primo punto in discussione: l’ennesimo supermercato cittadino, ubicato questa volta nel cuore del quartiere Prealpi. Le immagini sullo schermo mostrano uno scatolone di cemento stile capannone industriale, ma l’Assessore di competenza si affretta  a dirci che serve solo a dare un’idea di forme e dimensioni, in quanto l’edificio sarà diverso. – Allora cosa votiamo, se non possiamo sapere come sarà? –  chiede qualche sconsiderato disfattista, qualche rematore contro, qualcuno che proprio non comprende i radiosi destini verso cui  questa Amministrazione ci sta conducendo. Per buona sorte, dalla Maggioranza viene spiegato che non ci dobbiamo interessare di quisquilie estetiche, occupandoci di questioni più solide e concrete. Detto fatto, chi scrive le presenti noterelle si permette di eccepire che per i piccoli commercianti della città il momento è particolarmente duro, e continuare a costruire supermercati significa sferrare loro il colpo di grazia. Sembrava in verità un’osservazione solida e concreta, ma non commuove la Maggioranza che vota compatta, e così anche questo supermercato è oggi in cantiere. Eventualmente ai commercianti in rovina potremo dare i pacchi alimentari rimasti, magari quelli senza cibi in scadenza.

A proposito di questi ultimi, salto il tediosissimo terzo punto in discussione e vengo alla mozione presentata dalla Lega, con la quale si chiede a Sindaco e Giunta di disporre quanto necessario in favore dei cittadini in difficoltà e ad effettuare tutte le conseguenti variazioni di bilancio. Il sommesso parere che oso esporre è che ciò assomiglia a una richiesta di assunzione di pieni poteri, considerato che a norma di legge le variazioni le fa il Consiglio e non la Giunta né il Sindaco. Mi viene controbattuto che tutto ciò nella mozione è sottinteso, sono io ottuso che non capisco. Sarà. Comunque sia, la minoranza aveva proposto un emendamento che prevedeva la costituzione di una  Commissione mista con compiti di indirizzo e sostegno alle scelte degli organi esecutivi, e questo ora diventa il principale motivo del contendere.

Un membro qualificato della Maggioranza attacca un accorato discorso tipo “volemose bene”, che uno che conosce i polli pensa subito:  –  dov’è la fregatura? –  Ed eccola qui: l’emendamento è tranquillamente cassato, e si confermano così, se non i paventati pieni poteri, comunque la volontà di fare da soli…

Ora, il sottoscritto non sarebbe pregiudizialmente contrario a maggiori prerogative dell’esecutivo cittadino in tempi di crisi. Il punto è però questi poteri chi li gestisce, e come. Perché a  giudicare dalla gestione sciagurata dei contributi governativi almeno in questa prima fase – al di là degli autoincensamenti dei responsabili – più che di un dittatore, a Saronno, c’è oggi bisogno di un amministratore di sostegno.

Alfonso Indelicato – Consigliere comunale eletto a Saronno

 
 

 
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Musei aperti, chiese sbarrate

 

E sì che la sua plurisecolare esperienza di rapporti col potere politico avrebbe dovuto suggerire alla Chiesa che un atteggiamento arrendevole non le è mai stato utile. E Conte non è Jaruzelski, e il gulag non è dietro l’angolo: semmai lo è un subdolo regime soft fatto di assidue autocertificazioni e app traccianti.
Ecco il risultato di tanta collaborazionistica arrendevolezza: nella cosiddetta fase 2 le restrizioni si allentano in quasi tutti i comparti: ciò che rimane proibita è la Messa. E del tutto incomprensibilmente, perché gli ampi spazi interni degli edifici, il contingentamento dei fedeli e l’uso dei presidi, nonché ovvi accorgimenti per modificare in piccola parte la liturgia (abolizione del segno della pace, Ostia solo sulla mano) avrebbero garantito ragionevoli condizioni di sicurezza. Aprono fabbriche, bar e palestre, biblioteche e musei, ma le chiese misteriosamente restano chiuse.

Oggi il capo del governo si nasconde dietro i pareri del suo Sacro Collegio, cioè del comitato tecnico scientifico diretto dal superesperto Colao, colui che a poco dall’insediamento non aveva trovato di meglio che proporre di segregare in casa gli ultraessantenni.

Certo la scienza, anzi la Scienza con la S maiuscola, è un ben robusto scudo dietro il quale proteggersi. Chi mai oserebbe contraddire questo sapere così oggettivo, così imparziale, così rigoroso …

Peccato che il quotidiano battibecco televisivo fra virologi, epidemiologi ed altri esperti scopre che non ce n’è uno che sia d’accordo con un altro, e rivela conflitti fra opposti narcisismi molto più che fra motivati pareri.
Sarà dunque utile sgombrare campo dalle illusioni neo positivistiche circa l’oggettività del sapere scientifico. La scienza in se stessa sarà pure oggettiva (anche se l’epistemologia moderna lo nega) ma non lo sono gli scienziati, influenzati dalle proprie convinzioni etico-politiche così come lo è l’uomo della strada: la differenza tra i due è che quest’ultimo fa meno danni.

Dunque non è irragionevole ipotizzare che il consesso contino di teste d’uovo, o parte di esso, si sia lasciato guidare da intime convinzioni extra scientifiche: in fondo in Italia non è mai tramontata l’epoca in cui nei paesi il farmacista frammassone faceva la guerra al parroco.
Nel frattempo Renzi, esperto di palle al balzo, è subito intervenuto in appoggio alla CEI. Speriamo che quest’ultima non si commuova troppo, ricordando che proprio sotto il suo governo sono state prese sui temi etici le misure più lontane dai sacri canoni. E i nostri eroi, vale a dire il duo Salvini-Meloni? Lo scivolone di Conte è una buona occasione politica. Sempre che non siano troppo impegnati a lamentarsi perché il piacione di Volturara Appula continua a tenerli fuori dalla stanza dei bottoni.

Alfonso Indelicato

Consigliere comunale indipendente eletto a Saronno

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25 aprile: a ciascuno la sua festa

Quest’anno il sempre ricorrente dibattito sul 25 aprile si è arricchito di un nuovo spunto di riflessione: quello fornito dalla proposta dell’on. le La Russa di utilizzare la festività per commemorare tutte le guerre con i loro morti, e allo stesso tempo i morti causati da quella guerra sui generis che è l’infezione da COVID-19 in corso.

Per quello che può valere la mia opinione non la ritengo una strada praticabile, e cerco di spiegarne il motivo.

È indubbio che tra il ’43 e il ’45, ma anche per lungo tempo dopo tale data, l’Italia è stata teatro di una vera e propria guerra civile. Italiani  si sono scontrati con altri italiani in nome di differenti valori politici e umani, ai quali si sono mescolati, come sempre avviene in questo genere di conflitti, ostilità personali e interessi di bassa lega, da una parte e dall’altra. Efferatezze sono state compiute dall’uno e dall’altro schieramento, lasciandosi dietro strascichi di risentimenti, di insaziati desideri di vendetta, di dolorosi ricordi per le violenze subite personalmente o dai propri cari. Episodi di postuma riappacificazione sono stati, per l’appunto, solo episodi, ma non hanno smosso le ferme acque dell’odio.

A tutto ciò si unisce l’uso politico che sempre si è fatto e si fa di quelle ormai lontane vicende storiche, per cui possiamo parlare di un passato che non solo non passa, ma che continua a dividere e ad esacerbare gli animi.

Stante questa situazione, è impensabile che il 25 aprile possa diventare una festa della riconciliazione nazionale. Ognuno si sceglie la propria storia, nel senso che prende idealmente  posizione per uno dei contendenti in campo, sposandone le ragioni secondo il suo attuale modo di vedere. Una persona di destra faticherebbe assai a sentire come propria una festività la quale negli anni è stata colonizzata dalla sinistra comunista e postcomunista, così come una persona di sinistra non tollererebbe di vedere sfilare in corteo, al proprio fianco, manifestanti impegnati a commemorare la Decima Mas.

I ritualistici inviti a una “memoria condivisa” risultano pertanto speciosi, perché sottendono che l’avversario debba rinnegare la “sua” memoria  e fare propria la sdrucita vulgata dei buoni e dei cattivi. Onere questo – difficile negarlo – che viene posto in capo soprattutto alla Destra.

Non è evidentemente ancora maturato il tempo di una “memoria rispettata”, in cui cioè si riconosca che l’avversario, chiunque esso sia, potesse avere scelto in buona fede e per ragioni ideali la propria parte della barricata, rinunciando a vedere in esso un essere turpe meritevole di eterna damnatio memoriae.
In attesa che venga quel tempo, lasciamo tranquillamente il 25 aprile a coloro che sventolano drappi rossi e cantano “bella ciao”, evitando azzardati tentativi di appropriazione come di contaminazione con l’attuale pandemia, la quale è in effetti una guerra, ma solo metaforica. Fra pochi giorni noi di destra avremo modo di raccoglierci – fisicamente o idealmente non importa – presso il campo X del Cimitero Maggiore, dove giacciono quegli uccisi che non trovano né onore né rispetto sui libri di storia o sulle lapidi cittadine. Lo trovano però nella nostra memoria e nel nostro cuore. E tanto ci basti.

Alfonso Indelicato – consigliere comunale indipendente eletto a Saronno

 
 

 
 

 
 
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Solaro: rapina una farmacia per acquistare cocaina

Solaro 21 Aprile 2020

L’Arma dei Carabinieri ha intensificato i controlli nei pressi delle farmacie essendo diventate tra gli obiettivi di maggior interesse per soggetti che sono dediti alle rapine. Nel primo pomeriggio di ieri Lunedì 20 Aprile 2020, i Carabinieri della Stazione Radiomobile della Compagnia di Rho, hanno fermato e di conseguenza arrestato per rapina aggravata un soggetto italiano classe 1989 e oltretutto pregiudicato. La segnazlazione è giunta alla Centrale operativa poco dopo le 12.40 nella giornata di ieri: un soggetto travisato con occhiali da sole a specchio si era introdotto all’interno della Farmacia Comunale di Solaro sita in Corso Europa al nr.55 , il soggetto ha minacciato la farmacista con una chiave a bussola esagonale in acciaio, riuscendo ad asportare una somma di denaro pari a 400 Euro e scappando immediatamente a bordo di un’autovettura non specificata. L’accaduto è stato diramato a tutte le Pattuglie in circolo, grazie anche ad una sommaria descrizione del rapinatore e del mezzo usato per la fuga. Una Pattuglia della Sezione Radiomobile, poco dopo è riuscita ad intercettare il soggetto a bordo di una Chevrolet Aveo. Il soggetto è stato quindi raggiunto, fermato ed identificato, aveva ancora indoso gli indumenti utilizzati poco prima per compiere la rapina ed all’interno della stessa uta sono stati ritrovati gli occhiali a specchio, la chiave metallica a bussola e 360 EURO in contanti ed una dose di cocaina, che il soggetto stesso ha ammesso di aver comprato con i proventi della rapina alla Farmacia Comunale. Di conseguenza, il soggetto, è stato sottoposto a fermo per rapina aggravata e segnalato alle Autorità Competenti Amministrative quale assuntore di sostanza stupefacente. Il soggetto, infine è stato trasportato presso la Casa Circondariale di Monza a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

 

Alessio Luisetto

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turate: corto circuito in una ditta

Turate 20 Aprile 2020

Corto circuito in una ditta di Turate,  nel corto circuito è rimasto ustionato un operaio di 36 anni. L’allarme è scattato nella mattinata di Lunedì 20 Aprile 2020 in una ditta di Via Carlo Cattaneo. L’operaio stava effettuando alcune operazioni di manutenzione sugli impianti elettrici, quando è rimasto investito da una fiammata sprigionatasi da un quadro elettrico. Il 36enne è stato soccorso dai Vigili del Fuoco di Varese a dagli Operatori Sanitari del 118 della Croce Azzurra e trasferito all’Ospedale Sant’Anna di Como. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri della Compagnia di Cantù per gli accertamenti. L’operaio non è in pericolo di vita, anche se ha riportato ustioni alle mani e al volto.

Alessio Luisetto

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Aiuti ai saronnesi: il punto

Non è facile gestire l’ordinaria amministrazione, a maggior ragione un’emergenza come la presente, di fronte alla quale vacillano Governo nazionale, Amministrazioni regionali, responsabili di strutture ospedaliere e di accoglienza, illustri scienziati ed esperti di vario settore. Dunque scrivo queste brevi note come parlassi con me stesso, cosicché nessuno possa sentirsi personalmente offeso.

 

Sinceramente ho trovato la soluzione dei pacchi alimentari piuttosto laboriosa e macchinosa rispetto a quella dei buoni acquisto. Devi fare la lista dei prodotti, e qui già nascono – come abbiamo verificato – le prime discussioni: è più utile, anzi più necessario questo o quell’altro? Poi devi procurarti le merci e riempire i cartoni (immagino) nonché consegnarli agli interessati o portarli a casa loro quando questi non sono in grado di muoversi. È oltretutto una soluzione – me lo si lasci dire – un po’ da sfollati in tempo di guerra. Ricorda situazioni storiche di emergenza assoluta, ben peggiori di quella che stiamo vivendo in questi giorni tetri.

Alla soluzione macchinosa si accede attraverso un iter macchinoso. Bisogna prima telefonare. A un numero dedicato? No: al centralino del comune. Quando lo trovi libero, ti vengono fatte una serie di domande, peraltro pienamente legittime: composizione nucleo familiare, ISEE, luogo di residenza, ecc. A questo punto viene richiesto di spedire una mail con la quale si comunicano gli stessi dati che hai già fornito per telefono. È una mail dedicata? Ancora una volta no: è quella dei servizi sociali, e non è facilissimo trovarla. Se sulla prima pagina del sito del Comune vi fosse un chiaro ed evidente riferimento all’emergenza con, ben visibili, una mail e un numero telefonico dedicati, anche l’utente non troppo informatizzato saprebbe interagire più facilmente e rapidamente. E comunque, perché mai dover fare due volte la stessa cosa? In altri comuni a noi vicini, si salta il primo passaggio e si invia solo la mail, la quale è chiaramente indicata e dedicata all’emergenza.

Questo quanto alla procedura. Quanto ai tempi, mi risulta che richieste di pacchi alimentari rivolte all’Amministrazione martedì scorso non sono state ancora evase. Considerato che i fondi sono arrivati ai comuni da diversi giorni, forse un po’ più di celerità sarebbe stata possibile. E forse anche questa lentezza è all’origine dell’attuale questione dei prodotti “scaduti” che sarebbero stati consegnati ad alcuni richiedenti. Se quello che deve arrivare non arriva, allora si cerca di aiutare le persone in difficoltà come si può.

Tutto questo senza che nessuno debba sentirsi offeso: parlavo, come ho detto, solo con me stesso.

Alfonso Indelicato

Consigliere comunale indipendente eletto a Saronno

 
 

 
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Saronno e Solbiate Olona, gli utenti delle piscine potranno recuperare le lezioni già pagate

La società che gestisce la piscina di Saronno e la piscina di Solbiate Olona, la Saronno Servizi SSD, ha effettuato e programmato una serie di interventi per garantire una rapida riapertura. La società ha inoltre comunicato che le lezioni ed i corsi già pagati e sospesi a causa dell’emergenza coronavirus potranno essere recuperati dagli utenti.

«La Saronno Servizi SSD ha da sempre a cuore i propri clienti – spiega Katia Mantovani, amministratore unico della società – e confermando quest’attenzione abbiamo deciso di venire incontro alle esigenze dei nostri utenti garantendo a tutti la possibilità di recuperare corsi e lezioni». La formula scelta sarà quella del recupero delle lezioni perse e dell’allungamento degli abbonamenti in coda.

«Stiamo vivendo una situazione unica dal punto di vista dalle gravità e del prolungarsi della chiusura. Siamo certi della comprensione dei nostri utenti anche perchè Saronno Servizi ssd sta facendo enormi sforzi per mantenere e mandare avanti tutte le numerose manutenzioni di cui le strutture hanno bisogno quotidianamente», prosegue Mantovani.

Fin dalla chiusura degli impianti la società si è attivata mettendo in campo tutte le precauzioni, dall’ipeclorazione della vasca alla sanificazione degli spazi, che sono necessari per garantire una tempestiva riapertura. «Ovviamente appena si conoscerà data e modalità della ripartenza siamo pronti anche ad attuare tutti gli adeguamenti igienico sanitari che saranno necessari», conclude Mantovani.

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“Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”

NON DI SOLO PANE

“Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Mt, 4, 3-6). Così risponde Gesù al Maligno che lo invita a trasformare i sassi in pani, approfittando della fame che gli torce lo stomaco dopo quaranta giorni di digiuno nel deserto. A ben vedere, quella di Nostro Signore non è una risposta nel merito. È una di quelle risposte che gli psicologi della comunicazione chiamano tangenziale, e che sanno un po’ di presa in giro. Egli non cade nel tranello della provocazione, non la considera.  Il demonio gli ha chiesto di soddisfare la fame che prova in quel momento, ma Gesù trasferisce la disputa su un altro piano, molto più generale: c’è fame e fame. Egli indica una prospettiva che vale per tutti, affermando che l’uomo non ha solo bisogni di natura materiale, ma anche e soprattutto di natura spirituale.

Quelle esigenze che l’attuale contingenza comprime, nel silenzio quasi totale degli interessati, che poi siamo noi cattolici.

Ciò che sorprende è appunto la rassegnata acquiescenza sia dei semplici fedeli che dei consacrati nei confronti delle disposizioni governative le quali nella sostanza impediscono l’accesso alle chiese, e di conseguenza alle funzioni religiose e ai Sacramenti. Nessuno, o pochissimi, propongono quegli accorgimenti che vengono comunemente adottati per l’ingresso nei supermercati o in altri esercizi, come il distanziamento sociale e l’uso di presidi individuali, i quali chissà perché non valgono per gli edifici sacri. Tutti allineati e coperti, come paghi della propria marginalità e timorosi di arrecare disturbo.

Non ci si rende conto, in tal modo, che l’esperienza religiosa viene, più che emarginata, sminuita nella sua essenza, ponendola in coda ad ogni altra umana esigenza, come fosse un inutile orpello, uno svago sentimentale che si può coltivare nel tempo ordinario, ma deve  cedere il passo ad attività più serie nei frangenti più impegnativi. Si realizza così, sotto l’urgenza dell’epidemia, il sogno di tutti i laicisti: comprimere l’esperienza religiosa nella sfera privata, o meglio ancora nel privato del salotto di casa, dove eventualmente assistere alle desolate cerimonie religiose celebrate in chiese vuote sullo schermo televisivo.

E così la parola che esce dalla bocca di Dio svanisce giorno dopo giorno all’orizzonte della nostra società, e viviamo solo del pane dei supermercati.

Alfonso Indelicato

Consigliere comunale indipendente eletto a Saronno