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Codogno e Val Seriana, l’amianto può avere avuto un ruolo letale assieme al coronavirus?

Le tristi vicende con le morti da coronavirus a Codogno, in Val Seriana ed altre zone in cui nel territorio si sono riservate dosi non indifferenti potrebbe essere un concausa dell’avvellenamento del territorio indebolendo le difese immunitarie.

evL’amianto è sicuramente una delle cause più gravi con migliaia di morti ogni anno, anche se se ne parla poco ultimamente, se non dopo qualche condanna di imprenditori importanti.

Questo veleno presente nelle scuole, negli edifici vecchi e ancora negli ospedali potrebbe avere avuto un ruolo con un impatto pesante sui territori colpiti in maniera impressionante e con tanti morti?

Gli allarmi ci sono stati: 

“In Valseriana, secondo statistiche recenti l’amianto presente sulle coperture immobiliari per lo più industriali risulta ancora in grandi quantità. Sono ancora molti i casi di decesso di mesotelioma, la patologia che colpisce e uccide chi è entrato in contatto con le fibre di amianto, nonostante l’utilizzo di questo materiale pericoloso in Italia sia vietato dal 1992.(Valseriana News del 2013).”

 

 A Codogno c’era stato fatto pure un  censimento sull’amianto:

Censimento manufatti contenenti amianto L.R. 17/2003

 

Il Comune in collaborazione con l’ASL  ha attivato il censimento e la mappatura dei siti e manufatti contenenti amianto presenti sul territorio ai sensi della delibera di Giunta Regionale  del 22.12.2005, n. VII/1526 .
La Regione Lombardia con la L.R. n.14/2012 ha introdotto delle modifiche alla precedente L.R. n.17/2003 , tra le quali l’inserimento dell’art.8bische stabilisce la sanzione amministrativa da €.100,00 a €.1.500,00 per lamancata comunicazioneai sensi dell’art.6 comma 1 ossia i soggetti pubblici e privati proprietari che non effettuano il censimento e chei soggetti pubblici e privati hanno l’obbligo di notificare all’ASLcompetente  per territorio, entro15 aprile 2013, la presenza di amianto o di materiali contenenti amianto in matrice friabile e compatta (es. Eternit, canne fumarie, mattonelle in vinil-amianto, controsoffittature, etc….), fonte https://www.comune.codogno.lo.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1542

 

L’incidenza di amianto nella bergamasca,https://www.ecodibergamo.it/videos/video/allarme-amiantocasi-di-tumore-e-la-mappa-delle-zone-rosse_1039027_44/ è superiore alla media lombarda. il 15 delle aziende non hanno ancora bonificato ditte e tetti privati. Nel video si parla di un picco del 2020..

 

La nostra è soltanto un’ipotesi ma sicuramente qualcosa di più si sarebbe dovuto fare, paghiamo scienziati oggi ma anche ieri, abbiamo investito montagne di soldi nella sanità lombarda, sicuramente migliore di quella delle altre regioni, eppure ci sono lacune importanti che sono emerse a causa del coronavirus che potrebbe essere l’anello finale di una serie di lavorazioni inquinanti da parte delle aziende, e si sa che spesso l’economia viene prima della salute.

I cittadini magari per evitare spese, seppure ci fossero incentivi regionali, non sono stati solleciti nel tutelare la salute loro e di altri, con conseguenze che si vedono solo dopo anni.

Questo aspetto fa divenire difficile andare a risalire alle cause delle morti se non c’è prevenzione e controllo del territorio con interventi pubblici rapidi.

Certi territori più di altri hanno avuto forme di inqinamento notevoli, per esempio discariche illegali, lavorazioni con sversamenti nei fiumi, smaltimenti di materiali in maniera illegale, a cui si deve sommare l’inauinamento dell’aria e cibi non sempre genuini. Un mix di inquinanti che col tempo portano all’abuso di medicinali: la miscela indebolisce le difese immunitarie e aumenta le malattie, per cui ogni nuovo virus su persone non sane, può avere esiti letali come avvenuto col coronavirus.

Un’indagine sulla presenza dell’amianto nelle zone più colpite da coronovirus potrebbe servire o no?

 

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Amianto: Criseo intervista Ezio Bonanni dell’Osservatorio nazionale amianto

 

Ona, Osservatorio nazionale amianto, farà parte della neonata «Commissione

ministeriale di lavoro per la riforma normativa», una realtà prestigiosa e rispettata.

La commissione decisa dal Ministro all’Ambiente Costa e guidata da Raffaele Guariniello ,«  è formata anche dal presidente del l’Osservatorio nazionale amianto, l’avvocato Ezio Bonanni, un’istituzione della lotta contro la fibra killer e per la tutela di tutte le vittime. Sono molto felice che abbia acconsentito a parteciparvi e attraverso lui riusciremo anche a fruire delle molteplici competenze insite nella sua associazione; gli altri membri sono il generale Giampiero Cardillo e l’esperto di bonifiche e monitoraggi Stefano Massera. A loro auguro buon lavoro. Abbiamo un compito importante da portare avanti e a breve arriveranno i primi risultati», come riporta Latina Oggi

Soldi e strutture disponibili ancora da precisare, ma la strada è stata imboccata e nella direzione giusta: «Dobbiamo assolutamente procedere con la mappatura e le bonifiche – dice il ministro – ci sono 32 milioni di tonnellate di amianto (questa è la stima Cnr-Inail, mentre l’Ona arriva a 40 milioni di tonnellate, ndr) ancora in circolazione in Italia, e l’unico modo per interrompere la catena di vittime è eliminare l’esposizione».

bonanni cona

Il curriculum vitae dell’Avv. Ezio Bonanni è notevoleAvvocato Cassazionista, iscritto presso l’Albo degli Avvocati tenuto presso l’Ordine di Roma e nell’Albo Speciale degli Avvocati abilitati al patrocinio presso la Corte di Cassazione e le altre Magistrature Superiori, ha esperienze accademiche e di insegnamento universitario, Partecipazioni a meeting internazionali e incontri di studio e pubblicazioni scientifiche.

 

Nell’intervista si evidenziano aspetti fondamentali, la questione della bassa dose che spesso serve come alibi per sottoalutare il problema e non affrontarlo, come i numeri impressionanti, si parla di 6000 morti tra cause dirette e indirette derivanti dall’amianto.

Vittime e ammalati che derivano dall’uso massiccio nei decenni scorsi nelle scuole, nella Marina Militare, nelle case popolari, solo per citare alcuni casi ma l’allarne è più che fondato_:”si trova in ogni struttura costruita prima del 1992″.

Andrebbero semplificiate le procedure, le domande, con bonus per rendere pià appetibile la sua eliminazione. 

L’avvocato con la sua associazione Ona cosa fa?

Osservatorio Nazionale Amianto – ONA Onlus

L’Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA rappresenta, tutela ed assiste le vittime amianto. Sono state istituite decine di comitati in tutti i territori per poter garantire a chiunque ne faccia richiesta: assistenza tecnica, assistenza medica e assistenza legale gratuita.

Per fornire ulteriore assistenza ai clienti, l’ONA ha costituito un pull di medici per fornire assistenza medica gratuita a tutte le vittime di amianto. Inoltre, a tutti coloro che invece sono già esposti, l’ONA mette a disposizione i sanitari dell’associazione per la sorveglianza sanitaria. 

Il consiglio dell’ONA ai cittadini è quello di rivolgersi al sistema sanitario nazionale. I centri medici possono essere consigliati dai medici dell’ONA, per scegliere quelli con maggiore esperienza nella cura e nella terapia delle patologie asbesto correlate. Le vittime di amianto e i loro familiari, in seguito ai danni alla salute subiti dall’esposizione, hanno diritto al risarcimento dei danni e alle prestazioni previdenziali. 

Al fine di raggiungere tali obiettivi, l’ONA collabora con:

  • Istituzioni locali e nazionali sia per la prevenzione che per la ricerca scientifica e la terapia e cura di tutti coloro che, purtroppo, hanno già subito l’esposizione, e per la tutela dei diritti delle vittime e dei loro famigliari e per la realizzazione di un nuovo quadro normativo. Il nuovo Ministro dell’ambiente, Generale Sergio Costa, sulla base delle rilevazioni dell’Osservatorio Nazionale Amianto, ha costituito la Commissione, di cui è stato chiamato a far parte l’Avv. Ezio Bonanni e che sta elaborando nuovi strumenti tecnico giuridici, sia per realizzare le bonifiche, che per incrementare la ricerca e migliorare le cure e le terapie e di tutela dei diritti delle vittime e dei loro famigliari;
  • altre associazioni e forze sindacali, per poter agire in sinergia al fine di realizzare la prevenzione e la tutela di coloro che sono stati esposti e il risarcimento dei danni delle vittime;
  • Magistratura, nella sua azione di individuazione e di repressione dei reati contro la salute e contro l’ambiente, e nella sua azione di ristoro dei danni causati ai singoli e alle comunità:
  • Strutture mediche, con l’obiettivo di potenziare gli interventi di prevenzione primaria, di prevenzione secondaria, di conoscenza e di informazione sugli effetti degli agenti tossici patogeni.

L’ONA ha costituito i dipartimenti per poter assistere i cittadini e lavoratori esposti e vittime amianto e di altri cancerogeni. I dipartimenti rappresentano il braccio operativo che va ad agire nei territori per tutti i servizi di assistenza. I dipartimenti permettono di svolgere tecnica e ricerca scientifica, proprio come quello di assistenza legale, grazie al pull di legali coordinati dall’Avv. Ezio Bonanni, presidente ONA.

Per approfondimenti:

Presidente ONA: https://onanotiziarioamianto.it/avvocato-ezio-bonanni/

Sito istituzionale ONA: https://www.osservatorioamianto.com/

Sito Studio Legale Ezio Bonanni: https://www.eziobonanni.com/

 https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/06/11/amianto-la-difesa-condannata-a-risarcire-familiari-di-un-militare-morto-per-tumore-costretto-a-lavorare-in-ambiente-contaminato/5831813/

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Vittime dell’amianto. Il datore di lavoro dev’essere condannato perché l’amianto anche piccole dosi fa insorgere il mesotelioma nel lavoratore

Vittime dell’amianto. Il datore di lavoro dev’essere condannato perché l’amianto anche piccole dosi fa insorgere il mesotelioma nel lavoratore. Asbestosi «minima» compatibile con esposizione moderata e significativa di malattia professionale

           

L’amianto ed i suoi terribili effetti continuano a segnare le aule giudiziarie. Noi dello “Sportello dei Diritti” sono anni che continuiamo ad assistere le vittime ed i loro familiari, in una guerra che purtroppo contrappone ancora ex lavoratori e datori di lavoro. Significativa in tal senso per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, la sentenza 12151/20 depositata oggi 15 aprile, dalla quarta sezione penale della Cassazione secondo cui va condannato per omicidio colposo il datore dopo la morte del lavoratore a causa del mesotelioma pleurico anche se la esposto a bassissime dosi di polveri. La patologia può insorgere per dosi cumulative anche modeste. Nessun dubbio sull’origine professionale della malattia. Vanno escluse altre cause come il vizio della sigaretta e dunque manca un elemento causale alternativo di innesco della patologia. Nella fattispecie, diventa definitiva la condanna per omicidio colposo inflitta dal Tribunale di Vercelli e confermata dalla Corte d’Appello di Torino ai titolari dell’impresa dopo la morte di un’operaia addetta allo smontaggio degli arredi di carrozze ferroviarie. Lo confermano tutti i testimoni: nel reparto si liberavano polveri di amianto con l’uso del trapano e dello svitatore e non c’era un impianto di aspirazione, mentre la decoibentazione è entrata in funzione soltanto in un secondo momento. In particolare, l’esposizione all’amianto è accertata sulla base delle deposizioni dei colleghi. La diagnosi di mesotelioma pleurico, poi, risulta confermata dall’esame istologico e riconducibile all’inalazione di polveri d’asbesto: le discordanze fra consulenti del pm e perito d’ufficio sono solo apparenti e ricondotte a unità dai chiarimenti degli esperti. L’asbestosi «minima G1» è compatibile con l’esposizione «moderata» all’amianto ma «significativa» di un’esposizione professionale confermata da un periodo di latenza nel range dell’insorgenza di un tipo di tumore del genere: sono infatti esclusi gli elementi morfologici che distinguono il carcinoma ascrivibile al tabagismo. È l’assenza di inneschi alternativi della malattia la legge scientifica di copertura universalmente condivisa in base alla quale è affermata la responsabilità degli imputati, che non si fonda sulla teoria dell’effetto acceleratore, non condivisa in tutta la letteratura internazionale.