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Covid-19, Speranza: “Record contagi a livello mondiale. Continuare su linea prudenza.”

 “220 mila contagi covid in un solo giorno a livello mondiale. Mai prima un numero così alto in sole 24 ore. Questo ci dice che non è vinta e che serve ancora attenzione da parte di tutti. Dobbiamo continuare a seguire la linea della prudenza e della gradualità.” Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, su Twitter. 

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Covid-19, Speranza al Washington Post: “Faremo tutto per il vaccino

Covid-19, Speranza al Washington Post: “Faremo tutto il necessario per trovare un vaccino che protegga tutti”

L’articolo intitolato: “Da Oxford ad un laboratorio italiano, un vaccino sperimentale è più avanti degli altri”

 

“Proteggere le persone con il vaccino è la priorità. Faremo tutto il necessario per arrivare a quel punto”. Queste le parole del ministro della Salute, Roberto Speranza, in un colloquio realizzato con il quotidiano statunitense Washington Post durante la visita alla IRBM di Pomezia, l’azienda italiana che sta lavorando, in collaborazione con l’Universita di Oxford, alla sperimentazione del vaccino contro il Covid-19.

“Non possiamo immaginare di scommettere solo su questo vaccino. Ma questo è il vaccino che, secondo i nostri scienziati, arriverà prima degli altri. In questo momento, non c’è nessun’altra società che dice che potremmo avere il vaccino entro la fine dell’anno. Mi fa venire la pelle d’oca pensare che stiamo parlando della possibilità di salvare vite umane”, scrive il Washington Post, riportando il colloquio del Ministro con i ricercatori della IRBM.

In allegato l’articolo uscito sull’edizione cartacea del quotidiano:

 

Qui il link alla versione on line: https://www.washingtonpost.com/world/europe/vaccine-coronavirus-oxford-italy-trials/2020/06/20/4b8f5e0a-af1c-11ea-98b5-279a6479a1e4_story.html

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Salute e benessere

Lotta all’Aids, Speranza: appello del ministro Speranza

Lotta all’Aids, Speranza:

“Lavoriamo insieme a scienziati e associazioni per aggiornare Legge 135” – “Domani compirà 30 anni la Legge 135 sulla lotta all’AIDS.

Una lotta che ha sempre rappresentato una priorità per il Ministero della Salute, sin da quella importante Legge, e su cui dobbiamo continuare ad investire con ogni energia. Oggi, però, a distanza di 30 anni è giusto che ci si sieda e insieme si capisca come adeguarla ad una realtà che chiaramente è molto diversa da quella che l’ha fatta nascere. 

A compiere questa riflessione non può essere un’istituzione, da sola, ma dobbiamo farla insieme, coinvolgendo i nostri scienziati, il mondo della ricerca, le associazioni, le donne e gli uomini che ogni giorno fronteggiano l’Aids”

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POLITICA

Coronavirus: Speranza, “Battaglia non è ancora vinta. Serve prudenza”

 

“Non è ancora finita il virus circola, ma grazie alle cose che abbiamo fatto in queste settimane, grazie ai comportamenti degli italiani e alle misure del governo e delle regioni abbiamo un quadro epidemiologico sicuramente migliore”. Lo dichiara il Ministro della Salute, Roberto Speranza, nel giorno della riapertura dei confini regionali.

“Bisogna procedere con cautela e prudenza e le regole che abbiamo imparato in queste settimane dobbiamo continuare a seguirle perché sono la chiave per la battaglia contro il Covid. Il virus è ancora molto pericoloso. Noi abbiamo fatto scelte drastiche e gli uomini e le donne di questo paese hanno fatto sacrifici enormi. È stato fatto un pezzo di strada importante ma la battaglia ancora non è vinta. Dobbiamo continuare a lavorare sulla prudenza fino a quando non ci sarà la scoperta di un vaccino che ci consentirà, finalmente, di vincere questa battaglia. Fino ad allora avremo bisogno della massima attenzione e cautela”, aggiunge Speranza.

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Agricoltura

Il cibo Made in Italy al tempo del coronavirus

Domani, giovedì 28 maggio 2020 ore 17 diretta web
su www.tokenfarm.it/innovationday

 

INNOVATION DAY
PER L’AGROALIMENTARE 4.0
 
Il cibo Made in Italy al tempo del coronavirus

 
I cambiamenti climatici e la nuova organizzazione del lavoro imposta dall’emergenza coronavirus stanno cambiando il modo di fare agricoltura con l’ingresso in campo della tecnologia, dai droni all’informatica, dai rilevamenti satellitari alla blockchain per la tracciabilità dei prodotti e per la garanzia della qualità e dell’origine.

 

L’agroalimentare 4.0 è al centro del forum on line organizzato da Coldiretti, Bonifiche Ferraresi e Filiera Italia per spiegare il nuovo approccio delle imprese ai temi della sostenibilità ambientale, economica e sociale. A partire dalle ore 17 di domani giovedì 28 maggio 2020 su www.tokenfarm.it/innovationday parleranno Stefano Patuanelli ministro dello Sviluppo economico, Vincenzo Gesmundo Segretario generale della Coldiretti, Antonio Samaritani amministratore delegato di Abaco Group, Luigi Scordamiglia consigliere delegato di Filiera Italia e Federico Vecchioni amministratore delegato di Bonifiche Ferraresi e Ettore Prandini, presidente di Coldiretti.

 

Al centro dell’incontro la firma del manifesto per la nascita del primo polo italiano per l’agroalimentare 4.0 che impegna la filiera tutta italiana dell’innovazione a collaborare per creare un ecosistema nazionale competitivo con il resto del mondo. Per l’occasione verranno presentate alcune innovazioni già pronte per essere utilizzate e che permetteranno fare un salto in avanti al settore agroalimentare per garantire al Made in Italy un #futurogiàpresente all’insegna del #mangiaitaliano.

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POLITICA

Piano Speranza scarico sulle regioni – Maria Rizzotti (ANSA)

Roma 22 APR – “ I piani di gennaio, più o meno segreti, di contrasto al Covid-19 del ministrio Speranza non hanno altro fatto che peggiorare la situazione non solo a livello psicologico ma anche a livello ecnomico.

Stava per scoppiare una guerra, ma nessuno ha pensato di creare trincee e bunker per proteggere i cittadini impedendo alle Regioni di attrezzarsi per tempo per fronteggiare l’emergenza”.

Lo dichiara Maria RIZZOTTI, vicepresidente dei Senatori di FI.

“ Ora attendiamo di capire cosa avrà da dire al Copasir il ministro Speranza che evidentemente dovrà assumersi qualche responsabilità scericata sulle spalle dei Presidenti delle Regioni

Se a fine gennaio il ministero della salute ha predisposto un documento secretato con tre tipi di azioni a seconda dell’impatto da light a gravissimo, avvertito da OMS e non avvertito le regioni per “non creare panico” il governo ha perso un mese lasciando le regioni, che adesso attacca, a gestire emergenza, senza programmare da fine gennaio acquisti per dispositivi medici

Come se il governo avvertito di una bomba nucleare sull’ Italia non avesse detto nulla per non creare panico cominciando da subito a costruire protezioni a fronte di poter per proteggere al meglio tutti cittadini italiani.

 

Fabio Sanfilippo

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Cronaca

Coronavirus:richiesta di sostituzione dei vertici dirigenziali e dei consulenti del Ministero

Le lamente per le morti a migliaia, talune storture burocratiche, ritardi, malfunzionamenti della macchina governativa per l’organizzazione dell’emergenze e tanto altro, hanno portato a varie iniziative tra cui la richiesta seguente che si può appoggiare

Gruppo “Coronavirus Campania” – https://www.facebook.com/ambientecampania/

Al Sig. Ministro Della Salute

On. Dottt. Roberto Speranza

oggetto: richiesta di sostituzione dei vertici dirigenziali e dei consulenti del Ministero, poiché hanno consigliato una strategia che, nei fatti, si è dimostrata in contrasto con l’art. 32 della carta costituzionale ed hanno contribuito all’attuale deficit assistenziale dei cittadini Lombardi.

Dall’analisi della drammatica situazione sanitaria in atto, emerge che l’attuale strategia di contrasto alla Pandemia, risulta in contrasto con l’art. 32 della carta costituzionale e metodologicamente sbagliata poichè:

non ha bloccato e/o rallentato la diffusione della stessa, non attivando la “sorveglianza attiva”, la ricerca dei pazienti asintomatici ed il loro isolamento, anzi hanno sempre dichiarato pubblicamente che era inutile per bloccare la pandemia;

non è stato intrapreso nessun provvedimento per evitare il contagio ospedaliero del personale sanitario (anzi è stata modificata la destinazione d’uso delle mascherine protettive, indicando la mascherina chirurgica come in grado di proteggere il personale sanitario dall’infezione, mentre tutta la documentazione scientifica e l’INAIL indicano l’uso delle mascherine FFP2 e FFP3 per il contenimento biologico), causando la notevole infezione del personale sanitario;

ha emanato linee guida in cui si diceva di fare i test (tamponi) esclusivamente ai pazienti sintomatici, escludendo i contatti e gli asintomatici (questo ha causato la diffusione senza controllo dell’epidemia);

 non ha previsto un piano di protezione efficace per il personale sanitario (medici, infermieri, OSS, autisti ecc.) anzi ha ritenuto inutile effettuare i test su tale personale asintomatico, trasformando i presidi sanitari in fonti di infezioni, oltre a favorire la diffusione tra lo stesso personale;

non hanno consigliato alla popolazione di indossare mascherine o equivalenti (mentre ciò è consigliato da gran parte della letteratura scientifica internazionale non per proteggere il soggetto dal contrarre l’infezione ma per ridurre la diffusione da parte di tutti i pazienti sopratutto degli asintomatici) anzi hanno sostenuto che gli asintomatici (80%) non erano scarsamente infettivi;

non hanno consigliato di affidare il coordinamento al “Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie” del Ministero della Salute con attivazione del relativo “Piano nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale” redatto e pubblicato dallo stesso Ministero (1° Ed. 2006);

 non hanno consigliato alle Regioni di aumentare i posti letto delle terapie intensive e rianimazione e i posti letto ordinari in tempo (la situazione era prevedibile e prevista da molti operatori sul campo, già a fine gennaio) e nessuna regione aveva attuato gli auspicabili potenziamenti;

hanno consigliato di tenere i pazienti sintomatici lievi/moderati al proprio domicilio, consigliando il ricovero all’aggravamento della malattia (causando decine di ricoveri tardivi), purtroppo questa è una causa dell’alto numero di morti in Lombardia;

 hanno continuato a diffondere messaggi tranquillizzanti sostenendo che nel 96% dei casi la malattia è asintomatica o con sintomi lievi (causando la iniziale sottovalutazione della patologia), forse da “accademici” consideravano accettabile e controllabile la malattia nel restante 4% della popolazione;

Tutte queste azioni sono in linea con una visione “accademica”, una sottovalutazione della malattie e una scarsa o nulla conoscenza del sistema sanitario ospedaliero e territoriale italiano, riducibile all’affermazione di vari eminenti esperti i quali sostengono “che tutto sommato è una malattia che nel 96% dei casi si risolve senza mortalità.“

Questa visione “accademica” ha impedito di utilizzare il tempo, che la Cina ci aveva dato ritardando la diffusione dell’epidemia in occidente, per prepararci correttamente alla piena che stava arrivando. La strategia adottata, consigliata dall’attuale dirigenza presso il ministero, è stata inizialmente il controllo alle frontiere e successivamente, quella dell’isolamento e cura dei pazienti gravi, ipotizzando che i nostri ospedali erano in grado di reggere la piena e al massimo riguardava la popolazione anziana e/o con plurimorbilità, ritenendola gestibile. Tanto riguardava una piccolissima quota percentuale della popolazione 4% (cioè oltre due milioni di cittadini).

La situazione in Lombardia ha messo in evidenza tutte le criticità (ampiamente prevedibili) esposte in precedenza, non garantendo, come previsto dalla costituzione, il diritto alla salute di tutti i cittadini Italiani a prescindere dall’età e dalle patologie.

Ormai il disastro (la piena) è già arrivato in Lombardia, ma abbiamo ancora la possibilità di costruire una diga a monte (certo sarebbe stato più intelligente ed economicamente vantaggioso bloccare la fonte) se si interviene immediatamente nelle altre Regioni, come si poteva fare sin dall’inizio, non attuando la strategia “accademica” fallimentare, ma realizzando il metodo “coreano/veneto” in tutto il paese. Attualmente la ricerca attiva dei contatti è già effettuata in molte realtà locali ma non è la regola.

Si è cercato di fermare la piena dell’epidemia a valle rinunciando di costruire una diga a monte per bloccarla e/o rallentarla, commettendo un grave errore strategico.

Occorre modificare la strategia di approccio all’attuale epidemia in corso.

Infatti l’attuale approccio ha causato il caos nella regione Lombardia, con notevole aumento del numero di malati e purtroppo di morti, quindi l’attuale (anticostituzionale) strategia, di effettuare i test solo ai pazienti sintomatici e non cercare ed isolare gli asintomatici, si è rivelata sbagliata con le disastrose conseguenze di questi giorni. Occorre individuare tutti i pazienti asintomatici infetti (80% circa), poiché sono i veri “untori” (come indicato da gran parte della letteratura scientifica internazionale).

Siccome, questi Alti Dirigenti hanno consigliato ed attuato questa strategia, rivelatasi fallimentare, causando tra l’altro la “strage dei Nonni” in Lombardia e prima che questa strage investa tutto il paese si chiede alla S.V. di sostituirli immediatamente, con dei fautori della strategia Veneto/Coreana che si è dimostrata Efficiente ed Efficace, con personale esperto del territorio ed impegnato in prima linea.

Facciamo questo appello disperato, di cambio di strategia, per fermare la piena ed evitare una strage, non accettabile dal punto di vista umano e costituzionale.

In sintesi  (oltre alle misure già in essere – isolamento e aumento dei posti letto di terapia intensiva) occorre:

sorveglianza attiva con ricerca dei contatti (anche con sistemi digitali) ed isolamento di tutti i positivi sintomatici ed asintomatici con coinvolgimento dei Dipartimenti di Prevenzione;

ricovero di tutti i pazienti sintomatici in strutture a differente intensità di cura, anche non sanitarie (hotel/navi). Non è possibile una buona assistenza sanitaria a domicilio (improvvisi peggioramenti) dato l’alto numero di pazienti, per mancanza di risorse umani e strumentali;

sorveglianza e screning ripetuti su tutto il personale sanitario, attualmente fonte di infezioni per la mancata protezione (troppi contagi e troppi morti);

affidare il coordinamento al “Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie” del Ministero della Salute con attivazione del relativo “Piano nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale”. Con utilizzo della Protezione Civile a supporto del Coordinamento e non alla direzione.

Questo metodo efficace ed efficiente, come ha dimostrato la Corea e il Veneto, ci permetterà di riaprire il paese in modo sicuro. Bloccando i possibili focolai futuri e sarà un ottimo metodo per successive epidemie (aggiornato periodicamente). Inoltre è da segnalare che molte realtà, in modo autonomo, lo stanno già attuando nel paese.

Come per fermare una piena non bastano i sacchi di sabbia a valle, l’attuale strategia non è in grado di fermare la piena dell’epidemia. Il costo, continuando con l’attuale strategia, in vite umane ed economiche sarà enorme.

Il presente documento è stato elaborato analizzando la letteratura nazionale ed internazionale ed integrato dalle opinioni degli operatori sul campo (medici ospedalieri e territoriali).

Documento firmato su www.change.org

Fermiamo la Pandemia – Evitiamo una strage

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Cronaca

Coronavirus:richiesta di sostituzione dei vertici dirigenziali e dei consulenti del Ministero

Le lamente per le morti a migliaia, talune storture burocratiche, ritardi, malfunzionamenti della macchina governativa per l’organizzazione dell’emergenze e tanto altro, hanno portato a varie iniziative tra cui la richiesta seguente che si può appoggiare

Gruppo “Coronavirus Campania” – https://www.facebook.com/ambientecampania/

Al Sig. Ministro Della Salute

On. Dottt. Roberto Speranza

oggetto: richiesta di sostituzione dei vertici dirigenziali e dei consulenti del Ministero, poiché hanno consigliato una strategia che, nei fatti, si è dimostrata in contrasto con l’art. 32 della carta costituzionale ed hanno contribuito all’attuale deficit assistenziale dei cittadini Lombardi.

Dall’analisi della drammatica situazione sanitaria in atto, emerge che l’attuale strategia di contrasto alla Pandemia, risulta in contrasto con l’art. 32 della carta costituzionale e metodologicamente sbagliata poichè:

non ha bloccato e/o rallentato la diffusione della stessa, non attivando la “sorveglianza attiva”, la ricerca dei pazienti asintomatici ed il loro isolamento, anzi hanno sempre dichiarato pubblicamente che era inutile per bloccare la pandemia;

non è stato intrapreso nessun provvedimento per evitare il contagio ospedaliero del personale sanitario (anzi è stata modificata la destinazione d’uso delle mascherine protettive, indicando la mascherina chirurgica come in grado di proteggere il personale sanitario dall’infezione, mentre tutta la documentazione scientifica e l’INAIL indicano l’uso delle mascherine FFP2 e FFP3 per il contenimento biologico), causando la notevole infezione del personale sanitario;

ha emanato linee guida in cui si diceva di fare i test (tamponi) esclusivamente ai pazienti sintomatici, escludendo i contatti e gli asintomatici (questo ha causato la diffusione senza controllo dell’epidemia);

 non ha previsto un piano di protezione efficace per il personale sanitario (medici, infermieri, OSS, autisti ecc.) anzi ha ritenuto inutile effettuare i test su tale personale asintomatico, trasformando i presidi sanitari in fonti di infezioni, oltre a favorire la diffusione tra lo stesso personale;

non hanno consigliato alla popolazione di indossare mascherine o equivalenti (mentre ciò è consigliato da gran parte della letteratura scientifica internazionale non per proteggere il soggetto dal contrarre l’infezione ma per ridurre la diffusione da parte di tutti i pazienti sopratutto degli asintomatici) anzi hanno sostenuto che gli asintomatici (80%) non erano scarsamente infettivi;

non hanno consigliato di affidare il coordinamento al “Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie” del Ministero della Salute con attivazione del relativo “Piano nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale” redatto e pubblicato dallo stesso Ministero (1° Ed. 2006);

 non hanno consigliato alle Regioni di aumentare i posti letto delle terapie intensive e rianimazione e i posti letto ordinari in tempo (la situazione era prevedibile e prevista da molti operatori sul campo, già a fine gennaio) e nessuna regione aveva attuato gli auspicabili potenziamenti;

hanno consigliato di tenere i pazienti sintomatici lievi/moderati al proprio domicilio, consigliando il ricovero all’aggravamento della malattia (causando decine di ricoveri tardivi), purtroppo questa è una causa dell’alto numero di morti in Lombardia;

 hanno continuato a diffondere messaggi tranquillizzanti sostenendo che nel 96% dei casi la malattia è asintomatica o con sintomi lievi (causando la iniziale sottovalutazione della patologia), forse da “accademici” consideravano accettabile e controllabile la malattia nel restante 4% della popolazione;

Tutte queste azioni sono in linea con una visione “accademica”, una sottovalutazione della malattie e una scarsa o nulla conoscenza del sistema sanitario ospedaliero e territoriale italiano, riducibile all’affermazione di vari eminenti esperti i quali sostengono “che tutto sommato è una malattia che nel 96% dei casi si risolve senza mortalità.“

Questa visione “accademica” ha impedito di utilizzare il tempo, che la Cina ci aveva dato ritardando la diffusione dell’epidemia in occidente, per prepararci correttamente alla piena che stava arrivando. La strategia adottata, consigliata dall’attuale dirigenza presso il ministero, è stata inizialmente il controllo alle frontiere e successivamente, quella dell’isolamento e cura dei pazienti gravi, ipotizzando che i nostri ospedali erano in grado di reggere la piena e al massimo riguardava la popolazione anziana e/o con plurimorbilità, ritenendola gestibile. Tanto riguardava una piccolissima quota percentuale della popolazione 4% (cioè oltre due milioni di cittadini).

La situazione in Lombardia ha messo in evidenza tutte le criticità (ampiamente prevedibili) esposte in precedenza, non garantendo, come previsto dalla costituzione, il diritto alla salute di tutti i cittadini Italiani a prescindere dall’età e dalle patologie.

Ormai il disastro (la piena) è già arrivato in Lombardia, ma abbiamo ancora la possibilità di costruire una diga a monte (certo sarebbe stato più intelligente ed economicamente vantaggioso bloccare la fonte) se si interviene immediatamente nelle altre Regioni, come si poteva fare sin dall’inizio, non attuando la strategia “accademica” fallimentare, ma realizzando il metodo “coreano/veneto” in tutto il paese. Attualmente la ricerca attiva dei contatti è già effettuata in molte realtà locali ma non è la regola.

Si è cercato di fermare la piena dell’epidemia a valle rinunciando di costruire una diga a monte per bloccarla e/o rallentarla, commettendo un grave errore strategico.

Occorre modificare la strategia di approccio all’attuale epidemia in corso.

Infatti l’attuale approccio ha causato il caos nella regione Lombardia, con notevole aumento del numero di malati e purtroppo di morti, quindi l’attuale (anticostituzionale) strategia, di effettuare i test solo ai pazienti sintomatici e non cercare ed isolare gli asintomatici, si è rivelata sbagliata con le disastrose conseguenze di questi giorni. Occorre individuare tutti i pazienti asintomatici infetti (80% circa), poiché sono i veri “untori” (come indicato da gran parte della letteratura scientifica internazionale).

Siccome, questi Alti Dirigenti hanno consigliato ed attuato questa strategia, rivelatasi fallimentare, causando tra l’altro la “strage dei Nonni” in Lombardia e prima che questa strage investa tutto il paese si chiede alla S.V. di sostituirli immediatamente, con dei fautori della strategia Veneto/Coreana che si è dimostrata Efficiente ed Efficace, con personale esperto del territorio ed impegnato in prima linea.

Facciamo questo appello disperato, di cambio di strategia, per fermare la piena ed evitare una strage, non accettabile dal punto di vista umano e costituzionale.

In sintesi  (oltre alle misure già in essere – isolamento e aumento dei posti letto di terapia intensiva) occorre:

sorveglianza attiva con ricerca dei contatti (anche con sistemi digitali) ed isolamento di tutti i positivi sintomatici ed asintomatici con coinvolgimento dei Dipartimenti di Prevenzione;

ricovero di tutti i pazienti sintomatici in strutture a differente intensità di cura, anche non sanitarie (hotel/navi). Non è possibile una buona assistenza sanitaria a domicilio (improvvisi peggioramenti) dato l’alto numero di pazienti, per mancanza di risorse umani e strumentali;

sorveglianza e screning ripetuti su tutto il personale sanitario, attualmente fonte di infezioni per la mancata protezione (troppi contagi e troppi morti);

affidare il coordinamento al “Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie” del Ministero della Salute con attivazione del relativo “Piano nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale”. Con utilizzo della Protezione Civile a supporto del Coordinamento e non alla direzione.

Questo metodo efficace ed efficiente, come ha dimostrato la Corea e il Veneto, ci permetterà di riaprire il paese in modo sicuro. Bloccando i possibili focolai futuri e sarà un ottimo metodo per successive epidemie (aggiornato periodicamente). Inoltre è da segnalare che molte realtà, in modo autonomo, lo stanno già attuando nel paese.

Come per fermare una piena non bastano i sacchi di sabbia a valle, l’attuale strategia non è in grado di fermare la piena dell’epidemia. Il costo, continuando con l’attuale strategia, in vite umane ed economiche sarà enorme.

Il presente documento è stato elaborato analizzando la letteratura nazionale ed internazionale ed integrato dalle opinioni degli operatori sul campo (medici ospedalieri e territoriali).

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Fermiamo la Pandemia – Evitiamo una strage

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Istituzioni

Coronavirus, intervento del Ministro Speranza:Sacrifici indispensabili per battere il virus”

Covid-19, Speranza: “Alleanza tra istituzioni e cittadini.
Sacrifici indispensabili per battere il virus”

«Abbiamo bisogno di una grande alleanza. Le istituzioni devono lavorare insieme e c’è bisogno di un patto tra cittadini e istituzioni. I decreti, le ordinanze, sono importanti, ma quel che conta di più sono i comportamenti di ogni singolo individuo. Sappiamo che stiamo chiedendo sacrifici, anche molto seri, ma sono indispensabili se vogliamo battere finalmente questo coronavirus. L’economia ripartirà, ma la premessa per questa ripartenza non può che essere la definitiva sconfitta di questo virus». Questo il messaggio diffuso alla stampa dal ministro della Salute, Roberto Speranza.

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POLITICA

Covid-19, Speranza a ministri Salute “Agire tempestivamente e in maniera decisa”

 

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha partecipato oggi, nel primo pomeriggio, alla videoconferenza dei ministri della Salute della UE, con la partecipazione del Commissario Europeo alla Salute, Stella Kyriakides, del Commissario Gestione Crisi, Janez Lenarčič, del Commissario al Mercato Interno, Thierry Breton e dei vertici di ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie).

In apertura, proprio dal Commissario Kyriakides è arrivato il pressante invito a tutti i Paesi ad adottare quanto prima misure di distanziamento sociale essenziali per ritardare e limitare la trasmissione del Covid-19.

Il ministro Speranza ha ribadito “l’importanza di agire tempestivamente e in maniera decisa in tutti i Paesi coinvolti per ottenere risultati efficaci nel contenimento del virus”.