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Covid-19, Speranza: “Record contagi a livello mondiale. Continuare su linea prudenza.”

 “220 mila contagi covid in un solo giorno a livello mondiale. Mai prima un numero così alto in sole 24 ore. Questo ci dice che non è vinta e che serve ancora attenzione da parte di tutti. Dobbiamo continuare a seguire la linea della prudenza e della gradualità.” Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, su Twitter. 

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Codogno e Val Seriana, l’amianto può avere avuto un ruolo letale assieme al coronavirus?

Le tristi vicende con le morti da coronavirus a Codogno, in Val Seriana ed altre zone in cui nel territorio si sono riservate dosi non indifferenti potrebbe essere un concausa dell’avvellenamento del territorio indebolendo le difese immunitarie.

evL’amianto è sicuramente una delle cause più gravi con migliaia di morti ogni anno, anche se se ne parla poco ultimamente, se non dopo qualche condanna di imprenditori importanti.

Questo veleno presente nelle scuole, negli edifici vecchi e ancora negli ospedali potrebbe avere avuto un ruolo con un impatto pesante sui territori colpiti in maniera impressionante e con tanti morti?

Gli allarmi ci sono stati: 

“In Valseriana, secondo statistiche recenti l’amianto presente sulle coperture immobiliari per lo più industriali risulta ancora in grandi quantità. Sono ancora molti i casi di decesso di mesotelioma, la patologia che colpisce e uccide chi è entrato in contatto con le fibre di amianto, nonostante l’utilizzo di questo materiale pericoloso in Italia sia vietato dal 1992.(Valseriana News del 2013).”

 

 A Codogno c’era stato fatto pure un  censimento sull’amianto:

Censimento manufatti contenenti amianto L.R. 17/2003

 

Il Comune in collaborazione con l’ASL  ha attivato il censimento e la mappatura dei siti e manufatti contenenti amianto presenti sul territorio ai sensi della delibera di Giunta Regionale  del 22.12.2005, n. VII/1526 .
La Regione Lombardia con la L.R. n.14/2012 ha introdotto delle modifiche alla precedente L.R. n.17/2003 , tra le quali l’inserimento dell’art.8bische stabilisce la sanzione amministrativa da €.100,00 a €.1.500,00 per lamancata comunicazioneai sensi dell’art.6 comma 1 ossia i soggetti pubblici e privati proprietari che non effettuano il censimento e chei soggetti pubblici e privati hanno l’obbligo di notificare all’ASLcompetente  per territorio, entro15 aprile 2013, la presenza di amianto o di materiali contenenti amianto in matrice friabile e compatta (es. Eternit, canne fumarie, mattonelle in vinil-amianto, controsoffittature, etc….), fonte https://www.comune.codogno.lo.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1542

 

L’incidenza di amianto nella bergamasca,https://www.ecodibergamo.it/videos/video/allarme-amiantocasi-di-tumore-e-la-mappa-delle-zone-rosse_1039027_44/ è superiore alla media lombarda. il 15 delle aziende non hanno ancora bonificato ditte e tetti privati. Nel video si parla di un picco del 2020..

 

La nostra è soltanto un’ipotesi ma sicuramente qualcosa di più si sarebbe dovuto fare, paghiamo scienziati oggi ma anche ieri, abbiamo investito montagne di soldi nella sanità lombarda, sicuramente migliore di quella delle altre regioni, eppure ci sono lacune importanti che sono emerse a causa del coronavirus che potrebbe essere l’anello finale di una serie di lavorazioni inquinanti da parte delle aziende, e si sa che spesso l’economia viene prima della salute.

I cittadini magari per evitare spese, seppure ci fossero incentivi regionali, non sono stati solleciti nel tutelare la salute loro e di altri, con conseguenze che si vedono solo dopo anni.

Questo aspetto fa divenire difficile andare a risalire alle cause delle morti se non c’è prevenzione e controllo del territorio con interventi pubblici rapidi.

Certi territori più di altri hanno avuto forme di inqinamento notevoli, per esempio discariche illegali, lavorazioni con sversamenti nei fiumi, smaltimenti di materiali in maniera illegale, a cui si deve sommare l’inauinamento dell’aria e cibi non sempre genuini. Un mix di inquinanti che col tempo portano all’abuso di medicinali: la miscela indebolisce le difese immunitarie e aumenta le malattie, per cui ogni nuovo virus su persone non sane, può avere esiti letali come avvenuto col coronavirus.

Un’indagine sulla presenza dell’amianto nelle zone più colpite da coronovirus potrebbe servire o no?

 

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Il Prof. Zangrillo smentito dall’ OMS. Chiariamo il “CLINICAMENTE”

Coronvirus, l’Oms interviene sul caso Zangrillo:

“Non è diventato meno patogeno”

Michael Ryan, capo del programma per le emergenze, in un incontro virtuale con la stampa ha espresso cautela sulle dichiarazioni del primario del San Raffaele che ha detto che il virus “clinicamente non esiste più”. “Non è il caso di dare questa impressione”

Il coronavirus non è diventato meno “patogeno“, quindi meno pericoloso pertanto massima attenzione sulle differenze nonché tra i non detti. L’Oms non ha usato mezze parole nelle dichiarazioni rese da Alberto Zangrillo.

Le polemiche innescatosi in Italia per le parole di Alberto Zangrillo: il primario di Anestesia e rianimazione generale del San Raffaele di Milano aveva dichiarato che “il virus clinicamente non esiste più“, aprendo un concitato dibattito. “Dobbiamo essere estremamente attenti a non dare l’impressione che d’un tratto il virus, di sua volontà, abbia deciso di diventare meno patogeno” – ha avvertito Michael Ryan, capo del programma Oms per le emergenze, in un incontro virtuale con la stampa – Non è affatto il caso”.

Nel corso del quotidiano briefing con la stampa, il direttore generale dell’Organizzazione, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha anche ricordato che in totale “abbiamo adesso più di sei milioni di casi di Covid-19 nel mondo e abbiamo già perso 370mila persone”.

ANOMALIE, STRANEZZE E CONTRADDIZIONI DI ZANGRILLO

Alberto Zangrillo, medico del presidente Berlusconi nonché fratello di Paolo Zangrillo il contestato paracadutato onorevoe messo dal Cavaliere al coordinamento piemontese, nel 2015 iniziò la sua carriera mediatica nel caso che lo vede coinvolto nelle indagini per truffa da 28 milioni di euro, dove vennero indagati i vertici dell’ospedale San Raffaele. Gli approfondimenti coordinati dal pm Giovanni Polizzi e condotte dal Nucleo di polizia tributaria della Gdf, tra il 2011 e il 2013 nel corso di migliaia di interventi «le equipe» di medici sarebbero state solo sulla carta «regolarmente costituite», in quanto «chirurghi e/o anestesisti» figuravano, in realtà, come «presenti contestualmente in più sale operatorie»

Ora nel caso Covid, nuova bufera mediatica di contraddizioni.

Prima dichiara che il virus si è modificato per poi rimangiarsi tutto dichiarando che non è mutato.

Il prof. Zangrillo, da buon arrampicatore, ma anche di scivolamento sui vetri, utilizza il termine “clinicamente” ma non spiega nulla del termine e ne rimane sempre vago. Dove sia la contraddizione dell’autoproclamatore professore con messaggi forvianti, nonostnte sia vero che ci siano dei miglioramenti, che è ben diverso..?

Quanto dichiara Zangrillo è Clinicamente un modo di errore od orrore per dire tutto nel dire nulla. Lo scopo ? Poter poi ritrattare.

Di fatto la concreta realizzazione di una malattia o di una sindrome regressione o scomparsa del quadro morboso, con o senza scomparsa delle lesioni organiche, è una cosa, quanto vuol far sembrare il professore è tutt’altro!

Lo studio clinico all’interno della struttura dove opera e gli studi UNIVERSITARI eseguiti non posso dare come riscontro ciò che dice e pubblicizza in una chiave di lettura Zangrillo per potersi rimangiare le parole al momento giusto con il classico : “ non ho detto quello” – E lo sta già facendo.

In rete, nei bar, nella chiacchiera quotidiana emergono i pro Zangrillo, dato comprensibile dopo mesi di chiusura da lockdown da covid, ma opportuno non farsi prendere dal credere nella speranza per proprio comodo. Ogni giorno troppi casi e troppi decessi in tutto il mondo. Italia compresa.

OGGI – Zangrillo ha già modificato per la terza volta le sue dichiarazioni iniziando a dire che forse è improbabile il ritorno.

Caro Professore, non vi è il forse o l’improbabile, lei da dipendente dell’ospedale San Raffaele, magari prima di uscire con dichiarazioni così incerte e delicate, meglio evitarle. Pensare è una gran dote. Laddove fosse stata una goliardata pubblicitaria, pensi a quant aincertezza ha diffuso il suo errore od orre di messaggio, creando troppo disappunto nel rispetto di quelli che ancora ad oggi muoino e moriranno ancora. Lo dica a loro : “Clinicamente”.

Fabio Sanfilippo

Open OnLine di Enrico Mentana lo ricostruisce cosi [ Clicca Qui ]

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Il Covid arretra davvero: solo il 5% dei tamponi effettuati al circolo in maggio sono positivi

Su 13.066 tamponi effettuati dal Laboratorio di Microbiologia dell’Ospedale di Circolo di Varese nel periodo che va dal 17 marzo al 17 maggio ne sono risultati positivi 2246 ovvero il 17,2% del totale. 
 
“E’ interessante notare – sottolinea il Professor Fausto Sessa, Direttore del Dipartimento dei servizi, dell’Anatomia patologica e del Laboratorio di Microbiologia dell’Ospedale di Circolo – l’andamento temporale dei positivi: mentre nel periodo di picco corrispondente alla seconda metà di marzo la media dei tamponi positivi sfiorava il 40% del totale dei tamponi processati, negli ultimi 15 giorni siamo scesi al 5,54% con soli 4 casi positivi al giorno (68 in totale dal 1 maggio). Ciò conferma – conclude Sessa – che il contagio è finalmente in ritirata.”
 
Presso l’Ospedale di Circolo sono stati analizzati mediamente 214 tamponi al giorno provenienti da tutto il territorio di competenza dell’ASST Sette Laghi che consta di 106 comuni e 440.000 abitanti. Un dato nettamente cresciuto nelle ultime settimane in corrispondenza dell’avvio della cosiddetta Fase 2. In base alle scorte di reagenti e materiali la potenzialità del laboratorio in questo momento è di 500 tamponi/giorno più che sufficienti a coprire le necessità dell’ospedale e del territorio di riferimento anche grazie alla nuova apparecchiatura all’avanguardia donata dall’azienda MV Agusta. 
 
 
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Mauro Rango, utilizzare la terapia del plasma ma solo nei casi gravi

Mauro Rango, parla di migliaia di messaggi di infermieri  e medici “quasi tutti mi hanno confermato che c’erano due velocità, alcuni ospedali davano ossigeno e altri in cui venivano dati farmaci, per es.eparina e cortisone”.

Mauro Rango è balzato agli onori della cronaca per la sua semplicità e razionalità:” Parlo di nozioni basilari che a tutti i medici mauriziani sono conosciute ma che, sembra, che ai medici e scienziati che occupano l’informazione siano diventate oscure.
Sono talmente semplici da comprendere che le posso riassumere in pochi punti comprensibili a tutti”, forse per questo ha avuto un’eco enorme.

Le varie cure a seconda dei punti di vista dei medici che hanno cercato di fare l’impossibile in una situazione obiettivamente non semplice e con notizie scarse e contraddittorie, ha portato morte a tanti e ad una crisi economica senza precedenti.

 

Rango nel video fa esempi, e comparazioni: “La comparazione nel tasso di mortalità è importante tra le regioni del nord, il 3% in Germania, idem in Umbria, come nelle Mauritius”.

In Italia la terapia col plasma iperimmune comincia ad essere applicato in certi ospedali, “chiedo di fare attenzione, va utilizzata nei casi gravi”.

Mi rivolgo al presidente Conte, afferma ancora, tutti gli italiani si aspettano che i medici e ed esperti vengano mandati via, occorrono pneumologi

I decessi dipendono dalla cascata infiammatoria abnorme, si parla degli effetti della risposta immunitaria anomala “trovare persone che sappiano come trattare i pazienti e che si conosciuto da tutti” è il suo input

Il lockdown ( cofinamento) “è costato migliaia di morti, probabilmente il virus si sta indebolendo ma i contatti tra persone possono generare una seconda ondata” ma il problema sempre secondo Rango è anche la comunicazione da  non lasciare a certi personaggi,  virologi ed altri, che hanno fatto i danni.

Bisogna prendere le cartelle cliniche, ed esaminare, mentre in tv si è perso tempo

Il coronavirus è  una malattia che se curata bene scende  a un 0,… il confinamento è stato adottato su disquisizioni per il virus, ma la cura  la conoscono il pneumologi.

“Aprire con persone nuove”

Una considerazione e un appello al Premier Conte:.

“Con la sperimentazione sul plasma a Pavia e Pisa, si scenderebbe dal 16 al 5%, caro Conte sono dati doppati, vada a vedere come sono stati reclutati i pazienti,  alcuni erano già compromessi, il plasma non funziona in quei casi.”

Maggiore attenzione per il futuro, è possibile per dare maggiore tranquillità.

“Non abbandono la battaglia, quello che succede in Italia e negli USA è un paradosso.”

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Cronaca

Milano …. e adesso è il momento dei racconti

Il Corona Virus sta perdendo la sua forza omicida a quanto pare, stanno chiudendo i reparti Covid, diminuiscono i contagli, diminuiscono le morti e aumentano i dimessi. E sono proprio loro che in questi momenti prendono la parola per raccontare le loro terribili esperienze, i loro giorni bui appesi tra la vita e la morte. I racconti non sono solo fattori per accrescere le emozioni, ma sono un accorato grido per sensibilizzare l’attenzione per una guerra non ancora vinta, ma principalmente sono voci di gratitudine per chi come medici ed infermieri malgrado le protezioni che li rendevano essere primi di identità sono riusciti a trasmettere speranza e umanità.

Tra i colpiti dal Corona Virus a raccontare la sua battaglia  Capitano Domenico Cavallo della Compagnia dei Carabinieri  di Legnano che tra le lacrime ha ringraziato metti i medici e gli infermieri che lo hanno accudito e curato : 

Ho stretto i denti, trascorse ore buie. Poi la luce in fondo a quel tunnel. Grazie per avermi salvato, non vi dimenticherò mai” ha raccontato Cavallo. “E tanta vicinanza anche in caserma” ha concluso il Capitano.

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Lavoro

Sanitari già positivi al COVID si vedono rifiutare gli esami diagnostici nonostante le prescrizioni dell’INAIL

Sanitari già positivi al COVID si vedono rifiutare gli esami diagnostici nonostante le prescrizioni dell’INAIL. Accade in Provincia di Lecce

Fiumi di parole scritte sul bilanciamento tra Privacy e diritto alla salute durante questa pandemia ha portato alla conclusione che se l’art. 32 della Costituzione prevede la tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, in presenza di un pericolo per la stessa, fa conseguire l’esigenza di tutela della collettività anche a discapito della libertà dell’individuo e del diritto alla riservatezza dei dati personali, che, non essendo diritti assoluti, devono necessariamente bilanciarsi con altri interessi pubblici. Il diritto alla privacy ed alla riservatezza, è noto, non trova una espressa tutela nella Carta Fondamentale e quindi soccombe innanzi alla preminenza del diritto fondamentale della salute della intera collettività, che ha rango costituzionale.E così, il Governo, attraverso l’art. 14, comma 2 del D.L. 14/2020, ha previsto che il diritto alla riservatezza dei dati personali non può prevalere sullo svolgimento delle attività sanitarie e non disposte per far fronte all’emergenza sanitaria anche allo scopo di contenere la pandemia. Paradossalmente, nel caso portato all’attenzione dello “Sportello dei Diritti” per il tramite dell’avvocatessa Emanuela Toscano e qui di seguito risaltato, conviene tutelare la privacy per vedersi garantito il diritto alla salute!! Difatti sanitari appartenenti all’Asl LE, che hanno contratto il virus COVID-19 proprio nell’intento di salvare vite umane, si vedono oggi negare il diritto ad eseguire esami diagnostici, nonostante l’accertamento dell’intervenuta negatività attraverso tre tamponi risultati negativi. Nella fattispecie sono stati respinti da un noto centro diagnostico del leccese perché “ex COVID”! Nel fatto, sanitari rientrati regolarmente in servizio presso le strutture sanitarie in cui espletavano il loro operato hanno, attraverso l’INAIL, ottenuto una specifica esenzione ticket di breve durata (31/05/2020) al fine di effettuare esami diagnostici consigliati dai propri medici curanti e scongiurare eventuali postumi di qualunque genere dopo l’infezione di COVID-19. Stante l’inoperatività asl al momento, i sanitari, per il tramite CUP hanno prenotato radiografie, tac, ecc presso un noto centro diagnostico convenzionato con Asl. Purtroppo, prima dell’esecuzione dell’esame diagnostico è stato sottoposto a ciascun “paziente” un questionario in cui veniva richiesta esplicitamente la posizione rispetto ad eventuale e (anche) passata positività. Perciò, all’ammissione di essere stati “ex COVID” i sanitari si sono visti negare il diritto ad eseguire il test diagnostico…in buona sostanza si sono visti negare il diritto alla salute!!..A questo punto la domanda è: per quanto perdurrà l’increscioso pregiudizio? Il diritto alla salute viene solo tutelato a coloro i quali ad oggi hanno avuto la fortuna di non incrociare COVID-19 sulla loro strada? Se per qualunque altra eventuale patologia o controllo questi sanitari o qualunque altro ex positivo necessita di assistenza, come e dove potrà diagnosticare e/o accertare eventuali altre patologie? Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si pone quasi un paradosso: forse è  il caso che il Governo provveda a tutelare la privacy degli ex positivi.

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Sindacato

Palermo, errore  escludere dal premio gli operatori sanitari assunti temporaneamente

Covid-19. Fsi-Usae all’attacco: “Riparare grave errore della VI commissione regionale sanità che esclude i precari dal premio di 1000”

PALERMO- La Fsi-Usae Sicilia Federazione Sindacati Indipendenti organizzazione costituente della confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei.apprezza i buoni propositi della Regione Siciliana per la misura approvata che prevede il riconoscimento di un premio di 1.000 euro al personale sanitario che e’ stato impegnato in prima linea nel corso dell’emergenza Covid-19, e che per fronteggiare l’emergenza ha dovuto reclutare temporaneamente personale sanitario a tempo determinato con contratti in scadenza fino a termine dell’emergenza e ringrazia per aver tenuto conto delle nostre molteplici istanze. Al contempo chiediamo tempi certi per l’erogazione delle somme.

Ciò non toglie che sia stato un errore  escludere dal premio gli operatori sanitari assunti temporaneamente per far fronte all’emergenza, e per quanto ci riguarda inoltre è necessario che vengano adottate, misure che consentano di salvaguardare la loro occupazione, ferma restando la necessità di prevedere assunzioni e misure  adeguate per i tanti precari del settore, l’utilizzo delle graduatorie vigenti, e dell’ultimo bando regionale per infermieri e oss che sollecitiamo. 

La VI commissione regionale sanità ha approvato un documento per l’assegnazione di premi per 1000 € a testa per infermieri, oss, medici e autisti soccorritori 118, ma all’art. 5 comma 8 esclude il personale precario, successivamente il documento è stato presentato in giunta all’Ars e approvato nella finanziaria.

Vogliamo sottolineare quanto sia importante che il premio venga assegnato in modo omogeneo a tutti gli operatori sanitari della regione con un sistema “a fasce” a secondo del rischio e dell’impegno di lavoro sostenuto da medici, infermieri, tecnici, ostetriche, fisioterapisti, operatori socio-sanitari, ecc. che hanno lavorato, e lavorano, con spirito di abnegazione negli ospedali siciliani, indipendentemente dalla qualifica. In sede di contrattazione regionale la Fsi-Usae chiederà che le somme previste dal decreto vengano assegnate proporzionalmente anche al restante personale sanitario impiegato nei reparti e nei servizi non Covid-19 della regione che comunque, hanno rischiato e continuano a rischiare ogni giorno, senza essere certi che i pazienti non abbiano contratto il virus Covid-19.  Non è pensabile che, in presenza di pazienti sospetti, il rischio possa essere escluso.

Dobbiamo anche evidenziare come questo provvedimento esclude dall’ assegnazione dei premi gli oss delle ditte esternalizzate e i dipendenti delle pulizie che sanificano e ripuliscono gli ospedali, compresi i reparti Covid-19 e quelli di malattie infettive. Anche per quest’ultimi è necessario trovare modalità premianti, considerati spesso lavoratori invisibili e sfruttati. La sicurezza negli ambienti di lavoro per la Fsi-Usae è la priorità di ieri, oggi e del futuro, per chi presta servizio in tutti i settori lavorativi.

Per la Fsi-Usae Sicilia l’esclusione dei precari dal premio è ingiusto e discriminante, i componenti della Segreteria Regionale Bracchitta, Di Marco, Ballacchino, Spada, Cirignotta, Di Natale e Coniglio, chiedono alla VI commissione regionale sanità che alla prima giunta regionale presenti le modifiche per riparare l’errore.

 

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Cassa integrazione, scontro Lombardia-Inps

 “Ormai da settimane assistiamo a un quotidiano scaricabarile da parte dell’Inps sulle Regioni, per giustificare i mancati pagamenti della cassa integrazione che il Governo aveva assicurato sarebbero avvenuti entro fine aprile. 

L’ultima evidenza della confusione che regna all’Inps e che genera la diffusione di vere e proprie fake news è mostrata dal report giornaliero appena pubblicato www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=53641“.

Lo chiarisce una Nota di Regione Lombardia. 

Non si capisce come mai – prosegue la Nota – solo in corrispondenza della Regione Lombardia ci siano due righe con numeri di pratica diversi: in una, risultano decretate da Regione appena 37 domande di cui autorizzate 33; nell’altra, 19.807 di cui autorizzate 6.484. Mentre i decreti trasmessi dagli uffici regionali sono 48.209 come risulta dal sito di Regione Lombardia dove sono pubblicati i dati assieme agli stessi decreti (https://bit.ly/3c4Mt41)”.

 “Stranamente è cambiata anche la struttura dell’intero report dell’Inps: la tabella relativa alle domande gestite dalle Regioni – spiega ancora la Nota – al 27 aprile aveva tre colonne in più in cui veniva pubblicato anche il numero delle prestazioni già pagate dalla stessa Inps e dei lavoratori beneficiari. Insomma, non siamo solo di fronte a uno sconcertante disallineamento tra banche dati. Siamo di fronte a una vera e propria alterazione di dati”. 

“Regione Lombardia – conclude la Nota – ha costituito anche un Fondo Regionale per favorire l’anticipazione delle indennità a tutti i lavoratori in cassa integrazione, inclusi quelli gestiti interamente dall’Inps. Lo fa già dal 2014, dando ampia prova della propria serietà.Se l’Inps continuerà a diffondere notizie infondate e faziose, la Lombardia si difenderà nelle sedi opportune”

Ultimo aggiornamento 03/05/2020

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Curiosità

Accade in casa D’Amico-Buffon – Le mascherine sono d’obbligo

Una vita dentro quattro mura, tra allenamenti relax e un po’ di tempo in più da passare in famiglia. Anche in casa D’Amico-Buffon le mascherine sono d’obbligo.

Il portiere della Juventus e la splendida presentatrice quaranteseienne mostrano su Instagram uno scatto che li ritrae con le mascherine prodotte dalla Stamperia Olonia di Gorla Minore.

Il goal della Stamperia

Gigi Buffon indossa le mascherine della stamperia Olonia di Gorla Minore.

Gli articoli dell’azienda portati alla luce dal popolare portiere della Juventus e dalla sua compagna.

Fantasia e creatività italiana premiata da uno dei migliori ed eccelsi portieri che l’Italia possa mai vantare.

Buffon : “ La fantasia e la creatività degli italiani non sono in lockdown 

I cittadini di Gorla Minore non hanno però di che essere gelosi: fra i primi gesti fatti dalla Stamperia Olonia, in questo periodo difficile per l’emergenza Coronavirus, c’era stata la donazione alla comunità di 10mila mascherine, che erano state distribuite a tutte le famiglie del paese.

 

Fabio Sanfilippo